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Perché giocare? Sofia Tavella.

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Presentazione sul tema: "Perché giocare? Sofia Tavella."— Transcript della presentazione:

1 Perché giocare? Sofia Tavella

2 Giocare è … Non è qualcosa di superfluo di cui il b. può fare a meno;
È l’elemento chiave della vita di ogni b. che cresce; È l’espressione più libera della sua creatività e della sua immaginazione; Il filtro necessario per conoscere, modificare, elaborare la realtà che lo circonda; E’ un percorso formativo che accompagna il b. durante le fasi della sua crescita contribuendo a sviluppare l’intera personalità.

3 Nell’infanzia Nel periodo pre-scolare, il gioco aiuta il b. a non essere mai solo. Ci sarà sempre un compagno reale o immaginario che potrà essere un giocattolo o una bambola o un orsacchiotto al quale egli assegnerà un ruolo. Altre volte potrà essere un’ombra, un riflesso della sua fantasia al quale darà voce e corpo; Quando il b. andrà a scuola, comincerà ad aprirsi ad altri tipi di gioco, ai giochi di gruppo. E’ l’età dei compagni di gioco e delle grandi amicizie, di quelle che si ricordano per tutta la vita, e insieme con i compagni nascono nuovi giochi.

4 A cosa serve il gioco nel periodo scolare?
Sarà come un palcoscenico, dove il b. mette in scena qualsiasi storia abolendo ogni censura e dando via libera all’inconscio, Potrà pareggiare i conti con la realtà quando questa è deludente e non gli piace. Ha ricevuto un rimprovero a scuola? L’allenatore lo ha messo in panchina? Nel gioco può sempre consolarsi e scambiare le parti diventando maestro o il mister della situazione. segue …

5 … segue … Potrà anche proiettare nel futuro le sue storie interpretando qualsiasi personaggio, reale o immaginario, nel quale desidera identificarsi da grande: il maestro, la mamma, il papà, ma anche il personaggio dei fumetti, o il calciatore preferito, Tutto ciò servirà al b. a non serbare sentimenti di rancore, paura, invidia, che avranno così uno sbocco creativo. Ecco perché è importante giocare e giocare bene.

6 I giocattoli spazzatura usa e getta
Sono quelli prodotti a livello industriale da grandi aziende; Sono quei tipi di giocattoli che cavalcando l’onda del successo del momento, propongono al b. incessantemente sempre nuovi personaggi e nuove situazioni; Molti genitori consumatori si rassegnano a identificare come giocattolo solo ciò che passa in quel momento dalla pubblicità televisiva e dai giornali.

7 Giocattoli spazzatura
Non è importante che abbiano un contenuto buono o cattivo, o una storia da raccontare; Non è importante che abbiano una propria identità culturale perché tutti devono avere vita breve; Più sono indifferenziati meglio sono, perché ai b. non bisogna dare il tempo di pensare e di immaginare; Visto che devono avere vita breve non è importante nemmeno costruirli con materiale di qualità destinato a durare nel tempo.

8 Paradosso Molti di questi produttori di giocattoli spazzatura investono ingenti somme in pubblicità per professarsi amici dell’infanzia. In realtà non propongono ai b. il gioco, ma solo il consumo incessante del giocattolo scadente.

9 A che gioco giochiamo? Quando pensiamo a un giocattolo da regalare a un b. ricordiamoci che possiamo valorizzare con un giocattolo aspetti della sua personalità e soprattutto dare vita alla sua immaginazione, perché ogni giocattolo scelto bene, soddisfa e risponde ai bisogni infantili.

10 Giochi di collezionismo
Sono molto adatti per i b. un po’ disordinati e con poca attitudine all’organizzazione del tempo libero. Collezionare soldatini, pupazzetti, figurine o modellini aiuta i b. a proiettare quel necessario ordine che occorre, anche interiormente.

11 Giochi di precisione L’ansia e l’iperattività possono essere controllati con i giochi dove bisogna impegnarsi ad essere riflessivi e avere pazienza, come i puzzle, gli origami, ecc. Ma vanno bene anche le costruzioni o una bella tavolozza di colori e fogli da disegno.

12 Giochi socializzanti Per aiutare i b. a superare certe forme di timidezza che a volte li rendono poco socievoli sono molto indicati i giochi di società; Riunirsi tutti attorno a un tavolo con un gioco dove non è richiesta alcuna abilità specifica da parte del giocatore, ma è determinante solo la fortuna, che sappiamo bene è una dea bendata, può essere coinvolgente e socializzante (gioco dell’oca, tombola e simili).

13 Giochi di competizione
In questi giochi (scarabeo, trivial, skateboard, trottola, bocce, freccette, ecc.) si vede non solo chi vince e chi perde, ma anche chi è più abile in un’attività e chi in un’altra; Impegnano i b. ad emulare chi è più bravo e incanalare verso mete positive quel sentimento potenzialmente distruttivo che è l’invidia infantile; Sono molto indicati per i b. un po’ apatici per far maturare in loro un sano spirito competitivo ed emulativo nei confronti dell’altro.

14 Giochi di simulazione Sono molto adatti per i b. socievoli e creativi quando vogliamo indirizzare la loro vena creativa anche nella vita affettiva e di relazione; Fanno parte di questo gruppo tutti quei giochi in cui il b. mette in scena storie già viste dandone una propria interpretazione; Appartengono a questa categoria tutti i giocattoli in genere voluminosi dove il b. trasporta le sue emozioni e i suoi desideri come il camion grande dei pompieri, le astronavi, i costumi di carnevale.

15 Giocare con lo sport A patto che anche i genitori diano l’esempio praticando una attività sportiva, perché se mamma e papà sono pigri è difficile che riescano a convincere i loro b. a fare del movimento; E che si trovi un ambiente e una società sportiva non troppo stressante con tornei, gare e competizioni. Altrimenti subentrano altri interessi ed altre motivazioni che fanno perdere la dimensione ludica dello sport.

16 Quale tipo di sport scegliere?
Sport di squadra per i b. un po’ chiusi e introversi, in quanto lo spirito di squadra favorisce il senso di cooperazione e la socievolezza; Possono essere iniziati a 6 anni e permettono di sviluppare agilità, prontezza di riflessi e doti di resistenza; Meno pericoloso di quanto si creda è il rugby, consigliabile a partire dall’età di 8-10 anni, che più dei precedenti insegna disciplina e rispetto e aiuta a sviluppare doti intuitive, forza fisica e agilità.

17 Quale sport? Per ragazzi pestiferi e vivaci fanno molto bene gli sport individuali; Nuoto e atletica e arti marziali aiutano a maturare il senso della responsabilità individuale; Abituano al controllo del movimento e alla percezione del proprio corpo e insegnano il senso di lealtà e la disciplina; Scherma e tennis per il fatto di dover competere con un avversario danno una forte spinta a maturare psicologicamente. segue …

18 … segue … Quando i b. hanno bisogno di migliorare la coordinazione e il controllo del proprio corpo molto adatti sono la ginnastica artistica, lo sci e il pattinaggio; Sono da sconsigliare se ci sono problemi alle articolazioni e alla colonna vertebrale.

19 Un nuovo approccio Science center, i nuovi musei interattivi della scienza dedicati ai b. e fatti apposta per spiegare e insegnare giocando i fenomeni della natura; Basato sul coinvolgimento emozionale del b. e l’interattività; Una specie di disneyland e gardaland educativa; L’ordine imperativo è vietato non toccare, non provare, non buttarsi; L’approccio è detto hands on, ovvero mettere le mani sopra, perché qualsiasi congegno realizzato dagli educatori, ricercatori, progettisti in questi luoghi, può e deve essere manipolato e sperimentato dai b.

20 La Città della Scienza A Napoli è il primo Science Center Italiano (400 diffusi in tutto il mondo); E’ nato per iniziativa della fondazione IDIS, associazione culturale sorta nel 1986 con l’obiettivo di diffondere la cultura scientifica; Costruito nell’ex area industriale di Bagnoli; Le aree espositive sono poste a due livelli: al piano terra si trova la palestra della scienza, un luogo dove far lavorare la mente e sperimentare di persona i fenomeni più interessanti e divertenti della fisica ; al piano rialzato ci sono i laboratori dove è possibile cimentarsi in moltissime attività manuali; Per informazioni: ;

21 I giochi del terzo millennio
Il mondo sta andando verso una concezione che considera la manualità e la fatica fisica in modo negativo; Un giorno si arriverà forse a proibire ai b. di usare le mani e gli strumenti manuali e tutto passerà attraverso pulsanti, tastiere e videogiochi; Ciononostante, alcuni giochi sopravviveranno e li ritroveremo anche nel terzo millennio, perché hanno una storia, una tradizione e sono portatori di un patrimonio culturale.

22 Quali? La palla, le bambole, i pupazzi, le costruzioni, i modellini di veicoli, le spade per sconfiggere i draghi, i puzzle e le altalene; Sul versante dei giochi elettronici: i videogame che non avranno solo contenuti bellici, ma affronteranno anche tematiche legate all’ambiente, alle città, ai commerci, agli scambi economici, giochi di pace nella cultura della globalizzazione.

23 Genitori, compagni di gioco
Il 48% dei papà gioca con i propri figli meno di mezz’ora al giorno; Solo il 25% per un tempo che va da mezz’ora a un’ora al giorno; Il 31% delle mamme passa con i figli un tempo variabile da una a due ore; Solo il 5% probabilmente sta con i figli più di tre ore al giorno.

24 Attenzione! Oggi i genitori devono fare attenzione soprattutto dove inserire il figlio, se vogliono che l’attività sportiva si a misura del b., evitando quegli ambienti sportivi dove si chiedono troppo presto le prestazioni con dirigenti impegnati a gratificare se stessi e dove ogni b. dovrà lottare per continuare a restare uno qualunque e conservare negli anni la voglia di giocare e di divertirsi.

25 Alcuni criteri nella scelta della società sportiva
Quando nelle partite ufficiali si fanno giocare tutti i b.; Quando non ci sono prove di selezione al momento dell’iscrizione o test durante l’anno; quando i b. possono giocare anche con gli attrezzi di altri giochi sportivi; Quando si usano attrezzi sportivi studiati a misura dai b.; Quando durante il gioco si adottano regole variabili e arbitrarie perché è più importante la conoscenza del movimento che quella delle regole; Quando il campo di gioco e il tempo sono indefiniti; Quando l’errore tecnico per il momento non viene corretto; Quando non ci sono vincitori e si premiano tutti; Quando b. e b. anche di età diversa giocano insieme; Quando l’obiettivo è divertirsi e non vincere, Quando si gioca senza il bisogno dell’arbitro.

26 Quando nelle partite ufficiali si fanno giocare tutti i b.
E’ una buona regola fare in modo che tutti i b. siano convocati e che tutti giochino a rotazione per lo stesso tempo, senza creare le solite discriminazioni tra b. più bravi che giocheranno tutta la partita e b. meno bravi, destinati a stare in panchina o solo pochi minuti in campo.

27 Quando non ci sono prove di selezione al momento dell’iscrizione
Lo sport deve accogliere tutti, ma non sempre è così! Alcuni club operano una selezione tenendo in squadra solo quelli più dotati, mentre consigliano a quelli meno dotati di cambiare società se non vogliono fare troppa panchina; Sarebbe giusto che gli istruttori sottoponessero periodicamente ai b. un gioco-test per valutare l’insieme di tutte le loro capacità attitudinali e individuare carenze per porvi rimedio.

28 Quando i b. possono giocare anche con gli attrezzi di altri giochi
La precoce specializzazione sportiva può essere un danno; A prescindere dallo sport scelto, i b. devono poter trovare all’interno della squadra anche l’opportunità di provare e sperimentare altri sport per avere una formazione motoria più varia e completa possibile; Dunque accanto all’attività della disciplina scelta, ci devono essere momenti di gioco con altri attrezzi, affinché il b. provi anche diverse forme di movimento.

29 Quando si usano attrezzi studiati a misura di b.
In molti club c’è una tendenza ad acquistare materiale sportivo solo per adulti e di passarlo successivamente ai b.; Sono poche le società che investono per acquistare materiale sportivo specifico per i b.; Questa discriminazione tra adulto e b. è molto presente negli sport di squadra e in particolare nel calcio, quando all’interno della stessa società convivono sia la scuola calcio che le squadre amatoriali dei grandi.

30 Quando durante il gioco si adottano regole variabili
Durante l’avviamento allo sport ci si può permettere di cambiare le regole del gioco, ad esempio giocare con una palla più grande o introducendo regole di altre discipline sportive, senza che questo debba sembrare un’assurdità ai tecnici e ai genitori che assistono agli incontri.

31 Quando il campo di gioco e il tempo non sono definiti
Non è necessario con i b. giocare in un campo regolamentare; Così come non occorre che una partita abbia un tempo definito da regolamento; Anche in questi ambienti bisognerebbe riprendere le antiche regole dei giochi di cortile: alzarsi subito quando si cade, chi butta la palla fuori la va a riprendere e a domani la rivincita.

32 Quando l’errore tecnico per il momento non viene corretto
Affinché un b. abbia maggiore contatto con la palla a volte è preferibile non intervenire subito per correggere il movimento tecnico,lasciamolo giocare liberamente e diamogli tempo affinché prenda confidenza con il gioco e con la palla nel modo più naturale e spontaneo possibile; Ci sarà tempo per intervenire anche sulla tecnica sportiva, specie quando si tratta di b. che si sono avvicinati da poco allo sport.

33 Quando non ci sono vincitori e si premiano tutti
Si premiano tutti allo stesso modo e si dedica a tutti la stessa dote di applausi, a vincitori e sconfitti, senza discriminare nessuno; E’ buona regola al termine di un incontro che si invitino i b. a stringere la mano ai propri avversari.

34 Quando b. e b. anche di età diversa giocano insieme
La cultura sportiva italiana e l’organizzazione sportiva giovanile negli sport di squadra fa di tutto per tenere separati fin da bambini i maschi dalle femmine, dimenticando che fino alla pubertà possono tranquillamente giocare nella stessa squadra.

35 Quando l’obiettivo è divertirsi e non vincere
Essere stati sconfitti diventa un problema solo se sono gli adulti a farlo pesare; Certamente anche ai b. piace vincere, ma quando perdono, sono capaci di scordarsene in dieci minuti e magari continuare a giocare tra di loro, prendendosi a gavettoni negli spogliatoi, Tuttavia gli adulti fanno di tutto per ricordarlo attraverso classifiche, pagelle e statistiche dei piccoli campioni.

36 Quando si gioca senza il bisogno dell’arbitro
L’attività sportiva è più divertente quando durante una partita i b. sono educati ad arbitrarsi da soli.

37 Genitori Tifosi Dimostrano una scarsa cultura sportiva;interpretano male lo sport perché non lo praticano attivamente e lo trasmettono ai figli svuotato dei contenuti sociali e educativi; Per molti di loro essere sportivi vuol dire fare il tifo per una squadra, andare allo stadio la domenica o accompagnare il figlio alla partita; Sono pericolosi per i propri figli perché pretendono da loro più di quanto già facciano gli allenatori.

38 Alcuni atteggiamenti positivi
Non insultate l’arbitro ma fate il tifo contro gli avversari quando gioca la squadra di vostro figlio; Assumete un atteggiamento corretto e positivo con tutti i giocatori, gli allenatori e gli arbitri; Non sostituitevi all’allenatore e non urlate a bordo campo a vostro figlio cosa deve fare mentre gioca, Non sgridatelo quando commette un errore o gioca male. Sostenete il suo impegno e dimostrate di essere orgogliosi di lui;

39 … segue … Non criticate a priori le scelte dell’allenatore e degli arbitri. Mettetevi nei loro panni cercando di comprendere il loro punto di vista; Non siate arrabbiati e delusi quando la squadra di vostro figlio ha perso. Ricordatevi che il gioco è dei b. e non siamo noi ad aver perso; Non fate finta di niente quando vostro figlio è deluso o arrabbiato per qualcosa che è successo mentre giocava; non ditegli che è uno stupido a prendersela così tanto;

40 … segue … Ascoltatelo, lasciatelo parlare dimostrandogli che capite il suo stato d’animo e successivamente troverete una soluzione; Non dimostrate di non avere rispetto per gli altri e pretendente che anche lui faccia lo stesso; Non preferite gli allenatori che fanno giocare solo i più bravi; Non parlate solo di sport con vostro figlio, e soprattutto non guardatelo solo in tv, ma praticatelo insieme all’aria aperta impegnandovi in qualsiasi attività che piaccia anche alla famiglia.

41 Carta dei diritti dei b. allo sport
Diritto di divertirsi e giocare Diritto di fare sport Diritto di avere i giusti tempi di recupero Diritto di beneficiare di un ambiente sano Diritto di praticare sport in assoluta sicurezza e salvaguardia della propria salute Diritto di essere circondato da personale preparato Diritto di eseguire allenamenti adeguati al suo ritmo di crescita Diritto di partecipare a competizioni sportive adeguate alle varie fasi di crescita che corrispondono a giusti tempi di apprendimento Diritto di misurarsi con i giovani che abbiano le stesse probabilità di successo Diritto di non essere un campione

42 La palla Dare una palla a un b. significa invitarlo verso un percorso motorio ricco di significati e di risvolti pedagogici che nessun altro oggetto è in grado di dare; Un percorso motorio che fa diventare liberi e creativi e fa scoprire il mondo.

43 Momenti di questo percorso
Un movimento antico: rotolare e scivolare sulla superficie morbida e avvolgente della palla è come ritrovare quei movimenti ritmici e lenti vissuti nel grembo materno nel liquido amniotico; Il piacere del contatto: rotolarsi sul dorso o sul ventre o di fianco è la prima forma di piacere messa in atto dal bambino. Diventerà un contatto sempre più affettivo quando il b. gradualmente comincerà a poggiare le mani, i gomiti, le ginocchia sulla palla per avanzare rapidamente e scivolare con le diverse parti del corpo.

44 Ricercare il massimo contatto corporeo con la palla, apprezzarne la superficie, percepirne le rilevatezze, la morbidezza, il colore, tutto aiuta a passare dal gioco al possesso affettivo della palla; Così si scopre il piacere di giocare a palla con le mani, o con i piedi o con altri segmenti del corpo; Si scopre anche il piacere di come modificare il proprio corpo in relazione alla palla, Nasce l’apprendimento progressivo della padronanqa del corpo.

45 La scoperta del potere sugli oggetti
Passaggio dalla prensione riflessa a quella volontaria;: prendere un oggetto con le mani non sarà più ricevere, ma la prima manifestazione di un essere che si afferma come soggetto; E’ la scoperta del potere sugli oggetto e sul mondo, potere che il b. esercita con la mediazione del proprio corpo.

46 Una nuova esperienza Accompagnare l’oggetto come fosse l’intero corpo a essere teso verso la direzione del gesto; E’ come uscire dal proprio corpo ed esistere nello spazio; Per il b. vuol dire stare nel mondo, esistere, L’oggetto che meglio materializza questa posizione è la palla da lanciare o da calciare; Sono segni di apertura e comunicazione che il b. mette in atto con il mondo, allo stesso modo dei segni di chiusura quando tiene stretta la palla contro il suo corpo.

47 Lanciare la palla, un segno di apertura
Il lanciare sistematicamente la palla o altri oggetti è la conquista di uno spazio che al momento il b. non può ancora raggiungere con il corpo; La traiettoria dell’oggetto lanciato è il prolungamento del loro gesto, l’ingrandimento del loro spazio di azione.

48 La palla che rimbalza, incontrarsi con l’altro
Con la palla che rimbalza il b. non solo scopre le direzioni riferite su piani ortogonali del corpo, ma anche le proiezioni dello spazio che partono dal suo io per entrare nella dinamica dell’altro; Da tutto il mio corpo, a seconda di come lancio o come palleggio la palla, partono infinite traiettorie, l’altro può percepirle, contrastarle, incontrarle e prolungarle con ancora nuove traiettorie da imprimere alla palla con il proprio corpo. E’ la scoperta del gioco di squadra.

49 La propria aggressività come il desiderio di esistere
Il b. che ha scoperto di poter agire, prima sul proprio corpo e successivamente attraverso questo, sugli oggetti e nello spazio intorno a lui, ora vuole esercitarlo; Il suo desiderio sarà quello di essere riconosciuto dagli altri come soggetto che agisce libero dei suoi atti; Ma ben presto si renderà conto che ci possono essere degli ostacoli alla sua volontà (es. la palla che fugge e che non va dove noi vogliamo), alle quali reagirà manifestando tutto il suo disappunto, a volte con aggressività che non è altro che l’affermazione del proprio desiderio di esistere.

50 Nascita di un nuovo gioco
Riuscire a dominare e controllare la palla dal rimbalzo imprevedibile, saperla assecondare nel palleggio, nel rimbalzo e così via; E’ la nascita di un nuovo gioco che vuol dire abituarsi all0imprevisto cercando nuove forme di movimento; Il b. imparerà a confrontarsi con le difficoltà dell’oggetto, ma anche con le difficoltà dello spazio in relazione all’oggetto; Allo stesso modo saprà confrontarsi con l’altro, col gruppo e imparerà a conoscere a poco a poco i limiti della sua libertà.


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