Progetto SPRAR DM Porto San Giorgio Periferie della cura Brescia, 1 dicembre 2017
Il progetto è rivolto a… 5 uomini adulti Richiedenti asilo e/o titolari di protezione internazionale con disagio mentale di carattere psicologico e psichiatrico _______________________________________________ disturbi della percezione, del pensiero, dell’umore, degli affetti, del comportamento, e/o delle relazioni aventi rilevanza clinica
Il Protocollo con l’Asur AV 4 Fermo DSM e SERD individuazione di percorsi di cura ed integrazione rivolti ai cittadini in carico al progetto Premessa: considerati i destinatari, gli interventi necessitano di una forte integrazione con il DSM ed il SERD sia per le logiche che le modalità di azione OBIETTIVI definire modalità operative di coordinamento socio-sanitario per monitorare ed aggiornare costantemente le situazioni in carico individuare figure di raccordo: interna all’equipe del progetto e referente del DSM per la gestione dei casi promuovere una strategia sperimentale di rete sul territorio per realizzare sinergie mirate a migliorare la qualità dei servizi offerti offrire opportunità formative, aggiornamento, supervisione e sensibilizzazione affrontare le situazioni tenendo conto della specificità dei destinatari dell’intervento attraverso una risposta multidisciplinare e integrata di tipo clinico, assistenziale, relazionale e di integrazione sociale favorire agli operatori dell’equipe la partecipazione ad incontri organizzati e gestiti dal DSM
Servizio di psichiatria territoriale e progetto Sprar DM Porto San Giorgio Cosa ha funzionato ….. Criticità emerse….. Partecipazione attiva del personale del DSM ad eventi formativi organizzati Disponibilità a formazione continua Attenzione crescente al servizio con definizione di ulteriore referente medico Consolidamento delle modalità di raccordo Disponibilità a momenti di confronto sulla gestione dei casi sia durante la permanenza nel progetto che all’uscita Scarsità di personale preparato in etnopsi Scarsità di personale (medici, educatori, assistenti sociali, etc..) di sesso maschile Strumenti diagnostici inadeguati (DSM5) GENERALI Scarsità di personale medico ed elevata mole di lavoro Lunghi tempi di attesa prima della prestazione DOPO SPRAR? Scarsità di risorse economiche e di strutture
Coordinamento, connessione, sinergie con i Servizi Territoriali Servizi psichiatrici territoriali gestiti da cooperative locali Struttura Residenziale Riabilitativa “La Rugiada”; Gruppi appartamento “La Rondine”; Servizio Sollievo Ambito Sociale XIX e XX Lavoro sul territorio Prossimità con il vicinato e comunità locale; condivisione di obiettivi e attività con altre organizzazioni; accordi e convenzioni con enti territoriali Altri Enti Centro Frantz Fanon Torino: formazione e supervisione Associazione Medici contro la tortura Roma: area medicina legale
L’appartamento del progetto SPRAR DM di Porto San Giorgio Riacquisizione del ruolo sociale dell’individuo Creazione impianto relazionale (sul territorio, con il vicinato) Appartamento al centro del paese Promuovere sviluppo autonomia progressiva Promuovere sviluppo gruppalità organizzata Ufficio all’interno dell’appartamento con presenza continuata dell’operatore
La scommessa della relazione IL LAVORO DELL’EQUIPE Le modalità Gli strumenti Invio da parte del Servizio Centrale della richiesta di inserimento e della documentazione Valutazione del caso : Funzionalità del nostro progetto (per tipologia progetto e servizi territoriali) Presenza di basi per avviare un graduale percorso di autonomia Presenza di patologie croniche Presenza di doppia diagnosi Analisi del gruppo presente CRITICITA’: valutazioni fatte solo su base documentale Raccordo con DSM Raccordo con psicologa interna La scommessa della relazione L’affiancamento in attività individuali e collettive I colloqui individuali Il diario di bordo : lo sguardo dell’equipe multidisciplinare Le riunioni di equipe e supervisione Gli incontri di gruppo tra beneficiari ed operatori Gli incontri di gruppo tra beneficiari e psicologa
La relazione che cura “La cura come intervento sulle capacità di azione del soggetto soprattutto quando esse sono ancora deboli oppure, per una serie di ragioni, si sono indebolite” “L’atto di curare non si riferisce soltanto, in una ristretta concezione medica, al guarire la malattia. La cura è attività evocatrice di intenti volti ora ad assecondare, facilitare, promuovere il processo di crescita, ora a liberarlo dagli impedimenti che lo frenano, lo ostacolano, lo limitano. L’arte di curare, in quanto arte di accudire aiutare a crescere, di ridare significato è pertanto intrinsecamente pedagogica soprattutto perché si origina dalle esigenze della mente, del corpo, della relazione con gli altri”