LA CULTURA ALIMENTARE ANGLOSASSONE Abbiamo iniziato il nostro studio comparato sulla cultura alimentare anglosassone e italiana, riflettendo sull’importanza di una corretta alimentazione e abbiamo sintetizzato il nostro lavoro con una frase: A MAN IS WHAT HE EATS, un uomo è ciò che mangia. Lo abbiamo rappresentato graficamente con la tecnica del collage, prendendo spunto dai quadri del famoso artista Giuseppe Arcimboldi del XVI secolo. In seguito abbiamo letto, in lingua inglese e tradotto in italiano, un brano sui pasti principali in Inghilterra e in America, caratterizzati da una abbondante colazione la mattina, un pranzo veloce costituito da panini o tramezzini il più delle volte consumati in un parco o luogo all’aperto , o negli appositi bar, pub o café vicini al posto di lavoro, e da una cena, con pasto completo, consumata in famiglia. Questo perché l’orario di lavoro è continuato (dalle 9 del mattino alle 5 della sera) e c’è quindi poco tempo da dedicare al pranzo. Inoltre con l’impegno della donna in ambiti lavorativi anche al di fuori della famiglia, si è sempre più diffuso l’uso di cibi liofilizzati, precotti, congelati, in lattina o da asporto che non richiedono tempi lunghi di preparazione. Abbiamo considerato anche l’evoluzione che è in atto nella società contemporanea.
Le persone sono oggi sempre più attente alla propria salute fisica e alla cura esteriore del loro corpo. L’alimentazione tende quindi ad essere meno ricca di grassi dannosi al fegato e all’organismo e più ricca di fibre. Si fa ricorso a diete ipocaloriche che, se apportano dei benefici da un lato, dall’altro possono condurre a gravi disturbi psicologici quali l’anoressia. La famosa colazione inglese, costitui-ta da salsiccia, pancetta affumicata, aringhe, uova sode e frittata, non ri-specchiando questa concezione più sa- lutare del mangiare e necessitando di tempi più lunghi di preparazione che la donna ha sempre meno a disposizione, ha lasciato il posto a cereali, marmellata, crusca, succhi di frutta, ecc.
Una cosa è rimasta, tuttavia immutata in questo mondo alimentare in subbuglio: l’immancabile, vecchia tazza di tè, per la quale gli inglesi hanno un vero e proprio culto. La domenica mattina la prima colazione si unisce al pranzo, poiché ci si alza molto più tardi. La parola usata per indicare questo tipo di pasto è il “Brunch” derivante dalla fusione delle parole “Breakfast” e “lunch”.
LA CULTURA ALIMENTARE AMERICANA In America la bevanda più diffusa è la Coca-Cola, creata dal dr. Pemberton, un farmacista stanco delle solite bevande in uso nel suo paese. I suoi studi farmacologici l’hanno portato ad estrarre uno sciroppo dalle piante di Coca e di Cola. I semi della Cola, chiamati “noci di cola” contengono il 2% di caffeina e vengono usati dagli indigeni dell’Africa tropicale, come eccitanti. Per le loro proprietà tecniche sono usati in medicina e per preparare bevande di largo consumo. La pianta della Coca è un arbusto originario delle Ande con foglie ovali sottili, che vengono usate per preparare infusi e tinture poiché contengono Cocaina che ha proprietà lenitive. In minima quantità entrano anche nella preparazione di molte bevande alcoliche e analcoliche. Il cibo caratteristico americano proviene dalle catene di fast food di cui gli USA sono la patria. Questo cibo veloce rispecchia la vita attiva e dinamica di questo paese, che si può definire “on the road” anche per quanto riguarda l’alimentazione. Essa è nello stesso tempo anche molto varia, essendo l’America costituita da un crogiuolo di razze. Si può quindi trovare cibo messicano, italiano, indiano o cinese in ogni supermercato o ristorante.
Nel 1955 Albert Kroc creò a Des Plains, nell’Illinois, insieme ai due soci Dic e Mac MacDonald, quella che doveva diventare la più diffusa catena alimentare del mondo: il McDonald. Ci sono ora più di 25.000 ristoranti in oltre 119 paesi. Ciò significa che si apre un ristorante McDonald ogni 5 ore, nel mondo. La sua diffusione così veloce è dovuta probabilmente alla sua popolarità nel mondo giovanile e tra le persone che lavorano.
I giovani infatti non hanno grandi somme di denaro a disposizione da spendere in cene costose, in ristoranti eleganti, e al McDonald il prezzo è davvero basso. I lavoratori non hanno tempo da perdere in lunghe attese per la cottura del cibo e per essere serviti da camerieri indaffarati, avendo solo un’ora di tempo per il pranzo e, al McDonald, i tempi di preparazione e di servizio (poiché vengono usate forchette, piatti, ecc. di plastica) sono davvero brevi. Non sempre però tutto questo coincide con una cultura di sana alimentazione. La qualità (tipo di carne, olio, condimenti usati) e la modalità di cottura, costituita soprattutto da cibi fritti, sono spesso dannose al nostro organismo.
L’ALIMENTAZIONE EQUILIBRATA La cucina italiana è invece ancora legata a tradizioni familiari antiche e al gusto del “buon mangiare” attorno ad una tavola ben imbandita per ritrovarsi, dopo una mattinata di lavoro o di scuola, a condividere cibo ed esperienze. Quindi anche il tipo di alimentazione rispecchia un rallentamento nei ritmi e possiamo sintetizzare la nostra cultura alimentare con le parole “slow food”, essa è più attenta alla qualità che alla velocità. L’ALIMENTAZIONE EQUILIBRATA