Geografia delle migrazioni: la storia dell’umanità
Migrare: Andare via, da un’altra parte; Viaggiare; Spostarsi, andare lontano, fare un viaggio lungo; Andare da un posto all’altro. Cambiare posto. Lasciare il luogo di origine per stanziarsi, anche temporaneamente, altrove. È più generico di emigrare e si dice sia di masse umane e di gruppi etnici che si spostano in cerca di nuove sedi, sia di animali (uccelli), per lavoro …(v. migrazione) https://ilmanifesto.it/migrare-viaggiare-cambiare-posto/
Viaggiare Trasferirsi da luogo a luogo, per lo più distanti l’uno dall’altro, con un mezzo di trasporto: v. in treno, in nave, in aeroplano, in pullman (e nel passato a cavallo, con la carrozza, con la diligenza)… fare viaggi: gli piace v.; viaggia spesso; da giovane ha viaggiato molto; è uno che ha viaggiato, che ha girato il mondo (e s’intende che ne ha guadagnato in esperienza)
L’incoraggiamento al viaggio Rumi (m.1273): «Vieni, vieni, chiunque tu sia vieni. Sei un miscredente, un idolatra, un ateo? Vieni. Il nostro non è un luogo di disperazione, e anche se hai violato cento volte una promessa... vieni» Ibn ’Arabi (m.1240): «Quelli che smettono di viaggiare ristagnano. E quelli che ristagnano tornano al nulla»
Chi può viaggiare? Alcuni dati ‘discriminatori Nel 2017 sono emigrati circa 200.000 italiani dal nostro paese e sono arrivati circa 119.000 stranieri attraverso il mare (181.000 nel 2016 e 16.000 nei primi mesi del 2018). I entrambi i casi, soprattutto giovani, alla ricerca di maggiori opportunità di realizzazione o in fuga da conflitti e indigenza Gli/le Italiani.e possono viaggiare in 162 paesi (su 196) senza visto; gli Afghani in 30, gli iracheni in 33, pachistani in 34…e non verso i paesi occidentali. Ottenere un visto è difficilissimo per i cittadini del Sud del mondo Tra il 1861 e il 1961 hanno lasciato l’italia più di 25 milioni di persone
L’esperienza forzata Perché si emigra (e non si viaggia) L’esperienza forzata Perché si emigra (e non si viaggia)? Risorse, conflitti, migrazioni
Distribuzione della ricchezza
il 99% della popolazione mondiale detiene meno ricchezza dell’1% : si tratta di un disequilibrio estremo che “incastra” il fenomeno migratorio e limita la libertà di movimento, ovvero una conquista borghese che tale rimane. All’interno di questa maggioranza, una notevole parte di ‘masse subalterne’ alimenta l’implosione dell’economia globale – la cd globalizzazione - caratterizzata da un’elevata vulnerabilità del/nel lavoro, nei diritti, nell’accesso alle risorse, nel vivere quotidiano. Il divario continua a crescere anziché diminuire : oltre un miliardo di persone vive con meno di 1,25 dollari al giorno e una su nove non ha di che nutrirsi dignitosamente.
Il sogno ‘americano’ a geografia variabile
Slittamenti semantici Il termine migrante è anche usato al posto di profugo o richiedente asilo. L’uso della parola “migrante” altera la percezione che si ha dei richiedenti asilo, negando loro il diritto di perseguire la propria sicurezza e degradando lo scopo della Convenzione delle Nazioni Unite per i rifugiati del 1951, istituita dopo la seconda guerra mondiale, per inquadrare dal punto di vista giuridico le fughe di massa provocate dal conflitto.
Conflitti ambientali
Rotte mediterranee: si emigra da paesi dove l’islam è tradizione maggioritaria
Migranti economici o forzati? Si stima che una persona su sette al mondo sia ‘migrante’ e le migrazioni sono in espansione in tutte le parti del mondo Nel 2016 sono stati registrati 244 milioni di migranti False questioni che nascondono le cause strutturali e politiche
Migrazioni vs “immigrazione” in Europa E dagli anni '60 in poi che l’Europa si popola di cittadini.e di altre nazionalità, per motivi prettamente economici, dovuti al bisogno di manodopera per la ricostruzione postbellica. Vari Stati nordeuropei stringono accordi con i paesi del vicino oriente e nell’arco di una trentina d'anni questi immigrati diventano 7/8 milioni che si stabiliscono secondo precise relazioni internazionali. Il passato coloniale è determinante per le strategie migratorie.
Francia Germania e Gran Bretagna sono i primi paesi interessati, che “accolgono” il maggior numero di immigrati (musulmani) e i primi a regolamentare il flusso degli arrivi L’Italia conosce il fenomeno migratorio in particolare dopo gli anni ‘90 L’identità religiosa si scoprirà successivamente: dal migrante lavoratore al migrante “musulmano”
The Muslim population in Europe (defined here as the 28 countries presently in the European Union, plus Norway and Switzerland) as of mid-2016, is estimated at 25.8 million (4.9% of the overall population) – up from 19.5 million (3.8%) in 2010. Fonte https://www.pewforum.org/2017/11/29/europes-growing-muslim-population/
Musulmani nel mondo
Proiezioni per il futuro While Europe’s Muslim population is expected to grow in all three scenarios – and more than double in the medium and high migration scenarios – Europe’s non-Muslims, on the other hand, are projected to decline in total number in each scenario. Migration, however, does mitigate this decline somewhat; nearly half of all recent migrants to Europe (47%) were not Muslim, with Christians making up the next-largest group (Pew research*). https://www.pewforum.org/2017/11/29/europes-growing-muslim-population/
Scenari migratori
In Italia ne 2013 (fine 2013, dati Caritas Migrantes) 4.922.085 stranieri residenti, con incidenza dell’8,1% sulla popolazione italiana. Ma stima complessiva di 5.364.000 persone. il 33% - ovvero circa un milione e mezzo di persone - sono di cultura e religione musulmana, concentrati soprattutto nelle regioni settentrionali e nel Lazio (Roma).
In Italia nel 2017 5.026.153 al 31/12/2017, ovvero l’8,3% della popolazione : dati Caritas Migrantes (a fine 2013 erano 4.922.085 stranieri residenti). Poco più del 32% - ovvero circa un milione e 600.000 persone - sono di cultura e religione musulmana, concentrati soprattutto nelle regioni settentrionali e nel Lazio (Roma). In Sardegna stessa incidenza
La tradizione si trasforma A partire dagli anni ’70 comincia un processo di trasformazione della/e tradizione/i nelle società musulmane: processo sociopolitico che può indebolire la cultura Espansione demografica oltre i confini (quali?) maggiore “etnicizzazione” dei rapporti sociali, per i quali la cultura serve come base di un posizionamento ideologico Ideologizzazione delle identità Più sfaccettature del multiculturalismo: una soluzione con molti limiti
Leggere la complessità Le scienze sociali faticano a leggere la complessità del mondo (musulmano) e la rivoluzione anche epistemologica in atto da tempo Monopolio delle letture politologiche/politiche a discapito della complessità storica e sociologica relativa all’islam
L’islam in Europa vs l’islam europeo: una sfida nuova È necessario ripensare alla sfera religiosa all’interno della cittadinanza, allo spazio multiculturale, multilinguistico, multiconfessionale, multietnico È necessario ripensare al significato dell’Europa Le religioni si nazionalizzano? Quale umma?
E-im-migrazioni, cittadinanza e libertà religiosa Riconoscimento dei diritti civili e religiosi: pratica e luoghi di culto, matrimonio, sepoltura, giorni feriali, assistenza spirituale.. Matrimoni misti (conversioni) Nuove generazioni Abbigliamento Cibo Libertà di espressione e radicalismo?
Il consiglio europeo per la Fatwa e la ricerca è una entità accademica, islamica, specializzata ed indipendente costituita da un certo numero di studiosi. La sua sede attuale è nel Regno Unito. Il prof. Yusuf Al-Qaradawi, Egiziano, membro dei FM, è il Presidente http://fatwaislameuropa.blogspot.it/2011/01/consiglio-europeo-per-la-fatwa-e-la.html
scopi e obiettivi : Raggruppare gli studiosi che vivono in Europa, e tentare di unificare le opinioni giuridiche in relazione ai principali enunciati del Fiqh. Emettere Fatwe collettive che vadano incontro alle esigenze dei musulmani in Europa, risolvano i loro problemi e regolino la loro interazione con le società europee, in riferimento alla Shari'a. Pubblicare studi giuridici e ricerche. Guidare i Musulmani in Europa e chi lavora per l'Islam, diffondendo adeguati concetti islamici e importanti responsi legali.
Il CEFR raccomanda ai musulmani residenti in Occidente di creare corpi giuridici per il riconoscimento dell’islam e la regolamentazione delle questioni religiose e giuridiche islamiche, sempre nel rispetto delle leggi vigenti nei paesi di accoglienza.
L’Intesa con lo Stato italiano Art. 8 Costituzione: “Tutte le confessioni religiose sono egualmente libere davanti alla legge. Le confessioni religiose diverse dalla cattolica hanno diritto di organizzarsi secondo i propri statuti, in quanto non contrastino con l'ordinamento giuridico italiano. I loro rapporti con lo Stato sono regolati per legge sulla base di intese con le relative rappresentanze”. Dai Patti Lateranensi del 1929 al nuovo Concordato del 1985 che sancisce l’indipendenza rispetto alla Santa Sede Non esiste ancora l’Intesa con la comunità islamica, non omogenea, che conta in Italia oltre un milione e mezzo di fedel*
Le Intese in Italia Tavola valdese Assemblee di Dio in Italia (ADI) Unione delle Chiese Cristiane Avventiste del 7° giorno Unione Comunità Ebraiche in Italia (UCEI) Unione Cristiana Evangelica Battista d'Italia (UCEBI) Chiesa Evangelica Luterana in Italia (CELI) Sacra Arcidiocesi ortodossa d'Italia ed Esarcato per l'Europa Meridionale Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli ultimi giorni Chiesa Apostolica in Italia Unione Buddista italiana (UBI) Unione Induista Italiana Intesa firmata (2007), non approvata con legge: Congregazione cristiana dei testimoni di Geova
Esempi di interazione tra religione, etica sociale e…
Eppure… Percentuali e percezioni
Oltre il 70% degli italiani sovrastima il numero di persone immigrate (4 volte di più) https://www.corriere.it/politica/18_agosto_28/gli-immigrati-oltre-70percento-italiani-pensa-che-siano-4-volte-piu-a6e498e6-aa38-11e8-bb57-056c6010fdbf.shtml
Paure, sfide e politiche reazionarie Crisi dei valori e crisi economica Xenofobia vs Islamofobia
Politiche dell’accoglienza: Fortezza Europa
Muri e barriere
L’Europa è la destinazione più pericolosa per i migranti di tutto il mondo Circa 40.000 le persone migranti morte dal 2000 ad oggi nel Mediterraneo Nel 2014 oltre 3000 migranti sono morti nel Mediterraneo a fronte di un numero di decessi globale stimato in 4077 persone, e nel 2015 almeno 3771. La maggior parte delle persone decedute nel mondo (30%) è di origine africana.
Su scala globale I legami storici e le complesse articolazioni tra razza, migrazioni e neoliberismo rafforzano il ‘fenomeno migratorio’ che coincide con l’accettazione e la riproduzione delle diseguaglianze sociali ed economiche a livello mondiale
Modelli di effettiva accoglienza e interazione su scala locale
Sitografia www.pewresearch.org (in) www.eurel.info (fr) www.cesnur.org www.caritas.it www.musulmaniinitalia.it www.islamonline.com ; islam-online.it www.fatwaislameuropa.blogspot.it