Ragazzi «digitali» o Ragazzi «normali»

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Transcript della presentazione:

Ragazzi «digitali» o Ragazzi «normali» Ragazzi «digitali» o Ragazzi «normali»? Riflessioni tra dati di fatto, preoccupazioni e opportunità Andrea Gnemmi

Il punto di partenza

Il punto di arrivo

Rapporto Censis 2015 Su internet il 71% degli italiani, gli utenti di internet aumentano ancora (+7,4% rispetto al 2013). È iscritto a Facebook il 50,3% dell'intera popolazione (il 77,4% dei giovani under 30), YouTube raggiunge il 42% di utenti (il 72,5% tra i giovani) e il 10,1% degli italiani usa Twitter.  Gli italiani che hanno letto almeno un libro nell'ultimo anno sono solo il 51,4% del totale.

Rapporto Censis 2015 Decolla l'economia della disintermediazione digitale: ricerca di strade e località (lo fa il 60,4% degli utenti del web). ricerca di informazioni su aziende, prodotti, servizi (56%) l'home banking (46,2%) l'ascolto della musica (43,9%, percentuale che sale al 69,9% nel caso dei più giovani) fa acquisti sul web ormai il 43,5% degli utenti di internet, ovvero 15 milioni di italiani. guardare film (25,9%, percentuale che si impenna al 46% tra i più giovani) telefonare tramite Skype o altri servizi voip (16,2%) sbrigare pratiche con uffici pubblici al 17,1%.

Si inizia da piccoli… Ricerca AVG 2010 su 2.200 mamme dei Paesi più sviluppati con figli in età compresa tra 2 e 5 anni. nel 58% dei casi sanno giocare con un videogame di livello base contro il 52% di quanti hanno già imparato ad andare in bicicletta. il 63% sa accendere e spegnere un pc. Se però chiedete a un bambino di quell'età qual è il suo indirizzo di casa, solo il 37% vi risponderà correttamente il 28% sa usare il cellulare per fare una chiamata, il 25% è capace di lanciare un programma di navigazione web, ma solo il 20% sa nuotare.

Orrore! Io i miei figli non li ho mai messi davanti a un computer, ho due bambine di 4 e 6 anni e voglio che crescano in modo naturale, a questa età devono giocare, correre, disegnare e divertirsi. Niente Xbox o videogiochi, da piccolo ricordo che giocavo al calcio, facevo Karate e andavo a correre I miei figli useranno un computer quando sarà necessario non voglio creare dei bambini che siano videogiochi o computer dipendenti, questo lo chiamano sviluppo ma per me è la cosa più grave che si possa commettere è una violenza totale privare i bambini della loro infanzia naturale

O forse opportunità? Sono anche io padre di un bambino di 7 anni, che da sempre, utilizza il computer di casa. Computer sul quale sono stati messi adeguati filtri, che è posizionato in sala ben visibile e che ha il permesso di utilizzare, in alternativa alla TV, per un tempo limitato. E sinceramente preferisco che passi mezzora davanti al PC navigando e/o giocando che guardando la TV.. A questo si accompagnano ovviamente attività sportive quasi quotidiane, gite fuori porta settimanali, incontri con coetanei, ecc... Io e mio marito abbiamo 36 anni e la nostra bimba 4, la porto a danza e ginnastica 2 volte a settimana, usciamo spesso con amici e cuginette per andare al parco o al cinema, E lei sa usare benissimo il mio Iphone e Imac per giochi e per applicazioni creative di scrittura o disegno. Non vedo quale sia il problema, anzi, pensando al futuro potrà solo che esserle utile avere dimestichezza con le nuove tecnologie

Rapporto Censis 2015 campione under 13 Lazio Usa lo smartphone per un'ora al giorno il 22% dei bambini di 7 anni e un altro 23% per 2-4 ore. Solo il 24% dei bambini di 7 anni usa internet a fini scolastici.  Oltre il 50% dei bambini di 6-7 anni ha tra le mani un tablet e lo utilizza per 1-2 ore al giorno, con punte fino a 3-4 ore. Il 34% dei bambini di 7 anni può essere definito giocatore assiduo (gioca tutti i giorni online per almeno un'ora).

La Ricerca EU Kids Online Anno 2011 25 paesi europei, su un campione di 25.142 bambini e adolescenti di età compresa tra 9 e 16 anni, fruitori di internet e altrettanti genitori (1 per ogni bambino) L’Italia registra un dato più alto della media europea per accesso a Internet dalla propria camera (62% contro il 49%), senza la supervisione di un adulto, mentre il collegamento dalle scuole è il più basso tra quelli registrati dalla ricerca (49% contro 63%).

Cosa fanno on line? Hanno profili personali il 26% dei ragazzi tra i 9-10 anni e il 49% tra gli 11 e i 12, fino ad arrivare al 73% tra i 13-14 anni e all’82% tra i 15-16 anni. Il 26% dei profili personali sono inoltre pubblici, dato che in Italia sale al 35%. Pornografia: il 14% dei ragazzi tra i 9 e i 16 anni (il 7% in Italia) dichiara di aver visto su internet immagini a sfondo sessuale nell’ultimo anno. Un terzo di questi ragazzi si è detto infastidito da questa esperienza.

Cosa fanno online? Sexting: il 15% del campione (4% in Italia) ha ricevuto messaggi o immagini a sfondo sessuale da coetanei, un quarto ne è rimasto infastidito. Incontri offline con persone conosciute online: il 30% del campione (il 27% dei ragazzi italiani) dichiara di aver comunicato online almeno una volta con persone mai incontrate offline. Il 9% (4% in Italia) ha incontrato offline persone conosciute online.

Cosa fanno online? Il 21% dei ragazzi europei fra gli 11 e i 16 anni (18% in Italia) si sono imbattuti in contenuti che incitano all’odio (12%), all’anoressia (12%), all’autolesionismo (7%), al consumo di droghe (7%) al suicidio (5%). Internet Addiction: il 30% dei ragazzi europei tra gli 11 e i 16 anni (18% per i coetanei italiani) ha sperimentato almeno una esperienza connessa ad un uso eccessivo della rete (trascurare amici o scuola, perdere sonno, etc.).

Cosa fanno online? Dati Cremit 2014, ragazzi lombardi 14-18 anni

Poca alfabetizzazione digitale Per quanto riguarda l’alfabetizzazione digitale e il possesso di competenze che garantiscono una maggiore sicurezza nella navigazione, gli italiani sono all’ultimo posto dopo la Turchia, preceduti da Romania, Ungheria, Cipro.

E i genitori? Il 70% dei genitori dichiara di parlare con i propri figli delle loro attività su Internet, il 58% li segue nella navigazione, mentre il 13% non svolge nessuna forma di mediazione. Solo il 28% blocca o filtra siti internet, solo il 24% controlla i siti visitati dai propri figli. Il 91% dei genitori vorrebbe maggiori informazioni sulla sicurezza on line dei propri figli.

Genitori poco consapevoli Tra i genitori dei bambini che dichiarano di aver visto online immagini a sfondo sessuale, il 40% esclude che ciò possa essere avvenuto (Italia 54%, il più alto d’Europa). Il 56% dei genitori di ragazzi che hanno ricevuto online messaggi offensivi non ne sono a conoscenza, Italia sono l’81%. Il 61% dei genitori non sa che i propri figli hanno incontrato persone conosciute online (il 67% in Italia). In generale per il 73% dei genitori ritiene non vi siano nella rete pericoli di incontri che possano turbare.

Rapporto Censis 2015 campione under 13 Lazio I genitori (76%) ritengono giusto controllare i contenuti audiovisivi fruiti dai figli. Temono, più che una sindrome ansiosa, il suo opposto, l’assuefazione, l’insensibilità. Quanto al parental control, ne fa uso una percentuale assolutamente minoritaria (meno di un quarto) Il 42% si dichiara semplicemente non interessato ad esercitare questo tipo di controllo.

Scuola poco digitale Quasi la metà dei bambini intervistati dichiara che i propri insegnanti sono interessati alle loro attività online e nel 73% dei casi questo interessamento ha preso la forma di una mediazione attiva. Il massimo coinvolgimento si registra in Norvegia (97%) il minimo in Italia (65%).

In conclusione… Chi non applica nuovi rimedi dev’essere pronto a nuovi mali; perché il tempo è il più grande degli innovatori. Francis Bacon

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