ALCUNI PRESUPPOSTI DI BASE metamappa delle caratteristiche
1) La formulazione implicita della diagnosi …. Non possiamo relazionarci in modo stabile con un’altra persona senza elaborare una teoria e una rappresentazione del modo in cui quella persona funziona e si rapporta agli altri. …. Questo a maggior ragione nelle professione psicologiche
1) La formulazione implicita della diagnosi In ambito psicologico cambiano: Gli informatori Il livello di esplicitazione Le funzioni e le dimensioni psichiche Il livello di inferenzialità Strumenti Trasparenza ed esplicitazione permettono una verificabilità delle ipotesi
2) Il ruolo della letteratura Empirica e clinica/applicativa …La diagnosi è un luogo d’elezione per il dialogo tra ricerca empirica e sapere clinico.
3) Cambiamenti Quasi tutte le diagnosi cambiano nel tempo, almeno in una certa misura. Le persone hanno processi caratterizzati da un tasso di cambiamento molto lenti- detti strutturali (Rapaport, 1959)- ma presentano anche modificazioni ed evoluzioni/involuzioni legate alle esperienze di vita
3) Cambiamenti Gli strumenti devono essere sufficientemente stabili e allo stesso tempo flessibili, così da fornire un quadro che non muti indipendentemente dal mutamento del funzionamento valutato, ma sia allo stesso tempo sensibile ai cambiamenti cui va incontro l’oggetto della valutazione Diagnosi come ipotesi aperta alla verifica e alla possibilità di cambiamento
4) Entità complessa Diversi sono i fattori che entrano in gioco nel momento della formulazione diagnostica e le dimensioni psichiche possono essere consce o inconsce, esplicite o implicite, sane o patologiche. Motivazioni, stili cognitivi, tratti di personalità, regolazione emotiva, intelligenza, autostima, sé e l’altro, le relazioni e le capacità metacognitive
4) Entità complessa Per questo la diagnosi è multidimensionale e multistrumentale. In ogni caso, per molti autori lo strumento di elezione è e rimane il colloquio (Mc Williams, 1999)
5) Attribuzioni di senso Non si può mai prescindere dal senso soggettivo, conscio e inconscio, che una persona attribuisce alle proprie condizioni psichiche.
6) Idiografico vs. nomotetico? Idiografico= legato alla singolarità, unicità della persona Nomotetico= legato alla possibilità di individuare le comunanze
6) Idiografico vs. nomotetico? La capacità di tradurre leggi generali nelle loro declinazioni particolari e di elaborare ipotesi generali a partire da casi particolari sono tipiche del sapere psicologico
6) Idiografico vs. nomotetico? Il processo diagnostico contiene un altro paradosso: per un verso è nomotetico, cioè guidato da costrutti teorici generalizzabili che possono essere applicati a gruppi di individui ch condividono caratteristiche comuni invarianti; per un altro è ideografico, cioè guidato dall’attenzione ai particolari delle singole vite.
“Il pregio maggiore della prospettiva nomotetica è che essa è utile alla scienza poiché guarda alla personalità in modo astratto e non si limita a considerare gli aspetti particolari della vita del singolo individuo. Per questo, la prospettiva nomotetica `indispensabile affinché lo studio della personalità sia considerato un’impresa realmente scientifica e non solo descrittiva…
al contrario la prospettiva ideografica enfatizza l’individualità, la complessità e l’unicità di ogni individuo… che è il risultato di una storia unica di interazione tra fattori biologici (per esempio il temperamento e la costituzione genetica) e contestuali (per esempio, l’ambiente familiare, la cultura e lo status socio-economico), una storia che non è mai esistita prima e che mai si ripeterà.
La comprensione della personalità richiede un modello di sviluppo che, potenzialmente, dovrebbe essere descrittivamente ricco quanto la storia della persona, un approccio che per questa ricchezza possiamo definire solo biografico. […] la descrizione di un individuo non può essere così idiosincratica da sfociare nell’ineffabilità. I costrutti non possono esistere senza individui a cui paragonarli; gli individui non possono essere compresi senza dei costrutti”