La presentazione è in caricamento. Aspetta per favore

La presentazione è in caricamento. Aspetta per favore

STRUMENTI E PROCEDURE PER L’INTEGRAZIONE

Presentazioni simili


Presentazione sul tema: "STRUMENTI E PROCEDURE PER L’INTEGRAZIONE"— Transcript della presentazione:

1 STRUMENTI E PROCEDURE PER L’INTEGRAZIONE

2 DIAGNOSI FUNZIONALE stilato dell’Unita Multidisciplinare dell’ASL a seguito di un iter che comprende: la segnalazione del caso al servizio di NPI del territorio, a cura della famiglia la diagnosi clinica effettuata dall’ASL la valutazione: tipo e gravità del deficit e potenzialità della persona L’ICF, Classificazione Internazionale del Funzionamento della disabilità e della salute, che sta penetrando nelle pratiche di diagnosi condotte dalle ASL, promuove un approccio globale alla persona, attento alle potenzialità complessive, alle varie risorse del soggetto, tenendo ben presente che il contesto personale, naturale, sociale e culturale, incide decisamente nelle possibilità che tali risorse hanno di esprimersi. È fondamentale la capacità di tale classificatore di descrivere tanto le capacità possedute quanto le performance possibili intervenendo su fattori contestuali. la sottoscrizione di un modulo da parte dei genitori in cui essi esprimono parere favorevole alla stesura della diagnosi funzionale. la stesura a cura dell’Unità Multidisciplinare dell’ASL (gruppo di esperti); tale documento viene consegnato ai genitori e da essi alla scuola e rappresenta l’atto formale che attiva le procedure dell’integrazione.

3 CONDIZIONE DI SALUTE (disturbo o malattia)
FUNZIONE CORPOREE STRUTTURE CORPOREE ATTIVITÀ PERSONALE (apprendimento, comunicazione, interazione, relazioni interpersonali, esecuzione di compiti) PARTECIPAZIONE SOCIALE (coinvolgimento in una situazione di vita sociale, civile e di comunità ) FATTORI CONTESTUALI AMBIENTALI FATTORI CONTESTUALI PERSONALI (stili di attribuzione, autostima, emotività, comportamenti problema, motivazione…)

4 Funzioni e strutture corporee
Funzioni corporee: sono le funzioni fisiologiche dei sistemi corporei, incluse quelle cognitive e psicologiche. Si riferiscono all’organismo umano nella sua interezza. Es. Funzioni mentali (attenzione, memoria, emozioni, linguaggio, calcolo, …) Strutture corporee: sono le parti strutturali o anatomiche del corpo, gli organi, gli arti e le loro componenti. Es.: strutture del sistema nervoso

5 Attività personali Riguardano la partecipazione ad azioni o l’esecuzione di compiti da parte di una persona Rappresentano la prospettiva personale del funzionamento Es. : apprendimenti di base (uso del linguaggio, lettura, scrittura, calcolo, controllare il proprio comportamento,…)

6 Partecipazione sociale
E’ il coinvolgimento e l’integrazione di una persona in una situazione reale di vita Rappresenta la prospettiva sociale del funzionamento Le restrizioni della partecipazione sono i problemi che un individuo può sperimentare nel coinvolgimento nelle situazioni di vita

7 Attività e Partecipazione Sono descritti in termini
di CAPACITÀ: abilità di eseguire un compito/azione senza l’influsso (positivo o negativo) di fattori contestuali e/o personali PERFORMANCE: l’abilità di eseguire un compito/azione con l’influsso (positivo o negativo) di fattori contestuali ambientali e/ personali 7 7

8 (barriere e facilitatori)
Fattori contestuali (barriere e facilitatori) AMBIENTALI: aspetti del contesto esterno di vita; hanno un impatto sul funzionamento della persona (ambiente naturale e sociale; altre persone in diverse relazioni, atteggiamenti e ruoli; sistemi sociali e servizi; politiche, regole) PERSONALI: fattori correlati all’individuo (età, sesso, classe sociale, esperienze di vita, aspetti psicologici, affettivi e comportamentali 8 8

9 ICF: conoscere per programmare comprendere il funzionamento
Osservare conoscere Comunicare Programmare 9

10 PROFILO DINAMICO FUNZIONALE

11 PRIMO DOCUMENTO DI PROGETTAZIONE DELL’INTEGRAZIONE
Redatto all’inizio dell’anno scolastico in collaborazione tra: GENITORI SCUOLA ASL ALTRE FIGURE che si occupano dell’alunno Per tutti gli alunni che frequentano: la prima classe / il primo anno di scuola dell’infanzia Per coloro che sono dichiarati in situazione di handicap per la prima volta, nell’anno scolastico precedente Deve essere consegnato alla segreteria prima delle vacanze di natale e inviato all’Ufficio Hc del UST nella primavera dell’anno solare successivo Finalità del documento: Raccolta delle osservazioni compiute in ambito familiare, specialistico – riabilitativo, scolastico ed extra – scolastico Individuazione di possibili percorsi per lo sviluppo dell’allievo e il monitoraggio del processo Nel Profilo Dinamico Funzionale che è un documento valido per più di un anno, devono essere indicati gli obiettivi a lungo termine, intesi come i risultati che si attendono dall’alunno dopo un processo di lavoro che si snoda nell’arco di circa tre anni.

12 PIANO EDUCATIVO INDIVIDUALIZZATO

13 Stilato dallo stesso gruppo di lavoro del PDF
Approfondisce in stretta continuità gli aspetti di programmazione didattica – educativa – riabilitativa e di socializzazione per l’anno scolastico in corso La compilazione inizia in parallelo alla programmazione della classe e si trasmette all’ufficio UST completo delle verifiche che è stato possibile realizzare entro la data di invio. Nel piano educativo individualizzato, documento annuale, vengono individuati gli obiettivi a breve termine che devono discendere direttamente da quelli previsti nel PDF, essere opportunamente graduati e facilmente verificabili. Nel PEI vengono inoltre segnalati: gli INTERVENTI SOCIO EDUCATIVI che comprendono gli interventi riabilitativi sia in orario scolastico, sia in orario extrascolastico. gli INTERVENTI EDUCATIVI TERRITORIALI con particolare attenzione alla metodologia di raccordo scuola/operatore l’INTERVENTO EDUCATIVO SCUOLA – FAMIGLIA che comprende: la descrizione delle aspettative della famiglia nei confronti dell’alunno, della scuola, degli insegnanti e la definizione degli obiettivi formativi condivisi. Va posta particolare attenzione all’esplicitazione e condivisione degli obiettivi formativi in quanto su di essi si costruisce la fiducia reciproca tra famiglia e scuola.

14 Negli assi del PDF occorre compilare le seguenti voci:
OSSERVAZIONE/DESCRIZIONE dell’alunno, ossia “cosa vedo che il bambino fa o sa fare” OBIETTIVI A LUNGO TERMINE ossia “cosa voglio che sappia fare dopo il mio intervento” STRUMENTI E PROPOSTE ossia “quali attività gli propongo” VERIFICHE intese come modalità di verifica del raggiungimento degli obiettivi prefissati Negli assi del PEI occorre compilare le seguenti voci: OBIETTIVI A BREVE TERMINE strettamente collegati agli obiettivi a lungo termine del PDF ATTIVITA’ realizzate/previste, congruenti con strumenti e proposte del PDF VERIFICA degli obiettivi a breve termine effettivamente raggiunti, “ossia cosa sa fare dopo l’intervento” RACCORDO CON LA PROGRAMMAZIONE DELLA CLASSE inteso per chi svolge attività diverse, almeno come punto di contatto con le attività svolte dai compagni, anche solo mediante la partecipazione alla cultura del compito che ogni insegnante curricolare è tenuto a trasmettere.

15 LA RICERCA DEL PUNTO DI CONTATTO
Conoscenza sempre più approfondita di abilità e deficit Semplificazione e riduzione degli obiettivi propri di ogni disciplina obiettivi a portata di apprendimento e facenti parte della disciplina Cultura del compito

16 RELAZIONE OSSERVATIVA

17 Viene richiesta esclusivamente per gli alunni che vengono certificati per la prima volta nel corso del presente anno scolastico. Ha lo scopo di mettere a fuoco informazioni pedagogiche che completino quelle fornite dalla diagnosi funzionale. Va stesa dalla scuola presso cui avviene l’iscrizione per il 2013/2014. Tale relazione dovrà essere redatta dai docenti curricolari, se l’alunno frequenta già la scuola senza certificazione. Se si tratta di un alunno di nuova iscrizione, la relazione dovrà essere stilata interpellando chi lo conosce (insegnanti della scuola precedentemente frequentata, genitori…) e realizzando momenti di accoglienza dell’alunno a scuola

18 PROGETTO DI VITA

19 inserimento lavorativo
scuola università volontariato amici associazioni PROGETTO DI VITA curanti famiglia

20

21 Il concetto di integrazione Il concetto di inclusione
La speciale normalità 21

22 INTEGRAZIONE considerata CONCETTO SISTEMICO
è un processo di accoglienza “aperto” comporta cambiamenti e accomodamenti reciproci da parte del bambino e del contesto (persone e ambiente) va costruita sulla base delle esigenze concrete ed originali della situazione, nella prospettiva della ricerca

23 GIOCO “DEL 15” 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 6 14 3 2 8 1 13 7 4 11 10 9 12 5 15

24 Di fatto l’INTEGRAZIONE è un concetto debole
è difficile far dialogare il singolo «diverso» con il contesto; si rischia il separatismo o l’assimilazione. Occorre attivare dinamiche di progettualità integrata a vari livelli (azioni e relazioni) all’insegna di condivisione, coordinamento, collaborazione

25 Allievo diversamente abile
Gruppo classe Allievo diversamente abile 25

26 Dalla logica dell’integrazione alla logica dell’inclusione
Integrazione: logica qualitativa; rapporto studente-contesto; lo studente “speciale” va sostenuto con interventi prevalentemente “tecnici” Inclusione: la diversità è la normale condizione dell’aula e della scuola; servizi per una popolazione plurale 26

27 MODELLI DI EDUCAZIONE SISTEMA DUALE UNIFICATO SISTEMA UNICO
Integrazione Educazione speciale integrata Integrazione di categorie di studenti (disabili, DSA, DDAI,…) Inclusione Educazione qualificata per una popolazione scolastica plurale La diversità appartiene a tutti

28 Cercare ALLEANZE significative
INCLUSIONE all’inglese: essere parte di qualcosa, sentirsi completamente accolti; essere parte della comunità a pieno titolo I principi di funzionamento e le regole del contesto devono essere formulati avendo presente l’eterogenea specificità degli studenti Modello della costruzione condivisa della conoscenza (community of learners) Approccio valoriale, progettuale, organizzativo rivolto ad un gruppo eterogeneo Cercare ALLEANZE significative 28 28

29 L’educazione inclusiva propone di modificare il sistema, l’organizzazione e le pratiche di insegnamento, in modo da farle corrispondere alle differenze degli studenti dall’adattamento dello studente , all’analisi delle barriere e dei facilitatori rispetto all’apprendimento e alla partecipazione

30 SPECIALE NORMALITA’ La specialità come riconoscimento dei bisogni e fornitura di risposte tecniche, ma separante e deprivante La normalità come riconoscimento di identità personale, attribuzione di valore, ma senza risorse specifiche La «speciale normalità» come…

31 SPECIALE NORMALITA’ Le aspettative, gli obiettivi, le prassi per tutti gli allievi, nessuno escluso, nelle ordinarie attività, che si arricchiscono di una specialità non comune, fondata su dati scientifici e richiesta dalla complessità dei bisogni educativi speciali

32 Come arricchire la normalità?
Portare alcuni principi tecnici efficaci all’interno delle normali prassi, specializzandole Passare da risposte speciali a bisogni speciali, a risposte e risorse normali che si sono modificate per rispondere a bisogni unici Occorrono nuove linee di evoluzione metodologico-didattica

33 Linee di evoluzione metodologico-didattica
Chi insegna: costruzione condivisa della conoscenza Come si lavora: alternanza lezioni, laboratori, apprendimento cooperativo, tutoring Come si apprende: strategie generalizzate di autoregolazione metacognitiva Come si interviene sui comportamenti problema: azioni di empowerment socio-affettivo e comunicativo Con chi ci si relaziona: creare alleanze nella scuola e con l’extrascuola

34 SPECIALE NORMALITA’ Diffondere presso i docenti il maggior numero di «specializzazioni» Assimilare nella quotidianità delle attività per tutti quei principi tecnici e speciali che la ricerca identifica, trasformando e migliorando la qualità inclusiva dell’offerta formativa per la generalità degli studenti

35 Le RETI di SOSTEGNO nella comunità scolastica
Lo studente I compagni (gruppi, tutoring) La famiglia I professionisti (specialista, tecnico della riabilitazione) Risorse umane La conduzione didattica Gli strumenti informatici , sussidi didattici Risorse ambientali

36 LA RETE DI SOSTEGNO A SCUOLA
sottolinea il ruolo delle persone nella costruzione del loro ambiente e nella elaborazione della trama di relazioni va gestita dalle persone direttamente coinvolte va elaborata in funzione delle persone destinatarie non deve indurre dipendenza dall’aiuto; deve potenziare le capacità della persona è un elemento naturale e permanente della comunità scolastica si rivolge a tutti


Scaricare ppt "STRUMENTI E PROCEDURE PER L’INTEGRAZIONE"

Presentazioni simili


Annunci Google