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Istituto Datini Prato - Scuola Polo-Formazione Ambito Territoriale di PRATO e PISTOIA L’INSEGNANTE NELLE RELAZIONI SCUOLA Argomenti 1- L’IMPORTANZA.

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1 Istituto Datini Prato - Scuola Polo-Formazione Ambito Territoriale di PRATO e PISTOIA
L’INSEGNANTE NELLE RELAZIONI SCUOLA Argomenti 1- L’IMPORTANZA DEL CONTESTO 2- BRONFENBRENNER… ELABORA UN MODELLO CRONOSISTEMICO: L’APPROCCIO ECOLOGICO 3-TIPI DI FAMIGLIE; TRE TIPI DI GENITORI: AUTORITARI, PERMISSIVI E AUTOREVOLI. 4- RIDEFINIZIONE DEL RUOLO DEL DOCENTE 5-COMUNICAZIONE ASCOLTO EMPATIA 6- I MODELLI DI RELAZIONE: LA TEORIA DELL’ATTACCAMENTO… BOWLBY 7- STRATEGIE PER PROMUOVERE IL CLIMA POSITIVO DELLA CLASSE 8- DALLE INDICAZIONI, COMPETENZE SOCIALI E CIVICHE. Laboratorio 2 – Gestione della classe e delle problematiche relazionali – Formatore R. Gioè

2 operatori dei servizi, ecc.
Istituto Datini Prato - Scuola Polo-Formazione Ambito Territoriale di PRATO e PISTOIA L’INSEGNANTE NELLE RELAZIONI SCUOLA Non gestisce solo la relazione con l’alunno, ma si inserisce in un contesto organizzato di relazioni significative dove La relazione insegnante-alunno si pone in una complessità relazionale, che deve tenere conto di altri attori che a diverso titolo partecipano al funzionamento dell’organizzazione scolastica: colleghi insegnanti, dirigente, famiglia, personale ausiliario, operatori dei servizi, ecc. Laboratorio 2 – Gestione della classe e delle problematiche relazionali – Formatore R. Gioè

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Il funzionamento relazionale nel contesto scolastico, è una relazione educativa connessa all’apprendimento . In questa prospettiva l’insegnante gestisce delle relazioni che si fondano su relazioni asimmetriche o per ruolo o per conoscenza. La mente dell’insegnante è lo strumento psicologico di lavoro, intesa non solo in termini cognitivi, ma anche e soprattutto emotivo-affettivi. All’interno di una relazione … noi possiamo pensare solo quando siamo in contatto con le nostre emozioni. Laboratorio 2 – Gestione della classe e delle problematiche relazionali – Formatore R. Gioè

5 Le molteplici aree coinvolte nell'apprendimento
Istituto Datini Prato - Scuola Polo-Formazione Ambito Territoriale di PRATO e PISTOIA Le molteplici aree coinvolte nell'apprendimento Nell’apprendimento non è coinvolta solo l’area cognitiva, ma anche quella relazionale, quella motivazionale, quella emotiva, quella affettiva: mondo interno ma ogni apprendimento è iscritto in un Campo (come direbbe Kurt Lewin) Laboratorio 2 – Gestione della classe e delle problematiche relazionali – Formatore R. Gioè

6 e, focalizzare la dimensione evolutiva
Istituto Datini Prato - Scuola Polo-Formazione Ambito Territoriale di PRATO e PISTOIA E’ naturale come il proprio mondo interno, i vissuti emotivi e affettivi possano influire nell’incontro con l’altro. Ma anche sono influenzati dalle interazioni tra individuo e ambiente e alle variabili contestuali dello sviluppo umano. Non si può tralasciare il contesto e, focalizzare la dimensione evolutiva (dimensione temporale) e viceversa . Laboratorio 2 – Gestione della classe e delle problematiche relazionali – Formatore R. Gioè

7 l’importanza del contesto
Istituto Datini Prato - Scuola Polo-Formazione Ambito Territoriale di PRATO e PISTOIA IL CONTRIBUTO ECOLOGICO: IL MODELLO DI BROFENBRENNER: Interazioni tra individuo e ambiente Bronfenbrenner elabora un modello cronosistemico. L’approccio ecologico ha il pregio di aver modificato l’impostazione lineare causa-effetto che ha caratterizzato la ricerca nella prima metà del secolo scorso, assumendo una prospettiva di studio delle relazioni umane CIRCOLARE, che sottolinea l’importanza del contesto da cui non può essere scissa alcuna unità. Laboratorio 2 – Gestione della classe e delle problematiche relazionali – Formatore R. Gioè

8 L’interazione individuo-ambiente
Istituto Datini Prato - Scuola Polo-Formazione Ambito Territoriale di PRATO e PISTOIA L’interazione individuo-ambiente viene determinata dalle relazioni esistenti tra le diverse situazioni ambientali e dai contesti più ampi di cui le prime fanno parte. L’ambiente ecologico include le interconnessioni tra più situazioni ambientali e le influenze esterne su quelle situazioni. Laboratorio 2 – Gestione della classe e delle problematiche relazionali – Formatore R. Gioè

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Brofenbrenner individua una serie ordinata di strutture concentriche incluse l’una nell’altra, definite come microsistema, mesosistema, esosistema e macrosistema. Laboratorio 2 – Gestione della classe e delle problematiche relazionali – Formatore R. Gioè

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Microsistema: è l’ambiente immediato in cui vive l'alunno in un preciso momento dello sviluppo. E’ dato dal complesso di attività, ruoli e relazioni interpersonali con cui l’individuo è in contatto diretto in un particolare contesto, casa, scuola o gruppo dei compagni durante il suo sviluppo. Laboratorio 2 – Gestione della classe e delle problematiche relazionali – Formatore R. Gioè

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Mesosistema: zona di relazione tra due o più contesti, ai quali l'alunno partecipa direttamente; è un sistema di microsistemi. Si riferisce a due o più contesti ambientali e alle loro interconnessioni. Laboratorio 2 – Gestione della classe e delle problematiche relazionali – Formatore R. Gioè

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Esosistema: ambito in cui hanno luogo eventi e vengono prese decisioni che influiscono sullo sviluppo del alunno pur non avendo contatto diretto con esso. Riguarda due o più contesti ambientali, fra i quali almeno uno a cui la persona non partecipa direttamente, ma in cui si verificano eventi che influenzano l’ambiente con cui la persona è in contatto diretto. Per esempio il rapporto fra l’ambiente di lavoro del padre e/o della madre del alunno e i processi intrafamiliari. Laboratorio 2 – Gestione della classe e delle problematiche relazionali – Formatore R. Gioè

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Macrosistema: contesto ideologico, culturale e organizzativo che governa tutta la rete relazionale, e dota di coerenza l’intero sistema. Rappresenta il contesto sovrastrutturale. Tale contesto è legato a culture e organizzazioni sociali più ampie, che hanno i loro sistemi di norme, credenze, rappresentazioni sociali e aspettative, che sono rilevanti ai fini dello sviluppo. Laboratorio 2 – Gestione della classe e delle problematiche relazionali – Formatore R. Gioè

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Bronfenbrenner ha analizzato il contesto scolastico secondo il modello ecologico. Nella scuola, la classe e lo spazio di gioco sono microsistemi dell’alunno; la relazione tra casa e scuola è un mesosistema; gli esosistemi si situano a livello comunitario dove si compiono le scelte educative e di organizzazione del funzionamento scolastico. Se famiglia e scuola sono microsistemi dell’alunno e la relazione tra di essi è un mesosistema, è necessario analizzare le interconnessioni tra questi due ambienti sociali per comprendere lo sviluppo dell’alunno. Laboratorio 2 – Gestione della classe e delle problematiche relazionali – Formatore R. Gioè

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Scuola – famiglia: Il tentativo di modificare le relazioni con il coinvolgimento di genitori e insegnanti in progetti comuni può incidere sull’atteggiamento dei genitori e sui processi di apprendimento dei bambini in modalità rilevanti ai fini dello sviluppo. Laboratorio 2 – Gestione della classe e delle problematiche relazionali – Formatore R. Gioè

16 CARATTERISTICHE DELLA FAMIGLIA E DELLA SCUOLA NELLA SOCIETA’ ATTUALI
Istituto Datini Prato - Scuola Polo-Formazione Ambito Territoriale di PRATO e PISTOIA CARATTERISTICHE DELLA FAMIGLIA E DELLA SCUOLA NELLA SOCIETA’ ATTUALI LA FAMIGLIA: primo contesto di formazione e socializzazione. Associazione cooperativa intima finalizzata a promuovere lo sviluppo del soggetto; Educazione emozionale o affettiva (Nigris) Laboratorio 2 – Gestione della classe e delle problematiche relazionali – Formatore R. Gioè

17 Cosa si deve fare da un punto di vista educativo?
Istituto Datini Prato - Scuola Polo-Formazione Ambito Territoriale di PRATO e PISTOIA Famiglia = educazione affettiva e sociale Scuola = educazione cognitiva e intellettuale Cosa si deve fare da un punto di vista educativo? Laboratorio 2 – Gestione della classe e delle problematiche relazionali – Formatore R. Gioè

18 modello di famiglia nucleare modello di famiglia estesa/allargata
Istituto Datini Prato - Scuola Polo-Formazione Ambito Territoriale di PRATO e PISTOIA la famiglia attuale: modello di famiglia nucleare modello di famiglia estesa/allargata unioni dello stesso sesso figli ad un’età avanzata convivenza separazioni Laboratorio 2 – Gestione della classe e delle problematiche relazionali – Formatore R. Gioè

19 TRE TIPI DI GENITORI: AUTORITARI, PERMISSIVI E AUTOREVOLI caratteristiche e conseguenze sullo sviluppo dei figli. GENITORI AUTORITARI. Stabiliscono le regole senza fornire spiegazioni e raramente tengono conto dell'opinione dei figli. Questi genitori si aspettano che i figli obbediscano senza discutere. I figli di genitori autoritari tendono a essere obbedienti, con un forte senso del dovere, ma anche sgarbati, insolenti. Possono presentare difficoltà nelle relazioni sociali.

20 GENITORI PERMISSIVI. Credono nella naturale bontà dei bambini
GENITORI PERMISSIVI. Credono nella naturale bontà dei bambini. Qualunque cosa chiedano, la concedono. Non svolgono una funzione di guida, non pongono limiti né fanno richieste. In altre parole, i genitori si aspettano che i figli si educhino da soli. I figli di genitori permissivi sono più spesso confusi, poco propositivi e non interessati ai risultati.

21 GENITORI AUTOREVOLI. Richiedono rispetto e stabiliscono regole che possono essere rispettate perché si adattano all'età e alle caratteristiche dei figli. Riconoscono i desideri e i bisogni dei figli e chiedono la loro opinione. Non sono invadenti, non si sostituiscono a loro, dialogano, danno risposte. Sanno dire “no” quando lo ritengono necessario. Educano all'autonomia e a imparare dai propri errori. Hanno un rapporto caldo e rispettano la personalità dei figli. I figli di genitori autorevoli risultano, in media, i più capaci. Tendono a essere più fiduciosi nelle proprie possibilità, socialmente responsabili, contenti, dotati di autocontrollo e cooperativi.

22 Ridefinizione del ruolo di insegnante
Istituto Datini Prato - Scuola Polo-Formazione Ambito Territoriale di PRATO e PISTOIA Ridefinizione del ruolo di insegnante Si percepisce un cambiamento del ruolo dei docenti: non solo didatticamente ma anche relazionale di consulenza, di supporto e spazio di discussione. (osservatore esterno) Laboratorio 2 – Gestione della classe e delle problematiche relazionali – Formatore R. Gioè

23 LE RELAZIONI GENITORI INSEGNANTI: UNA LETTURA EVOLUTIVA
Istituto Datini Prato - Scuola Polo-Formazione Ambito Territoriale di PRATO e PISTOIA LE RELAZIONI GENITORI INSEGNANTI: UNA LETTURA EVOLUTIVA L’inserimento nella scuola dell’infanzia (Primo momento di incontro) DOCENTI…Nuova sensibilità verso i genitori: - accordo sui ritmi di inserimento - ambiente fisico familiare - accompagnatori Laboratorio 2 – Gestione della classe e delle problematiche relazionali – Formatore R. Gioè

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Genitori - ansia rispetto alla crescita e allo sviluppo psicofisico del alunno, - si va oltre il cognitivo, privilegiati gli aspetti affettivi relazionali, -Incontro con la competenza materna e alle modalità di accudimento Laboratorio 2 – Gestione della classe e delle problematiche relazionali – Formatore R. Gioè

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La scuola dell’obbligo: - nuovi orari -nuovi compagni (comportamento diverso) -nuova impostazione della attività (oggetti differenti) -attese dei genitori e della società più definite -difficile acquisizione di equilibrio tra autonomia e dipendenza Richieste dei genitori: - Attenzione ai bisogni - Aspettative contraddittorie (troppi compiti) Laboratorio 2 – Gestione della classe e delle problematiche relazionali – Formatore R. Gioè

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Open day… Durante il momento di incontro prima dell’ inserimento a scuola dovrebbe iniziare a crearsi un clima di fiducia, ma spesso si riduce a promozione della stessa scuola da parte dei dirigenti. Assemblee si possono trasformare in momenti di scontro (asimmetria di rapporto) Laboratorio 2 – Gestione della classe e delle problematiche relazionali – Formatore R. Gioè

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Indicazioni per la promozione del coinvolgimento dei genitori - INFORMARE REGOLARMENTE IGENITORI IN MERITO AI PROGRESSI; -COMUNICARE LE DIFFICOLTA’; - COMUNICARE OBIETTIVI E I SERVIZI DISPONIBILI; -CONVOLGERE I GENITORI NEI COMPITI A CASA; INTERVENTI MIRATI; -PROPORRE PROGRAMMI DI FORMAZIONE AI GENITORI; -COINVOLGERE I GENITORI COME VOLONTARI; -SOSTENERE GENITORI DISPONIBILI A FORMARE ASSOCIAZIONI; Laboratorio 2 – Gestione della classe e delle problematiche relazionali – Formatore R. Gioè

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Possibili attività: Organizzazione di incontri formativi o lavori di gruppo per genitori; Gestione di un comitato di genitori; Ricerca di fondi per attrezzature e materiale per la scuola; Supporto alle politiche di sostegno della scuola. La collaborazione è possibile! Laboratorio 2 – Gestione della classe e delle problematiche relazionali – Formatore R. Gioè

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La comunicazione Laboratorio 2 – Gestione della classe e delle problematiche relazionali – Formatore R. Gioè

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La comunicazione Laboratorio 2 – Gestione della classe e delle problematiche relazionali – Formatore R. Gioè

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La comunicazione Laboratorio 2 – Gestione della classe e delle problematiche relazionali – Formatore R. Gioè

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La comunicazione Laboratorio 2 – Gestione della classe e delle problematiche relazionali – Formatore R. Gioè

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L’ascolto attivo Laboratorio 2 – Gestione della classe e delle problematiche relazionali – Formatore R. Gioè

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La comunicazione Laboratorio 2 – Gestione della classe e delle problematiche relazionali – Formatore R. Gioè

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La comunicazione Laboratorio 2 – Gestione della classe e delle problematiche relazionali – Formatore R. Gioè

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EMPATIA La professionalità relazionale consiste nella possibilità di fornire supporto sia cognitivo che emotivo all’altro, nella capacità di comprendere, capire e assumere responsabilità all’interno della relazione. Questa professionalità consiste anche nella capacità di sentire e di essere presenti nella relazione, ricevere, accogliere e contenere, nel saper entrare in contatto con l’altro, comprenderne le richieste e i bisogni. Si tratta della capacità di gestire la complessità interpersonale. La professionalità relazionale coinvolge il rapporto tra insegnante e alunno, tra insegnanti e genitori, tra operatori e utenti, rapporti che possono favorire o ostacolare il processo di crescita e di apprendimento dei bambini. Laboratorio 2 – Gestione della classe e delle problematiche relazionali – Formatore R. Gioè

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La comunicazione La comunicazione genitori-insegnanti La relazione tra insegnanti e genitori si caratterizza per modalità comunicative che possono assumere forme differenti e incontrare difficoltà di vario genere. Laboratorio 2 – Gestione della classe e delle problematiche relazionali – Formatore R. Gioè

38 Modelli comunicativi degli insegnanti
Istituto Datini Prato - Scuola Polo-Formazione Ambito Territoriale di PRATO e PISTOIA Modelli comunicativi degli insegnanti Nell’incontro tra insegnanti e genitori possiamo individuare almeno tre modelli di comunicazione che caratterizzano il docente e che descrivono quali modalità può assumere la relazione tra scuola e famiglia. Laboratorio 2 – Gestione della classe e delle problematiche relazionali – Formatore R. Gioè

39 1- La comunicazione genitoriale:
Istituto Datini Prato - Scuola Polo-Formazione Ambito Territoriale di PRATO e PISTOIA 1- La comunicazione genitoriale: l’insegnante si pone come una persona di famiglia, utilizzando modalità comunicative di tipo affettivo, quali la comprensione e l’accudimento dei genitori. Il colloquio informale davanti alla scuola diviene uno strumento privilegiato di comunicazione. Il rischio di tale modello può consistere nell’alimentare la dipendenza del genitore dalle decisioni dell’insegnante, con ridotte possibilità di attivare le risorse autonome della famiglia. L’eccesso di affettività rischia di mascherare una richiesta di sostituzione educativa del genitore da parte dell’insegnante. Laboratorio 2 – Gestione della classe e delle problematiche relazionali – Formatore R. Gioè

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2- La comunicazione direttiva: l’insegnante si pone soprattutto come un rappresentante della scuola e sottolinea la sua dimensione istituzionale. Gli strumenti comunicativi privilegiati sono le note e i giudizi. La comunicazione è prevalentemente valutativa; il genitore si percepisce incapace di sostenere i compiti educativi e di apprendimento e tende a evitare l’incontro con l’insegnante o a cercare lo scontro. Laboratorio 2 – Gestione della classe e delle problematiche relazionali – Formatore R. Gioè

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3- La comunicazione competente: l’insegnante sostiene la relazione con il genitore al fine di condividere una lettura del percorso scolastico in funzione di obiettivi di apprendimento e di relazione, utilizzando strumenti tecnici ed empatici. L’insegnante, attraverso la comprensione emotiva e la competenza didattica, aiuta il genitore nella promozione delle potenzialità del figlio, al fine di rendere la relazione educativa il più funzionale possibile al raggiungimento di obiettivi condivisi. Il genitore viene visto come una risorsa e non come un problema. La dimensione è prevalentemente collaborativa in quanto l’insegnante sa che il genitore può essere un aiuto nelle questioni educative, ma ne rispetta l’autonomia decisionale; eventuali problemi vengono segnalati e gestiti nella valorizzazione della competenza genitoriale. Laboratorio 2 – Gestione della classe e delle problematiche relazionali – Formatore R. Gioè

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Anche le modalità comunicative messe in atto dai genitori, come quelle degli insegnanti, concorrono a definire alcune dimensioni relazionali tipiche del contesto scolastico. Possono essere presentate almeno quattro tipologie di genitori in base alle caratteristiche che emergono dall’incontro con i docenti. 1- Sfidante: questi genitori non riconoscono l’autorità dell’insegnante. Vissuti di scarsa autostima, svalutazione e ansia possono caratterizzare questi genitori, che attribuiscono alle comunicazioni degli insegnanti un disvalore o un attacco. La loro presenza nella scuola è finalizzata soprattutto a sottolineare ciò che non funziona. Laboratorio 2 – Gestione della classe e delle problematiche relazionali – Formatore R. Gioè

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L’insegnante dovrebbe cercare di non raccogliere la sfida e tentare la proposta di una dimensione relazionale accogliente della sofferenza di questi genitori. Una strategia può consistere nel sottolineare le risorse del alunno; se il genitore coglie che il contenuto dell’incontro non è dato solo dalla evidenziazione dei problemi del figlio, può aprirsi alle indicazioni e all’aiuto dell’insegnante. Spesso questi genitori hanno avuto una storia scolastica simile a quella del figlio problematico e ritengono di non avere avuto quasi nulla dall’esperienza nella scuola. Molte volte la scuola del figlio rappresenta un luogo di riscatto e di possibile affermazione e di conferma delle proprie capacità attraverso l’eventuale successo del figlio. Laboratorio 2 – Gestione della classe e delle problematiche relazionali – Formatore R. Gioè

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2- Sottomesso: questi genitori sono sicuramente molto apprezzati dagli insegnanti perché entrano in una relazione di dipendenza dalla figura dell’autorità. Però questa sottomissione può essere l’espressione di un passività delegante al docente, che sente di avere in mano la responsabilità educativa dell’alunno e di non poter contare su risorse a cui appellarsi. L’atteggiamento passivo delegante, rischia di non promuovere la crescita dei genitori stessi, i quali evidenziano una scarsa autostima nelle loro competenze educative. Laboratorio 2 – Gestione della classe e delle problematiche relazionali – Formatore R. Gioè

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L’insegnante non dovrebbe accettare nessun tipo di delega ma dovrebbe lavorare per promuovere le competenze genitoriali, cercando di attivare la risorse possibili. Le insicurezze di questi genitori concorrono a cercare nella scuola un luogo di accudimento, inteso come delega del ruolo educativo agli insegnanti. Laboratorio 2 – Gestione della classe e delle problematiche relazionali – Formatore R. Gioè

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3- Assente: questi genitori sono difficilmente definibili, proprio perché non si vedono quasi mai a scuola. Spesso sono proprio i genitori degli alunni che presentano difficoltà nell’apprendimento e nel comportamento di notevole rilievo. I motivi di queste assenze risiedono in vari fattori: livello socio-culturale, sofferenza psichica e/o fisica, difficoltà economiche. In alcuni casi i motivi sono di tipo pratico, in altri casi possono risiedere in fattori psicologici legati all’attribuzione di valore che questi genitori fanno dell’esperienza scolastica in generale. La scuola viene considerata come un “parcheggio”, un luogo dove mettere i figlio nel tempo lavorativo o da dedicare ad altro. Manca la condivisione di un obiettivo con gli insegnanti. Laboratorio 2 – Gestione della classe e delle problematiche relazionali – Formatore R. Gioè

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Mentre i genitori sfidanti o sottomessi non discutono il valore formativo dell’esperienza scolastica, i genitori assenti comunicano disinteresse profondo nei confronti dell’istituzione scuola. Gli insegnanti si trovano impotenti nei confronti di questi genitori. L’assenza di questi genitori deve essere considerata soprattutto come assenza dall’esperienza scolastica dei figli. La vita nella scuola di questi bambini e ragazzi non trova uno spazio nella mente dei loro genitori, che per vari motivi non se ne interessano. Laboratorio 2 – Gestione della classe e delle problematiche relazionali – Formatore R. Gioè

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4- Partecipativo: il genitore che si pone con modalità collaborative, attente e interessate alla scuola, al lavoro dell’insegnante e ai progressi del alunno, costituisce un modello auspicabile. Questi genitori sono persone che mostrano una discreta sicurezza e ritengono di potersi confrontare con gli insegnanti anche su questioni di apprendimento, riconoscendo i propri limiti e ponendosi in una dimensione di ascolto. Non temono il giudizio e la valutazione e sono in grado di affrontare i momenti delicati con equilibrio e rispetto della professionalità. Laboratorio 2 – Gestione della classe e delle problematiche relazionali – Formatore R. Gioè

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Questi genitori possono anche trovarsi a fronteggiare situazioni problematiche per l'alunno e vivere momenti di incertezza, di difficoltà e di crisi, ma difficilmente entrano in un rapporto di sfida con gli insegnanti, piuttosto ne cercano l’aiuto. La scuola è vista come un luogo di crescita per il proprio figlio. Questi genitori possono essere una risorsa per la scuola stessa come motori per la realizzazione di reti di sostegno e di aiuto anche per i genitori portatori di maggiori difficoltà. Laboratorio 2 – Gestione della classe e delle problematiche relazionali – Formatore R. Gioè

50 La comunicazione Analizzare e interpretare Rassicurare
Istituto Datini Prato - Scuola Polo-Formazione Ambito Territoriale di PRATO e PISTOIA La comunicazione Errori nella comunicazione Analizzare e interpretare Rassicurare Ridicolizzare, umiliare Complimentarsi (per compiacenza) Dare soluzioni e consigli, Giudicare, etichettare. Laboratorio 2 – Gestione della classe e delle problematiche relazionali – Formatore R. Gioè

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La comunicazione Laboratorio 2 – Gestione della classe e delle problematiche relazionali – Formatore R. Gioè

52 LA TEORIA DELL’ATTACCAMENTO
Istituto Datini Prato - Scuola Polo-Formazione Ambito Territoriale di PRATO e PISTOIA I MODELLI DI RELAZIONE LA TEORIA DELL’ATTACCAMENTO La qualità delle relazioni può essere compresa più a fondo grazie al contributo della teoria dell’attaccamento (Bowlby, 1969) e ai suoi sviluppi più recenti. Questa teoria ha evidenziato come la modalità di relazione che si forma tra l'alunno e la figura di riferimento, di solito la madre, nel secondo semestre del primo anno di vita concorre alla creazione di un legame che fornisce la base per l’esplorazione del mondo fisico e sociale da parte del alunno. Laboratorio 2 – Gestione della classe e delle problematiche relazionali – Formatore R. Gioè

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La relazione di attaccamento è regolata dalla capacità degli adulti di rispondere ai bisogni del alunno in un equilibrio tale per cui se la vicinanza ottimale tra adulto e alunno viene alterata si attiva un sistema di segnalazione finalizzato a ristabilire l’equilibrio. Laboratorio 2 – Gestione della classe e delle problematiche relazionali – Formatore R. Gioè

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Bowlby considera il legame di attaccamento una necessità primaria e innata che si sviluppa indipendentemente dalla soddisfazione dei bisogni fisiologici di base ed è presente fin dalla nascita. Tipologie di attaccamento: sicuro, ansioso ambivalente, ansioso evitante, disorganizzato. Laboratorio 2 – Gestione della classe e delle problematiche relazionali – Formatore R. Gioè

55 e a guidare il suo comportamento nelle situazioni nuove.
Istituto Datini Prato - Scuola Polo-Formazione Ambito Territoriale di PRATO e PISTOIA Bowlby ipotizza che con i primi scambi con le figure di attaccamento significative, l’individuo costruisce dei modelli operativi interni. Saranno poi queste rappresentazioni interne, questi working models, a indirizzare l’individuo nell’interpretazione delle informazioni che provengono dal mondo esterno e a guidare il suo comportamento nelle situazioni nuove. Laboratorio 2 – Gestione della classe e delle problematiche relazionali – Formatore R. Gioè

56 Istituto Datini Prato - Scuola Polo-Formazione Ambito Territoriale di PRATO e PISTOIA
LA RELAZIONE INSEGNANTE – ALUNNO Pianta, psicologo dell’educazione americano, afferma che la natura affettiva della relazione tra insegnante e alunno, come integrazione della teoria generale dei sistemi e la teoria dell’attaccamento. La dimensione relazionale genitore-figlio influenza anche il comportamento e la qualità dell’apprendimento dell’alunno nel contesto scolastico stesso. Si è osservato che le relazioni che il figlio vive in famiglia, in particolare quella con la madre, è strettamente correlata a possibili esiti problematici nell’ambito della socializzazione con i coetanei e con l’adulto e negli apprendimenti. La relazione tra l'alunno e l’adulto che si prende cura di lui coinvolge anche l’ambito della motricità, delle funzioni cognitive e conseguentemente delle potenzialità di apprendimento. Laboratorio 2 – Gestione della classe e delle problematiche relazionali – Formatore R. Gioè

57 Istituto Datini Prato - Scuola Polo-Formazione Ambito Territoriale di PRATO e PISTOIA
Ricerche recenti evidenziano che i bambini con una relazione di attaccamento sicuro mostrano di possedere competenze cognitive più precoci rispetto ai bambini che rivelano una qualità dell’attaccamento insicuro. Altri autori, Fonagy e Target, hanno mostrato come la qualità sicura della relazione di attaccamento sia correlata con lo sviluppo della funzione metariflessiva, ovvero della capacità di pensare la mente propria e altrui in termini di stati mentali e emozioni. Questi bambini possiedono una maggiore competenza relazionale proprio perché sarebbero più capaci di rappresentarsi l’altro come soggetto che possiede una vita mentale. Laboratorio 2 – Gestione della classe e delle problematiche relazionali – Formatore R. Gioè

58 Istituto Datini Prato - Scuola Polo-Formazione Ambito Territoriale di PRATO e PISTOIA
La relazione di attaccamento si costruisce non solo con la madre, ma anche con altre figure educative. A questo proposito si pone la questione relativa al ruolo dell’insegnante nel contesto scolastico, e alla sua relazione con l'alunno in termini di cura e protezione. Ricerche recenti hanno evidenziato l’esistenza di una coerenza tra la qualità della relazione madre-alunno e quella insegnante-alunno, anche se genitori e insegnanti rivestono e assumono ruoli differenti. Laboratorio 2 – Gestione della classe e delle problematiche relazionali – Formatore R. Gioè

59 Il clima positivo in classe
Istituto Datini Prato - Scuola Polo-Formazione Ambito Territoriale di PRATO e PISTOIA Il clima positivo in classe Uno strumento per promuovere il cambiamento Roberta Renati (Università di Pavia) Maria Assunta Zanetti (Università di Pavia) Laboratorio 2 – Gestione della classe e delle problematiche relazionali – Formatore R. Gioè

60 Istituto Datini Prato - Scuola Polo-Formazione Ambito Territoriale di PRATO e PISTOIA
Clima classe: si riferisce ai fattori che regolano la vita e lo sviluppo di una classe. Il clima di classe è il risultato dell’insieme delle dinamiche relazionali che si strutturano sia tra compagni che tra il gruppo classe e i docenti, ed è influenzato anche dalla capacità di collaborare per raggiungere obiettivi comuni. Un elemento cruciale per la promozione di un clima classe positivo è rappresentato dall’insegnante e dal livello di aspettative che egli nutre verso il singolo e il gruppo. Laboratorio 2 – Gestione della classe e delle problematiche relazionali – Formatore R. Gioè

61 Istituto Datini Prato - Scuola Polo-Formazione Ambito Territoriale di PRATO e PISTOIA
Sempre più spesso i docenti si trovano a dover svolgere il proprio ruolo in classi molto numerose, multietniche e multiproblematiche che, a volte, rendono difficile la gestione degli apprendimenti, delle regole e delle relazioni. Tutto ciò comporta necessariamente delle ricadute sul clima della classe. Laboratorio 2 – Gestione della classe e delle problematiche relazionali – Formatore R. Gioè

62 assumono un ruolo centrale.
Istituto Datini Prato - Scuola Polo-Formazione Ambito Territoriale di PRATO e PISTOIA La classe si configura come un fondamentale spazio di crescita in cui lo studente sperimenta le proprie competenze e sviluppa la propria identità, in un continuo scambio con i pari e gli insegnanti, nel quale i processi emotivi e relazionali assumono un ruolo centrale. Laboratorio 2 – Gestione della classe e delle problematiche relazionali – Formatore R. Gioè

63 Istituto Datini Prato - Scuola Polo-Formazione Ambito Territoriale di PRATO e PISTOIA
Numerosi sono gli studi che hanno messo in luce come un clima classe positivo risulti essere un fattore di protezione sia per gli apprendimenti che per il benessere generale dello studente (ad esempio,Wentzel, 1997). Queste considerazioni, unite ai risultati di altre ricerche più recenti hanno enfatizzato il ruolo fondamentale dell’insegnante sui processi sottesi alle dinamiche di gruppo classe. Laboratorio 2 – Gestione della classe e delle problematiche relazionali – Formatore R. Gioè

64 Istituto Datini Prato - Scuola Polo-Formazione Ambito Territoriale di PRATO e PISTOIA
Mostrano come il docente rappresenti un “contesto normativo”che indirizza i comportamenti degli studenti e l’accettazione di ciascuno studente da parte del gruppo classe (Chang, 2004). Si può quindi sostenere che la classe è un microsistema complesso in cui intervengono molteplici fattori sia interni che esterni: norme della classe, ruolo dei contesti familiari ed extrascolastici, oltre che la politica educativa della scuola. → segue Laboratorio 2 – Gestione della classe e delle problematiche relazionali – Formatore R. Gioè

65 caratteristiche di ogni singolo docente, unite alla qualità
Istituto Datini Prato - Scuola Polo-Formazione Ambito Territoriale di PRATO e PISTOIA … All’interno di questa complessità, un ruolo determinante è rivestito dalle modalità di gestione della classe caratteristiche di ogni singolo docente, unite alla qualità della relazione insegnante-alunno nonché alla qualità dell’istruzione. Laboratorio 2 – Gestione della classe e delle problematiche relazionali – Formatore R. Gioè

66 fattore di protezione che influisce sia sugli apprendimenti
Istituto Datini Prato - Scuola Polo-Formazione Ambito Territoriale di PRATO e PISTOIA Non dimentichiamo, però, che nel determinare lo star bene a scuola anche la famiglia e, più in generale, i contesti sociali svolgono un ruolo importante. Infatti, si osserva che quando è possibile strutturare una reale alleanza educativa scuola-famiglia anche il clima della classe ne beneficia:la condivisione di aspetti valoriali e normativi risulta essere un fattore di protezione che influisce sia sugli apprendimenti che sul comportamento. Laboratorio 2 – Gestione della classe e delle problematiche relazionali – Formatore R. Gioè

67 ESSERE “IN GRUPPO” È DIVERSO DA ESSERE “UN GRUPPO”
Istituto Datini Prato - Scuola Polo-Formazione Ambito Territoriale di PRATO e PISTOIA ESSERE “IN GRUPPO” È DIVERSO DA ESSERE “UN GRUPPO” Il sistema classe rappresenta la struttura di base attraverso cui l’organizzazione scolastica persegue gli obiettivi istituzionali dell’«acquisizione sistematica e programmata di conoscenze, ma costituisce anche l’ambito entro il quale si manifestano bisogni di natura individuale, differenti da quelli istituzionali (ad esempio il bisogno di avere amicizia, di conquistare prestigio o di scaricare aggressività)» (Carli e Mosca, 1980). Laboratorio 2 – Gestione della classe e delle problematiche relazionali – Formatore R. Gioè

68 Quadro delle competenze-chiave
Istituto Datini Prato - Scuola Polo-Formazione Ambito Territoriale di PRATO e PISTOIA Quadro delle competenze-chiave 1) comunicazione nella madrelingua; 2) comunicazione nelle lingue straniere; 3) competenza matematica e competenze di base in scienza e tecnologia; 4) competenza digitale; 5) imparare a imparare; 6) competenze sociali e civiche; 7) spirito di iniziativa e imprenditorialità; 8) consapevolezza ed espressione culturale . Laboratorio 2 – Gestione della classe e delle problematiche relazionali – Formatore R. Gioè

69 Dalle indicazione competenze sociali e civiche;
Istituto Datini Prato - Scuola Polo-Formazione Ambito Territoriale di PRATO e PISTOIA Dalle indicazione competenze sociali e civiche; Le competenze sociali e civiche includono competenze personali, interpersonali e interculturali e riguardano tutte le forme di comportamento che consentono alle persone di partecipare in modo efficace e costruttivo alla vita sociale e lavorativa, in particolare alla vita in società sempre più diversificate, come anche a risolvere i conflitti ove ciò sia necessario. La competenza civica dota le persone degli strumenti per partecipare appieno alla vita civile grazie alla conoscenza dei concetti e delle strutture sociopolitici e all’impegno a una partecipazione attiva e democratica. Laboratorio 2 – Gestione della classe e delle problematiche relazionali – Formatore R. Gioè

70 del tutto orientate al raggiungimento degli obiettivi
Istituto Datini Prato - Scuola Polo-Formazione Ambito Territoriale di PRATO e PISTOIA Proprio per questo, lo spazio classe è vissuto dagli studenti come luogo di appartenenza e di sperimentazione del sé nel rapporto con i pari e gli adulti; in alcuni casi, però, ciò può costituire un ostacolo alla realizzazione degli obiettivi didattici, mentre le dinamiche interattive, spesso imprevedibili e vivaci, non sono sempre e del tutto orientate al raggiungimento degli obiettivi su cui si fonda la scuola. Laboratorio 2 – Gestione della classe e delle problematiche relazionali – Formatore R. Gioè

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Relativamente a questo gli insegnanti, solitamente, riportano problemi di relazione tra gli alunni e tra gli alunni e il corpo docente. Il gruppo classe deve essere inteso come gruppo di apprendimento in cui gli aspetti relazionali vanno adeguatamente gestiti, in quanto la relazione è essa stessa elemento fondamentale, che veicola e stimola gli apprendimenti. Laboratorio 2 – Gestione della classe e delle problematiche relazionali – Formatore R. Gioè

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Tuttavia non sempre gli insegnanti hanno una percezione realistica della quantità e della qualità delle relazioni esistenti all’interno di una classe. Un mancato riconoscimento delle relazioni e dei bisogni che gli alunni manifestano può portare a un’integrazione problematica del gruppo classe, incidendo, di conseguenza, anche sul successo negli apprendimenti. Laboratorio 2 – Gestione della classe e delle problematiche relazionali – Formatore R. Gioè

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LE CINQUE STRATEGIE DIDATTICHE CHE LA SCIENZA E LA RICERCA REPUTANO LE MIGLIORI E INNOVATIVE. Le più rilevanti dal punto di vista pedagogico che l’insegnante dovrà scegliere, per sfruttare al meglio la strategia didattica più opportuna, per il contesto di lavoro. Le strategie didattiche servono nella completa autonomia da parte del docente e del tempo della classe; sarà possibile personalizzare la didattica in base agli interessi, ed alle attitudini di chi apprende, potenziando i migliori e recuperando gli studenti in difficoltà, anche con l’aiuto dei più bravi. Laboratorio 2 – Gestione della classe e delle problematiche relazionali – Formatore R. Gioè

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COOPERATIVE LEARNING Per Cooperative Learning ( letteralmente apprendimento cooperativo) si intende un metodo didattico che coinvolge gli studenti nel lavoro di gruppo per raggiungere un obiettivo comune, promuovendo l’effetto di migliorare reciprocamente il proprio apprendimento. Non tutti i lavori di gruppo però sono da considerarsi Cooperative Learning. Un lavoro di gruppo si considera Cooperative Learning quando è caratterizzato dai seguenti elementi: (segue)   Laboratorio 2 – Gestione della classe e delle problematiche relazionali – Formatore R. Gioè

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- POSITIVA INTERDIPENDENZA I membri del gruppo fanno affidamento gli uni su gli altri per raggiungere lo scopo. Se qualcuno nel gruppo non fa la propria parte, anche gli altri ne subiscono le conseguenze. Gli studenti si devono sentire responsabili del loro personale apprendimento e dell’apprendimento degli altri del gruppo.  - RESPONSABILITA’ INDIVIDUALE Tutti gli studenti di un gruppo devono rendere conto sia della propria parte di lavoro sia di quanto hanno appreso. Ogni studente, nelle verifiche, dovrà dimostrare personalmente quanto appreso. - INTERAZIONE FACCIA A FACCIA Benché parte del lavoro di gruppo possa essere spartita e svolta individualmente, è necessario che i componenti il gruppo lavorino in modo interattivo, verificando gli uni con gli altri la catena del ragionamento, le conclusioni, le difficoltà e scambiandosi riscontri. In questo modo si ottiene anche un altro vantaggio: si studenti si insegnano a vicenda. Laboratorio 2 – Gestione della classe e delle problematiche relazionali – Formatore R. Gioè

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USO APPROPRIATO DELLE ABILITA’ NELLA COLLABORAZIONE Gli studenti nel gruppo vengono incoraggiati e aiutati a sviluppare la fiducia nelle proprie capacità, la leadership, la comunicazione, il prendere decisioni ed il difenderle, la gestione dei conflitti nei rapporti interpersonali. VALUTAZIONE DEL LAVORO I membri, periodicamente valutano l’efficacia del loro lavoro e il funzionamento del gruppo, individuano i cambiamenti necessari per migliorarne l’efficienza.  Per quanto riguarda l’insegnante, l’apprendimento cooperativo consiste in un insieme di tecniche di conduzione della classe, in cui gli studenti lavorano in piccoli gruppi, suddivisi per attività di apprendimenti comuni e ricevono valutazioni in base ai risultati conseguiti, sia singolarmente che dal gruppo. Le sperimentazioni di questo metodo, attualmente in uso in Italia prevalentemente nella scuola dell’infanzia e nella scuola primaria, evidenziano diversi vantaggi. In primo luogo, tutti gli studenti lavorano più a lungo e con risultati migliori, accrescendo la propria motivazione intrinseca e sviluppando capacità di ragionamento e pensiero critico. Vengono inoltre promosse le relazioni tra studenti che risultano essere più positive e rispettose, in quanto tutti i membri del gruppo riconoscono l’importanza dell’apporto di ciascuno e sviluppano così spirito di squadra. Si evince un aumento dell’autostima personale e quindi un maggior benessere psicologico. È stato inoltre dimostrato che il Cooperative Learning approfondisce le capacità do comprensione e rende i contenuti appresi più significativi e persistenti in memoria. (fine) Laboratorio 2 – Gestione della classe e delle problematiche relazionali – Formatore R. Gioè

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PEER EDUCATION   La Peer Education (letteralmente educazione tra pari) rappresenta una strategia educativa volta ad attivare un processo spontaneo di trasmissione di conoscenze e di esperienze da parte di alcuni menbri di un gruppo ad altri membri di pari stato, ovvero di pari età, pari condizioni sociali ecc… La Peer Education è tra le strategie didattiche un intervento che aziona un processo di comunicazione globale, ponendo in sintonia i soggetti coinvolti, talvolta anche definito momento trasferiale intenso. Si può sfruttare anche questa tecnica per far sì che questi studenti che hanno raggiunto gli obiettivi prefissati aiutino i compagni rimasti indietro. (Peer Instruction) La Peer Instruction non è particolarmente diffusa nella scuola tradizionale italiana, soprattutto perché il tempo che si ha a disposizione in classe è limitato; si inquadra invece perfettamente nell’ottica del modello Flipped Classroom in cui il tempo scolastico, liberato dalle spiegazioni frontali, risulta indubbiamente aumentato. E’ bene notare che l’idea che la Peer Instruction aiuti solamente gli alunni in difficoltà, a scapito di quelli più preparati, è assolutamente infondata. (segue) Laboratorio 2 – Gestione della classe e delle problematiche relazionali – Formatore R. Gioè

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Durante lo scambio di informazioni, infatti, che solitamente avviene da coloro che hanno compreso meglio gli argomenti verso coloro che necessitano di ulteriori spiegazioni, entrambe le parti coinvolte accrescono notevolmente il loro livello di apprendimento. Gli studenti che presentano dubbi di qualsiasi genere sono più coinvolti se la spiegazione avviene da parte di studenti al loro pari pari, piuttosto che l’insegnante, pertanto sono più disinvolti nel porre le domande che li aiuterebbero a raggiungere una comprensione completa. I propri pari possono essere migliori insegnanti, perché sono coloro che si ricordano cosa vuol dire non capire. D’altra parte, se gli studenti più preparati pensano che non sia necessaria l’esposizione ai compagni si sbagliano: la completa padronanza di un argomento, di fatto, si ottiene nel momento in cui si sanno trasferire i contenuti chiave ad altri. Solo allora si può sostenere di aver compreso a fondo ed interiorizzato l’argomento in questione. In aggiunta, il trasferire contenuti a loro che non li sanno, piuttosto che ad un insegnante che li conosce, richiede maggiore chiarezza sia mentale che di esposizione. Questo trasferimento di conoscenza aiuto, sia chi trasmette che chi riceve, a memorizzarle in modo persistente. (fine)   Laboratorio 2 – Gestione della classe e delle problematiche relazionali – Formatore R. Gioè

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PROBLEM SOLVING Il Problem solving, sul piano didattico, è un approccio teso a sviluppare l’abilità nella risoluzione di problemi, dal punto di vista psicologico, comporta mentale e operativo, spendibile in ogni ambito, nonostante solitamente venga associato alle abilità logico matematiche di risoluzione dei problemi è tra le strategie la più conosciuta ma paradossalmente la meno utilizzata. Un tale metodo, applicato a scuola, permette allo studente di sviluppare la capacità di valutazione e di giudizio obiettivo, insegnandogli a risolvere gradualmente problemi sempre più complessi. La didattica per problemi, deve essere funzionale rispetto afli obiettivi educativi da conseguire, e in termini di conoscenze, competenze e capacità. Laboratorio 2 – Gestione della classe e delle problematiche relazionali – Formatore R. Gioè

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DIDATTICA LABORATORIALE La Didattica laboratoriale, è tra le strategie più attiva e cntrata sullo studente, basata sulla co-costruzione delle conoscenze che, procedendo per problemi e per ricerca, porta all’elaborazione di un prodotto, cognitivo o materiale. La Didattica laboratoriale si fonda principalmente su un approccio costruttivista dell’apprendimento, e si pone come obiettivo quello di passare dalla semplice informazione alla vera formazione, incoraggiando un atteggiamento attivo degli studenti basato sulla propria curiosità, piuttosto che il tradizionale atteggiamento passivo di una lezione frontale, ottenuto facendo ricorso all’autorità del docente. Un’attività laboratoriale si differenzia dalla lezione frontale in quanto porta all’acquisizione del sapere tramite compiti pratici e problemi da risolvere, anziché ascolto e studio personale, stimolando quindi l’interazione e le capacità critiche degli studenti. (segue) Laboratorio 2 – Gestione della classe e delle problematiche relazionali – Formatore R. Gioè

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Il laboratorio, oltre che un ambiente scolastico, è prima di tutto uno spazio mentale attrezzato, va inteso in senso estensivo come qualsiasi spazio, fisico, operativo e concettuale, opportunamente adatto ed equipaggiato per lo svolgimento di una specifica attività formativa. I compiti previsti nell’ambito di attività laboratori ali devono essere ragionevolmente più alti dei livelli di partenza, in modo da favorire un apprendimento per scoperta, alternando il lavoro di gruppo a quello individuale e devono essere finalizzati all’elaborazione di un prodotto reale. In un contesto laboratoriale, l’insegnante segue gli studenti nel percorso che li porta all’elaborazione del progetto stabilito, incoraggia, indirizza e risponde alle domande, fornendo se richiesto, lezioni mirate ed approfondite. Una simile organizzazione del lavoro porta lo studente ad acquisire un apprendimento di tipo specialistico, perché egli agisce concretamente, operando in prima persona, e scopre qualcosa di nuovo grazie alle esperienze con cui viene messo a contatto. (fine) Laboratorio 2 – Gestione della classe e delle problematiche relazionali – Formatore R. Gioè

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SPACED LEARNING Recentissima strategia didattica riguarda la stimolazione delle cellule cerebrali. L’idea semplificata di fondo è che le cellule del nostro cervello si accendono e si collegano tra loro a seconda della stimolazione inviata. La stimolazione deve essere discontinua ad intervalli di dieci minuti fra l’una e l’altra per far sì che si costruisca la memoria a lungo termine. Una lezione basata sullo Spaced Learning è costituita da tre momenti di imput della durata di quindici minuti, separati da due intervalli di dieci minuti ciascuno, durante i quali si effettua l’interruzione necessaria alle cellule. I tre momenti di imput consistono, nell’ordine di: presentazione da parte del docente delle informazioni ritenute essenziali; richiamo degli argomenti chiave, promuovendo l’interazione tra gli studenti e dando il via alla fase successiva; fase di memorizzazione, dove gli alunni sono chiamati a dimostrare di aver compreso l’argomento svolgendo un compito, applicando le conoscenze e le abilità apprese. Fondamentali sono però gli intervalli di interruzione, in cui è indispensabile che le attività svolte si distacchino completamente dai contenuti della lezione: ottimi sono i lavori manuali o le attività fisiche, l’importante è che fungano da distrazioni per gli studenti. Questa tecnica, oltre a favorire la memorizzazione delle informazioni da parte degli studenti, diminuisce, talvolta, i problemi di disciplina, anche se è alto il rischio di confusione nei momenti di intervallo.   Laboratorio 2 – Gestione della classe e delle problematiche relazionali – Formatore R. Gioè

83 Come gestire una classe con differenti livelli di rendimento?
Istituto Datini Prato - Scuola Polo-Formazione Ambito Territoriale di PRATO e PISTOIA Come gestire una classe con differenti livelli di rendimento? Come interagire con alunni che hanno smesso di lavorare o che delegano ai più bravi di trovare la risposta giusta? Come affrontare una classe con alunni di differente provenienza? Queste sono alcune delle domande che gli insegnanti si pongono di fronte alla complessità crescente percepita nelle loro classi. La risposta non è semplice e a volte anche l’insegnante più motivato e preparato può sentirsi inadeguato o non trovare soluzioni soddisfacenti nella propria cornice pedagogica consueta di riferimento. Laboratorio 2 – Gestione della classe e delle problematiche relazionali – Formatore R. Gioè

84 Istituto Datini Prato - Scuola Polo-Formazione Ambito Territoriale di PRATO e PISTOIA
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