PREVENZIONE E TERAPIA NELLA DIDRATAZIONE NELL'ANZIANO

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PREVENZIONE E TERAPIA NELLA DIDRATAZIONE NELL'ANZIANO SIENA 16 DICEMBRE 2010 DOTT.SSA SABRINA ROGGI PREVENZIONE E TERAPIA NELLA DIDRATAZIONE NELL'ANZIANO

Disidratazione e malnutrizione nell'anziano La disidratazione può essere isotonica, ipotonica e ipertonica Cause: malattie croniche, politerapia farmacologica, riduzione dell'autonomia funzionale, problemi psicologici, isolamento sociale, patologie acute come diarrea, vomito Valutazione elettroliti (Na e K), il peso, l'indice azotemia/creatinina, albumina, ac. Folico, Vit. B12.

Supporto nutrizionale nell'anziano Il fabbisogno energetico nell'anziano non è ridotto Condizioni sia acute che croniche ne aumentano il fabbisogno Vitamine, oligoelementi, proteine non vengono introdotte in quantità adeguate e sufficienti Utile la reintegrazione con supplementi nutrizionali

Valutazione e prevenzione della disidratazione Valutazione: secchezza della pelle, peso corporeo, aumento pulsazioni cardiache, riduzione P.A.,valutazione elettroliti, peso specifico delle urine Disidratazione acuta e cronica L'acqua che deve essere introdotta indipendentemente dalla stagione è litri 1,5 come obbiettivo minimo

Gestione della disidratazione Tre vie di somministrazione Sempre da preferire fin quando possibile la via orale La NE nei casi di ictus, pz. che rifiutano nutrizione per via orale, pz. sottoposti ad intervento chirurgico per es gastroenterico e non possono alimentarsi per via orale, pz. Che non sono in grado di alimentarsi per via orale Poi NP ma attenzione alla sindrome da renutrizione

Terapia della disidratazione Ormone della crescita e IGF-I per aumentare la massa muscolare ma poco usati per i numerosi effetti collaterali e peggioramento della prognosi Si avvale pertanto per via e. v. di soluzione fisiologica o glucosata dove è possibile, amminoacidi, vitamine