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Uscire da Babele Prof. Carlo Felice ricontrattare regole condivise 1.

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Presentazione sul tema: "Uscire da Babele Prof. Carlo Felice ricontrattare regole condivise 1."— Transcript della presentazione:

1 Uscire da Babele Prof. Carlo Felice ricontrattare regole condivise 1

2 Il curricolo 2

3 Che cosa intendiamo per “curricolo”?
insieme di proposte formative dotate di senso unitario e finalizzate all’acquisizione di competenze 3

4 Il termine curricolo indica il progetto formativo che un gruppo di insegnanti ha intenzione di sviluppare “è un tentativo di comunicare i principi e le caratteristiche essenziali d’una proposta educativa in forma tale da restare aperto a qualsivoglia revisione critica e suscettibile di una efficiente conversione in pratica” (Stenhouse). 4

5 5

6 In quanto è un progetto ciò che lo caratterizza è la dimensione dell’essere proiettato verso il futuro, ipotizzando situazioni, tattiche, procedure e risultati che sono presenti solo nell’intenzionalità dell’insegnante. 6

7 Assume la previsione come probabilità, di conseguenza, il progetto costituisce un processo di anticipazione che rappresenta un’ipotesi aperta. 7

8 Assume la prospettiva di prendere in considerazione il futuro nella sua imprevedibilità e tiene conto del ruolo che gioca il contesto educativo come costruttore di novità. 8

9 Organizza i saperi tenendo conto delle loro intersezioni.
Costruisce nodi, intersezioni e situazioni relazionali. Opera per decisioni ed errori, esperienze, narrazioni e storie. E’ negoziato condiviso e mutevole. 9

10 E’ autobiografico, in quanto la complessità dell’ ”evento” educazione è progettabile, cioè collocabile nel futuro, solo a condizione di partire necessariamente dal punto di vista e dall'agire dell’insegnante che in questo modo viene ad assumere la funzione di osservatore-progettista. Il punto di vista dell’insegnante e il suo agire rappresentano i codici interpretativi del progetto. 10

11 Il progetto viene ad articolarsi come un sistema complesso nel senso che Morin attribuisce al termine “complexus”, che “significa” ciò che è tessuto insieme …si ha complessità quando sono inseparabili i differenti elementi che costituiscono un tutto e quando vi è tessuto interdipendente, interattivo e inter-retroattivo tra l’oggetto di conoscenza ed il suo contesto, le parti e il tutto, il tutto e le parti, le parti tra di loro. La complessità è, perciò, il legame tra l’unità e la molteplicità”. 11

12 Si recita a soggetto: il “Canovaccio”
Si tratta di una progettazione “canovaccio”, una sorta di copione che diventerà poi la sceneggiatura effettiva nella attività didattica vera e propria. Va inteso come un canovaccio di tipo reticolare e flessibile che individua delle piste di lavoro, dei nodi concettuali che rappresenteranno dei punti forti del curricolo, delle metodologie di lavoro. 12

13 realizzazione in costante adattamento
canovaccio ipotesi aperta realizzazione in costante adattamento 13

14 Il curricolo progettato
14

15 formalizzazione Scuola secondaria secondo grado Scuola primaria
Scuola secondaria di primo grado Scuola dell’infanzia Campi di esperienza Aree disciplinari Assi 15

16 Area linguistico-espressiva
Asse dei linguaggi Asse storico sociale Area linguistico-espressiva Linguaggi creatività espressione I discorsi e le parole Area Storico- geografica Mondi quotidiani di esperienza del bambino Il corpo e il movimento Il sé e l’altro La conoscenza del mondo Area matematico-scientifico- tecnologica Asse matematico Asse scientifico tecnologico 16

17 Organizzazione del curricolo
Campi di esperienza I campi di esperienza sono luoghi del fare e dell’agire del bambino orientati dall’azione consapevole degli insegnanti e introducono ai sistemi simbolico-culturali. IL SÉ E L’ALTRO Le grandi domande, il senso morale, il vivere insieme 26 IL CORPO E IL MOVIMENTO Identità, autonomia, salute 27 LINGUAGGI, CREATIVITA’, ESPRESSIONE Gestualità, arte, musica, multimedialità 28 I DISCORSI E LE PAROLE Comunicazione, lingua, cultura 29 LA CONOSCENZA DEL MONDO Ordine, misura, spazio, tempo, natura 30 17 17

18 Non sono altro che dei modi di pensare
sistemi simbolico-culturali Non sono altro che dei modi di pensare Sono il modo in cui noi organizziamo l'esperienza. sono mediatori fra i soggetti ed il mondo 18

19 “Il significato di qualsiasi fatto, di qualsiasi proposizione o incontro è relativo alla prospettiva o al quadro di riferimento nei cui termini viene interpretato. (...) Le interpretazioni del significato riflettono non solo le storie particolari degli individui, ma anche le forme canoniche in cui una cultura ricostruisce la realtà. Niente è libero da influenze culturali, ma nemmeno gli individui sono semplici specchi della loro cultura. (...) La realtà ‘esterna’ o ‘oggettiva’ può essere conosciuta solo attraverso le proprietà della mente e attraverso i sistemi simbolici su cui la mente fa affidamento ”. Bruner 19

20 Sono i saperi, che tuttavia sono scritti in codice.
I saperi sono alla portata di tutti se uno ha le chiavi per accedere. I saperi non sono delle comunicazioni naturali, sono fortemente artificiali Questi codici vengono inventati dall'uomo attraverso un viaggio che è quello dell'istruzione. 20

21 Per essere comunicata l'esperienza ha bisogno di essere tradotta in un
Per parlare dell'esperienza la si traduce in simboli, la rappresento in modo tale da poterla comunicare. Per essere comunicata l'esperienza ha bisogno di essere tradotta in un linguaggio condiviso, che può essere un linguaggio verbale, musicale, motorio, posturale, matematico. Il linguaggio mi consente di ripensare l'esperienza, di riviverla e di anticiparla. 21

22 mediazione della persona e dell'istituzione che è la scuola.
I codici scritti sono codici che non s'imparano spontaneamente s'imparano tramite la mediazione della persona e dell'istituzione che è la scuola. 22

23 Il bambino piccolo usa il linguaggio della sua famiglia, usa le espressioni, i modi, gli atteggiamenti dei suoi genitori. 23

24 La scuola ci permette di andare verso un secondo circuito,
La scuola consente di uscire da questo linguaggio antropologico, connesso al vissuto La scuola ci permette di andare verso un secondo circuito, fatto da esperienze, di rappresentazioni, di linguaggi che consentono di elaborare esperienze mentali. 24

25 Una scienza arriva a tutti, se tutti possiedono quel codice.
I sistemi simbolici sono linguaggi molto estesi, molto diffusi che si rivolgono a molti "parlanti". Una scienza arriva a tutti, se tutti possiedono quel codice. 25

26 sistemi simbolico-culturali
La scuola è questo viaggio dal vissuto personale verso i linguaggi, le culture storiche e i sistemi simbolici condivisi in senso ampio. vissuto sistemi simbolico-culturali La scuola materna inizia questo viaggio ed è un viaggio che dura tutta la vita. 26

27 saperi spontanei saperi sistematici
linguaggi che consentono di elaborare esperienze mentali linguaggio antropologico, connesso al vissuto Mondi quotidiani di esperienza del bambino 27

28 saperi spontanei esperienza ruolo mediazione saperi sistematici 28

29 DAL ALL’ ALLE PREDISCIPLINARE AREA DISCIPLINE 29

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31 Sapere 31

32 INSEGNAMENTO SCOLASTICO
azione professionale mediante la quale si rende disponibile all’apprendimento dell’alunno la conoscenza ritenuta necessaria (e valida) INSEGNARE È EDUCARE MEDIANTE I SAPERI 32

33 scuola educa Saperi 33 33

34 È una dimensione dell’essere
Sapere È una dimensione dell’essere Può essere considerata come un deposito di conoscenza Ogni persona Che non finisce mai di crescere 34 34

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36 Dalla metafora dell’edificio
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37 Alla metafora del reticolo
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38 la conoscenza Il costruttivismo:concetti chiave
è il prodotto di una costruzione attiva del soggetto ha carattere situato la conoscenza si svolge attraverso particolare forme di collaborazione e negoziazione sociale processo ermeneutico 38 38

39 costruttivismo L’oggetto Il soggetto costruisce
Mentre costruisce se stesso 39 39

40 teorie I fatti sono La distinzione tra fatti e teorie è convenzionale
L’elaborazione dei fatti implica già una teorizzazione che li definisce come fatti 40 40

41 “I fatti sono teorie” significato
Vuol dire che niente è definibile come fatto di per sé al di fuori di una teorizzazione che ne dà il significato 41 41

42 Ciò che noi sappiamo è sempre relativo a qualche prospettiva, a un certo punto di vista
La conoscenza è “giusta o “errata”, alla luce della prospettiva che si è scelta 42 42

43 Cambiare la visione del mondo di questa persona
Cosa vorrebbe dire allora “insegnare qualcosa a qualcuno”? Altro non è che cercare di Cambiare la visione del mondo di questa persona 43 43

44 Cercare quindi di definire quali sono per lui i fatti, e proporre allora qualcosa di nuovo ma che rientra nelle sue definizioni di fatti. Non basta mettergli a confronto tutta una serie di cose nuove. Ma bisogna prima sapere che cosa è “nuovo” per lui. Quindi proporgli, attraverso dei “fatti”, delle teorie concorrenti alle sue; proporgli, attraverso un fatto, un modo di pensare diverso. 44 44

45 Conseguenze didattiche
Qualcuno che ci insegni a saltare da un modello all’altro insegnante Chiavi di lettura Percorsi possibili Altri modi di interpretare la realtà 45 45

46 competenza 46

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49 Itinerario scolastico
esperto apprendista novizio 49


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