Lo scenario internazionale: la classificazione dell’OMS BES Disabilità D.S.A. Svantaggio ITALO FIORIN UNIVERSITA' LUMSA ROMA 1
UNA ‘SPECIALE’ QUALITA’ I bisogni educativi speciali, richiedono interventi di aiuto speciali, ma la loro caratteristica non è di essere qualcosa di ‘altro’ e di collocarsi parallelamente alla esperienza ‘normale’, piuttosto è quella di arricchire di speciale qualità l’esperienza di tutti ITALO FIORIN UNIVERSITA' LUMSA ROMA
I rischi di ‘etichettare’ La propensione a pensare per ‘etichette’ conduce ad una valutazione riduzionista dei problemi che le persone incontrano (ad esempio, da uno straniero ci aspettiamo che non sappia la lingua, e non vediamo il fatto che ne parla già una o due e sta imparando una ulteriore)
I rischi di etichettare Ci sono persone che presentano un quadro multi-problematico, e il loro comportamento sfugge alle classificazioni precostituite (ad esempio, un alunno straniero può presentare un disturbo specifico di apprendimento che non viene colto, perché si ritiene che la causa della disfunzionalità sia dovuta alla sua condizione di immigrato)
e alla partecipazione’ Dai ‘Bisogni Educativi Speciali agli ‘Ostacoli all’apprendimento e alla partecipazione’ Dai ‘Bisogni Educativi Speciali Siamo ancora troppo dentro un approccio medico Siamo dentro un approccio sociale e partecipativo
Modelli diagnostici utilizzati prevalentemente DSM-5 (quinta versione DSM) La prima versione risale al 1952 (DSM-I) e fu redatta dall'American Psychiatric Association (APA ) ICD-10 (decima versione ICD) classificazione internazionale delle malattie e dei problemi correlati, proposta dall‘ Organizzazione Mondiale della salute (OMS), prima versione 2001
Perchè sarebbe preferibile usare ICF / ICF -CY Modello di funzionamento/disabilità fedele alla complessità dei fenomeni e Sistema di classificazione operazionale, transculturale e multilinguistico per raccogliere informazioni valide e affidabili 7 7
La situazione globale di una persona (il suo “funzionamento”) Condizioni fisiche (input biologico) Corpo Funzioni corporee Strutture corporee Capacità ATTIVITA’ PERSONALI Performance Integrazioni Partecipazione sociale Fattori contestuali (input contestuale) AMBIENTALI PERSONALI ITALO FIORIN UNIVERSITA' LUMSA ROMA 8
ICF Funzioni e strutture corporee Attività e partecipazione Fattori ambientali Fattori personali
FUNZIONI STRUTTURE Mentali Sensoriali e dolore Della voce e dell’eloquio Del sistema cardiovascolare, ematologico, immunologico e respiratorio Del sistema digestivo, metaboloco ed endocrino Genito-urinarie e riproduttive Neuromuscoloscheletriche e collegate al movimento Della cute Del sistema nervoso Occhio, orecchio e strutture collegate Strutture collegate alla voce e all’eloquio Dei sistemi cardiovascolare, immunologico e respiratorio Strutture collegate al sistema digestivo, metabolico ed endocrino Strutture collegate al sistema genito-urinario e riproduttivo Strutture collegate al movimento Cute e strutture collegate
Funzioni della memoria (FUNZIONI MENTALI) Funzioni mentali specifiche del registrare, immagazzinare e ricevere informazioni quando necessario. Inclusioni: funzioni della memoria a breve e a lungo termine, della memoria immediata, recente e remota; span di memoria; recupero della memoria; ricordare; funzioni utilizzate ne ricordare e nell’imparare, come nell’amnesia nominale, selettiva e dissociativa. Esclusioni: funzioni della coscienza; funzioni dell’orientamento; funzioni intellettive; funzioni dell’attenzione; funzioni percettive; funzioni del pensiero; funzioni cogntive di livello superiore; funzioni mentali del linguaggio; funzioni di calcolo.
Aree fondamentali di sviluppo Abilità cognitive Abilità metacognitive, stili cognitivi e di apprendimento Abilità di comunicazione e linguaggi Abilità interpersonali/sociali Autonomia personale Autonomia sociale Motricità e percezione Gioco e abilità espressive
ABILITA’ COGNITIVE Attenzione Memoria Discriminazione e generalizzazione Problem solving e planning
OPERAZIONI MENTALI DELLE Strategie di problem solving Definire il problema Produrre ipotesi di soluzione Valutare razionalmente i pro e i contro Scegliere l’ipotesi ritenuta più efficace Applicare concretamente l’ipotesi Verificarne gli esiti
Attività e partecipazione Apprendimento e applicazione della conoscenza Compiti e richieste di carattere generale Comunicazione Mobilità Cura della propria persona Vita domestica Interazioni e relazioni interpersonali Principali aree della vita Vita di comunità, sociale e civica
Aspetti affettivo-emotivi Locus of control Stile di attribuzione Autostima Emotività Comportamenti problema Motivazione
LOCUS OF CONTROL CASO BONTA’ DELL’INSEGNANTE FACILITA’ DEL COMPITO ME STESSO
Autostima Area del successo scolastico Area della relazionalità Area familiare Area corporea Area emozionale Area di controllo generale sull’ambiente Area socio-economica Area dei valori
World report on disability (2011) È cambiato il paradigma di riferimento sulla disabilità: da caratteristica di un individuo a caratteristica di interazione negativa tra individuo con menomazioni durature e ambiente barriera La prevalenza della disabilità è crescente (da meno a più) La disabilità si presenta in modi estremamente differenti Le persone con disabilità incontrano numerose e diffuse barriere nell’accesso ai servizi (sanitari, dell’istruzione, del lavoro, dei trasporti, dell’informazione) La disabilità caratterizza maggiormente le popolazioni vulnerabli Le persone con disabilità tendono a avere peggiori condizioni di salute e peggiori esiti socioeconomici ITALO FIORIN UNIVERSITA' LUMSA ROMA 19
Le raccomandazioni ai governi Il rapporto mondiale sulla disabilità rileva che su un bilione di persone che nel mondo sono disabili, 110-190 milioni incontrano significative difficoltà nella loro vita quotidiana. Sono numerose le barriere che esse incontrano nella vita: stigma e discriminazione; mancanza di cure adeguate e di riabilitazione trasporti, edifici e informazione inaccessibili. Il report raccomanda che i governi provvedano affinchè: le persone con disabilità possano accedere a tutti i principali servizi, investano in specifici programmi per quelle persone con disabilità che manifestano particolari necessità, adottino una strategia nazionale per contrastare la disabilità adottino un piano d’azione. Le persone con disabilità dovrebbero essere consultate e coinvolte nella pianificazione e implementazione di queste iniziative. ITALO FIORIN UNIVERSITA' LUMSA ROMA 20
ITALO FIORIN UNIVERSITA' LUMSA ROMA Convenzione sui diritti delle persone con disabilità (ONU-New York 13.12.2006) La Convenzione, con i suoi 50 articoli, elabora in dettaglio i diritti delle persone con disabilità. Si occupa, tra l'altro, di diritti civili e politici, accessibilità, partecipazione, diritto all'educazione, alla salute, al lavoro e alla protezione sociale. La Convenzione riafferma i diritti inalienabili che appartengono a ciascun individuo e che non possono essere negati proprio alla parte più fragile della popolazione ITALO FIORIN UNIVERSITA' LUMSA ROMA 21
Principi generali della convenzione Il rispetto per la dignità intrinseca, l’autonomia individuale, compresa la libertà di compiere le proprie scelte, e l’indipendenza delle persone. La non discriminazione. La piena ed effettiva partecipazione e inclusione nella società. Il rispetto per la differenza e l’accettazione delle persone con disabilità come parte della diversità umana e dell’umanità stessa. La parità di opportunità. L’accessibilità. La parità tra uomini e donne. Il rispetto dello sviluppo dei minori con disabilità e il rispetto del diritto dei minori con disabilità a preservare la propria identità. ITALO FIORIN UNIVERSITA' LUMSA ROMA 22
La condizione di disabilità Secondo la Convenzione quattro sono i fattori di rilievo per la definizione di una condizione di disabilità: La presenza di menomazioni durature Il ruolo dell’ambiente (in quanto barriera) Il risultato di un’interazione tra persona e ambiente in termini di restrizione di partecipazione La questione dell’eguaglianza ITALO FIORIN UNIVERSITA' LUMSA ROMA 23
I fattori ambientali e la loro rilevanza Il contesto (costituito da fattori personali e fattori ambientali) può agire come facilitatore o come barriera ICF distingue al momento i seguenti fattori ambientali i prodotti e le tecnologie (ad esempio: farmaci, protesi, ascensori, …) aspetti geografici e territoriali (ad esempio: clima, luce, densità popolazione …) le relazioni di sostegno (ad esempio: familiari, operatori sanitari, amici, …) gli atteggiamenti (stigma, svalorizzazione, credenze, convinzioni…) i sistemi, i servizi e le politiche (sanitari, sociali, del lavoro, dell’istruzione, dei trasporti,..) Non è possibile codificare I fattori personali, che però è fondamentale descrivere 24
L’INCLUSIONE E’ COMPATIBILE CON LA QUALITA’? L’ inclusione è difficile, laboriosa, faticosa. Richiede tempo. La cultura dell’efficienza, del “fare”, del produrre, è insofferente, non vuole “perdere tempo”, vede nella presenza di alunni con bisogni educativi speciali un freno alla qualità. La diversità è un freno alla qualità? Ma che cosa significa ‘qualità della scuola’? Italo Fiorin LUMSA Roma 25 25
INNOVAZIONE Personalista Funzionalista VALORI PROCEDURE Ideologico Burocratico CONSERVAZIONE
Determinazione dei livelli di competenza RISPETTO ALLA NORMA I criteri presi in esame hanno come riferimento una competenza considerata “nella norma”. L’allievo reale viene comparato con l’allievo ‘standard’ e si misura lo scarto tra l’età cronologica e l’età dimostrata dall’allievo. La diagnosi tende ad indicare lo sviluppo che va compiuto per raggiungere l livello ‘normale’. RISPETTO ALL’AMBIENTE I criteri presi in esame hanno come riferimento la competenza richiesta per adattarsi all’ambiente di vita e di lavoro. Viene utilizzata una concezione ecologica delle interazioni che la persona intreccia nel proprio ambiente. La diagnosi mira a rilevare il comportamento adattivo.
INDEX PER L’INCLUSIONE Le tre dimensioni della scuola inclusiva Produrre politiche inclusive Sviluppare pratiche inclusive Creare cultura inclusiva
Assumere l’idea che la scuola sia una comunità “ L’identificazione dell’inclusione con un aspetto dell’identità degli studenti come la disabilità o la provenienza culturale è controproducente in quanto gli alunni sono persone intere, con molteplici, complesse identità “ (T. Booth) Assumere l’idea che la scuola sia una comunità Sviluppare strategie di costruzione della comunità Definire un quadro di valori chiaro e condiviso Essere consapevoli del ‘plurale’ (non ‘alunno’ ma ‘alunni’, non ‘docente’ ma ‘docenti’, non ‘etichette’, ma persone con una specifica individualità …) Rinnovare il linguaggio, sostituendo un apparato burocratico, medicalizzante o tecnologico con un linguaggio pedagogico (v. il termine “normale”) Preferire espressioni quali “ ostacoli all’apprendimento”, “sostegno alla diversità”, “risorse per l’apprendimento e la partecipazione” Ampliare il curricolo, per offrire più opportunità