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1 BILANCI IDRICI SCENARI EVOLUTIVI E DI PIANO. 2 Schema metodologico generale bilanci idrici 2) Valutazione degli scenari evolutivi (al 2008 e al 2016)

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1 1 BILANCI IDRICI SCENARI EVOLUTIVI E DI PIANO

2 2 Schema metodologico generale bilanci idrici 2) Valutazione degli scenari evolutivi (al 2008 e al 2016) in relazione alle attuali tendenze - Stima fabbisogni alle utenze e necessità di approvvigionamento - Evidenziazione possibili criticità quantitative sulla disponibilità della risorsa 3) Politiche di intervento di Piano - Individuazione azioni di razionalizzazione, risparmio e adeguamento infrastrutturale - Analisi dell'incidenza politiche di intervento sui consumi alle utenze e sulle necessità di approvvigionamento - Analisi effetto delle politiche di intervento sulla sostenibilità dei prelievi 1) Definizione del quadro conoscitivo attuale (al 2000) - Analisi consumi alle utenze e prelievi - Evidenziazione maggiori criticità quantitative acque superficiali e sotterranee - Ricognizione circa i più rilevanti interventi infrastrutturali programmati Sono stati presi in esame i tre settori quantitativamente rilevanti: civile, industriale e irriguo Per lo zootecnico si sono ricostruiti i consumi allo stato attuale ma, in relazione alla loro esigua entità, non si sono esaminati scenari evolutivi, mantenendo invariati consumi e prelievi

3 3 La scala territoriale di riferimento delle elaborazioni è quella comunale Dati di prelievo, erogazione, serviti (Aziende, 1998-2000) Dotazioni all'utenza Efficienza adduzione e distribuzione Previsioni residenti al 2008 e al 2016(RER) Interventi infrastrutturali al 2008 e al 2016 (Aziende) Azioni di risparmio Prelievi Residenti, serviti da acquedotto (RER, 2000 e ISTAT, 1991) Fabbisogni all'utenza Dotazioni all'utenza al 2008 e al 2016 Fabbisogni all'utenza al 2008 e al 2016 Efficienza adduzione e distribuzione al 2008 e al 2016 Indirizzi Regione, bibliografia e studi di settore, normativa Prelievi al 2008 e al 2016 Possibile efficacia PI Prelievi al 2008 e al 2016 con PI STATO ATTUALE SCENARI EVOLUTIVI Schema metodologico per il settore civile

4 4 Aspetti metodologici Settore civile: fabbisogni alle utenze Popolazione : Sono state utilizzate le proiezioni relative al numero di residenti fornite dallUfficio Sistemi Statistici della Regione Emilia-Romagna per le 13 AUSL regionali; tali valori sono stati distribuiti sui singoli comuni in relazione alle tendenze evolutive degli ultimi 5 anni Tendenze evolutiveEffetti delle misure di Piano invarianza dei valori connessi agli usi domestici leggero incremento (+20% al 2016) dei quantitativi connessi agli usi produttivi stazionarietà degli usi procapite relativi alle restanti utenze diminuzione dei valori connessi agli usi domestici a 145 l/residente/gg al 2008 e a 130 l/residente/gg al 2016 incremento (+20% al 2016 ) dei quantitativi connessi agli usi produttivi diminuzione (-15% al 2016) dei valori connessi alle utenze assimilabili a quelle domestiche (commercio, servizi, istituzioni, turismo) invarianza degli altri usi Adeguamento delle dotazioni comunali attualmente anomale (inferiori a 160 l/residente/gg) Dotazioni allutenza (*)*

5 5 Aspetti metodologici Settore civile: copertura reti acquedottistiche Sono stati definiti dei valori minimali dei residenti serviti dai sistemi acquedottistici, a livello comunale, individuati per le diverse fasce altimetriche; al 2016 : Montagna: 70% se <1000 residenti (65% al 2008), 85% se <10000 residenti (80% al 2008), 90% altrimenti (85% al 2008) Collina:80% se < 1000 residenti (75% al 2008), 95% se < 10000 residenti (90% al 2008), 98% se < 50000 residenti (96% al 2008), 100% altrimenti Pianura:100% se < 1000 residenti (99% al 2008), 100% altrimenti A livello regionale, al 2000 (i dati sono tuttavia ISTAT 91, con alcuni aggiornamenti), la percentuale di residenti serviti da acquedotti rurali o totalmente autonomi è del 5% Già al 2008 si prevede che tale percentuale scenda a poco più dell1%

6 6 Aspetti metodologici Settore civile: efficienza reti di adduzione e distribuzione Sono stati definiti dei valori di riferimento per lefficienza delle reti, a livello comunale, per le diverse fasce altimetriche, al 2016 : Montagna: 76% se <1000 residenti (72% al 2008), 78% se <10000 residenti (74% al 2008), 80% altrimenti (76% al 2008) Collina:76% se <1000 residenti (74% al 2008), 80% se <10000 residenti (76% al 2008), 82% se <50000 residenti (80% al 2008), 84% altrimenti (82% al 2008) Pianura: 78% se <1000 residenti (74% al 2008), 80% se <10000 residenti (77% al 2008), 82% se < 50000 residenti (80% al 2008), 84% altrimenti (82% al 2008) Tendenze evolutiveEffetti delle misure di Piano Al 2008 efficienza media a livello regionale del 78% Al 2016 efficienza media a livello regionale dell80% Al 2008 efficienza media a livello regionale dell80% Al 2016 efficienza media a livello regionale dell82%; efficienza minima a livello provinciale dell80% I valori comunali sono stati considerati a livello di sistema acquedottistico (*), provinciale e regionale verificandone la congruenza (ed eventualmente correggendoli) con i valori regionali indicati dalla Regione Emilia-Romagna :*

7 7 Aspetti metodologici Settore civile: prelievi I fabbisogni alle utenze, al lordo delle perdite in adduzione e distribuzione, sono stati attribuiti, per le diverse provincie, alle diverse tipologie di approvvigionamento sulla base dei livelli di prelievo attuali e delle seguenti considerazioni: Per gli areali montani le variazioni sui fabbisogni alla fonte ricadono interamente sugli approvvigionamenti di acque superficiali (comprensive di sorgenti e pozzi di subalveo) Per gli areali collinari e di pianura, in relazione allinterconnessione dei diversi sistemi acquedottistici (attuale o comunque imprescindibile già nel breve/medio periodo) e alla opportunità di contenere i prelievi dalle falde e di sfruttare al massimo le potenzialità delle fonti superficiali: –le riduzioni dei fabbisogni vengono fatte ricadere sui prelievi dalle falde –eventuali incrementi si ripercuotono interamente sulle fonti superficiali, tenendo conto delle potenzialità massime di approvvigionamento (considerando i principali interventi infrastrutturali indicati dalle aziende acquedottistiche) e di specifiche situazioni provinciali

8 8 Principali risultanze alla scala provinciale Settore civile: consumi alle utenze e prelievi

9 9 Evoluzione produzione al 2008 e al 2016 Evoluzione occupazione al 2008 e al 2016 Dotazioni per addetto Consumi specifici al 2000, al 2008 e al 2016 Azioni di risparmio Dati di consumo e di produzione (1996-2000) Bibliografia, EMAS, BREF, studi di settore Database occupazionale (CERVED 1998-99) Fabbisogni idrici per impresa Indici produzione industriale (Unioncamere 1988-2002) Serie storiche addetti industria (ISTAT1951-96) Fabbisogni per impresa al 2008 e al 2016 Possibile efficacia PI Consumi documentati SCENARI EVOLUTIVI STATO ATTUALE Prelievi per località Approvvigionamento da reti civili,da acque superficiali e da falde Prelievi per provincia al 2008 e al 2016 Fabbisogni per impresa al 2008 e al 2016 con PI Prelievi per provincia al 2008 e al 2016 con PI Bibliografia, studi di settore Le elaborazioni sono effettuate per le singole imprese, le risultanze sono aggregate per località (usi attuali) o provincia (scenari evolutivi) Schema metodologico per il settore industriale

10 10 Aspetti metodologici Settore industriale: evoluzione del comparto manifatturiero Produzione : le variazioni 2008-2000 e 2016-2000 dei volumi produttivi del comparto manifatturiero regionale sono state stimate sulla base dellanalisi della serie storica degli indici di produzione indicati da Unioncamere relativi ad un certo numero (22 complessivamente) di classi tipologiche (esempio agroindustria, ceramiche, etc), con procedimenti di estrapolazione lineare; il grado di dettaglio che è stato possibile conseguire è quindi è quello della Divisione o del Gruppo ATECO 91. Dimensioni: Le variazioni dimensionali delle singole aziende sono state stimate a livello provinciale sulla base delle serie storiche ISTAT 1951-1996 del numero di addetti relativi alle singole Divisioni ATECO 91 (di fatto le Divisioni sono state raggruppate in 4 classi omogenee) con procedimenti di estrapolazione delle curve logaritmiche interpolanti.

11 11 Aspetti metodologici Settore industriale: consumi per unità di produzione ( * ) * Quando possibile (in relazione alle informazioni disponibili) le stime sono state impostate sulla base dellanalisi dei consumi specifici relativi a produzioni rappresentative delle diverse Divisioni/Gruppi/Classi considerate nella valutazione dello stato attuale. In caso contrario si sono valutate parametricamente le plausibili riduzioni dei fabbisogni in relazione allincidenza media dei consumi idrici connessi a fasi di lavaggio e a raffreddamento (per i quali si ritengono maggiori le possibilità di risparmio). Esplicitati con lindividuazione di coefficienti di riduzione dei consumi per unità di produzione, stimati per le diverse Divisioni/Gruppi/Classi parametricamente, in relazione allincidenza delle fasi di lavaggio e raffreddamento (al 2016 si sono utilizzate riduzioni dei fabbisogni variabili, per le diverse Divisioni/Gruppi/Classi, dal 16% al 32%) Tendenze evolutiveEffetti delle misure di Piano

12 12 Aspetti metodologici Settore industriale: fabbisogni alle utenze Tendenze evolutiveEffetti delle misure di Piano I consumi attuali relativi ad ognuna delle oltre 52000 imprese censite nel database CERVED sono stati moltiplicati per tre coefficienti rappresentativi di: variazione regionale dei volumi produttivi (per tipologia di attività) correzione provinciale della produttività regionale (per provincia e tipologia di attività) variazione dei consumi specifici per unità di prodotto (per tipologia di attività) E stato applicato ai consumi a tendenze evolutive naturali lulteriore coefficiente rappresentativo dei possibili risparmi sui consumi specifici

13 13 Aspetti metodologici Settore industriale: prelievi E stata ritenuta plausibile una maggiore propensione allapprovvigionamento dalle reti civili esplicitata attraverso lincremento del valore di soglia che individua le forniture civili rispetto agli approvvigionamenti autonomi (da 5000 mc/anno al 2000 a 5750 mc/anno al 2008 e a 6500 mc/anno al 2016). Sono state confermate le attuali situazioni di approvvigionamento con acque superficiali e quindi attribuiti alle falde gli approvvigionamenti relativi alle restanti imprese. Sono inoltre stati considerati gli effetti connessi alla realizzazione di nuovi acquedotti industriali nellarea ravennate e forlivese (si valutano immutati gli approvvigionamenti relativi a quelli esistenti) E evidente che le elaborazioni non possono essere considerate attendibili a livello puntuale (di singola azienda), ma si ritengono ragionevolmente affidabili alla scala provinciale.

14 14 Principali risultanze alla scala provinciale Settore industriale: consumi alle utenze e prelievi

15 15 La scala territoriale di riferimento delle elaborazioni è quella comunale Colture irrigate, tecniche (ISTAT,2000) Forniture e prelievi consortili Disponibilità di risorsa da Po e appenninica (1991-2001) Perimetrazione aree consortili (1996-2000) Climatologia, suoli Fabbisogni irrigui Richieste ai consorzi Deficit irrigui consortili Disponibilità di risorsa al 2008 e al 2016 Interventi infrastrutturali (Consorzi) Prelievi autonomi Superfici al 2008 e al 2016 (Regione, UniPR, ISTAT 1991-2000) Fabbisogni irrigui al 2008 e al 2016 Bibliografia, studi di settore, Consorzi Azioni di risparmio, applicazione DMV Areali consortili al 2008 e al 2016 Forniture e prelievi consortili al 2008 e al 2016 Deficit irrigui consortili Prelievi autonomi al 2008 e al 2016 Applicazione DMV e possibile efficacia delle PI SCENARI EVOLUTIVI STATO ATTUALE Forniture e prelievi consortili con PI al 2008 e al 2016 Prelievi autonomi al 2008 e al 2016 con PI Efficienza in adduzione e distribuzione (Consorzi) Schema metodologico per il settore irriguo

16 16 Aspetti metodologici Settore irriguo: superfici colturali Evoluzione delle superfici colturali comunali: Per le colture PAC si è fatto riferimento al documento Valutazione delleffetto dellapplicazione della nuova OCM latte… (Università di Parma) Per le restanti colture si sono estrapolate con curve logaritmiche (più stabili di quelle lineari) le variazioni ISTAT 1990-2000, apportando correzioni per attenuare tendenze molto accentuate Le variazioni ottenute sono modeste e, quantomeno per la pianura, prospettano riduzioni delle SAU complessive che possono essere ritenute sottostimate essendo dello stesso ordine degli incrementi minimali stimati per le aree urbane

17 17 Per i singoli comuni si sono considerate, in assenza di interventi di infrastrutturazione di areali consortili, variazioni analoghe a quelle delle colture Sono stati valutati gli interventi di infrastrutturazione o ampliamento di areali consortili Aspetti metodologici Settore irriguo: superfici irrigate e fabbisogni alle colture Sono state valutate le ulteriori superfici irrigate connesse allinfrastrutturazione di areali irrigui per il riuso diretto dei reflui depurati Superfici irrigate (*)* Tendenze evolutiveEffetti delle misure di Piano Dotazioni colturali Si sono considerate dotazioni colturali invariate

18 18 Aspetti metodologici Settore irriguo: tecniche di adacquamento Definite sulla base della tendenza evolutiva ISTAT 1982-1990-2000 (con alcune correzioni locali) per le principali tipologie (aspersione, sommersione, scorrimento e infiltrazione laterale, goccia/microirrigazione) e le diverse provincie Tendenze evolutiveEffetti delle misure di Piano Riduzione per le provincie emiliane ad una incidenza dello scorrimento laterale e infiltrazione al 50% del valore a tendenze evolutive naturali, a favore dellaspersione Sono trattate singolarmente alcune peculiarità colturali e territoriali relative a : – sommersione se connessa a risaie – scorrimento e infiltrazione laterale nellareale ferrarese, in relazione specificità locali relativi alla tendenza alla salinizzazione e compattazione dei suoli – scorrimento e infiltrazione laterale nelle provincie di Parma e Reggio-Emilia in quanto in tali provincie essenzialmente connesso a colture di pregio qualificanti il settore agroindustriale

19 19 Aspetti metodologici Settore irriguo: rendimento adduzione e distribuzione ( * ) * Rendimenti invariati rispetto alla situazione attuale salvo specifici interventi programmati dai Consorzi Tendenze evolutive Effetti delle misure di Piano Rendimento all85% al 2016 (al 2008 recupero di circa 1/3 della differenza fra il valore attuale e l85%) Areali serviti con acque di Po: Definito sulla base del rapporto fra i volumi richiesti alle utenze al 2016 (o 2008) e attuali e del grado di efficienza attuale (ad una diminuzione delle richieste alle utenze corrisponde, sia pure in misura attenuata, una diminuzione dei rendimenti delle reti) Areali serviti con acque appenniniche:

20 20 Aspetti metodologici Settore irriguo: disponibilità di risorsa Si ritengono invariate le possibilità di prelievo attuali (salvo incrementi connessi ad interventi infrastrutturali) Tendenze evolutiveEffetti delle misure di Piano Areali serviti con acque appenniniche: Areali serviti con acque di Po: Viene prevista, anche in relazione agli interventi infrastrutturali programmati dai Consorzi, la possibilità di soddisfare per intero le necessità di approvvigionamento Viene quantificata la riduzione di possibilità di prelievo conseguente allapplicazione dei DMV (*)* Sono considerate le disponibilità di risorsa connesse al riuso diretto dei reflui depurati Sono quantificati gli effetti di specifici interventi finalizzati a mitigare la riduzione delle possibilità di prelievo connesse ai DMV Si ritengono invariate le disponibilità idrologiche (deflussi naturali) Sono considerate le maggiori disponibilità di risorsa conseguenti agli interventi infrastrutturali finalizzati, ad esempio, alla realizzazione di accumuli di acque appenniniche e alla razionalizzazione delle gestioni irrigue consorziali

21 21 Aspetti metodologici Settore irriguo: prelievi Analogamente a quanto fatto per lo stato attuale i prelievi derivano dal confronto: necessità alle utenze al lordo delle perdite in adduzione e distribuzione - disponibilità di risorsa. Le elaborazioni sono state condotte a livello comunale (approvvigionamenti autonomi) o di areale consortile, aggregando successivamente le risultanze alla scala provinciale Areali serviti con acque di Po: Viene prevista, anche in relazione agli interventi infrastrutturali programmati dai Consorzi, la possibilità di soddisfare per intero le necessità di approvvigionamento di acque superficiali Areali serviti con acque appenniniche: Vengono valutati i deficit irrigui da acque superficiali e le frazioni degli stessi accettate dalle utenze quale sofferenza o ripianate con emungimenti autonomi di acque di falda Approvvigionamento con acque di falda: Viene prevista la possibilità di soddisfare per intero le necessità di approvvigionamento (salvo le situazioni di sofferenza accettate dalle utenze negli areali serviti con acque appenniniche)

22 22 Principali risultanze alla scala provinciale Settore irriguo: consumi alle utenze e prelievi

23 23 Allo stato attuale si valuta siano utilizzati, in maniera indiretta, 67 Mm 3 /anno di reflui depurati. Si è valutata la fattibilità dellutilizzo diretto dei reflui per gli impianti di potenzialità >10.000 A.E (circa 80 impianti). Mediamente la superficie territoriale - agricola necessaria risulterebbe 200-350 ha / 2.000 m 3 /gg scaricati (~10.000 A.E medi) in Romagna e 150-280 ha / 2.000 m 3 /gg in Emilia. Si è valutata (CTR) la disponibilità di unarea dimpianto asservibile, preferibilmente a gravità o al più in pompaggio, eventualmente utilizzando come vettore un tratto di uno scolo preesistente. Sui singoli impianti si è considerato il volume giornaliero del periodo estivo. Il riuso irriguo dei reflui Aspetti metodologici:

24 24 Il riuso irriguo dei reflui Aspetti metodologici: Al fine di valutare la priorità degli interventi si sono pesati i seguenti elementi: opportunità di impiego irriguo, ritenendo prioritari gli interventi relativi ad aree irrigue attualmente connesse ad affluenti appenninici o a prelievi autonomi da falda; incremento del livello di impiego attuale dei reflui; compromissione delle aste fluviali principali (se lo scarico è diretto o nelle vicinanze maggiore sarà la compromissione e più alta la possibilità che porzioni elevate dei carichi giungano a Po e in Adriatico). Tali elementi hanno portato ad individuare 17 impianti prioritari, per i quali verificare localmente la concreta possibilità di realizzare i singoli interventi. Nellevoluzione del comparto irriguo gli impianti prioritari si considerano strutturati al 2016 al 50% della potenzialità indicata (al 100% se il volume utilizzabile è inferiore a 0,2 Mm 3 /anno); si ritiene comunque importante operare per raggiungere il maggiore impiego possibile.

25 25 Il riuso irriguo dei reflui Principali risultanze: Impianti prioritari e relativi areali irrigui potenziali Per gli impianti di CS Pietro Terme, Ozzano dellEmilia, Cervia, Ravenna, Marina di RA e Lido di Classe già attualmente le acque nel periodo estivo sono convogliate a impianti irrigui attraverso la rete naturale; per Bologna-Corticella, esiste già un progetto organico di riuso in corso

26 26 Nellambito dello Studio finalizzato allindividuazione di norme e misure atte a favorire il riutilizzo delle acque reflue depurate sono inoltre stati individuati i seguenti impianti prioritari, per i quali laggiunta di un recapito alternativo appare migliorare considerevolmente labbattimento dei carichi veicolati a Po o a Mare e/o le possibilità di riuso irriguo (indiretto) dei reflui Il riuso irriguo dei reflui Altri aspetti:

27 27 Sintesi a livello regionale Elementi considerati nella valutazione degli scenari

28 28 Sintesi a livello regionale Misure di razionalizzazione e risparmio

29 29 In assenza di politiche di intervento è prevista una sostanziale stabilità delle necessità alle utenze (Al 2016: +11% civile, -3% irriguo, -10% industriale) Con le azioni di Piano si prevedono sensibili risparmi e riduzioni (Al 2016: -5% civile, -4% irriguo, -30% industriale) Sintesi a livello regionale Fabbisogni alle utenze

30 30 In assenza di politiche di intervento è prevista una sostanziale stabilità dei prelievi di acque superficiali (-3% al 2016) e di falda (-3% al 2016, tuttavia civile +6%) Con le azioni di Piano si prevedono sensibili risparmi e riduzioni sia per le acque superficiali (-9% al 2016) che sotterranee (-17% al 2016) Sintesi a livello regionale Prelievi

31 31 Per le acque sotterranee si prospetta al 2016 il conseguimento di prelievi sostanzialmente commisurati a quelli di equilibrio (si evidenzia tuttavia lopportunità di analisi più approfondite, con strumenti modellistici, per alcuni areali) Sintesi a livello regionale Sostenibilità dei prelievi Per le acque superficiali permangono deficit irrigui per gli areali approvvigionabili con acque appenniniche non distanti da quelli attuali

32 32 Ricostruzione del quadro conoscitivo: -corretta definizione di perdite in adduzione e distribuzione reti civili e irrigue; -usi industriali in parte frutto di procedimenti di stima; -emungimenti irrigui da falde integralmente da stime. Sintesi a livello regionale Criticità e problematiche riscontrate Scenari di Piano: -evoluzione della produzione ed entità del possibile risparmio industriale; -evoluzione superfici colturali non PAC; -possibili cambiamenti climatici e loro effetti sui fabbisogni irrigui.

33 33 Aspetti salienti delle Norme di Piano DMV (TITOLO IV Cap. 1) Il DMV è costituito da una componente idrologica e da una componente morfologica-ambientale Per ciascuna sezione fluviale di interesse la componente idrologica è definita come frazione (k) della portata media naturale storica (per la componente idrologica i valori relativi ai bacini idrografici di riferimento sono individuati nel PTA) La componente morfologica ambientale tiene conto di diversi parametri morfologici, naturalistici, di fruizione, di qualità, di modulazione (entro il 31/12/2008 verranno definiti i valori o le metodologie di calcolo) Per le derivazioni in atto dovrà essere garantita al 31/12/2008 il rilascio della componente idrologica del DMV (lapplicazione sarà graduale e progressiva) Le nuove derivazioni dovranno rispettare da subito la componente idrologica del DMV I parametri correttivi della componente morfologica-ambientale verranno applicati entro il 31/12/2016 Sono possibili deroghe per gli usi acquedottistici (e in altre situazioni specifiche, in questi casi comunque sempre transitorie)

34 34 Aspetti salienti delle Norme di Piano Misure per il risparmio idrico (TITOLO IV Cap. 2) Per il settore civile il Piano di conservazione della risorsa viene elaborato dai gestori entro il 31/12/2007 E vietata la perforazione di nuovi pozzi irrigui negli areali che presentano idonea disponibilità di risorsa idrica superficiale, nonché in quelli che evidenziano problematiche di stress quantitativo sulle falde Per gli impianti prioritari indicati nel PTA le Agenzie dAmbito e i Consorzi di Bonifica devono sviluppare entro il 2007 valutazioni di fattibilità impiantistica e di uso irriguo dei reflui con impianti in pressione Misure per il riutilizzo delle acque reflue (TITOLO IV Cap. 3) Le Agenzie di Ambito Territoriale Ottimale predispongono i Piani di riutilizzo delle acque reflue depurate relativi, almeno, agli impianti prioritari indicati nel PTA

35 35 Aspetti salienti delle Norme di Piano Misure di tutela per le zone soggette a fenomeni di siccità (TITOLO III Cap. 6) La Regione Emilia-Romagna redige ed approva entro il 31/12/2005 il Programma per la gestione del fenomeno della siccità Le Agenzie di ambito e i Consorzi di bonifica elaborano e trasmettono ai servizi regionali competenti le misure per la gestione della siccità entro il 31/12/2007

36 36 Principali risultanze alla scala provinciale Evoluzione dei determinanti Residenti: proiezioni fornite dalla Regione Emilia-Romagna SAU irrigata: sulla base dellevoluzione delle superfici colturali (dedotta dai documenti PAC e dai confronti ISTAT 1990-2000) e degli interventi di infrastrutturazione indicati dai Consorzi Addetti: sulla base delle serie storiche ISTAT 1951-1996 (le elaborazioni circa i consumi hanno preso in esame anche le tendenze evolutive della produzione manifatturiera regionale dedotte dalle serie storiche Unioncamere)

37 37 Principali risultanze alla scala provinciale Prelievi dalle falde

38 38 Principali risultanze alla scala provinciale Prelievi dai corsi dacqua appenninici

39 39 Principali risultanze alla scala provinciale Sintesi per la provincia di PC: Settore civile

40 40 Principali risultanze alla scala provinciale Sintesi per la provincia di PR: Settore civile

41 41 Principali risultanze alla scala provinciale Sintesi per la provincia di RE: Settore civile

42 42 Principali risultanze alla scala provinciale Sintesi per la provincia di MO: Settore civile

43 43 Principali risultanze alla scala provinciale Sintesi per la provincia di BO: Settore civile

44 44 Principali risultanze alla scala provinciale Sintesi per la provincia di FE: Settore civile

45 45 Principali risultanze alla scala provinciale Sintesi per la provincia di RA: Settore civile

46 46 Principali risultanze alla scala provinciale Sintesi per la provincia di FC: Settore civile

47 47 Principali risultanze alla scala provinciale Sintesi per la provincia di RN: Settore civile

48 48 Principali risultanze alla scala provinciale Sintesi per la provincia di PC: Settore industriale

49 49 Principali risultanze alla scala provinciale Sintesi per la provincia di PR: Settore industriale

50 50 Principali risultanze alla scala provinciale Sintesi per la provincia di RE: Settore industriale


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