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La Misericordia all’opera ciclo di catechesi su le opere di misericordia corporali e spirituali.

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Presentazione sul tema: "La Misericordia all’opera ciclo di catechesi su le opere di misericordia corporali e spirituali."— Transcript della presentazione:

1 La Misericordia all’opera ciclo di catechesi su le opere di misericordia corporali e spirituali

2 2 Preghiera allo Spirito Santo (Liturgia di Bose) Spirito di saggezza e di discernimento, Spirito di Cristo sapienza di Dio, rischiara il nostro cammino. Spirito di giustizia e di umiltà, Spirito di Cristo amico dei poveri, ispira le nostre scelte.

3 3 Spirito di pace e di unità, Spirito di Cristo amico dei peccatori, converti le nostre vite. Spirito di coraggio e di perseveranza, Spirito di Cristo il testimone fedele, rendi saldi i nostri cuori. Spirito di misericordia e di fuoco, Spirito di Cristo dolce e mite di cuore, fa’ di noi la dimora di Dio. Amen

4 4 2° incontro La tradizione delle opere di Misericordia

5 5 osservazioni generali

6 6 perché questo nostro riflettere

7 7 È mio vivo desiderio che il popolo cristiano rifletta durante il Giubileo sulle opere di misericordia corporale e spirituale. Sarà un modo per risvegliare la nostra coscienza spesso assopita davanti al dramma della povertà e per entrare sempre di più nel cuore del Vangelo, dove i poveri sono i privilegiati della misericordia divina. (MV16)

8 8 si basano sulla concretezza della Misericordia

9 9 la misericordia di Dio non è un’idea astratta, ma una realtà concreta (MV 6) Per sua stessa natura [l’amore] è vita concreta: intenzioni, atteggiamenti, comportamenti che si verificano nell’agire quotidiano (MV 9)

10 10 L’Amore è concreto !! L’Amore mostratoci da Gesù L’Amore al quale siamo chiamati

11 11 Nella Bibbia la misericordia non è semplicemente un'emozione, un fremito delle viscere di fronte al soffrire altrui: essa nasce come acuta risonanza in me del soffrire altrui, ma diventa poi etica, prassi, virtù (FC p.57)

12 12 "Come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri" (Gv 13,34); "Questo amore non può che essere concreto e visibile, effettivo e non semplicemente affettivo, operativo e pratico e non solo intimo e inespresso. (FC p.58)

13 13 "Non amiamo a parole, né con la lingua, ma con i fatti e nella verità (in opere et veritate)“ (1Gv 3,18)

14 14 La misericordia deve vedersi e da farsi nei gesti e negli atteggiamenti

15 15 riguardano anima e corpo

16 16 alla concretezza si deve unire la completezza = con tutto noi stessi = attenzione a tutto l’uomo

17 lo si deve alla Misericordia come dimensione che abbraccia tutto noi stessi

18 18 Apriamo i nostri occhi per guardare le miserie del mondo, le ferite di tanti fratelli e sorelle privati della dignità, e sentiamoci provocati [nel cuore] ad ascoltare il loro grido di aiuto. Le nostre mani stringano le loro mani, e tiriamoli a noi perché sentano il calore della nostra presenza, dell’amicizia e della fraternità (MV16)

19 lo si deve per fedeltà e rispetto della persona che è fatta di spirito, anima e corpo

20 20 L'elemosina viene fatta solo con il denaro, le opere di misericordia con il denaro e con tutta la persona; l'elemosina viene fatta solo al povero, le opere di carità vengono fatte sia ai poveri che ai ricchi; l'elemosina viene fatta solo ai viventi, le opere di carità riguardano sia i vivi che i morti ; (dal Talmud Babilonese) (FC p. 60)

21 21 Questo testo giudaico è particolarmente importante perché sottolinea la vera portata delle opere di misericordia: "Non si può praticarle se non ci si innalza dal piano dell'avere a quello dell'essere. Per praticarle bisogna impegnarsi personalmente. (FC p.60)

22 …Guai a noi se a poco a poco finissimo col pensare alla Sposa di Cristo come a una sorta di ente assistenziale o come a un surrogato e a un coadiuvante della Croce Rossa Internazionale. lo si deve alla Chiesa

23 23 una caratteristica che da Dio passa a noi… figli

24 24 “Paziente e misericordioso” è il binomio che ricorre spesso nell’Antico Testamento per descrivere la natura di Dio (MV 6)

25 25 Misericordioso e compassionevole è il Nome di Dio (Es 34,6; Salmo 86,15; Salmo 103, 8) Gesù di Nazaret ha dato un volto d'uomo a tale misericordia e compassione e l'ha narrata nella sua vita. Per la fede e l’amore in Gesù anche il discepolo può vivere la misericordia di Dio (FC p.57)

26 26 siate misericordiosi come il Padre vostro è misericordioso (Lc 6,36) Prima di essere un comando, queste parole di Gesù sono la rivelazione di una possibilità: esse attestano la possibilità per l'uomo di partecipare alla misericordia di Dio… (FC p. 57)

27 27 …ovvero di dare vita, di mostrare tenerezza e amore, di fare grazia, di con-soffrire con chi soffre, di sentire l'unicità dell'altro e di essergli vicino, di perdonare, di sopportare l'altro e di pazientare con le sue lentezze e le sue inadeguatezze (FC p. 57)

28 28 La parabola del “servo spietato” (Mt 18, 21-35) contiene un profondo insegnamento per ciascuno di noi. Gesù afferma che la misericordia non è solo l’agire del Padre, ma diventa il criterio per capire chi sono i suoi veri figli. Insomma, siamo chiamati a vivere di misericordia, perché a noi per primi è stata usata misericordia. (MV 9)

29 29 le possiamo compiere perché abbiamo ricevuto Misericordia

30 30 siamo chiamati a vivere di misericordia, perché a noi per primi è stata usata misericordia

31 31 Misericordiosi come il Padre, è il “motto” dell’Anno Santo Dio viene a salvarci dalla condizione di debolezza in cui viviamo. E il suo aiuto consiste nel farci cogliere la sua presenza e la sua vicinanza. Giorno per giorno, toccati dalla sua compassione, possiamo anche noi diventare compassionevoli verso tutti. (MV 14)

32 32 attraverso esse saremo giudicati sull’amore

33 33 se avremo dato da mangiare a chi ha fame e da bere a chi ha sete. Se avremo accolto il forestiero e vestito chi è nudo. Se avremo avuto tempo per stare con chi è malato e prigioniero (cfr Mt 25, 31- 45) (MV 15)

34 34 1) se avremo aiutato ad uscire dal dubbio che fa cadere nella paura e che spesso è fonte di solitudine; 2) se saremo stati capaci di vincere l’ignoranza in cui vivono milioni di persone, soprattutto i bambini privati dell’aiuto necessario per essere riscattati dalla povertà. (MV15)

35 35 3) se saremo stati vicini a chi è solo e afflitto; 4) se avremo perdonato chi ci offende e respinto ogni forma di rancore e di odio che porta alla violenza. (MV15)

36 36 5) se avremo avuto pazienza sull’esempio di Dio che è tanto paziente con noi; 6) se, infine, avremo affidato al Signore nella preghiera i nostri fratelli e sorelle. (MV15)

37 37 le opere corporali manifestano – ricalcano una “sproporzione”

38 38 Nelle opere di misericordia corporale, (di solito, se non sempre) chi dà da mangiare non è affamato e chi patisce la fame non è in condizioni di dar da mangiare…

39 39 si ha cioè un’aiuto da una posizione di “predominanza” verso una posizione inferiore… il + forte il + debole

40 40 le opere spirituali mantengono una “reciprocità”

41 41 nelle opere di misericordia spirituale invece benefattore e il beneficiario non sono adeguatamente distinti

42 42 si ha cioè una sorta di reciprocità nelle azioni perché possiamo farle e riceverle nello stesso tempo il bisognoso l’aiutante l’aiutante

43 43 Anzi è buona regola non distinguerli affatto: di queste "opere" spirituali di misericordia siamo tutti destinatari...

44 44 E' bene quindi che ciascuno di noi si consideri al tempo stesso "istruttore" e "ignorante", saggio consigliere e dubbioso, paladino della giustizia e peccatore, capace di consolare e desideroso di consolazione, chiamato a perdonare le offese e offensore,

45 45 deciso ad aver pazienza e sempre sul punto di farla perdere agli altri, intercessore a favore di tutti presso Dio e bisognoso della preghiera fraterna di tutti.

46 46 occorre usare Misericordia anche verso se stessi

47 47 Quando ci convertiamo dai peccati alle opere buone, dalla superbia all'umiltà, dalla lussuria alla temperanza, dall'astio e dall'invidia alla carità e all'amore, dall'ira e dalla contesa alla mansuetudine e alla pazienza, dalla gola alla sobrietà, dall'avarizia alla generosità, dalla tristezza mondana alla gioia dello spirito, dall'accidia temporale allo zelo del bene, che altro facciamo se non elargire elemosine a noi stessi, poiché abbiamo pietà di noi stessi?... Esercita dunque bene e con ordine l'arte della misericordia (artem misericordiae) chi non lascia mancare innanzitutto a se stesso le buone opere, una santa condotta e i frutti delle virtù. (Rabano Mauro*, La formazione dei chierici, 2,28) (FC p. 69) *Abate-Vescovo di Magonza del IX sec

48 48 la tradizione

49 49 nell’Antico Testamento

50 50 Non è piuttosto questo il digiuno che voglio: sciogliere le catene inique, togliere i legami del giogo, rimandare liberi gli oppressi e spezzare ogni giogo? Non consiste forse nel dividere il pane con l’affamato, nell’introdurre in casa i miseri, senza tetto, nel vestire uno che vedi nudo, senza trascurare i tuoi parenti? Allora la tua luce sorgerà come l’aurora, la tua ferita si rimarginerà presto. Davanti a te camminerà la tua giustizia, la gloria del Signore ti seguirà. Allora invocherai e il Signore ti risponderà, implorerai aiuto ed egli dirà: “Eccomi!”. Se toglierai di mezzo a te l’oppressione, il puntare il dito e il parlare empio, se aprirai il tuo cuore all’affamato, se sazierai l’afflitto di cuore, allora brillerà fra le tenebre la tua luce, la tua tenebra sarà come il meriggio. Ti guiderà sempre il Signore, ti sazierà in terreni aridi, rinvigorirà le tue ossa; sarai come un giardino irrigato e come una sorgente le cui acque non inaridiscono (Is 58, 6-11)

51 51 nel Nuovo Testamento

52 52 il brano di Matteo 25,31-46

53 53 I discepoli gli si avvicinarono e, in disparte, gli dissero: «Di' a noi quando accadranno queste cose e quale sarà il segno della tua venuta e della fine del mondo». (Mt 24, 3) # # # # # # # # # # # # 31 Quando il Figlio dell'uomo verrà nella sua gloria, e tutti gli angeli con lui, siederà sul trono della sua gloria. 32 Davanti a lui verranno radunati tutti i popoli. Egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dalle capre, 33 e porrà le pecore alla sua destra e le capre alla sinistra.

54 54 34 Allora il re dirà a quelli che saranno alla sua destra: «Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla creazione del mondo, 35 perché ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere, ero straniero e mi avete accolto, 36 nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, ero in carcere e siete venuti a trovarmi». 37 Allora i giusti gli risponderanno: «Signore, quando ti abbiamo visto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, o assetato e ti abbiamo dato da bere? 38 Quando mai ti abbiamo visto straniero e ti abbiamo accolto, o nudo e ti abbiamo vestito? 39 Quando mai ti abbiamo visto malato o in carcere e siamo venuti a visitarti?». 40 E il re risponderà loro: «In verità io vi dico: tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l'avete fatto a me».

55 55 41 Poi dirà anche a quelli che saranno alla sinistra: «Via, lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli, 42 perché ho avuto fame e non mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e non mi avete dato da bere, 43 ero straniero e non mi avete accolto, nudo e non mi avete vestito, malato e in carcere e non mi avete visitato». 44 Anch'essi allora risponderanno: «Signore, quando ti abbiamo visto affamato o assetato o straniero o nudo o malato o in carcere, e non ti abbiamo servito?». 45 Allora egli risponderà loro: «In verità io vi dico: tutto quello che non avete fatto a uno solo di questi più piccoli, non l'avete fatto a me». 46 E se ne andranno: questi al supplizio eterno, i giusti invece alla vita eterna». (Mt 25,31-46)

56 56 alcune annotazioni sul testo

57 57 con linguaggio escatologico e in una prospettiva di giudizio finale

58 58 allora…quando… allora… cioè alla fine… vedremo che il quando… è ora !! avverbi ripetuti varie volte

59 59 il giudizio finale - come tutto il discorso escatologico - ci rimanda dal futuro al presente

60 60 il giudizio che il Re farà a noi “allora” è lo stesso che noi facciamo ORA al povero Lui non farà che costatare ciò che noi facciamo. Alla fine leggerà ciò che noi liberamente abbiamo scritto

61 61 tutto il racconto è strutturato sul contrappunto di chi sta a destra e chi a sinistra del Re. C’è una sentenza opposta!

62 62 il giudizio avviene per SEPARAZIONE

63 63 vv. 32 Venite, benedetti del Padre mio vv. 41 Via, lontano da me, maledetti vv. 35-36 perché ho avuto fame e mi avete dato….. vv. 42-43 perché ho avuto fame e non mi avete dato…. sentenza motivazione della sentenza domanda di chiarimento vv. 37-39 quando….? vv. 44 quando….? risposta sorprendente vv. 40 : tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l'avete fatto a me. vv. 45 tutto quello che non avete fatto a uno solo di questi più piccoli, non l'avete fatto a me.

64 64

65 65 per ben 4 volte è riportato un elenco di 6 azioni che poi è divenuto di riferimento per le opere di Misericordia corporale

66 66 L'idea di "opere di misericordia spirituali", accanto a quelle rivolte al "corpo" dell'uomo, sembra nascere dall'interpretazione allegorica del testo di Matteo 25 da parte di Origene: le opere lì indicate hanno una valenza "materiale", ma anche una "spirituale".

67 67 Origene opera una rilettura spirituale-allegorica dei gesti di concreta carità elencati nel capitolo 25 del Vangelo secondo Matteo: ad esempio, l'atto di vestire chi è nudo diviene il rivestire di virtù il prossimo grazie all'insegnamento della parola di Dio e della dottrina cristiana.

68 68 negli scritti antichi del Cristianesimo

69 69 Assistere le vedove, visitare gli orfani e i bisognosi, liberare dalle necessità i servi di Dio, praticare l'ospitalità, non ostacolare nessuno, essere tranquillo, divenire il più umile di tutti gli uomini, rispettare gli anziani, praticare la giustizia, osservare la fratellanza, tollerare la tracotanza, essere longanime, non avere rancore, consolare chi è afflitto, non respingere coloro che sono scandalizzati ma convertirli e renderli gioiosi, ammonire i peccatori, non opprimere i debitori e i bisognosi (Il Pastore di Erma, precetti VIII, 10) (FC p. 62) II secolo d. C.

70 70 Se qualcuno non ha cibo, condividiamolo con lui; se qualcuno viene a noi nella nudità, vestiamolo; se qualcuno è vittima di ingiustizia da parte di un potente, liberiamolo. La nostra casa sia aperta ai pellegrini e ai senza tetto. Non smettiamo mai di difendere gli interessi degli orfani e di assicurare la nostra protezione alle vedove. Grande opera di misericordia (misericordiae opus) è riscattare i prigionieri al nemico, visitare e consolare i malati e i poveri. Se dei miseri o degli stranieri muoiono non lasciamo che restino insepolti. Queste sono le opere, i doveri della misericordia: se qualcuno ne assume l'iniziativa, offrirà a Dio un sacrificio autentico e gradito (Lattanzio, Epitome 60-67,) (FC p. 62-63) III secolo d. C.

71 71 ci sono due forme di elemosina: una del cuore, l'altra del denaro (una cordis, alia pecuniae). L'elemosina del cuore consiste nel perdonare l'offesa subita. A volte tu vorresti dare qualcosa a un povero, ma non hai niente; invece perdonare al peccatore lo puoi sempre fare, se solo lo vuoi. Può avvenire che tu non abbia da dare ai poveri né oro, né argento né vesti né grano né vino e neppure olio; ma quanto ad amare tutti gli uomini, a volere per gli altri ciò che vuoi per te e perdonare ai tuoi nemici, non potrai mai trovare giustificazioni per non farlo. (Cesario di Arles, Discorsi al popolo, 38,5,) (FC p. 67) V secolo d. C.

72 72 Fa elemosina chi riconduce l'errante sulla via della verità; fa elemosina chi istruisce l'ignorante, chi annuncia la parola di Dio ai suoi vicini; fa elemosina chi non cessa di condividere i propri beni materiali con i propri fratelli, cioè con gli altri uomini; fa elemosina chi offre cibo e vesti ai bisognosi, li ospita, visita gli infermi, sostiene con i propri beni i carcerati e i tribolati, e non manca di liberare i condannati a morte e ai supplizi. Infatti tutte le opere buone che ogni giusto compie in questa vita possono essere comprese con questo unico nome (Rabano Mauro*, La formazione dei chierici, 2,28) (FC p. 68) IX secolo d. C.

73 73 Commentando il Vangelo secondo Matteo cap 25, Teofilatto* scrive: "Adempi queste sei forme di carità sia materialmente che spiritualmente, infatti duplice è la nostra natura: noi siamo anima e corpo”. ( * Precettore Cristiano del XI sec alla corte di Costantinopoli) (Esposizioni sul Vangelo di Matteo, 25) (FC p.65) XI secolo d. C.

74 74 Una lista definitivamente fissata delle opere di misericordia non è ancora attestata entro la fine del primo millennio: probabilmente è solo con il XII secolo che assistiamo allo stabilirsi di una lista stereotipa di sette opere di misericordia, quelle che chiamiamo corporali (le sei di Matteo 25 più la sepoltura dei morti attestata nel libro di Tobia 1,16-18)

75 75 Il numero sette è simbolo di ordine e di completezza, sintesi quasi magica di unità e di molteplicità Con il settenario la molteplicità di atti di misericordia viene in certo modo sintetizzata e dotata di unità (FC p.69-70)

76 76 opere di misericordia corporale 1.dare da mangiare agli affamati, 2.dare da bere agli assetati, 3.vestire gli ignudi, 4.accogliere i forestieri, 5.assistere gli ammalati, 6.visitare i carcerati, 7.seppellire i morti

77 77 1. Consigliare i dubbiosi 2. Istruire gli ignoranti 3. Ammonire i peccatori 4. Consolare gli afflitti 5. Perdonare le offese 6. Sopportare pazientemente le persone moleste 7. Pregare Dio per i vivi e per i morti opere di misericordia spirituale

78 78 Le opere indicate come “liste”

79 79 Ovviamente questi elenchi non vanno intesi in senso restrittivo, quasi che solo le situazioni e le categorie di bisognosi indicate debbano essere destinatarie dell'aiuto. Che essi non vadano compresi in senso legalistico e non costituiscano una casistica (FC p. 63)

80 80 La misericordia trova un'infinità di espressioni e di manifestazioni assolutamente non racchiudibile in un elenco (FC p. 61)

81 81 Queste opere, si situano sempre tra un elemento perenne (l'esigenza e il fondamento divini) e uno cangiante (i differenti bisogni della creatura umana). (FC p. 61)

82 82 Lungi dunque dal voler esaurire le possibilità della misericordia, le liste sono indicative e, mentre affermano delle istanze basilari dell'essere umano e della sua dignità, vanno accolte come sollecitazione della creatività e dell'intelligenza dei credenti nella storia perché la carità non sia solamente un gesto "buono", ma anche "profetico“ (FC p. 61)

83 83 …portare una parola e un gesto di consolazione ai poveri, annunciare la liberazione a quanti sono prigionieri delle nuove schiavitù della società moderna, restituire la vista a chi non riesce più a vedere perché curvo su sé stesso, e restituire dignità a quanti ne sono stati privati (cfr Is 61, 1-2) (MV 16)

84 84 A.M.D.G

85 85


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