PRIMARY HYPEREOSINOPHILIC SINDROMES AND IMATINIB THERAPY: A RETROSPECTIVE ANALYSIS OF 38 CASES Orofino N1, Cattaneo D1, Intermesoli T2, Spinelli O2, Reda.

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PRIMARY HYPEREOSINOPHILIC SINDROMES AND IMATINIB THERAPY: A RETROSPECTIVE ANALYSIS OF 38 CASES Orofino N1, Cattaneo D1, Intermesoli T2, Spinelli O2, Reda G1, Gianelli U3,4, Beghini A4, Rambaldi A2, Cortelezzi A1,4, Iurlo A1 1 UOC Oncoematologia Fondazione IRCCS Cà Granda Ospedale Maggiore Policlinico Milano, 2 Unità di Ematologia e Trapianto di Midollo, Azienda Ospedaliera Papa Giovanni XXIII Bergamo, 3 Servizio di Emolinfopatologia UOC Anatomia Patologica Fondazione IRCCS Cà Granda Ospedale Maggiore Policlinico Milano, 4 Università degli Studi Milano INTRODUZIONE Le neoplasie mieloproliferative con eosinofilia (MPNeo) sono un gruppo di malattie ematologiche rare ed eterogenee, caratterizzate da proliferazione eosinofila e danno tissutale di vario grado. La classificazione WHO 2008 delle neoplasie mieloidi raggruppa questi disordini in due categorie: le neoplasie mieloidi e linfoidi con eosinofilia e alterazioni dei geni Platelet-derived Growth Factor Receptor (PDGFR)-alpha, PDGFRbeta or Fibroblast Growth Factor Receptor1 (FGFR1) e la leucemia eosinofilia cronica non altrimenti specificata (CEL,NOS). Le basse dosi di imatinib si sono dimostrate efficaci nel trattamento delle forme con alterazioni di PDGFRalpha/beta, portando ad un notevole miglioramento della prognosi dei pazienti affetti da queste neoplasie. Dall’altra parte, la CEL,NOS rimane una neoplasia difficile da trattare, con prognosi sfavorevole. Analisi retrospettiva su 38 pazienti affetti da ipereosinofilia primitiva seguiti presso l’ Unità di Oncoematologia della Fondazione IRCCS Ospedale Maggiore Policlinico di Milano e presso l’Unità di Ematologia e Trapianto di midollo dell’Azienda Ospedaliera Papa Giovanni XXIII di Bergamo. METODI RISULTATI Età mediana alla diagnosi: 53 anni (range 18-77). M:F=24:14 Sette casi presentavano il riarrangiamento FIP1L1-PDGFRalpha, mentre in 8 pazienti la diagnosi era di CEL,NOS. Nei rimanenti casi, 17 pazienti avevano una diagnosi di sindrome ipereosinofila (HES), mentre 6 pazienti presentavano un quadro di ipereosinofilia asintomatica (HEUS). Quattro dei pazienti affetti a CEL,NOS presentavano la variante KITM541L somaticamente acquisita (figura 1). Globalmente, segni e/o sintomi di danno d’organo erano presenti in 27 pazienti: prurito e manifestazioni cutanee nel 37% dei casi, manifestazioni cliniche di danno d’organo a livello polmonare e cardiaco erano presenti nel 32 e 12% dei casi, rispettivamente. Diarrea e trombosi venosa venivano riscontrate nel 5% dei casi (figura 2). Trenta pazienti hanno ricevuto terapia con imatinib a basse dosi (range 100 mg die), ottenendo una percentuale di risposte globali pari al 57%. Risposte ematologiche complete (CHR) si sono ottenute in tutti i pazienti con alterazioni del gene PDGFR-alpha, nel 57% dei casi di CEL,NOS, e nel 31% dei pazienti con diagnosi di HES (figura 3). Dopo una durata mediana di trattamento con imatinib di 3 anni (range 1-9) le percentuali di progression-free servival (PFS) erano del 75% nei pazienti con riarrangiamento FIP1L1-PDGFRalpha e 54% nei pazienti affetti da CEL,NOS. La PFS dei pazienti affetti da CEL,NOS e positivi per la mutazione KITM541L è risultata pari al 67% (Figura 4). Sopravvivenza mediana nei pazienti trattati con imatinib: 70 mesi. M541L Figura1 Figura2 Figura3 Figura4 CONCLUSIONI MPNeo sono malattie rare con diverso quadro clinico. Le basse dosi di imatinib sono una terapia efficace nei casi con riarrangiamento di PDGFRalpha. La ricerca, alla diagnosi, della mutazione KITM541L nei casi di CEL,NOS può essere utile nell’identificare un ulteriore sottogruppo di pazienti che può trarre beneficio dalla terapia con imatinib a basse dosi.