Scrivete ripetutamente il vostro nome sul foglio mentre allo stesso tempo disegnate tutto quello che ricordate c’è nel vostro soggiorno.

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Transcript della presentazione:

Scrivete ripetutamente il vostro nome sul foglio mentre allo stesso tempo disegnate tutto quello che ricordate c’è nel vostro soggiorno.

Continuando a scrivere il vostro nome e a riportare nel disegno il vostro soggiorno, iniziate ora un viaggio mentale di consapevolezza notando le vostre sensazioni corporee, partendo da uno degli alluci, procedendo verso l’alto attraverso le gambe, il torso, arrivando alla spalla opposta e giù ancora al braccio.

Che sensazioni avvertite? Sentite la pressione dal suolo, dalle scarpe, dagli abiti? O anche qualche dolore? Siete riusciti a scrivere il vostro nome mentre recuperavate le immagini dalla vostra memoria e continuavate a prestare attenzione alla vostra sensazione corporea?

L’Attenzione Insieme di meccanismi, strumenti, processi e dispositivi che consentono di indirizzare e concentrare le proprie risorse mentali su alcune informazioni, a discapito di altre 4

Attenzione spaziale L’attenzione può essere spaziale o di altra natura (uditiva, gustativa, tattile ecc.). Capacità immediata del soggetto di selezionare un determinato stimolo nello spazio attraverso alcuni movimenti degli occhi e del capo. (Solitamente) Coincidenza della direzione dello sguardo e della direzione dell’attenzione. La visione periferica: direzione dello sguardo verso un oggetto nello spazio e orientamento dell’attenzione verso qualche altra parte (es. guardare con la coda dell’occhio). Sperimentalmente viene utilizzato il paradigma della ricerca visiva (visual search).

Paradigma di visual search Paradigma sperimentale che consiste nella presentazione di un insieme di stimoli in mezzo ai quali, in metà delle prove, appare uno stimolo target. Il compito del soggetto è identificare il target il più correttamente e velocemente possibile. La VI nel visual search è in genere = display size Le VD: accuratezza (AC) e Tempi di reazione (RT)

Paradigma di visual search Facile - il target è definito da una caratteristica diversa (ricerca “parallela”)

Paradigma di visual search Più difficile – una congiunzione di caratteristiche definisce il target (ricerca “seriale”)

Attenzione automatica vs. controllata L‘ attenzione (o elaborazione dello stimolo) può essere volontaria/controllata o involontaria/automatica. Possiamo volontariamente scegliere di dirigere l’attenzione verso un bersaglio; mantenendo l’attenzione su un punto (orientamento/attenzione volontario) Se qualcosa ci passa davanti all’improvviso la nostra attenzione involontariamente si sposta verso questo altro evento (orientamento/attenzione automatico)

Attenzione automatica L’attenzione/elaborazione automatico: non può essere interrotto non dipende dal bersaglio non è soggetto ad interferenza rapido

Attenzione automatica vs. controllata Processamento automatico Rapido e fluido Non richiede risorse attentive E’ inconsapevole e difficile da modificare o interrompere Esecuzione di attività in parallelo Processamento controllato: è lento richiede molte risorse attentive è consapevole e non consente di fare altro nello stesso tempo 12

Metafore … attentive Si è soliti quindi descrivere l’attenzione con la metafora del FASCIO DI LUCE e dello ZOOM Possiamo aumentare o diminuire l’ampiezza della zona a cui prestare attenzione, a scapito dell’efficienza Più è ampio lo zoom, meno efficienti saremo nel discriminare, elaborare ecc. È inoltre legato alla distanza: più un bersaglio è lontano più impiegheremo a “centrarlo”

Attenzione uditiva Fenomeno cocktail party (Cherry, 1953) Immaginiamo: Siamo ad una festa, musica, vociare, rumori vari giungono alle nostre orecchie indistintamente. La situazione è caotica, ma all'improvviso, un rumore, una voce sembra sovrastare le altre, non perché la persona stia gridando, ma all'improvviso, quella voce ci colpisce ed attira la nostra attenzione

Attenzione uditiva Broadbent (1958) propose un modello di spiegazione del fenomeno “cocktail party” ipotizzando l’esistenza di un filtro attentivo che seleziona alcune informazioni a discapito di altre (metafora del filtro). Quando due stimoli vengono presentati contemporaneamente, solo uno dei due può passare il filtro, mentre l’altro rimanendo immagazzinato nel buffer sensoriale, può essere elaborato successivamente; questo meccanismo di selezione è necessario per evitare un sovraccarico d’informazione.

Processamento preattentivo Distinguiamo un processamento preattentivo e un processamento attentivo. Secondo Treisman, prima di poter prestare attenzione agli oggetti dell’ambiente il nostro sistema cognitivo ne estrae le caratteristiche principali, individuando i cosiddetti effetti emergenti, attraverso una forma di elaborazione preattentiva. I processi preattentivi estraggono caratteristiche come forma, colore, profondità e movimento. Opera in modo automatico senza che ne siamo consapevoli, senza l’intervento dell’attenzione e prevede lo svolgimento di operazioni mentali in parallelo. La capacità di elaborazione preattentiva è presente già in bambini molto piccoli (3 mesi).

Processamento attentivo Processamento attentivo: l’attenzione focalizzata interviene per combinare insieme le diverse caratteristiche dello stimolo. L’attenzione selettiva comporta una serie di competenze interconnesse: Integrazione: capacità di mettere in relazione diversi aspetti e caratteristiche dello stimolo in funzione della sua complessità. Filtraggio: capacità di ignorare informazione non necessarie o rilevanti. Ricerca: capacità di individuare un oggetto presente nel campo visivo. Facilitazione (priming): l’elaborazione precedente dell’informazione influenza l’elaborazione delle informazioni successive.

Effetto facilitazione o priming Il priming è un fenomeno di preparazione che ci consente di interagire con l’ambiente che ci circonda e di risparmiare risorse cognitive nell’elaborazione di uno stimolo Priming Positivo: uno stimolo (prime) che precede un secondo stimolo (probe), facilita il riconoscimento del secondo: Dottore  infermiere Priming Negativo: uno stimolo (prime) che precede un secondo stimolo (probe), peggiora (inibisce) il riconoscimento del secondo: Dottore  tavolo

Competizione tra gli stimoli Siamo in grado di leggere un libro e sostenere una conversazione? Siamo in grado di guidare e sostenere una conversazione? Il problema è l’interferenza fra compiti, che può essere: STRUTTURALE DI RISORSE

Competizione tra gli stimoli Se due compiti utilizzano lo stesso canale allora possono interferire l’uno con l’altro (interferenza STRUTTURALE) Es. Non possiamo vedere con attenzione un film e conversare seriamente; masticare una gomma e contemporaneamente parlare ecc. (interferenza da doppio compito) Quando le operazioni mentali sono impegnative, esse assorbono la maggiore quota di risorse, riducendo la quota residua (RISORSE) Es. Se stiamo imparando a guidare l’auto, impegneremo quasi tutte le risorse per questa attività; non riusciremo a conversare o guardare i negozi, pedoni ecc.

Competizione tra gli stimoli Possiamo dunque effettuare più operazioni purché queste non interferiscano una con l’altra. Quando si parla di risorse si fa uso della metafora del serbatoio (Kahneman, 1973). Il compito che ci impegna maggiormente è primario, l’altro secondario. Se dedichiamo l’80% al primario lasciamo il 20% al secondario (serbatoio di risorse).

Interferenza da doppio compito - Attenzione selettiva - In che modo il sistema attentivo riesce a distinguere in maniera selettiva l’informazione rilevante da quella irrilevante? Per capirlo bisogna spiegare tre effetti sperimentalmente ottenuti sull’attenzione: Effetto Simon Effetto Stroop Effetto Navon

S D Se compare un rettangolo premi il tasto sulla sinistra Se compare un quadrato premi il tasto sulla destra S D

Effetto Simon Se la posizione dello stimolo coincide con quella della risposta (sinistra-sinistra vs. destra-destra) i tempi di risposta (di riconoscimento) sono più brevi. INFORMAZIONE RILEVANTE: FORMA (Cosa compare?) INFORMAZIONE IRRILEVANTE: POSIZIONE (Dove compare?)

Leggi i nomi dei vari colori BLU BIANCO ROSSO VERDE GIALLO

Dimmi di che colore sono scritti i vari nomi BLU BIANCO ROSSO VERDE GIALLO

Effetto Stroop Questo fenomeno viene spiegato col fatto che, per una persona che sa leggere, la tendenza a mettere in atto questo comportamento è praticamente automatica e, di conseguenza, interferisce con il compito, in quanto distrae il soggetto. INFORMAZIONE RILEVANTE: DIRE il colore del nome INFORMAZIONE IRRILEVANTE: LEGGERE il nome del colore

cosa leggete?

cosa leggete?

cosa leggete?

cosa leggete?

Effetto Navon (1977) Presentazione di lettere grandi (Livello globale, H o S) composte da lettere piccole (Livello locale, H o S) 4 combinazioni: 2 incongruenti (S globale con H locali e H globali con S locali) 2 congruenti (S globale con S locali e H globale con H locali) Se al soggetto viene chiesto di porre attenzione alla lettera locale, la presenza di quella globale di tipo incongruente ne rallenta i tempi di reazione. INFORMAZIONE RILEVANTE: LETTERA LOCALE-PICCOLA INFORMAZIONE IRRILEVANTE: LETTERA GLOBALE-GRANDE

La Coscienza Coscienza e attenzione: due dimensioni psicologiche fondamentali per l’esistenza umana e per lo svolgimento di tutte le altre attività psichiche. Più corretto parlare di processi che non di stati [concetto di flusso di James (1980)]. Coscienza = consapevolezza degli stimoli esterni e interni da parte del soggetto; Natura selettiva Troppi stimoli per essere consapevoli di tutto contemporaneamente! 33

Le funzioni della coscienza (1 di 3) Percettiva Capacità di regolare la risposta agli stimoli provenienti dall’ambiente “qui e ora”. Stati di incoscienza (coma = nessuna consapevolezza e risposta agli stimoli). Stati di coscienza (sonno = certo grado di risposta verso stimoli forti o particolari). Funzione di “comparatore” (stato attuale del mondo vs. proprie conoscenze e aspettative). Cognitiva Consapevolezza dei propri pensieri e idee. 34

Le funzioni della coscienza (2 di 3) Controllo Capacità di controllare e monitorare i propri processi cognitivi Monitoraggio delle interazioni con l’ambiente, per essere sempre certi di quanto bene ci stiamo adattando. Sistema rilevatore degli errori: capacità di individuare l’errore, interrompere l’esecuzione dell’attività in corso o modificarla. Funzione anticipatrice della coscienza (rispetto a eventi futuri). 35

Le funzioni della coscienza (3 di 3) Consapevolezza metacognitiva e autocoscienza Avere coscienza della coscienza (autoriflessione o metacoscienza) La capacità di riflettere sui propri stati interni: affettivi, cognitivi ed emotivi. Consapevolezza delle operazioni mentali intraprese 36

Conseguenza: alternanza sonno-veglia Il sonno Stato dell’organismo con: riduzione reattività agli stimoli sospensione attività relazionali riduzione del livello di coscienza Fenomeno : spontaneo periodico limitato nel tempo reversibile Conseguenza: alternanza sonno-veglia 37

Misure psicofisiologiche del sonno Il sonno non è uno stato omogeneo in contrapposizione ad uno stato di veglia. E’ articolato in stadi (sonnecchiare, pisolo, sonno profondo, ecc …). Individuati 6 livelli di attività cerebrale (2 veglia e 4 di sonno) attraverso, es. : Elettroncefalogrammi (EEG) Elettrooculogrammi (EOG) Elettrocardiogrammi (ECG) Elettromiogramma (EMG) 38

Stadi di veglia Veglia attiva Veglia rilassata onde rapide, irregolari e desincronizzate onde beta con elevate frequenza e bassa ampiezza caratteristiche degli stati di arousal Veglia rilassata onde più lente e regolari onde alfa caratteristiche di uno stato di veglia rilassato (occhi chiusi) 40

Stadi del sonno (1 di 3) Stadio 1 del sonno Stadio 2 del sonno onde teta con ampiezza ridotta Stadio 2 del sonno “fusi del sonno” (variazioni rapide e irregolari delle onde cerebrali) “complessi K” (singola ampia onda negativa e positiva) 42

Stadi del sonno (2 di 3) Stadio 3 del sonno Stadio 4 del sonno onde delta lente e ampie Stadio 4 del sonno onde delta molto lente sonno profondo specifici fenomeni come sonnanbulismo, enuresi, incubi notturni 43

Stadi del sonno (2 di 2) L’organismo, arrivato allo stadio 4, ritorna allo stadio 1 (ma permane meno stadio 4) Si ha in questo un ciclo del sonno, in una notte ci sono 4-6 cicli (media 90 minuti) Sonno REM (Rapid Eye Movements ) movimenti rapidi dei bulbi oculari compare dopo 90 minuti, al primo passaggio da stadio 4 a stadio 1 Sonno NREM (Non REM) 44

Sonno NREM suddivisa in quattro stadi (al primo ciclo) progressiva discesa nel sonno profondo abbassamento della temperatura corporea rallentamento del battito cardiaco e del respiro rilassamento della muscolatura comparsa di onde cerebrali più lunghe e meno rapide lo stadio 4 è un sonno profondamente ristoratore rilascio degli ormoni della crescita. difficoltà svegliare una persona collegamenti nervosi con l’esterno sono ridotti al minimo. 45

(Kleitman e Aserinsky, 1953) Sonno REM (Kleitman e Aserinsky, 1953) fase caratterizzata da “eventi” che denotano una situazione tutt’altro che tranquilla e rilassante. fase dei sogni. bruschi movimenti degli occhi aumento del battito cardiaco aumento della frequenza respiratoria. comparsa di onde più “agitate” rispetto a quelle del sonno profondo brevi apparizioni di onde Alfa e Beta, tipiche dello stato di veglia. aumento dell’attività dei muscoli involontari (cuore e polmoni), paralisi dei muscoli volontari 46

Zoom Durante la notte, ci si sveglia in continuazione, pur non conservandone il ricordo. I ricercatori distinguono: veri e propri risvegli della durata di pochi secondi, brevissimi quindi ma molto numerosi (varie decine per notte). “fluttuazioni” verso la veglia, una sorta di pre-risveglio nelle fasi di sonno NREM (addirittura centinaia nel corso della notte). 47

Curiosità Durante ogni fase REM, la muscolatura involontaria è totalmente paralizzata, non possiamo muoverci e perdiamo completamente il comando dei nostri muscoli: una situazione allucinante e traumatica se fosse vissuta quando si è svegli. Questa paralisi è verosimilmente destinata a difendere l’individuo dai movimenti inconsulti provocati dal sonno; esistono, infatti, persone che non hanno questa “difesa” e gridano, si agitano, al punto di cadere dal letto … ma la ragione di questa difesa è probabilmente molto più profonda. Alcuni ritengono, per esempio, che restare immobili di notte, nei momenti in cui i cicli del sogno possono indurre l’individuo a gridare ed agitarsi, era un vantaggio perché, in questo modo, si evitava di attrarre predatori notturni proprio in un momento di massima vulnerabilità 48

Gufi e Allodole La psicologia dei soggetti mattutini (“allodole”): precoce addormentamento serale e precoce risveglio mattutino rapidità nel raggiungere un’efficienza mentale ottimale caratteristica dell’attività e della socialità La psicologia dei soggetti serotini (“gufi”): addormentamento a tarda ora e risveglio a mattino avanzato lentezza nel raggiungere un livello ottimale di efficienza mentale maggiore socievolezza nella seconda metà giornata 49

Perché dormiamo? Teoria ristorativa del sonno: recupero delle risorse fisiche rilassamento del cervello riparazione dei danni subiti durante la veglia Teoria circadiana del sonno: comparsa del sonno durante l’evoluzione della specie umana funzione di riparo del sonno dai pericoli esterni protezione della vulnerabilità della specie 50

Privazione totale del sonno Distinzione fra privazione totale (si impedisce al soggetto di poter dormire) e privazione parziale del sonno (riduzione di alcune ore del periodo di sonno) Guiness dei primati: signora Weston con 449 ore di veglia continua (18 giorni e 17 ore) Effetti della privazione totale del sonno: non determina particolari alterazioni fisiologiche non produce un declino delle funzioni cognitive complesse compromissione delle attività mentali semplici e ripetitive 51

Privazione parziale del sonno Rimane intatta la quantità degli stadi 3 e 4 Si riducono gli stadi 1 e 2 Si riduce il sonno REM Non si registrano variazioni significative nell’efficienza cognitiva dei soggetti deprivati 52