Diadattica generale 3-4 ottobre 2016
3 ottobre Visione del film PARADA https://www.youtube.com/watch?v=nycDOfxJQS0 Analisi didattica (i dispositivi, il progetto educativo, il modello educativo) Analisi della relazione educativa
L’agire educativo Dipende dal sapere pedagogico soggettivo Si inserisce in una cultura contestualizzata Normalizzazione o apertura al possibile? « attività pratico-poietica con una specificità che lo contraddistingue da altre forme di agire professionale in contesti socio-educativi: il rivolgersi alla crescita in umanità della persona e alla valorizzazione di tutte le potenzialità » Costruire lo spazio-tempo della mediazione non per la trasposizione di saperi bensì per la devoluzione e l’accesso a modi di interpretare se stesso nel mondo. Equilibrio e distanziamento.
L’esperienza educativa Necessita di radicarsi e nello stesso tempo di differenziarsi dalla quotidianità, modulando al contempo la propria forma sulle caratteristiche, gli interessi, le esperienze pregresse dei soggetti che la attraversano (Massa, 1987)
Progettualità Le finalità Promuovere il riconoscimento delle risorse di cui è portatrice la persona e attivare processi per la loro valorizzazione Ampliare e accrescere il bagaglio di risorse personali per dare ai soggetti più possibilità di interagire con la realtà Fare in modo che l’acquisizione di nuove risorse, e la consapevolezza di quelle esistenti, si traformino in possibilità e capacità di azione
Modello educativo « un modello rappresenta uno schema di connessione tra una finalità, che costituisce una peculiare interpretazione della problematica educativa, e un insieme di pratiche educative, che acquistano senso e legittimità in relazione ad essa. Sul piano pragmatico, un modello corrisponde ad una scelta educativa determinata e possiede una precisa valenza normativa: è capace di ispirare e guidare la concreta organizzazione dell’esperienza educativa (Baldacci, 2010)
Il dispositivo È uno spazio-tempo intenzionalmente predisposto per supportare un cambiamento soggettivo e dipende dalle prospettive con cui, chi progetta, guarda a un problema. Al suo interno vi sono strumenti e attività che danno vita a una partecipazione determinata da come il soggetto in formazione interpreta il dispositivo. Le azioni che attiva provocano la creazione di nuove routine e di pratiche non tutte previste dal progettista, sempre e comunque frutto di un’interazione attiva del soggetto con la realtà. Il focus del dispositivo è nella gestione della mediazione fra un prospettato dal progettista e un realizzato dal soggetto che lo interpreta. Il dispositivo può essere considerato efficace quando produce nei soggetti pratiche di libertà, nel senso di auto-progettazione e definizione identitaria, provoca un mutamento nella percezione del sé in rapporto ai problemi e alla possibilità di affrontarli e risolverli (Magnoler, 2009).
Il progetto pedagogico Nasce all’interno di un contesto culturale, sociale che porta con sè un pensiero implicito sulla realtà, sui soggetti Agisce « negli » individui, non senza gli individui: nulla può succedere senza il consenso dell’educando Crea occasioni per nuovi apprendimenti Nasce all’interno di una rete (persone, comunità). Pensare la rete, pensarsi in rete. Incontra i soggetti in ambienti strutturati Va incontro ai soggetti nei loro ambienti
La mediazione educativa Finalità: suscitare nel soggetto il desiderio della propria formazione. Competenze da sviluppare: saper decidere, saper prevedere, saper risolvere problemi, saper empatizzare, saper creare mondi e relazioni Funzioni: accompagnare, contenere, tutorare Si realizza attraverso un metodo: « la via per… » Cogliere il rischio del « no » dell’educando, sospendendo l’azione sulla soglia della sua libertà