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Corso di 1° livello - allievi

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Presentazione sul tema: "Corso di 1° livello - allievi"— Transcript della presentazione:

1 Corso di 1° livello - allievi
Organizzazione di una scuola nuoto, organizzazione delle attività natatorie, organizzazione di una struttura didattica articolata - organizzazione della singola lezione - sicurezza in piscina.

2 Organizzazione di una scuola nuoto
Norma corsi bisettimanali a giorni accoppiati l/g – m/v – bambini – adulti (tardo pomeriggio corsi misti). Corsi mono settimanali solo mercoledì, solo sabato, primi momenti del pomeriggio. Bambini piccoli (asilo = paperini) mono settimanali. Baby (fino a 3 anni) – mono settimanali sabato mattina – divisi fino a 1 e ½ e oltre fino a 3.

3 Organizzazione di una scuola nuoto
Vantaggi corsi bisettimanali sui mono, apprendimento maggiore, migliore e più duraturo. I corsi mono settimanali vengono giustificati dai mille impegni che gravano sui ragazzini, rientri catechismo, altri sport ect. Nei corsi mono settimanali è richiesto più impegno all’istruttore perché risulta più difficile la crescita omogenea del gruppo (le persone predisposte al nuoto si vedono di più). Corsi accelerati – caso particolare alta frequenza imparano più in fretta ma in maniera meno duratura.

4 Organizzazione di una scuola nuoto
Durata corsi 50’ – 5/10’ di ginnastica prenatatoria – 40’ di acqua. Ginnastica prenatatoria – funge da attivazione generica del sistema neuro muscolare – solitamente è fortemente snobbata specialmente dagli adulti e dai ragazzi più grandi che con le loro muscolature sono proprio quelli a cui farebbe meglio.

5 Figure presenti in una scuola nuoto
Direttore tecnico – da gli imput tecnici alla scuola nuoto, ne elabora i risultati, cerca di capire dove si può migliorare, svolge attività di supporto per gli istruttori, si occupa di problemi particolarmente gravi, pianifica l’organizzazione di brevetti gare ect., convoca gli istruttori. Capo istruttore – svolge la ginnastica prenatatoria, coordina gli istruttori, cura i rapporti con la segreteria e con i genitori (lamentele), attua gli spostamenti di vasca per rendere i gruppi omogenei, sistema i nuovi iscritti in base al loro livello, da suggerimenti ai nuovi istruttori, effettua le sostituzioni degli assenti.

6 Figure presenti in una scuola nuoto
Istruttore – deve saper gestire il gruppo (è diverso avere gruppo di paperini o di adulti cinquantenni), essere preparato, avere ben chiari gli obbiettivi della lezione e del percorso didattico a lungo termine, carismatico, puntuale, stimolante, ricordarsi che è lui che dirige il gruppo e non viceversa, paziente, buon comunicatore. AA.BB. – figura preposta al controllo del flusso di bagnanti e dello spazio acqua nei momenti di nuoto libero.

7 Figure presenti in una scuola nuoto
Allenatori – sono le persone che si occupano, a vari livelli, della squadra agonistica dell’impianto che, il più delle volte, è lo specchio fedele della scuola nuoto. Errori ricorrenti in atleti più o meno evoluti sono segno inequivocabile che nella scuola nuoto qualcosa non funziona a dovere perché il singolo caso non fa statistica, errori del 30-50%, delle persone (di un campione significativo) denotano un errore nell’impostazione di base che, molto probabilmente, non verrà più recuperato.

8 Istruttore - consigli per l’uso
Dovete conoscere il nome dei bambini e viceversa (fondamentale per infondere, soprattutto negli adulti, la convinzione di non essere numeri ma persone). Il migliore va fatto partire per primo e non in mezzo al gruppo – i bambini lavorano a circuito a parte momenti particolari. La spiegazione è collettiva, la correzione individuale. Siete gli istruttori di un gruppo di 8 bambini per 40’ non l’istruttore personale di uno ogni 5’ minuti. Non copiate esercizi a caso perché li vedete fare dall’istruttore vicino, usate la vostra testa oppure chiedete. Non parlate con le mamme dei bambini, c’è il capo istruttore per questo. L’istruttore solitamente sta fuori dall’acqua ma quando serve deve entrare. IL BUON ISTRUTTORE E’ UN MAGO DELLA SINTESI

9 Criterio classi aperte
A scuola vige il criterio delle classi chiuse quindi i 2000 stanno con i 2000 ect., omogeneità per età. In piscina vige il metodo delle classi aperte per cui i gruppi sono omogenei per livello per facilitare il lavoro dell’istruttore. Il vero discriminante è la paura perché il nuoto a livello coordinativo è facile, anzi facilissimo. I gruppi paperini vengono tenuti a parte perché l’apprendimento è fortemente diverso tra un gruppo di questo tipo ed uno in età scolare. Adulti evidentemente per classi aperte con qualche distinguo ( gruppi livello 0 età diverse con diverse paure dell’acqua, gruppi molto uniti, situazioni particolari ect.)

10 Criterio classi aperte - particolarità
Il gruppo è omogeneo per cui il percorso didattico è comune ed il lavoro dell’istruttore è facilitato. Il migliore traina il gruppo – emulazione (parte primo ma non è detto sia sempre la stessa persona). Bisogna capire che sono allo stesso livello natatorio ma hanno capacità motorie ed apprendimenti diversi ( se ci sono 2 anni di differenza è una cosa se ce ne sono 5 è un’altra). Non è un sistema ingessato ma mobile, quando un bambino si stacca in maniera sensibile dal gruppo bisogna farlo presente al capo istruttori che provvederà a spostare il bambino in un gruppo più congruo al livello del bambino stesso (se possibile).

11 Struttura del gruppo Il numero di bambini per istruttore è strettamente correlato con il livello e l’età del gruppo stesso. Solitamente più il gruppo è scarso e meno sono i bambini per istruttore. Si va dal rapporto 1 a 3 del corso baby (con genitore in acqua) all’ 1 a a 6 dei corsi paperini. Nei corsi bambini si parte da 1 a 6 per il livello 0 all’1 a 10/11 delle corsie centrali. Nel caso di gruppi problematici o con elementi particolari il numero può essere ridotto. Formazione dei gruppi - Il primo giorno dei corsi i gruppi vengono o richiamati nel posto dell’anno precedente oppure rifatti ex novo (accelerati)

12 Organizzazione della vasca
Ormai piscine mono vasca sono rarissime, solitamente le piscine sono a 2 vasche (piccola e grande). Sono abbastanza diffuse le piscine a 3 vasche per cui una piccola – media – grande (dimensioni –colorazioni corsie – bandierine – disposizione vasche). Le dimensioni e la posizione sono importanti per strutturare la didattica della scuola nuoto. Temperature diverse tra le varie vasche.

13 Struttura didattica - schema
La struttura didattica è uno schema di progressione articolato a cui la scuola nuoto si adegua. Ovviamente c’è una certa elasticità nell’applicare lo stesso perché ci possono essere delle situazioni particolari. Adottare una struttura didattica aiuta a calcolare, a colpo d’occhio, il livello dei vari gruppi, meno disordine = più sicurezza e omogeneità dei gruppi. Adottare una struttura didattica organizzata comporta che si possano passare i ragazzini tra i vari gruppi senza problemi.

14 Struttura didattica – in pratica (circa)
In vasca piccola ambientamento – scivoli – bracciate. In vasca media – dorso (affinare) stile con la respirazione, delfino. In vasca grande dal livello della media in su con l’insegnamento della rana. Più il gruppo è scarso e tanto più è vicino l’istruttore.

15 Organizzazione della vasca piccola
Solitamente in vp coesistono i paperini ed i bambini dei corsi in età scolare. Questi gruppi sono separati da un divisorio, solitamente costituito da una corsia ( paperini esploratori). Per eliminare sovrapposizioni i gruppi paperini fanno orari particolari in maniera di entrare ed uscire da soli e non in contemporanea con gli altri gruppi. Anche i gruppi paperini sono per livello, con l’istruttore in acqua.

16 Organizzazione della vasca piccola
Gli adulti solitamente mal digeriscono la vasca piccola perché si sentono limitati dalla profondità ed anche un po’ ridicoli (bisogna spiegargli le cose). Poca spinta idrodinamica perché c’è poca acqua. E’ l’unico punto del percorso didattico in cui l’istruttore è, oppure può essere, in acqua (dipende dal livello del gruppo). La finalità della vasca piccola sono quelle di far superare all’allievo la paura dell’acqua nonché di insegnare i primi rudimenti di movimento in acqua

17 Organizzazione della vasca piccola
I gruppi sono disposti in vp per livello crescente solitamente orientati verso la vasca di passaggio successiva. I gruppi non sono sempre divisi da corsie per cui bisogna vigilare per non “perdere” gli allievi. A dorso occhio alla testa (specialmente adulti). Il lavoro si svolgerà inizialmente in gruppo (primo ambientamento – sicurezza) per passare (quando cominciano a scivolare) al lavoro per gruppi (1/2 – gialli/verdi ect.).

18 Organizzazione della vasca media
I gruppi arrivano dalla vp sapendo fare dorso e qualche bracciata a stile libero (poca o nulla la respirazione). E’, solitamente, divisa in corsie (può essere usate come vp ampliata in casi eccezionali). Nelle laterali i gruppi più scarsi, nella/e centrali i gruppi migliori che arrivano fino ai 3 stili do/sl/df. Aumenta la profondità per cui qualche bambino potrebbe irrigidirsi per la paura. Il migliore della VP non sempre lo è anche nella vasca nuova.

19 Organizzazione della vasca media
Le prime volte è bene lavorare solo su una parte della corsia (5 – 7,5 – 10) introducendo il lavoro a circuito oppure, più avanti, parte della lezione con vasca intera e parte con ½ - Passaggio VP – VSUB da 6 metri a 15 metri vuol dire un aumento del 250% della distanza ma in realtà è maggiore perché la spinta cmq aiuta !!!!! PASSAGGI OBBLIGATI – grossa importanza ambientamento + cura tecnica cose semplici poi, senza indugi, si apprendono le tecniche + evolute (particolare attenzione alla posizione di scivolo a dorso, al dorso solo gambe con braccia sopra la testa, dorso doppio e ritmo respiratorio) - dorso vicino al muro nooooooo!!!

20 Organizzazione della vasca media
Cura tecnica del gesto perché si va verso l’automatizzazione dei movimenti di base ed è importante che negli schemi motori del bambino non entri il movimento sbagliato. prerequisiti RL – ritmo respiratorio e ritmica della nuotata – gSl r.f. capriole in acqua sia avanti che indietro – immersioni; I bambini non devono fare 30 metri ma 2 volte 15 metri (lo sveglio/a deve stare davanti) Nel livello massimo di questa vasca i bambini devono essere pronti per stare in vasca grande. Inizio del lavoro con i tuffi.

21 Organizzazione della vasca grande
Si lavora a circuito tenendo la destra. Nelle laterali, se ci sono 2 gruppi, si può lavorare in maniera alternata cioè sulla vasca intera ( gruppi di buon livello) coordinandosi tra istruttori. Se i gruppi non sono particolarmente evoluti si lavora a circuito sulla mezza vasca (oppure lezione mista 50% - 50%).

22 Organizzazione della vasca grande
Nelle laterali, in caso di prevalenza di un gruppo su un altro la corsia si divide in maniera asimmetrica. Vedere i difetti in corsia centrale non è facile, serve esperienza – vedere (facile) capire (difficile) spiegare (!!!!!!). Possono esserci dei momenti in cui coesistono gruppi di scuola nuoto e nuoto libero (ai primi le laterali).

23 Il passaggio di vasca Fase necessaria per fare evolvere un gruppo.
Può essere momentanea o permanente. Oltre alle questione riguardanti la sicurezza ci sono risvolti psicologici importanti. Gli adulti solitamente sono gratificati, i bambini tra il gratificato ed il timoroso. Ricordarsi che la temperatura dell’acqua diminuisce con il passaggio a vasche più grandi. Nelle fasi di passaggio l’obbiettivo è rendere sicuro il gruppo, nuovi insegnamenti di abilità motorie vengono dopo – PERCHE’ ????.

24 Il passaggio di vasca piccola - media
Può essere fatto per questioni di spazio, scambio con altro gruppo oppure perché il gruppo ha raggiunto un buon livello. Nella vasca media non usare tutto lo spazio ma circa metà vasca per non far decadere la tecnica. Di solito non c’è bisogno del bastone però in presenza di bambini molto piccoli può essere richiesto il bastone di salvataggio.

25 Il passaggio di vasca media - grande
Può essere fatto questioni di spazio, scambio con altro gruppo oppure perché il gruppo ha raggiunto un buon livello. Nella vasca grande solitamente si usano 5/6 metri per non far decadere la tecnica e per questioni di sicurezza. C’è bisogno del bastone anche se adesso l’obbiettivo di renderli autonomi in acqua dovrebbe essere facilmente raggiungibile. Attenzione il salto di temperatura è notevole per cui bisogna farli muovere molto. Mai far staccare dal bordo più persone contemporaneamente ( gli altri fanno bolle) e controllare che non lo facciano volontariamente.

26 Le situazioni particolari
Gruppo in vasca grande/media per mancanza di spazio. Si prende il gruppo con l’altezza media più alta e si fa un passaggio forzato. La parte riguardante l’ambientamento dovrà essere ripetuta all’ossessione perché il gruppo lavorerà in condizioni non ottimali. Sicurezza prima cosa per la piscina e per i bimbi.

27 Le situazioni particolari
Le sostituzioni – se verrete chiamati per sostituire un istruttore assente arrivare con congruo anticipo (almeno 10/15’) per informarsi del livello dei vari gruppi ed eventualmente prepararsi ( costume ect.). Le assenze improvvise – può succedere che il gruppo a fianco del vostro risulti “scoperto” per i motivi più vari non fate altro che avvicinare i 2 gruppi e farli lavorare insieme richiamando (senza abbandonarli) l’attenzione del capo istruttori.

28 La posizione dell’istruttore
L’istruttore non ha 2 occhi ma bensì 56. Deve riuscire a controllare tutti i suoi allievi e ciò sia in vp che in vm e vg. E’ di fondamentale importanza non girare le spalle al gruppo (errore ricorrente di molti istruttori anche esperti). In caso di problemi non abbandonare il gruppo ma cederlo ad un collega oppure richiamare l’attenzione del c.i.

29 Incidente – una parola molti concetti
Purtroppo accade spesso che piccoli incidenti vengano trattati da genitori ed istruttori in maniera esageratamente ansiogena. Se avete dei dubbi chiedete al vostro capo istruttore che, avendo più esperienza, saprà consigliarvi. Non sottovalutate nessuna contusione in piscina perché voi pensate di vedere tutto in realtà se siete bravi vedete il 30/40% di quello che succede (e le prime volte non siete bravi). E’ fondamentale per spegnere sul nascere i dubbi dei genitori giocare d’anticipo mentre, viceversa, è brutto che sia il genitore che viene a chiedere spiegazioni su un incidente, piccolo o grande, in piscina ( da il senso di bambini abbandonati a se stessi e non è così).

30 Sicurezza – incidenti in piscina
Annegamento. Traumi ext. ( sul piano vasca) – mai dire fermo. Traumi ext. ( tuffi ). Dita su corsie ( non abbassarle). Denti. Escoriazioni varie. Infezioni cutanee.

31 Sicurezza – momenti a rischio
Tutti quelli in cui c’è confusione : Inizio e fine turno - i bambini prendono il posto in vasca o in doccia (genitori sigh!!). Passaggi di vasca. Tuffi (posizione istruttore) rapporto profondità vasca – peso soggetto. Gruppo scoperto. Problemi di un bambino (sangue da naso), gruppo abbandonato.

32 Attrezzature accessorie
Prima regola non devono essere sparse per la vasca tipo quadro naift. A fine turno devono essere riposte o cmq messe in ordine ( non dobbiamo allenare nessuno per i 3000 siepi). Hanno delle finalità, per cui non vanno usati a caso ma con cervello e, soprattutto, con cognizione di causa.

33 Attrezzature accessorie
Bombolotti – allungano la bracciata, aiutano a concentrarsi sulle braccia – potenziamento. Tavolette – uso didattico e/o potenziamento, molto importante perché uomo animale terrestre. Tondi ludi – paperini, cavalluccio, moto ect. Tappettoni – uso ludico, occhio alla profondità della vasca. Scivoli – in VP solo seduti, con più acqua anche in maniera diversa. Bastone – prolungamento della mano istruttore da usare dove c’è pericolo.


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