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Dott.ssa Maria A. Longo Ascoli Piceno 23 maggio 2013.

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Presentazione sul tema: "Dott.ssa Maria A. Longo Ascoli Piceno 23 maggio 2013."— Transcript della presentazione:

1 Dott.ssa Maria A. Longo Ascoli Piceno 23 maggio 2013

2 … esigenze educative speciali nella prospettiva di una scuola sempre più inclusiva e accogliente….. D.M. 27/12/2012 C M n. 8 del 6/3/2013 Bisogni Educativi Speciali

3 Categoria che comprende: disabilità; disturbi dello sviluppo ; condizioni di svantaggio (famigliare, socioeconomico, linguistico,culturale, etc) Ma cosa sono i….BES?

4 Riferimenti legislativi BES: D.M. 27/12/2012, C M n. 8 del 6/3/2013, Disabilità: Legge 104/92, DPR 24/2/96,DGR 227/2010 DSA : legge 170/2010, L.R. n°32 del 19 novembre 2012. Consensus Conference (2007); P.A.R.C.C. (2011)

5 DISABILITA’ … sappiamo tutti cos’è? Menomazione (Impairment) Qualsiasi perdita o anormalità a carico di una struttura o una funzione psicologica, fisiologica, anatomica Disabilità (Disabilities) Limitazione o perdita (conseguente a menomazione) della capacità di compiere una attività nel modo e nell’ampiezza considerati normali Handicap Condizione di svantaggio conseguente a una menomazione o a una disabilità che limita o impedisce l’adempimento del ruolo normale per tale soggetto, in relazione all’età, al sesso, ai fattori socioculturali.

6 Condizioni di salute Sistema complesso ICF 2001 Fattori ambientali Fattori personali Strutture&Funzionicor poree ( Menomazione) Attività ( Limitazione) Partecipazione(Restrizione)

7 disturbi specifici del linguaggio, o nelle aree extraverbali ….coordinazione motoria, disprassie e disordini visuo-spaziali e ….. disturbi specifici di apprendimento, disturbi attentivi, funzionamento cognitivo limite BES… Disturbi dello sviluppo

8 Disturbi del Linguaggio I disturbi specifici del linguaggio si esprimono attraverso prestazioni linguistiche inferiori a quanto atteso dal soggetto per età, intelligenza e scolarità: Disturbi dell’articolazione(dislalie, disartrie, disturbi specifici di programmazione fonologica) Disturbo del linguaggio espressivo (problemi lessicali sintattici, narrativi) Disturbo misto espressivo/recettivo (comprensione)

9 Pragmatica Semantica Fonetica/Fonologica Suono Significato Contesto Lessico Sintassi Grammatica Conversazione Funzioni comunicative Discorso BES o Disabilità? linguaggio e suoi sottosistemi 9 Grammatica Morfologia

10 BES o Disabilità?? Disturbi non verbali Con difficoltà di : Processazione stimoli visivi Memoria visiva Rappresentazione visuo-costruttiva Disegno e grafia Calcolo, geometria, geografia (e tutto ciò che concerne la rappresentazione spaziale) Mantenimento dell’attenzione Rappresentazione mentale

11 Problemi con Nuove situazioni Velocità nel processare informazioni Rigidità di pensiero Interpretazione concreta Perfezionismo Immagazzinamento inconsistente nella memoria di lavoro Deficit Visuo-Spaziali e difficoltà ad organizzare le informazioni

12 La legge 170/2010 riconosce e definisce i disturbi specifici di apprendimento “DSA”, dislessia, disgrafia, disortografia, discalculia, che si manifestano in presenza di capacità cognitive adeguate, in assenza di patologie organiche accertate che possono costituire una limitazione all’integrazione scolastica dell’alunno in tali condizioni interferendo sulle sue condizioni prestazionali e sul suo sviluppo emotivo – affettivo Disturbi Specifici di Apprendimento

13 diagnosi di Disturbo Specifico di Apprendimento quando, a test standardizzati di lettura, scrittura e calcolo, il livello di una o più di queste tre competenze risulta di almeno due deviazioni standard inferiore ai risultati medi prevedibili, oppure l’età di lettura e/o di scrittura e/o di calcolo è inferiore di almeno due anni in rapporto all’età cronologica del soggetto la prevalenza dei disturbi specifici di apprendimento (dislessia, disgrafia e disortografia, discalculia) viene posta dalla maggioranza degli autori tra il 2 ed il 5%. DSA…cosa sono

14 Non sono un deficit intellettivi (ma nei soggetti borderline si riconosce disabilità) Non sono deficit strumentali-percettivi a livello uditivo-visivo Non dipendono da una condizione di svantaggio socio-ambientale o dalla difficoltà di integrazione multiculturale DSA…cosa “non” sono

15 Criteri di inclusione/esclusione Inclusione: - leggere/scrivere/far di conto con difficoltà significativa Esclusione: - non avere istruzione o condizioni socioculturali inadeguate - non avere deficit intellettivi - non avere deficit neurologici - non avere deficit sensoriali

16 Lettura è decifrare dei segni arbitrari (i grafemi), disposti secondo una sequenza ordinata nello spazio, in suoni (i fonemi)  decodifica

17 Dislessia Disturbo che si esprime nella correttezza e la rapidità con cui avviene la decodifica Riguardo la correttezza di lettura alcuni degli errori tipici sono di tipo visivo: scambio di lettere che hanno tratti visivi simili o speculari ( “m” con “n”, “b” con “d”, “p” con “q” etc), oppure errori di tipo fonologico con scambio di lettere che hanno la stessa “radice” (“f” con “v”, “c” con “g”) etc.

18 Disturbo di comprensione del testo Il Disturbo della Comprensione Testo Scritto: rappresenta una difficoltà specifica di comprensione, non dipende dalla decodifica ma di difficoltà di accesso lessicale non è associato ad altri problemi di ordine più generale e quindi non preclude gli studi ma li rallenta, li rende più difficoltosi, si ripercuote negativamente sui risultati ed influenza pesantemente le scelte scolastiche dei ragazzi

19 Disturbo di comprensione del testo Vi possono anche essere deficit nella comprensione della lettura evidenziati da: - un’incapacità di ricordare le cose lette - un’incapacità di trarre conclusioni o inferenze del materiale letto - un uso di conoscenze di carattere generale piuttosto che di informazioni derivanti dalla lettura nel rispondere a quesiti su quanto letto

20 Disgrafia Prestazione scadente dal punto di vista della grafia: tracciato incerto, inadeguato nella forma e nelle dimensioni e quindi difforme rispetto alle convenzioni della scrittura in soggetti di intelligenza normale, privi di danni neurologici

21 Disortografia errori nella parola, nella frase e nel periodo, analoghi a quelli commessi nella lettura: nel linguaggio scritto si ritrovano nella parola elisioni, sostituzioni, inversioni, assenza di doppie; nella frase e nel periodo si ritrovano alterazioni della struttura sintattica, cattivo uso di tempi e modi verbali, elisione di parole, disordine temporale nella descrizione degli eventi; a volte non si separano le parole e si usa in maniera errata la punteggiatura;

22 Disturbi del calcolo Prestazioni aritmetiche significativamente al di sotto del livello atteso in base alla sua età, al suo livello intellettivo generale e alla sua scolarizzazione. Capacità visuo spaziali e visuo percettive compromesse, mentre sono buone quelle uditivo verbali Incapacità a comprendere i concetti alla base di particolari operazioni aritmetiche Mancanza di comprensione dei termini o dei segni matematici Mancato riconoscimento dei simboli numerici Difficoltà ad attuare le manipolazioni aritmetiche standard

23 Disturbi del calcolo - difficoltà ad allineare correttamente i numeri o a inserire decimali o simboli durante i calcoli - difficoltà a comprendere quali dati sono pertinenti al problema aritmetico in esame - difettosa organizzazione spaziale dei calcoli aritmetici - incapacità di apprendere in modo soddisfacente la tabelle della moltiplicazione

24 I Disturbi Specifici dell’Apprendimento possono essere caratterizzati come un insieme variegato di sindromi con alcuni elementi di sovrapposizione (Cornoldi, 1991)

25 Sistema del PENSIERO SOCIALE Sistema del PENSIERO SOCIALE Sistema del PENSIERO SUPERIORE Sistema del PENSIERO SUPERIORE Sistema MOTORIO Sistema MOTORIO Sistema di controllo dell’ATTENZIONE Sistema di controllo dell’ATTENZIONE Sistema di Ordinamento SEQUENZIALE Sistema di Ordinamento SEQUENZIALE Sistema di Ordinamento SPAZIALE Sistema di Ordinamento SPAZIALE Sistema MNEMONICO Sistema MNEMONICO Sistema LINGUISTICO Sistema LINGUISTICO. 25 c’è comorbilità??

26 Funzionamento cognitivo limite (o borderline), che corrispondono intorno al 2,5% dell ’ intera popolazione scolastica (BES) in co-morbidit à con DSA vengono segnalati per insegnamento individualizzato (Disabilit à )

27 Problemi di controllo attentivo e/o dell’attività, spesso definiti con l’acronimo A.D.H.D. (Attention Deficit Hyperactivity Disorder), corrispondente all’acronimo che si usava per l’Italiano di D.D.A.I. – Deficit da disturbo dell’attenzione e dell’iperattività, da causa neurobiologica, provoca difficoltà di pianificazione, di apprendimento e di socializzazione con i coetanei incidenza circa l’1% della popolazione scolastica. tra BES e disabilità: disturbi attentivi e del comportamento

28 Svantaggio Socio – ambientale lutti malattie dei familiari abbandoni carenze affettive traumi/ abuso conflittualità genitoriale separazione e divorzio disastri naturali incidenti stradali o domestici cambio di abitazione e residenza immigrazione, difficoltà economiche isolamento sociale

29 COMORBIDITA’ frequenti disturbi emozionali secondari !!

30 DISTURBI EMOZIONALI I bambini depressi vengono raramente identificati!!

31 Negli ultimi anni si è assistito ad un incremento della frequenza dei disturbi dell’umore in età evolutiva. Dati epidemiologici emersi da alcuni studi internazionali (Dubini et al, 2001) e nazionali (Faravelli et al, 1990) evidenziano che i disturbi emotivi (disturbi d’ansia e disturbi depressivi) presentano nella popolazione generale una prevalenza media del 2.5%. La prevalenza del Disturbo Depressivo Maggiore (DDM) è stimata tra l’1.8% e il 2.5% in età prepubere e tra il 2.9% e il 4.7% negli adolescenti. la prevalenza del Disturbo Distimico (DD) è stimata tra lo 0.6% e l’4.6% nei bambini e tra l’1.6% e l’8% negli adolescenti (Esser et al, 1990; Fleming et Offord, 1990; Cooper et Goodyer, 1993; Lewinshon et al, 1993; Polaino-Lorente et Domenech, 1993, Brent et al, 1995; AACAP, 1998; Kessler et al, 2001; Nobile et al, 2003). Il rapporto maschio-femmina è 1:1 nei bambini, 1:2 negli adolescenti (Fleming et Offord, 1990; Angold e Rutter, 1992).

32 sintomi cognitivi: autosvalutazione e perdita di autostima senso di colpa, disperazione, pessimismo, idee di rovina difficoltà di attenzione e concentrazione indecisione, inibizione, lentezza ideativa ideazione vischiosa, ossessiva, idee di morte perdita della temporalità, assenza di prospettiva Depressione infantile

33 sintomi emozionali: umore depresso e melanconia, noia umore collerico o irritabile, rabbia immotivata mancanza di piacere nelle attività tendenza al pianto, perdita di allegria non sentirsi amato, commiserazione paure immotivate, ansia di separazione mancanza di speranza e senso di inutilità Depressione infantile

34 sintomi comportamentali chiusura o isolamento sociale, turbe relazionali condotte oppositive o aggressive, fughe, furti, docilità e passività eccessiva aspetto trascurato nell’igene o abbigliamento turbe del comportamento alimentare ideazione e il comportamento suicidario peggioramento delle prestazioni scolastiche Depressione infantile

35 sintomi psicosomatici affaticamento e astenia, malessere diffuso cambiamento dell’appetito e/o del peso dolori e i malesseri aspecifici e indistinti disturbi del sonno (insonnia/ipersonnia) rallentamento o agitazione psicomotoria cefalea o emicrania, vertigini disturbi digestivi, alopecia, disturbi immunitari Depressione infantile

36 BES: Da dove cominciare? Tutti gli alunni che presentano in generale difficoltà di apprendimento possono presentare: difficoltà nelle relazioni con i compagni (rifiuto, scherno, emarginazione conseguente non solo al rifiuto del diverso ma anche alle scarse possibilità del soggetto di inserirsi, di partecipare in maniera adeguata alle attività dei compagni) scarsa autostima, sensazione impotenza appresa, scarsa motivazione che si alimentano in un circolo continuo aspetti non di secondaria importanza in quanto incidono sul benessere del bambino e quindi anche sul suo rendimento (circolo vizioso)

37 COSA SI PUO’ FARE Conoscere il bambino e le sue difficoltà, utilizzando anche test di ingresso specifici (su autostima, relazioni sociali, autopercezione, motivazione, idee sulla scuola) Valorizzare il bambino nelle sue attività, apprezzando non solo i progressi ma anche il suo impegno, la sua determinazione, il suo desiderio

38 Individuare il focus della difficoltà di apprendimento del bambino (PDP) facendo riferimento alla diagnosi fornita dai servizi sanitari) Proporre un intervento in continuità con ciò che la famiglia sta già facendo (lavorare il più possibile in equipe con le figure professionali di riferimento del bambino)

39 L’OBIETTIVO non è individuare un programma “ridotto” da far seguire al bambino, ma un programma “ mirato” ad affrontare in maniera adeguata la didattica, che sia compatibile con il problema presentato dal bambino

40 BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI DISABILITA’ DSA QUALI STRUMENTI PER L’INCLUSIONE?

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