Capitolo 11 La concorrenza perfetta

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Transcript della presentazione:

Capitolo 11 La concorrenza perfetta

MASSIMIZZAZIONE DEL PROFITTO In economia tradizionalmente si assume che l’obiettivo principale dell’impresa sia la massimizzazione del profitto Il profitto contabile è la differenza tra i ricavi totali e i costi sostenuti esplicitamente Il profitto economico è la differenza tra i ricavi totali e i costi sostenuti esplicitamente e implicitamente (costi opportunità)

LE QUATTRO CONDIZIONI DELLA CONCORRENZA PERFETTA Le imprese producono un bene indifferenziato Le imprese sono price takers, nel prendere le loro decisioni considerano come dato il prezzo del prodotto I fattori produttivi sono perfettamente mobili nel lungo periodo Le imprese e i consumatori dispongono di informazione perfetta

LA MASSIMIZZAZIONE DEL PROFITTO NEL BREVE PERIODO L’obiettivo della massimizzazione del profitto consente di determinare la quantità di output offerta dell’impresa tale da rendere massima la differenza tra ricavi totali e costi totali In termini grafici ciò significa trovare la distanza massima tra la retta del ricavo totale (TR) e la curva del costo totale (TC)

Figura 11.1: Ricavi, costi e profitto economico

LA MASSIMIZZAZIONE DEL PROFITTO NEL BREVE PERIODO La massima distanza tra due curve si ottiene nel punto in cui le rette tangenti sono parallele La pendenza della retta del ricavo totale rappresenta il ricavo marginale (MR) La pendenza della curva del costo totale rappresenta il costo marginale (MC) In termini economici il ricavo marginale misura la variazione del ricavo totale quando varia di una unità la quantità venduta

LA MASSIMIZZAZIONE DEL PROFITTO NEL BREVE PERIODO Per l’impresa concorrenziale il ricavo marginale è uguale al prezzo di mercato Infatti, al prezzo vigente sul mercato l’impresa concorrenziale può vendere qualsiasi quantità di prodotto senza che la sua offerta lo faccia variare In definitiva, la massimizzazione del profitto in concorrenza perfetta impone l’eguaglianza tra il prezzo di mercato e il costo marginale: P=MC.

LA MASSIMIZZAZIONE DEL PROFITTO NEL BREVE PERIODO Si osservi che tale eguaglianza deve essere verificata lungo il tratto crescente della curva del costo marginale Qualsiasi altro livello di produzione, minore o maggiore, risulta non ottimale ai fini della massimizzazione del profitto

Figura 11.2: Livello di output che massimizza il profitto nel breve periodo

CURVA DI OFFERTA DI BREVE PERIODO DI UN’IMPRESA IN CONCORRENZA PERFETTA Oltre all’eguaglianza tra il prezzo di mercato e il costo marginale l’impresa deve anche rispettare una seconda condizione … … infatti, il prezzo deve essere superiore rispetto al livello minimo dei costi medi variabili Se ciò non avvenisse, l’impresa avrebbe convenienza a non produrre affatto, poiché non sarebbe in grado di coprire nemmeno i costi variabili sostenuti per la produzione

CURVA DI OFFERTA DI BREVE PERIODO DI UN’IMPRESA IN CONCORRENZA PERFETTA Se invece il prezzo di mercato risulta superiore rispetto al punto di minimo dei costi medi variabili, ma inferiore rispetto ai costi medi totali, allora pur realizzando un profitto negativo all’impresa conviene continuare ad offrire il prodotto sul mercato Ciò dipende dal fatto che se in tale situazione decidesse di cessare la produzione, incorrerebbe in una perdita ancora maggiore In definitiva, la curva di offerta dell’impresa di breve periodo corrisponde al tratto crescente della curva del costo marginale al di sopra della curva del costo medio variabile

Figura 11.3: Curva di offerta di breve periodo di un’impresa in concorrenza perfetta

CURVA DI OFFERTA DI MERCATO DI BREVE PERIODO Ad ogni dato prezzo, la curva di offerta di mercato di breve periodo è pari alla somma delle quantità offerte da tutte le imprese operanti sul mercato, a quel prezzo Essa è uguale alla somma orizzontale delle curve di offerta individuali di ciascuna impresa

Figura 11.4: Curva di offerta di breve periodo di un’industria in concorrenza perfetta

EQUILIBRIO DI BREVE PERIODO IN CONCORRENZA PERFETTA L’equilibrio di mercato di concorrenza perfetta di breve periodo si realizza quando la quantità domandata eguaglia la quantità offerta Dall’intersezione delle curve di domanda e di offerta scaturisce il prezzo di mercato Per la singola impresa tale prezzo determina la curva di domanda (perfettamente orizzontale) alla quale fare riferimento

Figura 11.5: Determinazione del prezzo e della quantità di equilibrio in concorrenza perfetta

Figura 11.6: Prezzo di equilibrio di breve periodo che comporta perdite economiche

EFFICIENZA DELL’EQUILIBRIO L’equilibrio di concorrenza perfetta garantisce l’efficienza allocativa delle risorse, nel senso che garantisce il completo sfruttamento delle possibilità di guadagno derivanti dallo scambio Non esiste la possibilità, né per i consumatori né per le imprese, di accordarsi per effettuare scambi reciprocamente vantaggiosi ad un prezzo diverso da quello che scaturisce dall’equilibrio di mercato

Figura 11.7: L’equilibrio concorrenziale di breve periodo è efficiente

IL SURPLUS DEL PRODUTTORE Il surplus del produttore è il beneficio monetario di un’impresa che produce il livello di output che massimizza il profitto In generale, nel breve periodo il surplus del produttore è pari al profitto economico più i costi fissi Il surplus aggregato dei produttori è pari alla somma dei surplus di tutte le imprese La somma del surplus aggregato dei produttori e del surplus aggregato dei consumatori misura il beneficio totale dello scambio

Figura 11.8: Due misure equivalenti del surplus del produttore

Figura 11.9: Surplus aggregato dei produttori quando la curva di costo marginale della singola impresa è inclinata positivamente

Figura 11.10: Beneficio totale derivante dallo scambio in un mercato

Figura 11.11: Surplus dei produttori e dei consumatori in un mercato in cui sono presenti soltanto gli utilizzatori prudenti di fuochi d’artificio

AGGIUSTAMENTI NEL LUNGO PERIODO Nel lungo periodo un’impresa può adeguare la propria dotazione di capitale alle mutate condizioni di mercato Sempre nel lungo periodo è possibile che nuove imprese decidano di entrare dal mercato qualora intravedano la possibilità di realizzare profitti Analogamente, imprese già operanti nel mercato possono decidere di uscire se non ottengono profitti positivi

AGGIUSTAMENTI NEL LUNGO PERIODO Questi aggiustamenti fanno si che nel lungo periodo si determini una situazione nella quale: Il prezzo di equilibrio è pari al valore minimo della curva del costo medio di lungo periodo L’output è prodotto al costo unitario più basso possibile Al venditore è pagato solo il costo di produzione Il profitto economico è nullo per tutte le imprese

Figura 11.12: Un livello di prezzo che genera profitto economico

Figura 11.13: Una fase dell’aggiustamenteo verso l’equilibrio di lungo periodo

Figura 11.14: Equilibrio di lungo periodo in concorrenza perfetta

CURVA DI OFFERTA DI LUNGO PERIODO La curva di offerta di mercato di lungo periodo fornisce la quantità totale di prodotto che viene offerta ai vari livelli del prezzo Poiché nel lungo periodo, per definizione, le imprese possono entrare o uscire, non possiamo costruire la curva di offerta sommando le quantità offerte dalle imprese presenti sul mercato L’andamento della curva di offerta di mercato di lungo periodo dipende dalle diverse condizioni di costo relative al mercato dei fattori

CURVA DI OFFERTA DI LUNGO PERIODO L’espansione o la contrazione di un settore può influenzare o meno il costo al quale le imprese pagano gli input produttivi Se il prezzo dei fattori rimane costante al variare dell’output, in tale industria si opera a costi costanti e la curva di offerta di lungo periodo sarà costante Al contrario, se il prezzo dei fattori varia al variare dell’output, allora si è in presenza di effetti pecuniari

CURVA DI OFFERTA DI LUNGO PERIODO Se gli effetti pecuniari sono negativi, allora l’espansione dell’industria è accompagnata da prezzi dei fattori produttivi crescenti e tali industrie sono dette a costi crescenti  la curva di offerta di mercato di lungo periodo sarà inclinata positivamente Se gli effetti pecuniari sono positivi, allora l’espansione dell’industria è accompagnata da prezzi dei fattori produttivi decrescenti e tali industrie sono dette a costi decrescenti  la curva di offerta di mercato di lungo periodo sarà inclinata negativamente

Figura 11.15: Curva di offerta di lungo periodo di un’industria in concorrenza perfetta

La distribuzione dimensionale delle imprese italiane

Figura 11.16: Curva di offerta di lungo periodo per un settore caratterizzato da costi crescenti

ELASTICITÀ DELL’OFFERTA L’elasticità dell’offerta misura la variazione percentuale della quantità offerta in seguito ad una variazione dell’1% del prezzo del prodotto

Figura 11.17: Elasticità dell’offerta

Figura 11.18: Curve di costo per le fattorie a conduzione familiare e per le imprese agricole

Figura 11.19: Effetto di breve periodo del sostegno ai prezzi agricoli

Figura 11.20: Effetto di un’imposta sul prodotto di un’industria in concorrenza perfetta

TEORIE ALTERNATIVE DELL’IMPRESA Sono state avanzate numerose teorie alternative rispetto a quella neoclassica: Teorie dell'organizzazione Teorie dell'impresa manageriale Teorie dell'impresa sociale … ed altre ancora