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Le attività di ricerca e di recupero delle perdite idriche nel sistema acquedottistico Gianfredi Mazzolani, Controllo dei Sistemi Idrici e Sviluppo

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Presentazione sul tema: "Le attività di ricerca e di recupero delle perdite idriche nel sistema acquedottistico Gianfredi Mazzolani, Controllo dei Sistemi Idrici e Sviluppo"— Transcript della presentazione:

1 Le attività di ricerca e di recupero delle perdite idriche nel sistema acquedottistico Gianfredi Mazzolani, Controllo dei Sistemi Idrici e Sviluppo g.mazzolani@aqp.it Bari, 11 marzo 2015 Il progetto WaS4D: la salvaguardia dell’acqua e la sua gestione razionale Temi ed azioni a confronto European Union European Regional Development Fund

2 Le perdite nelle reti di distribuzione - Perché gli acquedotti hanno le perdite? - Il bilancio idrico - Metodi di stima delle perdite - Analisi del flusso minimo notturno (MNF) - Perdite e pressione – Aspetti tecnici, economici e regolatori 2 ‘‘There is no water-supply in which some unnecessary waste does not exist and there are few supplies, if any, in which the saving of a substantial proportion of that waste would not bring pecuniary advantage to the Water Authority’’ William Hope, 1892 (cit. Puust et al. 2010)

3 Perché gli acquedotti hanno le perdite 3 L’influenza della pressione Perdite apparenti Perdite reali Sottoconteggio consumi Prelievo abusivo Invecchiamento di una condotta Danni delle perdite Trafilamento da un giunto Rottura Le perdite si generano negli acquedotti poiché l’acqua in pressione genera un spinta di 10 kg per decimetro quadrato per ogni metro in più di colonna d’acqua. Con 50 metri (5 bar ca.) la spinta è di 500 kg su dmq, spinta che si esercita non solo sulle condotte, ma anche sui giunti, apparecchiature, ecc. Inoltre, poiché l’acqua è (quasi) incomprimibile, brusche variazioni di moto possono provocare pericolosi transitori di sovrappressioni (colpo d’ariete)

4 Bilancio idrico, perdite reali ed apparenti Il bilancio idrico di una rete di distribuzione è la determinazione (misurata o stimata) delle diverse componenti di volume in una rete di distribuzione: volume immesso, volume fatturato, volumi di servizio, perdite reali ed apparenti. Non esiste nella UE una procedura unica definita per determinare il bilancio idrico, le perdite ed i relativi indicatori. Ogni stato membro decide autonomamente. Classificazione IWA (International Water Association). 4

5 Metodi di stima delle perdite (1/2) Metodi Top-down Basati sulla misura dei volumi dei consumi d’utenza (contatori), oltre che la misura – non necessariamente in continuo – del volume in ingresso/uscita dalla rete Bilancio e stima perdite di lungo periodo in assenza di telelettura 5 Metodi Bottom-up Non richiedono la misura dei consumi d’utenza (contatori), ma solo la misura in continuo del volume in ingresso/uscita dalla rete Sviluppati in paesi ove i contatori d’utenza non sono storicamente diffusi (ad es. UK) Necessaria analisi del flusso minimo notturno (MNF), per stimare i consumi “legittimi” al di “sotto” del MNF “separandoli” dalle perdite Per migliorare le stime occorrono misure di pressione Stima della portata di perdita anche di breve periodo

6 Metodi di stima delle perdite (2/2) Bilancio idrico sincrono Misura in continuo del volume in ingresso/uscita dalla rete Misura in continuo dei consumi d’utenza: impianto di telelettura a rete fissa (AMR) Monitoraggio continuo delle perdite 6 Perdite Rete efficienteRete “ammalorata” Analisi e monitoraggio del MNF Con analisi del MNF si ha “Visione” dello stato di efficienza di una rete Il monitoraggio continuo del MNF consente controllare la rete: a) insorgenza nuove perdite b) efficacia interventi riduzione perdite Bilancio sincrono impianto AMR Consumo

7 Perdite e pressione – Aspetti tecnici: l’idraulica Alla fine degli anni ‘70 è stata “scoperta” la relazione diretta tra le pressioni di rete e le perdite nelle reti idriche. Sino ad allora (ma anche dopo) le reti venivano progettate e verificate considerando solo i consumi (domanda) che sono (quasi) indipendenti dal livello di pressione. Concetto già noto dalla foronomia classica: la portata da un foro è proporzionale alla radice quadrata della pressione sul foro Si è verificato che nelle reti di distribuzione le perdite reali non aumentano con la pressione ad esponente 0,5 ma con esponente maggiore, che spesso è intorno ad 1: la portata di perdita cresce circa linearmente con la pressione Questo significa che in una rete di distribuzione portando la pressione media da 2 bar a 4 bar le perdite reali raddoppiano. È stato inoltre verificato che aumentando le pressioni aumenta il tasso di insorgenza di nuove perdite Ridurre le perdite significa in primis controllare le pressioni di rete 7 pressione Foronomia classica Rete di distribuzione idrica

8 Perdite e pressione – Aspetti regolatori (ed economici) 8 Il livello delle pressioni non è solo un tema tecnico, ma ha anche rilevanza regolatoria, poiché la pressione riguarda i livelli di servizio. Ridurre le pressioni per ridurre le perdite può infatti incidere sui livelli di servizio, tema centrale della regolazione. Quindi il tema delle perdite ha una rilevanza regolatoria “attraverso” la pressione, prima ancora di parlare di indicatori di perdite, e di metodologie di recupero e controllo. Ad esempio: in una rete obsoleta con molte rotture (molte perdite) con fabbricati al di sotto di 15 m, ad eccezione di pochi di 25 m, è opportuno mantenere il livello minimo di pressione a 30 m per servire tutti i fabbricati (CASO A) o è più logico mantenere 20 m di pressione minima (CASO B)? Dal punto di vista dei “costi energetici complessivi del sistema” la risposta sarà probabilmente di mantenere 20 m (CASO B), tagliando il livello di servizio a pochi (da servire con autoclave) Ancora: in una rete deteriorata con fabbricati di 30 m conviene ricostruirla affrontando un ingente costo di investimento, oppure portare la pressione minima di esercizio da 35 m a 5 m riducendo così le perdite di ca. 10 volte, sostenendo con tale abbattimento dei costi di produzione l’installazione di autoclavi ? CASO ACASO B

9 Gli indicatori di perdite - L’indicatore “mediatico” - Gli indicatori tecnici - L’approccio economico - Il trend delle perdite in Italia - Le perdite in Puglia 9 “Un acquedotto nel suo complesso è un organismo che richiede una continua ed accurata manutenzione ed una acconcia organizzazione dell’esercizio. Ritenere, come spesso si fa, che un acquedotto, una volta costruito, e sia pure a servizio solo di un piccolo comune, possa essere abbandonato a se stesso, è un errore gravissimo che ha portato al dissesto di una parte notevole degli acquedotti costruiti nel nostro Paese, malamente affidati ad amministrazioni comunali mancanti di una adeguata organizzazione tecnica. La manutenzione di un acquedotto esige prima di tutto sorveglianza delle perdite. Non esiste acquedotto nel quale non vi siano perdite ed esse sono sempre di una certa importanza, anche negli acquedotto meglio mantenuti”. Prof. Girolamo Ippolito, Appunti di Costruzioni Idrauliche, 1977 - Perdite percentuali - Perdite per km di rete - Perdite per numero di allacci - Infrastructure Leakage Index - Pressure Management Index - Global Leakage Index - Economic Level of Leakage -Sustaniabile Economic Level of Leakage ?

10 L’indicatore “mediatico” – Perdite % 10 L’indicatore di perdita percentuale (volume di perdita / volume immesso) viene “distorto” dal livello di consumo a parità di volume di perdita Ad esempio, l’incremento di perdite % rilevato dall’ISTAT tra il 2008 ed il 2012 – 5,3 % come media nazionale – è in parte distorto dalla contrazione dei consumi domestici (dal 2001). Dagli stessi dati ISTAT del censimento 2012: Se il volume erogato tra il 2008 ed il 2012 fosse rimasto costante (e non in contrazione di 5,4 %), l’incremento di perdita % sarebbe stato di 4,0 % anziché 5,3 %. Più significativo è che il volume di perdite è aumentato di 19,7 %, pari a 514 Mmc (oltre 100 Mmc in più ogni anno) Esempio di “distorsione” dell’indicatore perdita %: le perdite % rilevate nel 2012 dall’ISTAT per Toscana e Lombardia e sono 38,5 % e 26,5 % rispettivamente. in Toscana il volume erogato 2012 pro-capite è di 195 L/ab./giorno, il più basso in Italia. In Lombardia è 296 L/ab./giorno, tra i più alti. Supponiamo che Toscana e Lombardia abbiano lo stesso volume di perdita per abitante, ad es. 100 L/ab./giorno: in Toscana le perdite % risulterebbero 33,6%, in Lombardia 25,3%. A parità di volume di perdita le perdite percentuali aumentano al ridursi dei livelli di consumo. La percentuale di perdita è un indicatore fuorviante per il confronto tra gestioni diverse, che “penalizza” quelle con consumi idrici più bassi. E’ fuorviante anche per valutare le performance nel tempo di una stessa gestione, a meno di non tener conto della eventuale variazione dei volumi erogati

11 Gli indicatori tecnici di “volume” 11 Perdite per unità di lunghezza (mc/km/gg, mc/km/h) Perdite per numero di allacciamenti (L//conn./giorno) Indicatori di perdita che non presentano le distorsioni della perdita % Molto utili nella gestione per stabilire le priorità di intervento: si interviene infatti nelle reti in cui a parità di costo di investimento è maggiore il recupero di risorsa. Gli indicatori “migliorano” – come ci si deve aspettare – se si riduce la pressione (ad esempio con l’installazione di valvole di regolazione “intelligenti”), poiché riducendo la pressione si riduce il volume di perdita (numeratore) … … anche se lo stato di manutenzione dell’infrastruttura resta invariato Gli indicatori continuano a migliorare se si eseguono interventi di risanamento della rete (che riducono il numero delle rotture).

12 L’approccio economico L’analisi del livello economico di perdite (ELL, Economic Level of Leakage) o del SELL (Sustainable Economic Level of Leakage) appare la metodologia più appropriata di approccio alle perdite idriche, poiché relaziona i costi complessivi del sistema (costi di operativi di produzione/trasporto, costi ambientali e costi sociali) con gli investimenti da attuare per la riabilitazione delle reti In alcuni casi l’analisi è concettualmente semplice: Rete di distribuzione di un isola servita da un impianto di dissalazione, senza usi diversi dal potabile: l’analisi del ELL è relativamente affidabile, è sufficiente ricercare l’ottimo economico tra costo di produzione/trasporto della risorsa idro-potabile e gli investimenti per la riduzione delle perdite nel sistema. In un bacino idrografico “ideale” nel quale la risorsa è abbondante (non è né limitata né contesa) ed è anche disponibile pura di sorgente ed in quota, l’analisi ELL può essere addirittura inutile, essendo il costo di produzione/trasporto trascurabile. Il livello delle perdite non rappresenta un problema (fin tanto che il numero di rotture non riduce la pressione minima a livelli che minacciano la “protezione” della qualità dell’acqua). In questo caso, la risorsa ritorna nel “ciclo dell’acqua” senza lasciare impronta di CO2 (cosa che invece farebbero gli interventi di risanamento). Nei casi “reali”, anche la determinazione del ELL può essere non appropriata per l’ottimo economico del sistema. Ad esempio, in un bacino idrografico nel quale la risorsa è limitata e contesa dai diversi usi (potabile, irriguo, industriale), l’approccio economico più efficace sarebbe su scala di bacino, tenendo conto dei costi operativi e degli investimenti possibili per ridurre la domanda in ciascuno dei sistemi, nonché dei costi sociali ed ambientali. 12

13 Il trend delle perdite in Italia: perché in aumento ? Gli ultimi (o unici) dati disponibili sulla lunghezza delle reti di distribuzione a livello nazionale (ISTAT li ha raccolti ma non li pubblica considerandoli inaffidabili) si riferiscono ad uno degli stati di avanzamento dei Piani d’Ambito pubblicato ca. 10 anni fa dal CO.VI.RI. Con questi dati la lunghezza complessiva delle reti italiane è di ca. 350.000 km Supponiamo di voler mantenere una vita utile di 50 anni, assicurando un tasso di replacement pari al 2 % annuo, che su base nazionale significherebbe 7.000 km annui (metà della rete pugliese!) Assumendo un costo parametrico di 250.000 Eur/km, dovremmo investire ogni anno ca. 1,75 miliardi di Euro nelle sole reti di distribuzione per evitare che invecchino oltre i 50 anni Invece, investiamo 1,4 mld Euro (dato 2011 utlimo Blue Book) ma in tutti i comparti del servizio idrico integrato: approvvigionamento (impianti di potabilizzazione, pozzi, ecc.), serbatoi, fognature ed impianti di depurazione, oltre che sulle reti idriche. E questo dato di investimenti si riferisce non solo al replacement di opere esistenti ma anche a nuove opere (estendimenti reti, nuovi impianti, ecc.) Stiamo dunque assistendo al progressivo invecchiamento delle reti di distribuzione (e non solo) e le risorse che stiamo impegnando sono di gran lunga insufficienti. Questa è la ragione – se non unica, la principale – per la quale le perdite in Italia sono in incremento. Prima di intervenire nella sostituzione delle condotte è necessario investire nella misura dei parametri di funzionamento delle reti (in primis portate e pressioni) e nella conoscenza dei sistemi. Questi costi sono infatti di due ordini di grandezza inferiori a quelli della sostituzione delle condotte e consentono di allocare efficacemente le poche risorse disponibili. La sfida è questa: usare l’ingegneria idraulica e l’efficienza di gestione nel modo ottimale (misura, monitoraggio e studio dei sistemi) in modo da ridurre le perdite mentre le reti stanno invecchiando 13

14 Il trend delle perdite in Puglia La Puglia è una delle regioni in contro tendenza al trend nazionale. Dal 2009 – anno successivo alla crisi idrica del 2008 – i volumi immessi nei sistemi di distribuzione sono andati progressivamente riducendosi e ciò grazie agli investimenti attuati nel corso degli anni, sia in termini di infrastrutture che organizzativi Per mantenere questo trend occorre continuare ad investire, altrimenti l’insorgenza delle perdite (gli anglosassoni la chiamano natural rate of rise of leakage) prevale ed il trend si inverte Portare le perdite da un valore (astratto) di 80 ad un valore 60 richiede un impegno maggiore di quello che era stato richiesto per portarle da 100 ad 80. 14

15 La distribuzione delle perdite nelle reti pugliesi Dall’analisi dei dati delle perdite nelle singole reti di distribuzione pugliesi (resi possibili negli ultimi anni grazie al sistema di Telecontrollo AQP) è emerso che i tassi di perdita sono fortemente differenziati, con valori significativamente maggiori nei comuni della Puglia centrale, in particolare Bari e BAT. Ciò nonostante il fatto che circa la metà dei volumi recuperati negli ultimi anni abbia riguardato proprio le province di Bari e BAT. Questa situazione riviene dal passato ed è verosimilmente legata a continui fenomeni di micro colpi d’ariete indotti da regolazioni manuali un tempo molto diffuse in particolare nella provincia di Bari ed effettuate quotidianamente nei periodi di crisi idrica (ma non solo). Inoltre, i terreni carsici caratteristici della Puglia “inghiottono” anche grandi perdite, senza renderele visibili. 15

16 La distribuzione delle perdite nelle reti pugliesi Ordinando le reti da quelle più efficienti e sommandone su un lato la lunghezza e sull’altro il volume di perdite si ottiene la curva di distribuzione cumulata I dati evidenziano che il 10 % delle reti (in termini di lunghezza) che risultano meno efficienti ha volumi di perdita pari al 60 % delle reti più efficienti 16 La cattiva notizia è che alcune reti AQP hanno tassi di perdite molto elevati. La buona notizia è che le reti con perdite molto elevate sono poche e che ca. il 50 % delle perdite sono concentrate nel 20 % delle reti (in termini di lunghezza). Poiché le reti di distribuzione gestite in Puglia sono 354 e quelle con perdite più elevate sono di dimensioni medio-grandi, ciò significa che l’impegno degli investimenti può essere efficacemente orientato su poche decine di reti.

17 La misura e la conoscenza - La misura dei volumi: portate di rete e consumi d’utenza - La misura della pressione - I modelli di simulazione del comportamento idraulico delle reti 17 “If you can not measure it, you can not improve it” Lord Kelvin (1824-1907)

18 18 Misura delle portate di rete (misura gestionale) In Italia esistono oltre 10.000 reti di distribuzione, considerando il numero di comuni e le frazioni. Senza misura delle portate in ingresso/uscita dalle reti è impossibile “separare” i bilanci delle singole reti dal bilancio complessivo degli ATO. Senza separare i bilanci delle singole reti è illogico procedere a qualunque investimento di riduzione delle perdite, poiché è impossibile mettere in ordine le priorità di intervento (su quali reti intervenire prima), che invece andrebbero attentamente vagliate, considerando i significativi costi degli investimenti di riabilitazione delle reti Va dunque promossa/incentivata dagli enti di regolazione la misura dei volumi nelle reti di distribuzione Misura dei consumi d’utenza (misura fiscale) La misura dei consumi d’utenza è storicamente diffusa in Italia (per abitazione o per condominio), anche se la efficienza di misura è stata trascurata per decenni (replacement solo a guasto) L’efficienza della misura d’utenza è certamente un problema di livello di servizio e di equità verso gli utenti, ma non si relaziona con l’efficienza del funzionamento della rete, a meno di non avere telelettura che è di supporto all’efficentamento delle reti. Nella telelettura dei contatori d’acqua poche esperienze a macchia di leopardo in Italia. Con la Del. 393/13 l’Autorità ha promosso la sperimentazione della telelettura multiservizio nelle reti in ottica “smart city”– in primis con le reti gas quelle idriche La misura dei volumi: portate di rete e consumi d’utenza

19 19 Misura delle pressione La misura ed il monitoraggio della pressione in rete sono un pre-requisito fondamentale per implementare investimenti di riduzione delle perdite: Controllo delle pressioni con valvole intelligenti, che comportano riduzione dei volumi di perdita e riduzione della frequenza delle rotture. Studio e modellazione delle reti, progetti di distrettualizzazione Poiché tali investimenti hanno costi incomparabilmente più bassi della riabilitazione delle reti con replacement delle condotte (purché ci siano margini di riduzione della pressione), è illogico implementare programmi massivi di sostituzione di condotte senza prima avere implementato la misura della pressione con installazione di valvole di regolazione. Se si intende ridurre il volume delle perdite su scala nazionale invertendo il trend di +19,7 % di incremento tra 2008 e 2012, occorre promuovere/incentivare non solo la misura delle portate, ma anche la misura della pressione ed il suo controllo. La misura della pressione (ed altre misure) Riduzione del MNF e delle perdite a seguito di installazione valvole “intelligenti” (reti AQP)

20 Portate e pressioni di rete 20 I grafici evidenziano la relazione tra la portata immessa in una rete di distribuzione e la pressione in un nodo della rete.

21 Modelli di simulazione del comportamento idraulico delle reti I modelli di simulazione del comportamento delle reti sono di necessario ausilio per: –Dimensionamento delle reti (scarso interesse oggi) –Verifica del funzionamento delle reti –Definire gli interventi di riabilitazione di reti esistenti: distrettualizzazione, segmentazione, posizionamento valvole, ottimizzazione energetica, ecc. –Monitoraggio ed efficientamento continuo delle condizioni di esercizio e di funzionamento delle reti Oggi esistono software molto sofisticati a supporto non solo del dimensionamento e della verifica delle reti, ma per definire - con criteri di ottimizzazione dei costi operativi e di investimento - gli interventi di risanamento più efficaci in una rete in esercizio da decenni Naturalmente, i risultati di tali modelli sono tanto più affidabili quanto lo sono non solo i dati di consistenza fisica della rete, ma anche quelli di misura/monitoraggio di portate, pressioni, domanda e perdite 21

22 Gli interventi - La ricerca perdite - Il controllo della pressione - Gli interventi di riabilitazione 22 “ Pressure management is most relevant for water supply systems that suffer from high leakage rates, as leakage can be reduced considerably by reducing water pressure in specific districts at times of low consumption. However, although pressure management projects have proved to pay off in the short run by the revenue water they generate, they are certainly not a substitute for long-term network rehabilitation programs.” Prof. Raimund Herz, Emeritus of Urban Engineering, Dresden University of Technology Guidelines for water loss reduction, Deutsche Gesellschaft für Internationale Zusammenarbeit (GIZ), 2011

23 La ricerca perdite Molti ritengono che “qualunque” grado di riduzione delle perdite reali sia ottenibile in proporzione all’impegno organizzativo dedicato alla ricerca perdite (ossia al numero di squadre specializzate in campo). Alcuni pensano che i piani di risanamento consistano nella ricerca perdite Questo purtroppo non è vero. Nelle reti deteriorate / vulnerabili la riparazione di una perdita, comportando localmente un incremento di pressione, può favorire l’insorgenza di nuove perdite. Come nei giochi con il martelletto ed i birilli … per una riparata ne possono saltar fuori due. Per questo la ricerca perdite dovrebbe essere sempre accompagnata dal controllo della pressione, che peraltro riduce la frequenza di insorgenza di nuove perdite In generale, la ricerca (e riparazione) delle perdite nelle reti obsolete con tassi di perdite medio-alti comporta a breve-medio termine una riduzione dei volumi di perdita, ma a lungo termine riesce solo ad equilibrare la naturale insorgenza delle perdite (natural rate of rise of leakage), senza dare ulteriori benefici al bilancio idrico di una rete Dunque, la ricerca perdite va organizzata e può essere resa più efficiente in molti modi, ma non ma non può essere né risolutiva né sostitutiva di interventi di riabilitazione e risanamento. 23

24 Il controllo della pressione 24 Come è noto ormai da diversi anni la riduzione delle pressioni nelle reti di distribuzione mediante valvole di regolazione della pressione/portata rappresenta uno degli interventi più importanti e prioritari di contenimento delle perdite Il controllo delle pressioni richiede la conoscenza e la misura delle pressioni non solo in ingresso nella rete (livello del serbatoio), ma anche in diversi suoi nodi, specialmente quelli più sfavoriti. Tali metodi sono più efficaci in reti distrettualizzate o segmentate e se la regolazione viene effettuata al cosiddetto “punto critico”, il punto più sfavorito della rete rispetto alla superficie di pressioni (grafico in basso a sinistra). Il grado di apertura della valvola è regolato automaticamente in base alla pressione pre- stabilita, che resta (quasi) costante. Sebbene gli interventi di controllo delle pressioni diano normalmente rapido ritorno dell’investimento non sono sostitutivi degli interventi di riabilitazione di medio-lungo termine. Da valvola “intelligente” a regolazione al “punto critico” La famosa valvola “Valeria” a Bari MNF da 225 a 70 l/s

25 Gli interventi di riabilitazione 25 La riabilitazione di reti deteriorate con replacement di condotte richiede investimenti di diversi milioni di euro, anche per reti piccole. È illogico pianificarla se prima non si è investito (con costi di 2 ordini di grandezza più bassi), nella misura e nel controllo delle pressioni I programmi di riabilitazione devono essere attentamente studiati e vagliati utilizzando i modelli di simulazione del comportamento idraulico che offrono ventagli di soluzioni possibili di assetto efficiente della rete, rappresentando uno strumento di supporto alle decisioni sempre più necessario. Gli attuali software di modellazione idraulica consentono di simulare non solo le perdite, ma anche il comportamento di manufatti/apparecchiature esistenti o di progetto nella rete: serbatoi, pompe, valvole di regolazione autoclavi private, ecc.

26 Il controllo dei sistemi idrici “software based” (il futuro) 26 “That's an amazing invention but who would ever want to use one of them?” “È una grande invenzione, ma chi mai potrebbe averne bisogno?” Rutherford B. Hayes (19° Presidente USA, 1822-1893), ad Alexander Bell che nel 1876 gli presentò il suo prototipo del telefono.

27 I sistemi di gestione Sistema informativo territoriale (SIT) Georeferenziazione delle reti idriche (e delle altre infrastrutture SII) con possibilità di integrazione con gli altri sistemi informativi del gestore: georeferenziazione contatori, dati consumi, registrazione georeferenziata e storicizzata di rotture e guasti 27 SCADA Controllo da remoto ed in tempo reale delle misure gestionali (livelli serbatoi, pressioni, portate, qualità dell’acqua, ecc.) con possibilità di automazione di processi ed apparecchiature (valvole di regolazione, pompe, ecc.) Smart metering I sistemi di telelettura migliorano significativamente la qualità del servizio reso agli utenti, ma potranno consentire di gestire in modo molto più efficiente le reti di distribuzione in ottica “smart water grid” Modelli di simulazione delle reti Di fondamentale supporto per la programmazione degli interventi di riabilitazione ma anche per orientare decisioni nelle operation

28 L’integrazione dei sistemi di gestione 28 Sistemi di supporto alle decisioni (DSS) Integrazione dei dati gestionali (fisici, di processo, di utenza, lavori, ecc.) per costruire sistemi di supporto alle decisioni. Dati demografici Dati climatici Dati sistemi utenze Dati customer service ecc. SIT Scada e misureSmart metering Registro lavori Simulazione retiAltri dati Integrazione automatica dei dati e loro utilizzo “smart” attraverso algoritmi di analisi matematica, idraulica e statistica dei dati Alcuni possibili sviluppi di integrazione Bilanci idrici delle reti automatici basati sul “modelli fisici georeferenziati”, abbattendone così l’altrimenti inevitabile grado di incertezza (SCADA, SIT contatori e consumi utenza) Modelli di pre-localizzazione delle rotture da implementare sinergicamente con la ricerca perdite “hardware based” di campo (SIT, SCADA, simulazione reti, consumi utenza o smart metering) Modelli di asset management per supportare le decisioni nei programmi di riabilitazione delle reti (SIT, registro perdite e lavori, simulazione reti, SCADA) Modelli di simulazione rete in tempo reale per le operation (SIT, SCADA, simulazione reti, consumi utenza o smart metering)

29 29 GRAZIE PER L’ATTENZIONE “Technology is nothing. What’s important is that you have a faith in people, that they’re basically good and smart, and if you give them tools, they’ll do wonderful things with them” Steve Jobs


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