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LA MAFIA Di Paolo Ciarfuglia, Giuseppe Germini, Karen Mazzola, Silvia Orioli, Fabio Seghetta e Benedetta Simonini (IV B)

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Presentazione sul tema: "LA MAFIA Di Paolo Ciarfuglia, Giuseppe Germini, Karen Mazzola, Silvia Orioli, Fabio Seghetta e Benedetta Simonini (IV B)"— Transcript della presentazione:

1 LA MAFIA Di Paolo Ciarfuglia, Giuseppe Germini, Karen Mazzola, Silvia Orioli, Fabio Seghetta e Benedetta Simonini (IV B)

2 STORIA 800’ Palermo (camorra napoletana e ‘ndrangheta calabrese) esportata stati uniti tra prima e seconda guerra mondiale e prende nome di Cosa Nostra Mafia arricchisce sfruttando vantaggi fine seconda g.m. (grazie contatti con consorella italo-americana) compito boss e banditi mafiosi controllare fermenti della popolazione dopo lo sbarco degli alleati 1943 LUCKY LUCIANO , SALVATORE GIULIANO CUPOLA mafiosa Anni della ricostruzione prende controllo appalti e subappalti edilizi ( “avvicinamento” e corruzione dei nuovi capi politici) “Nuova mafia “ diventa multinazionale del crimine Anni di sonno istituzionale e marcia mafia Primavera di Palermo (legge La Torre, pool antimafia, ovvero gruppo dedicato solo alle cosche mafiose composto da 4 magistrati tra cui Falcone e Borsellino) e successo Maxi processo Mafia Riorganizzazione mafiosa anni di stragi (morte Falcone e Borsellino) Anni novanta nuova ripresa forze ordine Giancarlo Caselli (molte condanne e arresti)

3 GIOVANNI FALCONE Giudice e magistrato “NON EROE PER VOCAZIONE MA SERVITORE DELLO STATO” fiducia nello stato-così-com’è Rigore matematico e precisione nella ricerca verità ( prove e verifiche continue) L’etichetta che gli rimarrà per sempre è quella di “NEMICO NUMERO UNO DELLA MAFIA” La sua eredità rimane al sistema operativo delle forze dell’ordine Uomo così scomodo solo per cercare il rispetto delle leggi

4 Testo Letto Il testo da noi scelto è «Cose di Cosa Nostra» di Giovanni Falcone, in collaborazione con Marcelle Padovani. In questo libro sono raccolte venti interviste al magistrato, e queste venti interviste sono raccolte in sei capitoli, ed è proprio in questo modo che abbiamo voluto strutturare il nostro lavoro, parlando di Cosa Nostra in sei macrocapitoli.

5 Violenze – 1 Cosa nostra ha a disposizione molti strumenti per l’uccisione, le tecniche per gli attacchi sono funzionali e semplici e le operazioni compiute non attirano attenzione poiché si sceglie sempre la via più breve e meno rischiosa (attentato all’Addaura ’89 contro Falcone salvatosi, ‘83 morto Chinnici) . Armi per le uccisioni: Una volta l’arma più usata era il fucile a canne mozze. Oggi si preferiscono armi a canna corta Gli attentati più complessi sono quelli compiuti con armi come il kalashnikov, il bazooka e il fucile lanciagranate, perché si può essere notati con molta facilità. L’aggressività è ingestibile, dominano l’omertà e l’obbedienza, quindi se si disobbedisce, si è un uomo morto.

6 Violenze – 2 I mafiosi lavorano razionalmente e senza grandi rischi, gli omicidi devono avvenire nel silenzio. Per questo due tipi di omicidi sono molto frequenti: Lupara bianca: strangolamento della vittima e dissolvimento del suo corpo nell’acido, quindi scomparsa della vittima senza tracce del cadavere e di sangue. Incaprettamento: polsi e caviglie vengono tirati dietro la schiena, la corda viene passata intorno al collo della vittima per lo strangolamento da sè, se intende divincolarsi. Il cadavere può essere trasportato senza problemi nel portabagagli di una macchina. Seconda guerra mafiosa, 1982, morte di Tommaso Buscetta organizzata dai Corleonesi Cosa nostra opera solo all’interno dell’organizzazione, è una società a modo suo, giuridica. Vuol fare arrivare il messaggio di avvertimento solo a chi di dovere e ricorre alla violenza in extrema ratio. Non si può disobbedire agli ordini imposti da Cosa Nostra, se si ordina di uccidere, si deve solo eseguire il lavoro senza replicare. «Lo stato non è all’altezza di fronteggiare un fenomeno del genere, occuparsi di indagini mafiose è come camminare in un campo minato.»

7 Morti Questi sono solo sei dei nomi di morti per mafia, la cui lista è lunga ben 20 pagine. Giovanni Falcone, attentato con bomba sull’autostrada; Paolo Borsellino, attentato con autobomba; Antonino «Ninni» Cassarà, attentato con AK-47; Giuseppe «Beppe» Montana, ucciso da un colpo di pistola; Francesca Morvillo, magistrato, moglie di Falcone, attentato con bomba sull’autostrada; Emanuela Loi, agente di scorta del giudice Paolo Borsellino, attentato con autobomba.

8 STRAGE DI CAPACI STRAGE DI VIA D’AMELIO

9 Messaggi e Messaggeri – 1
Il linguaggio utilizzato dalla mafia è un linguaggio particolare, con dei messaggi «criptati» che possono essere compresi solo da chi fa parte dell’organizzazione stessa. Giovanni Falcone riesce a comprendere questi messaggi grazie all’aiuto fornitogli dal pentito Tommaso Buscetta, paragonato dallo stesso Falcone a «un professore di lingue che ti permette di andare dai turchi senza parlare con i gesti». È proprio grazie al Buscetta che Falcone riesce ad interpretare un omicidio nella giusta direzione, ossia quella mafiosa.

10 Messaggi e Messaggeri – 2
Nel libro, Falcone racconta un interrogatorio con il pentito Tommaso Buscetta, a cui fece partecipare anche l’allora procuratore della Repubblica di Palermo, per trasmettere un segnale di considerazione a Buscetta. Infatti, per i mafiosi, è importante essere rispettati, prima ancora di rispettare; inoltre, un episodio significativo è quello in cui il Buscetta dice di aver finito le sigarette; a quel punto Falcone gli offre il suo, fissando la ripresa dell’interrogatorio per l’indomani. Il giorno dopo il Buscetta precisa che ha accettato il pacchetto perché era già aperto; se fosse stato chiuso, non lo avrebbe preso, perché sarebbe stato un segnale che Falcone intendeva umiliarlo. Da notare quindi quanto gli uomini d’onore siano «fissati» con i dettagli.

11 CONTIGUITA’

12 Giovanni Falcone analizza la personalità di Cosa Nostra, sottolineando quella che viene chiamata «doppia morale della mafia» che contrappone atti criminali ad una conformità alle tradizioni cristiane, ai valori della famiglia e ai valori fondamentali quali fedeltà o dignità. Possiamo vedere come alcune caratteristiche della mafia seguono appunto questi valori. Nella società mafiosa non vengono infatti accettate relazioni extraconiugali, un uomo d’onore è sempre tenuto a difendere la propria famiglia e, se non è contento del proprio matrimonio, deve comunque far in modo che moglie e figli siano rispettati; ogni azione irrispettosa per la famiglia deve perciò essere fatta con la massima discrezione. Non è accettato nemmeno il gioco d’azzardo in quanto altro sintomo di inaffidabilità. E’ condannato il suicidio, poiché si dimostra di non essere capaci di affrontare la durezza della vita. Un mafioso che dimostra insicurezza rischia di essere ucciso. Le donne ricoprono un ruolo essenziale, sono spesso affettuose e discrete e sostengono i propri mariti in ogni situazione. Un’altra caratteristica importante è la riservatezza e l’abitudine a nascondere i propri sentimenti in quanto questi appartengono alla sfera del privato e non c’è ragione di esibirli. Questo porta anche a non immischiarsi nei fatti altrui.

13 Falcone aggiunge che questa doppia moralità è comune a tutti i siciliani, e che non bisogna confondere la mafia con la mentalità mafiosa ovvero la mafia come attività criminale e la mafia come modo di essere; in effetti si può avere una mentalità mafiosa senza essere un criminale. La causa di questa doppia moralità si può trovare in fatti storici, in quanto si è sviluppata come un metodo di difesa per sopravvivere agli invasori che in Sicilia, nel corso della storia, sono stati frequenti. Per questo si è formato un temperamento fatto di apparente sottomissione alle tradizioni, unito ad un forte orgoglio, che porta ad assimilare qualsiasi novità ma in funzione di scelte volte ad interessi personali. Questo collegamento e somiglianza tra personalità e valori siciliani e mafiosi ci permette di comprendere la contiguità presente tra organizzazione e cittadini comuni. Lo stesso Falcone racconta di aver conosciuto e legato da bambino con futuri mafiosi.

14 Questa vicinanza tra mafia e cittadini è il principale motivo che permette alla mafia di avere protettori, complici, informatori o debitori di ogni tipo, gente anche dell’alta società che per intimidazione o di spontanea volontà decide di aiutare l’organizzazione mafiosa pur non facendone effettivamente parte. La mafia appare spesso agli occhi dei cittadini come una società di servizi che può occuparsi di ciò di cui non si occupa lo stato, non è un caso che quanto più lo Stato si indebolisce e si disinteressa dei problemi tanto più aumenta il potere dell’organizzazione mafiosa. La mafia però non è un’associazione di soccorso per la società ma un’organizzazione che agisce a spese della società. Collaborare con attività mafiose è un reato chiamato “Concorso esterno in associazione di tipo mafioso” che si realizza appunto con l'apporto di un contributo al perseguimento degli scopi illeciti di un'associazione di tipo mafioso senza però prender parte al sodalizio mafioso. La pena di questo reato però è tutt’ora fonte di grandi discussioni in quanto è difficile stabilire se chi decide di partecipare all’attività mafiosa sia una vittima o un effettivo criminale. Comunque sia, nel migliore dei casi, implica un riconoscimento dell’autorità mafiosa che viene posta al di sopra dell’autorità dello stato.

15 Il Rito

16 I Comandamenti

17 La Commissione o «Regione»
Gerarchie La Commissione o «Regione» Capo Famiglia Famiglia (50) Capo decina Uomo d’onore (10)

18 Paragoni Con Le Altre Mafie

19 Pentiti Si sente parlare molto spesso dei pentiti di mafia e di Cosa Nostra, ma non sempre si sa chi essi sono e cosa li ha spinti a tornare «sulla retta via». Falcone, nel suo libro, ci racconta i motivi del pentimento di tre «uomini d’onore», come Tommaso Buscetta, Francesco Marino Mannoia e Salvatore Contorno, rispettivamente per «voler pagare i propri debiti con la giustizia», «riconoscimento di aver imboccato la strada sbagliata nella vita» e «il voler uscire da un’associazione di infami». Ciò ci aiuta anche a comprendere che le parole, per gli uomini di Cosa Nostra, hanno un senso molto importante. I pentiti sono degli uomini che mettono a repentaglio la propria vita (in quanto possono essere uccisi in qualunque momento dai boss) per permettere alle forze dell’ordine di catturare gli appartenenti a Cosa Nostra.

20 Vecchia e nuova mafia e l’estorsione
Il profitto: ragion d’essere della mafia Vecchia e nuova mafia e l’estorsione All’inizio la mafia cerca di arricchirsi con l’estorsione, con la violenza, offrendo protezione in cambio di denaro, in seguito con il consumismo ha maggior bisogno di entrate… Vecchia mafia Inizia così la trasformazione del mafioso stesso in imprenditore: Investe denaro sporco in imprese illecite come il traffico di droga( no paura di perdite) Allarga suo raggio affari Non deve più offrire le protezioni di un tempo perché il denaro guadagnato illegalmente è direttamente suo Diminuzione estorsioni Nuova mafia Il mafioso entra nel mondo legale come lavoratore partendo dall’illegale

21 Per Falcone questo mafioso imprenditore è molto pericoloso:
“la criminalità organizzata, sulla quale noi non riusciamo ad esercitare un efficace controllo, può permettersi il lusso di passare ad attività più lucrose e apparentemente lecite mentre noi continuiamo a batterla nel vecchio terreno ( diminuzione del pizzo in realtà rivela dove la mafia è più forte)” Inizio: si chiedeva contributo negoziante per mantenere carcerati in cambio di protezione (Rapporto mafia e criminalità comune avverso) Estorsione o racket ( in gergo mafioso americano letteralmente “chiasso”) mezzo efficace per il controllo del territorio e il riconoscimento dell’autorità Ora: rappresenta solo un costo supplemanetare al negoziante poiché le famiglie mafiose hanno il dominio sul terreno e di conseguenza non serve più offrire una protezione in cambio ( rapporti con ladruncoli di città favorevoli, distolgono attenzione da loro crimini )

22 Parassitismo secondo falcone:
” in Sicilia per quanto uno sia intelligente e lavoratore, non è detto che faccia carriera, non è detto che ce la faccia a sopravvivere. La Sicilia ha fatto del clientelismo una regola di vita e la mafia finisce per far apparire come un favore quello che è il diritto di ogni cittadino.” Prima: “guardiana” estorto denaro da imprese altrui Ora:denaro proprio dell’imprenditore mafioso

23 La multinazionale del crimine e la droga
La Mafia e Cosa Nostra dagli anni 80’ cominciarono a dominare tutti gli affari illeciti che era possibile condurre al mondo in tutti i settori dell’economia: agricoltura, industria( trasformare oppio orientale in eroina), servizi(necessità di protezione nel mercato reso insicuro da loro stessi e nel commercio di droga e armi) e anche nella finanza RICICLAGGIO: OPERAZIONE DI PULIZIA DEL COSIDDETTO DENARO SPORCO VARI E DIFFICILE METODI: Portare denaro illegale verso paradisi fiscali roulette

24 “raramente i grandi flussi di denaro sporco coinvolgono un solo paese”
Grazie al riciclaggio di questo denaro Falcone è riuscito ad indagare e a vedere come moltissimi stati sono coinvolti nei vari traffici illegali. Egli si è servito di referenti per le sue indagini ( Banche Elvetiche, Francia e paesi europei) Grande movimento di capitali e spostamento continuo didenaro sporco ( es. pag.140) “raramente i grandi flussi di denaro sporco coinvolgono un solo paese”

25 Cosa Nostra si specializzò nel traffico in assoluto più lucroso, quello della DROGA creando un ponte tra Palermo e New York. Inizio mafia commercio droga come privato( quasi dominio assoluto), poi coinvolgimento con Stati Uniti, ed ora il traffico di droga è sempre più vasto e confuso; si vedono molto coinvolti anche cinesi portoricani, turchi, curdi e armeni. ORA COSA NOSTRA NON NE DETIENE IL MONOPOLIO NE IN ITALIA NE ALTROVE (pag 136) Perché clandestina? Affare illegale Restrizioni dei capitali per esportazioni Prudenza maggiore di spedizioneri e destinatari

26 Appalti e subappalti Anni ricostruzione dopoguerra, grazie al metodo di “avvicinamento “ ai nuovi capi politici, la mafia prese il controllo assoluto delle gare di appalto. Gli imprenditori mafiosi: Scoraggiano con violenza qualsiasi tipo di concorrente Non hanno norme di lavoro che li vincolano Controllano tutte le fasi di lavoro:”Chiunque si occupi di lavori pubblici, in Sicilia e nel Mezzogiorno in genere, sa benissimo di dover acquistare il materiale da tal fornitore e non dal talaltro”. Es. impresa Graci

27 “La Sicilia è una terra con una struttura statale deficitaria, e la mafia riempito il vuoto a suo vantaggio.” “la mafia è riuscita ad innestarsi nello sviluppo socioeconomico Siciliano deviandone gli effetti” Per Falcone l’unico modo per una convivenza civile è seguire e far rispettare le leggi , sennò è inutile rifugiarsi nell’illusione che lo sviluppo possa cancellare come per magia la mafia. “ siamo giunti al punto che qualsiasi intervento economico dello Stato rischia soltanto di offrire altri spazi di speculazione alla mafia e di allargare il divario tra nord e sud.” “…soltanto dopo la sconfitta della mafia che, ripristinando le condizioni minime per un’accettabile convivenza civile, permetterà di gettare le basi dello sviluppo futuro.” Per i partiti il Mezzogiorno è spesso solo un serbatoio di voti Il sud è condannato dalla Cee per innumerevoli danni e frodi es. agrumeti

28 «CI IMPEGNIAMO A EDUCARE I NOSTRI FIGLI NEL RISPETTO DEGLI ALTRI, AL SENSO DEL DOVERE E AL SENSO DELLA GIUSTIZIA. CI IMPEGNIAMO A NON ADEGUARCI AL MALCOSTUME CORRENTE, PRESTANDOVI TACITO CONSENSO, PERCHÈ “ COSÌ FAN TUTTI”. CI IMPEGNIAMO A RINUNZIARE AI PRIVILEGI CHE CI POSSONO DERIVARE DA CONOSCENZE E AIUTI “ QUALIFICATI”. CI IMPEGNIAMO A RICONOSCERE IL VALORE DELLA GIUSTIZIA ”PER TUTTI”, SUPERIORE AL NOSTRO INTERESSE PARTICOLARE. CI IMPEGNIAMO A NON CHIEDERE COME FAVORE CIÒ CHE CI È DOVUTO PER DIRITTO. CI IMPEGNIAMO A NON VENDERE IL NOSTRO VOTO ELETTORALE PER NESSUN COMPENSO. CI IMPEGNIAMO A RESISTERE, PONENDO FIDUCIA NELLA GIUSTIZIA , ALLE SOPRAFFAZIONI MAFIOSE. CI IMPEGNIAMO A NON DIMENTICARE GIOVANNI FALCONE E TUTTI I MORTI NELLA LOTTA CONTRO LA MAFIA E A RICORDARLI COME NOSTRI FAMILIARI PER NOI CADUTI.» Testo letto dai cittadini palermitani al funerale di Giovanni Falcone

29 Il Potere Di Cosa Nostra

30 “E ora cosa ci possiamo inventare per placare l’ allarme del paese?”
Ecco un quadro realistico dell’ impegno dello Stato nella lotta alla criminalità organizzata: emotivo, episodico e fluttuante.

31 “Cosa Nostra ha la forza di una Chiesa e le sue azioni sono frutto di una subcultura.”

32 Spesso si sono adottate tecniche palliative, in grado di calmare l’ opinione pubblica con un arresto magari, che per però nel grande sistema mafioso non sono riuscite a lasciare alcun segno.

33 Non si sconfigge la mafia con grandi ed eclatanti mosse, spesso la lotta migliore è la più silenziosa: va cambiata la mentalità delle persone; è la società che dal basso deve cambiare, adottando armi meno consuete ma più efficaci come la cultura.

34 “Impegno duro, continuo e quotidiano, senza bluff
“Impegno duro, continuo e quotidiano, senza bluff.” “Affrontiamo la mafia in modo tipicamente italiano, attraverso una proliferazione incontrollata di leggi ispirate alla logica dell’ emergenza.”

35 “Mai darsi per vinti. Perché quando i condannati verranno rimessi in libetà rimarrà comunque acquisito un risultato: la mafia può essere condannata e i suoi capi possono essere condannati.” Dunque la mafia è vulnerabile. Questa dimostrazione da una forza agli investigatori nella misura in cui dà la consapevolezza che i mafiosi sono uomini come gli altri.

36 “Serietà e dignità, fondamentali per la lotta alla criminalità organizzata.”
“ Professionalità significa anche avere la consapevolezza che le indagini non possono essere monopolio di un’ unica persona, ma frutto di un lavoro di gruppo. L’ eccesso di personalizzazione è il pericolo maggiore delle forze antimafia, dopo la sottovalutazione dei rischi. Bisogna essere invulnerabili.”

37 “È evidente che sia la mafia ad imporre le sue condizioni ai politici, e non viceversa. Essa infatti non prova, per definizione, alcuna sensibilità per un tipo di attività, quella politica, che è finalizzata alla cura di interessi generali. Ciò che importa a Cosa Nostra è la propria sopravvivenza e niente altro. Essa non ha mai pensato di prendere o di gestire il potere, non è il suo mestiere.”

38 “Non bisogna tuttavia credere che Cosa Nostra non sappia, in caso di bisogno, fare politica. L’ ha fatta alla sua maniera, violenta e spiccia, assassinando gli uomini che le davano fastidio.”

39 “Si muore generalmente perché si è soli o perché si è entrati in un gioco troppo grande. Si muore spesso perché non si dispone delle necessarie alleanze, perché si è privi di sostegno. In Sicilia la mafia colpisce i servitori dello Stato che lo Stato non è riuscito a proteggere.”

40 GRAZIE DELL’ATTENZIONE


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