LE RIFORME DEL LAVORO
Nel corso degli anni duemila si sono succedute diverse RIFORME DEL LAVORO, in particolare: nel 2003, la Riforma Biagi (L. n. 30/2003) così denominata dal giuslavorista Marco Biagi, professore universitario esperto di diritto del lavoro, che cooperò alla sua redazione e che fu vittima del terrorismo; nel 2012, la Riforma Fornero (L. n. 92/2012), che prende il nome dal Ministro del Lavoro e delle politiche sociali (Elsa Fornero) del Governo Monti; nel 2014, il “Jobs Act” (L. n. 78/2014 e L. delega n. 183/2014), ossia il Piano di riforme del lavoro del Governo Renzi.
Quali sono i punti fondamentali della Riforma Biagi? Il rafforzamento di figure contrattuali di lavoro flessibile già presenti sul mercato del lavoro (es. part-time, apprendistato); l'inserimento di nuove forme contrattuali di lavoro flessibile (es. il lavoro a chiamata o intermittente);
l'introduzione delle Agenzie per il lavoro, operatori privati, che svolgono tutte le attività in materia di servizi per l'impiego (es. attività di mediazione tra la domanda e offerta di lavoro); l'istituzione della Borsa continua nazionale del lavoro (BCNL), che costituisce un sistema telematico aperto di incontro tra domanda e offerta di lavoro sia a livello nazionale sia regionale.
Quali sono le principali innovazioni della Riforma Fornero ? Una maggiore flessibilità sia in entrata sia in uscita del mercato del lavoro, per renderlo più dinamico e per favorire l'occupazione dei giovani e delle donne; la modifica del calcolo della pensione che, per tutti i lavoratori, diventa di tipo contributivo, ossia tiene conto dei contributi previdenziali effettivamente versati durante l'attività lavorativa;
l'innalzamento dell'età pensionistica di uomini e donne, con la previsione di una determinata età anagrafica per la pensione di vecchiaia (es. dal 2022 occorreranno 67 anni); l'istituzione dell'Assicurazione sociale per l'impiego (ASPI), che fornisce un'indennità di disoccupazione ai lavoratori che si trovano involontariamente senza lavoro.
Cosa prevede la Riforma Renzi (Jobs Act)? Principalmente: l'introduzione di un contratto unico di lavoro a tempo indeterminato a tutele crescenti, in base all'anzianità di servizio per tutti i nuovi assunti, l'apprendistato e i contratti a termine, come nuove forme prevalenti di lavoro; l'istituzione di una nuova assicurazione sociale per l'impiego (NASPI), che preveda un sussidio di disoccupazione per tutti coloro che perdono il lavoro, rapportato agli anni lavorativi e ai contributi versati;
il superamento delle mansioni fisse, cosiddetto “demansionamento”, che consente al lavoratore di passare da una mansione all'altra in caso di riorganizzazione, ristrutturazione o conversione aziendale; l'istituzione di un'Agenzia unica del lavoro, che coordini e indirizzi a livello nazionale le politiche attive per favorire l'inserimento lavorativo;
l'introduzione dell'indennità di maternità anche alle lavoratrici prive di contratto a tempo indeterminato; la modifica dell’art. 18 dello Statuto dei lavoratori, che elimina il diritto di essere reintegrati nel posto di lavoro per i lavoratori licenziati per causa economica.