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“Io e la geometria” Cianca Giovanna

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Presentazione sul tema: "“Io e la geometria” Cianca Giovanna"— Transcript della presentazione:

1 “Io e la geometria” Cianca Giovanna
Università Cattolica del Sacro Cuore - Milano Corso di “Matematiche elementari da un punto di vista superiore Avanzato” anno 2010 – 2011 Professore Giovanni Lariccia

2 Premesse Dopo la mia prima ricerca nel mondo matematico,eccomi qui a pensare, ma questa volta al mio mondo geometrico! Il mio percorso di riconciliazione con la matematica era iniziato con questa ricerca: perché penso che io e la matematica viviamo agli antipodi o perché comunque ci ignoriamo?

3 GEOMETRIA? Io e la geometria non ci ignoriamo, ma non ho comunque mai riflettuto sull’incidenza del mondo geometrico sulla mia crescita. Sarà quindi questa per me un’altra occasione importante. Lascerò traccia nelle prossime slide del percorso che da sola o in gruppo riuscirò a compiere, dopo aver pensato prima alla storia che mi ha portato fin qui.

4 Da bambina Se penso ai primissimi anni della mia vita mi viene in mente questo: per prima cosa gli spazi geometrici, devo averli vissuti inconsapevolmente fin nella vita intrauterina: Livello percettivo Raggomitolata su me stessa, immersa in un liquido caldo, contenuta dentro una sacca nutriente e confortevole che delimitava il mio spazio personale.

5 dentro – fuori Poi il momento della nascita, il passaggio stretto che mi ha spinto in una nuova dimensione spaziale. Il respiro, il contato, nuovi suoni, la vista, l’olfatto

6 L’orientamento L’odore il calore, prima ancora della vista sono stati maestri nel mio primitivo cammino di crescita. La memoria di queste esperienze è conservata nel mio patrimonio percettivo e sensoriale. Riesco a rievocarla solo se dimentico la dimensione più logica dell’esperienza spazio temporale costruita in seguito. Sento che comunque fanno parte in maniera prevalente del mio modo di orientarmi e di relazionarmi.

7 La scuola primaria Sicuramente il ricordo più geometrico che ho è legato ancora una volta al mio vissuto percettivo e al mondo ludico. A scuola elementare (la scuola primaria di adesso!) infatti studiai bene il cubo, il cono, la piramide, ma non ricordo i disegni dei libri o le spiegazione della maestra: di tutto questo niente! Ricordo invece le piccole attività laboratoriali con cartoncino, forbici e colori. Ricordo il piacere del fare bei lavoretti e la soddisfazione a lavoro concluso.

8 Scuole media e superiori
Alle scuole medie e superiori il mondo geometrico l’ho amato tanto nelle discipline di disegno ed educazione tecnica. Forme geometriche sottostanti riproduzioni realistiche o fantasiose. Forme geometriche realizzate con righello, squadra, compasso, goniometro, china.

9 Materia: storia dell’arte e disegno
Riproduzione a scelta tra i disegni del libro nelle scuole superiori. La vetrata: costruita su una struttura ben delineata con sottofondo artistico e geometrico. Scelta del colore: china nera e colorata.

10 Scomposizione e ricomposizione
Le forme geometriche e le linee tagliano lo spazio. I colori gradatamente riempiono gli spazi pieni e gli spazi vuoti Tecnica: puntinato.

11 Spazi, profondità, prospettiva, forme …
Disegno con tecnica del puntinato (divisione infinita dello spazio) – china nera. Disegno con tecnica simile al separatismo (tratti di china che creano le forme)

12 La matematica e la geometria
In matematica ricordo i problemi. Mi piaceva cercare le soluzioni. L’applicazione di leggi matematiche e le soluzioni stimolavano il mio ingegno, anche se non associo alla materia ricordi particolarmente piacevoli. Vivevo l’esperienza in maniera settoriale. Era tutto lì: le formule rimanevano troppo incollate al quaderno, come se la geometria e la realtà non si incontrassero a scuola.

13 Insegnanti positivi Il ricordo più piacevole legato alle figure educative del mio percorso scolastico risale alle scuole medie. Il professor Rizzuto sollecitava continuamente il mio intervento anche dal posto. Io intervenivo tanto, dando risposte e chiedendo spiegazioni. La discorso logico scientifico mi piaceva.

14 Insegnanti negativi Purtroppo il bilancio si sposta verso questa categoria nella mia esperienza. Perché: Maestre o professori incontrati a scuola non trasmettevano amore per la materia. La distanza tra la geometria applicata in classe e le applicazioni pratiche esperenziali non ha favorito in me la motivazione all’apprendimento e alla ricerca.

15 Extra - scuola L’applicazione inconsapevole e spontanea di conoscenze geometriche la ricercavo a casa tra i miei hobby artistici.

16 Geometria applicata Lavori di precisione, scardinamento di vecchie scatole dalle quali ricavare cartoni per realizzare cornici, scatolette porta gioie con tanto di specchietto incorporato o cassettini a scomparsa.

17 Scatola portalettere – cornice a libretto
Tubo con tappo porta pennelli

18 Geometria corporea e spaziale
Sport di precisione. Da bambina e poi da ragazza ho praticato prevalentemente uno sport: l’atletica leggera. Dopo una iniziale propensione alla corsa di lunghe distanze, mi sono prodigata in specializzazioni più tecniche, nelle quali sono indispensabili buone capacità di coordinamento, di collocazione spazio temporale in movimento: salto in lungo, corsa agli ostacoli, lancio del giavellotto.

19 Geometria oggi Oggi per me la geometria è ancora soprattutto spazialità. Nel lavoro ho applicato le mie conoscenze ed esperienze. Ho progettato laboratori extrascolastici con attività laboratoriali, lasciando ai bambini tanto spazio per la manualità e la creatività.

20 Il gioco Con i miei figli gioco e costruisco tanto e riproduco la stessa ricerca che da bambina facevo sulla pratica senso-motoria.

21 Laboratori Creatività, manualità, forme.
Manipolazione di tanti materiali con forma propria o forma data

22 Il puzzle e le forme

23 Luca, tre anni. Tempera a dita, carta ritaglio, forme e movimento.

24 Dopo il corso di matematica
Fantasia e forme con il tangram

25 Geometria – percezione di sé
Una collocazione spazio – temporale consapevole della mia persona, mi aiuta nei diversi contesti familiari e sociali in cui mi trovo a vivere o a viaggiare.


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