Arte mesopotamica Ana Knežević.

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Transcript della presentazione:

Arte mesopotamica Ana Knežević

l'arte in Mesopotamia a partire dal IV millennio a.C. al I millennio a.C. La Mesopotamia fa parte della mezzaluna fertile, cioè il territorio che comprende l'attuale Siria, Libano, Israele, Giordania,  Iraq, Iran, Afghanistan e Egitto. La nascita delle più antiche civiltà organizzate, con importanti scambi commerciali e influenze culturali reciproche.

Arte sumera Arte accadica Arte babilonese Arte assira Città-stato, l’agricoltura; Nel centro della città è stato costruito ziggurat - struttura a gradini con un tempio in cima; Tempio era dedicato al Dio chi è il prottetore della città. Il simbolismo dei colori: Primo piano – nero, simbolo per il mondo sotterraneo; Piano intermedio - rosso, simbolo della vita terrena; L’ultimo piano – blu e oro, segno per il sole e il cielo;

Ziggurat

La ziggurat di Ur, 2100. a.C.

Mattoni in fango (argilla) mischiato con paglia, anche inframmezzati con canne, e quindi essiccati al sole – ćerpič (masa od blata pomešanog sa slamom, osušena na suncu). Mattoni crudi – sirova opeka; Mattoni cotti – pečena opeka; La pietra è importata dal nord e fu considerata un materiale di lusso; Il legno era usato per l'architettura residenziale;

L’importanza del mattone e dell’arco  Il più antico che si conosca si trova presso la Ziqqurat di Ur, nell’antica Mesopotamia (oggi in Iraq), è realizzato in mattoni e risale al III millennio a.C.

Architrave e arco come elementi di costruzione

Arco – volta - cupola

Arte sumera L'arte sumera si divide in vari periodi: Periodo Protostorico(3500 a.C. - 2900 a.C.), Periodo Protodinastico (2900 - 2350 a.C.), Periodo Akkadico (2350 - 2200 a.C.), Periodo della II Dinastia di Lagash (2150 - 2120 a.C.), Periodo Neosumerico (2120 - 2004 a.C.). L'arte fiorì in città quali Ur, Lagash e Uruk. L'invenzione della scrittura sia a fini comunicativi sia a fini commerciali attesta il grado di sviluppo della civiltà sumerica.

Forse era parte della grande scultura della dea Inanna/Ishtar. È realizzata con il marmo. Gli occhi, le sopracciglia e cappelli erano d'oro, conchiglie e lapislazzuli. La testa della donna, Uruk, Iraq, 3300-3000. a.C.

La statuaria riproduce quasi sempre fedeli in atteggiamento di devozione al dio, come si nota da un gruppo di oranti in pietra provenienti dal tempio Quadrato di Tell Asmar, antica Eshnunna. Le statue mostrano un forte schematismo che le allontana da ogni prospettiva naturalistica; l'obiettivo della statuaria è la creazione di un canale privilegiato per comunicare con il dio. La centralità delle braccia, rese secondo la classica postura del fedele, e la grandezza sproporzionata degli occhi hanno un forte significato di ricerca di un intimo dialogo con la divinità. La descrizione, il realismo e la visione naturalistica sono aspetti secondari. Oranti,  Iraq, 2700 – 2500. a.C.

La scultura multimediale Testa di toro come decorazione per l’arpa, 2600. a.C, British Museum, Londra

Montone su un albero, circa 2600. a.C, British Museum, Londra

Stendardo di Ur, risalente al 2500 a.C, pannello ligneo, circa 2600. a.C.

Lo Stendardo di Ur Una parte – le scene del pace, Controparte – le scene della guerra

Scrittura cuneiforme – Klinasto pismo Rappresentazione di scrittura cuneiforme su una tavoletta 

La testa di Sargon, Iraq, circa 2200. a.C.

Una delle testimonianze più importanti della scultura in Mesopotamia è la testa di Sargon,una testa in rame raffigurante in grandezza naturale il volto di Sargon di Accad, fondatore del primo impero mesopotamico. L'opera costituisce un documento concreto del nuovo ruolo assunto dal sovrano, in contrasto con i tradizionali valori sumeri. Fino ad allora, la funzione di mediazione tra la divinità e i fedeli era stata svolta dal tempio, residenza e luogo di manifestazione del dio; con Sargon invece il sovrano, investito direttamente del proprio potere dagli dei, ne divenne l'unico interlocutore, il solo in grado di ottenere la loro benevolenza per sè e per il suo popolo attraverso doni e offerte. Le statue furono quindi collocate in tutti i santuari per testimoniare concretamente il vincolo che lo univa agli dei e in questo modo anche ai sudditi. La testa fu conservata per 16000 anni nel tempio di Ishtar, dea della guerra e dell'amore, a Ninive, la capitale Assira distrutta dai babilonesi nel 612 a.C.: al saccheggio si devono la mutilazione delle orecchie e il danneggiamento degli occhi per strappare le gemme che vi erano inserite.

La stele di Naram-Sin, o stele della vittoria, 2255-2220. a.C.

Gudea – re della città di Lagash

Numerose sono le statuette in diorite con le sue fattezze che sono state ritrovate:esse raffigurano il principe in piedi oppure seduto. Tra queste spicca il Gudea seduto del Louvre, tra le meglio conservate. Alcune di queste statue sono dedicate al dio Ningirsu. Le proporzioni delle diverse parti sono antinaturalistiche: il collo sembra quasi assente e la testa è troppo grande per un corpo molto piccolo. Questo perché corrisponde alla tradizione scultorea di questa civiltà, attenta a una resa volumetrica compatta delle figure. Gudea, Louvre, 2141-2122. a.C.