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1 L’UE a 27 membri Marcella Mulino (Università dell’Aquila)

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Presentazione sul tema: "1 L’UE a 27 membri Marcella Mulino (Università dell’Aquila)"— Transcript della presentazione:

1 1 L’UE a 27 membri Marcella Mulino (Università dell’Aquila)

2 2 Un allargamento diverso La penultima fase dell’allargamento dell’UE ha visto l’adesione di 10 nuovi paesi, Cipro, Repubblica Ceca, Estonia, Lettonia, Lituania, Malta, Polonia, Slovacchia, Slovenia, Ungheria il 1 maggio del 2004 È poi seguita l’adesione di Bulgaria e Romania il 1 gennaio 2007 Paese in via di adesione: Croazia Ulteriori candidati: Islanda, Serbia, ex Repubblica Iugoslava di Macedonia, Montenegro e Turchia –i negoziati di adesione con il Montenegro, Serbia e l'ex Repubblica Iugoslava di Macedonia non sono ancora stati avviati Potenziali candidati: Albania, Bosnia-Erzegovina, Kosovo –a loro è stata garantita la prospettiva di adesione all’UE non appena avranno soddisfatto i requisiti essenziali.

3 3 Gli allargamenti dell’UE

4 Presentare la candidatura per l’adesione all’UE non è che l’inizio di un processo lungo e soggetto a regole rigorose. La domanda di adesione presuppone ovviamente una relazione bilaterale con l’UE già consolidata. Una valida candidatura determina una serie di procedure di valutazione che possono, o meno, risultare nell’invito al paese che l’ha presentata a diventare Stato membro dell’Unione. I tempi necessari dipendono esclusivamente dai progressi compiuti dal paese verso la realizzazione degli obiettivi comuni. La candidatura del paese aspirante viene sottoposta al Consiglio. La Commissione europea esprime parere formale sul paese candidato e il Consiglio decide se accettarne la candidatura. Non appena il Consiglio adotta all’unanimità un mandato negoziale, vengono ufficialmente avviati i negoziati tra il paese candidato e tutti gli Stati membri. Ma tale procedura non è automatica. Il paese richiedente deve soddisfare alcuni criteri fondamentali prima che siano avviati i negoziati. 4

5 I criteri di Copenaghen I cosiddetti criteri di Copenaghen, fissati dal Consiglio europeo del dicembre 1993, impongono al candidato: –la presenza di istituzioni stabili che garantiscano la democrazia, lo stato di diritto, i diritti dell’uomo, il rispetto delle minoranze e la loro tutela; –l’esistenza di un’economia di mercato funzionante e la capacità di far fronte alle forze di mercato e alla pressione concorrenziale all’interno dell’Unione; –la capacità di far fronte agli obblighi derivanti dall’adesione e, segnatamente, di realizzare gli obiettivi dell’unione politica, economica e monetaria. 5

6 Il Consiglio di Madrid Nel 1995 il Consiglio europeo di Madrid ha ulteriormente evidenziato la necessità che il paese candidato sia in grado di applicare la normativa comunitaria. L’adesione presuppone inoltre che il paese candidato abbia creato le condizioni d’integrazione nell’UE adattando le proprie strutture amministrative nazionali. Se è importante recepire la normativa comunitaria nel diritto nazionale, è ancora più importante applicare efficacemente la normativa mediante adeguate strutture amministrative e giudiziarie. Inoltre, l’UE deve essere in grado di integrare i nuovi Stati membri –Le istituzioni europee ed il processo decisionale devono rimanere efficaci; –L’allargamento non deve impedire l’applicazione e lo sviluppo delle politiche europee in tutti i campi; –Deve essere possibile mantenere un finanziamento sostenibile delle sue politiche 6

7 7 L’allargamento del 2004 La dimensione dell’allargamento del 2004 ha comportato più di semplici adattamenti dell’assetto istituzionale, organizzativo e finanziario dell’UE Con l’allargamento sono aumentate sensibilmente le disparità economiche all’interno dell’Unione Dopo l’allargamento, il reddito medio pro-capite dell’Unione Europea è diminuito di circa il 13% Solo la Slovenia e Cipro hanno un reddito pro-capite maggiore di quello della Grecia, cioè del paese più povero tra i 15 membri precedenti

8 8 PNL pro-capite, 2002 (in % PNL EU a 15)

9 9 Tassi di crescita del PIL, 2002-04

10 10 PNL pro-capite, 2002 e 2006 (in % PNL EU a 15)

11 UE-25: Flussi di IDE (miliardi di euro) 11

12 PNL pro-capite, 2007 e 2010 (in % PNL EU-27) 12

13 Tassi di crescita del PIL, 2008-10 13

14 14 Ripresa dopo la caduta del reddito per gli effetti della transizione Processo di convergenza, ma lento –Se il gap di reddito pro-capite si riduce del 2% all’anno, occorreranno comunque alcuni decenni per raggiungere i livelli medi del reddito pro-capite dell’Unione a 15 –a 15 anni dall’allargamento a sud dell’Unione, esistono ancora divari rilevanti tra Spagna, Grecia e Portogallo e resto dell’Unione, nonostante i progressi compiuti

15 15 Il processo di allargamento del 2004 1994: strategia di pre-adesione per i paesi in transizione –Programmi di assistenza finanziaria e tecnica: PHARE (Economic Reconstruction Aid for Poland and Hungary) per Polonia e Ungheria, poi estesi agli altri TACIS (Technical Assistance for the Commonwealth of Independent States) per l’ex-Unione sovietica BERD –Agenda 2000: indicati i passi necessari per preparare sia i candidati sia l’UE all’allargamento

16 16 Strumenti di pre-adesione PHARE: 1,56 miliardi di € per anno fino al 2007 –30% per la formazione delle istituzioni –35% per la coesione economica e sociale –35% per l’adeguamento alle norme EU ISPA (Instrument for Structural Policies Pre-Accession): 1,04 miliardi di € per anno Assistenza per le infrastrutture ambientali e di trasporto SAPARD (Special Accession Programme for Agriculture and Regional Development): 0,52 miliardi di € per anno

17 17 Critiche L’assistenza finanziaria è comunque relativamente modesta La gran parte dell’aiuto è sotto forma di prestiti (oltre l’80%) Una parte rilevante consiste di crediti all’esportazione, che beneficia le imprese UE L’assistenza tecnica non sempre è stata adeguata alle caratteristiche del paese ricevente Grandi beneficiari i consulenti UE

18 18 Gli “Accordi europei” Stipulati tra il 1991 e il 1996 Hanno istituito un’area di libero scambio (per i prodotti industriali) tra l’UE ed i paesi associati, con riduzione asimmetrica delle tariffe –Solo nel 2003 il commercio di prodotti agricoli è stato liberalizzato, se soddisfatti gli standard UE –Dal 1993 l’UE ha presentato un surplus commerciale anche in questo settore

19 19 Rapido mutamento nei flussi commerciali a favore della UE In generale, deficit commerciali consistenti Esportazioni ancora rilevanti dei settori tradizionali e “sensibili” (agricoltura, tessile, carbone, acciaio, chimici) Traffico di perfezionamento, outsourcing Rilevanti IDE dall’UE –Nel 1999 il 73% degli IDE in questi paesi proveniva dall’UE (15)

20 20 Fondi strutturali e allargamento L’allargamento ha aumentato sensibilmente le disparità di reddito tra regioni europee Il rapporto tra il reddito delle regioni dove vive il 10% della popolazione più ricca e quello delle regioni dove vive il 10% della popolazione più povera è passato da 2,6 dell’Unione a 15 paesi a 4,6 dell’Unione a 25 membri ed a 6 nellUnione a 27 Il 93% della popolazione dei nuovi Stati membri vive in regioni con reddito pro-capite al di sotto del 75% del reddito pro-capite medio europeo, soglia delle regioni Obiettivo 1

21 21 La popolazione delle regioni “in ritardo di sviluppo” è passata quindi a 115 milioni di persone (pari al 25% della popolazione totale dell’Unione a 25) rispetto ai 71 milioni precedenti (pari al 19% della popolazione dell’Unione a 15) Se il criterio di elegibilità per l’Obiettivo 1 rimanesse invariato, per il solo “effetto statistico” della riduzione della media europea (pari a oltre il 10%), a partire dal nuovo periodo di bilancio 2007-13, uscirebbero dell’Obiettivo 1 ben 16 delle 50 regioni dell’UE- 15 che attualmente rientrano nell’Obiettivo 1, con una riduzione della popolazione interessata di circa 16 milioni di abitanti

22 22 Austria: 1, Belgio: 1, Germania: 4, Grecia: 3, Italia: 1 (Basilicata), Portogallo: 1, Regno Unito: 1, Spagna: 4 Fino al 2013, è stato stabilito un iniziale phasing in, cioè l’introduzione graduale dei trasferimenti strutturali ai nuovi paesi membri, trasferimenti che comunque non potranno superare il limite massimo pari al 4% del PIL dei paesi beneficiari (tetto che è previsto venga raggiunto nel 2009)

23 23 In effetti, nel periodo 2004-2006, ai 10 nuovi paesi membri è stato assegnato il 22% dei Fondi strutturali e di coesione. Sulla base di questi dati, è stato calcolato che alcuni nuovi membri avrebbero potuto diventare “contributori netti” al bilancio comunitario: in tal caso essi sarebbero stati compensati ed il loro contributo netto sarebbe nullo

24 Paesi candidati Croazia: paese in via di adesione Islanda, Montenegro, Serbia, Turchia ed ex Repubblica iugoslava di Macedonia: paesi candidati Albania, Bosnia-Erzegovina, Kosovo: paesi potenziali candidati 24

25 Principali indicatori economici dei paesi candidati 25

26 Con tutti i paesi dei Balcani occidentali l’Unione europea ha avviato un processo teso ad avvicinarli progressivamente all’UE È proprio grazie ad esso che i paesi possono già fruire del libero accesso al mercato unico per la quasi totalità delle loro esportazioni, come anche dei finanziamenti comunitari per le riforme in atto Dopo l’adesione di Bulgaria and Romania, l’intera regione dei Balcani è circondata da paesi membri dell’UE –Ciò ha rilevanti implicazioni sia per i paesi dell’area, sia per quelli dell’UE –in particolare, per quanto riguarda la libera circolazione delle merci, dei servizi e delle persone 26

27 Ulteriori allargamenti Il fulcro del processo di allargamento è l’accordo di stabilizzazione e di associazione che sancisce il rapporto contrattuale tra l’UE e ogni singolo paese dei Balcani occidentali, da cui scaturiscono diritti e obblighi reciproci Gli accordi di stabilizzazione e di associazione sono incentrati sul rispetto dei principi democratici fondamentali e sugli elementi essenziali che costituiscono i pilastri del mercato unico europeo Attraverso il libero scambio con l’UE, le norme (regole in materia di concorrenza e aiuti di Stato, proprietà intellettuale, ecc.) e i benefici ad esso associati (ad es. il diritto di stabilimento), nonché le riforme finalizzate all’adeguamento alle norme europee, questo processo permetterà alle economie della regione di iniziare ad integrarsi nell’UE 27

28 Negoziati per l’adesione Dopo la decisione unanime del Consiglio di stabilire un mandato negoziale, possono essere avviati i negoziati per l’adesione tra il paese candidato e tutti gli Stati membri. Per ciascun paese candidato l’UE fissa un quadro negoziale, che stabilisce gli orientamenti generali per i negoziati di adesione. Attraverso i cosiddetti partenariati per l’adesione identifica inoltre le riforme e gli adattamenti a cui il paese deve procedere per poter aderire all’UE. I negoziati si svolgono tra gli Stati membri e i paesi candidati e sono condotti da ministri e ambasciatori, la cui attenzione è incentrata sui requisiti da soddisfare e sui tempi di adozione, introduzione e applicazione da parte del paese candidato dell’intera normativa comunitaria in vigore. 28

29 Si tratta di un insieme di norme (meglio conosciuto col termine francese di “acquis”, ossia “quanto è stato convenuto”) non negoziabile. Per il paese candidato, si tratta essenzialmente di concordare i tempi e le modalità di adozione e introduzione della normativa comunitaria. Da parte sua, l’UE mira ad ottenere dal paese candidato le garanzie di un recepimento efficace delle parti pertinenti dell’acquis, nel rispetto delle scadenze. I negoziati vertono inoltre su accordi finanziari – come il contributo al bilancio dell’UE del nuovo Stato membro ed il presunto volume dei trasferimenti a detto Stato nell’ambito delle spese complessive del bilancio dell’UE. Ai fini dei negoziati per l’adesione, la normativa comunitaria è suddivisa in 35 capitoli, corrispondenti ognuno ad un settore strategico. 29

30 I capitoli dell’acquis Libera circolazione delle merci Libera circolazione dei lavoratori Diritto di stabilimento e libera prestazione di servizi Libera circolazione dei capitali Appalti pubblici Diritto societario Normativa sulla proprietà intellettuale Politica della concorrenza Servizi finanziari Società dell’informazione e media Agricoltura Sicurezza alimentare e politica veterinaria e fitosanitaria Pesca Politica dei trasporti Energia Fiscalità Politica economica e monetaria 30

31 Statistiche Politiche sociali e occupazione Politica industriale e delle imprese Reti transeuropee Politica regionale e coordinamento degli strumenti strutturali Sistema giudiziario e diritti fondamentali Giustizia, libertà e sicurezza Scienza e ricerca Istruzione e cultura Ambiente Tutela dei consumatori e della salute Unione doganale Relazioni esterne Politica estera, di sicurezza e di difesa Controllo finanziario Disposizioni finanziarie e di bilancio Istituzioni Altre questioni 31

32 I negoziati La Commissione prepara il dialogo con gli Stati membri e riferisce agli altri organi del Consiglio Il dialogo si concentra sul soddisfacimento dei criteri economici e sul processo di convergenza con le altre economie europee Prima di poter aderire all’UE, un paese deve dotarsi di un’economia di mercato funzionante ed essere in grado di far fronte alle pressioni concorrenziali e alle forze di mercato all’interno dell'Unione. Per questo viene proposta un’assistenza a sostegno di riforme economiche che promuovano la crescita economica e migliori prospettive occupazionali. L’assistenza di pre-adesione è principalmente finalizzata a questo scopo Prima di intavolare effettivi negoziati, la Commissione svolge un esame particolareggiato – definito “ screening ” – di ogni singolo capitolo con ciascun paese candidato 32

33 La Commissione può raccomandare al Consiglio di intavolare negoziati con il paese o chiedere che esso soddisfi prima determinati requisiti, definiti “parametri di apertura”. Se il soddisfacente stato di avanzamento del candidato lo giustifica, la Commissione può raccomandare di avviare i negoziati e fissare i parametri di chiusura. La Commissione informa costantemente il Consiglio e il Parlamento europeo circa i progressi conseguiti dai paesi candidati tramite relazioni periodiche sullo stato di avanzamento. Questa attività di monitoraggio prosegue fino all’adesione Ogni paese candidato è inoltre tenuto ad elaborare un programma nazionale per l’adozione dell’acquis, uno strumento specifico che fornisce dettagli, scadenze e costi di ciascun settore prioritario 33

34 Il trattato di adesione Una volta completati i negoziati su tutti i capitoli con soddisfazione di ambo le parti, tutte le modalità e condizioni dettagliate vengono incorporate in un progetto di trattato di adesione, in cui sono riportati le scadenze e gli accordi provvisori, nonché i dettagli sugli accordi finanziari ed eventuali clausole di salvaguardia. Se ottiene il consenso di Consiglio, Commissione e Parlamento europeo, il trattato viene firmato dal paese candidato e dai rappresentanti di tutti gli Stati membri, quindi sottoposto a ratifica negli Stati membri e nel paese candidato in base alle rispettive norme costituzionali. Dopo la firma del trattato di adesione, il paese candidato diventa “Stato aderente” e può beneficiare di una serie di diritti provvisori prima di diventare Stato membro dell’UE. Può esprimere osservazioni su progetti di proposte, comunicazioni, raccomandazioni o iniziative dell’UE e acquisisce lo status di “osservatore attivo” in seno agli organi e alle agenzie dell’Unione, con diritto di espressione ma non di voto. È al termine del processo di ratifica, con l’entrata in vigore del trattato di adesione alla data prevista, che lo Stato aderente diventa a tutti gli effetti Stato membro dell’UE. 34

35 Gli accordi di Stabilizazione e Associazione  Il Processo di stabilizzazione e associazione (Stabilisation and Association Process, PAS) è il quadro politico UE per i paesi dei Balcani occidentali fino al completamento del processo di adesione.  Il PAS persegue tre obiettivi: la stabilizzazione e una transizione morbida verso l’economia di mercato; la promozione della cooperazione regionale ; e la prospettiva di adesione all’UE. A questo scopo, esso aiuta i paesi della regione a incrementare la propria capacità di adottare e applicare standard sia europei (compreso l'acquis comunitario) sia internazionali.  Il PAS si basa su un partenariato progressivo, nel quale l’UE offre una combinazione di concessioni commerciali, servizi di assistenza economica e finanziaria ( Programma CARDS ) e relazioni contrattuali (Accordi di associazione e stabilizzazione).  Alle relazioni di avanzamento annuali è assegnato il compito di valutare se i paesi dei Balcani occidentali siano più o meno pronti ad avvicinarsi ulteriormente all’UE. 35

36 L’UE fornisce una specifica assistenza finanziaria di preadesione ai paesi in via di adesione (Croazia), paesi candidati (attualmente Islanda, Montenegro, Serbia, Turchia ed ex Repubblica iugoslava di Macedonia) ed ai candidati potenziali (Albania, Bosnia-Erzegovina, Kosovo ai sensi della risoluzione 1244 del Consiglio di Sicurezza dell'ONU). Questa assistenza finanziaria è destinata ad aiutare i paesi beneficiari ad intraprendere le riforme politiche, economiche ed istituzionali necessarie per conformarsi alla normativa dell’UE Le riforme richieste per l’adesione all’UE servono anche a migliorare le condizioni di vita dei cittadini dei paesi beneficiari. Un obiettivo fondamentale di questa assistenza è sostenere le riforme politiche, in particolare il consolidamento delle istituzioni, il rafforzamento dello Stato di diritto, la promozione dei diritti umani, la tutela delle minoranze e lo sviluppo della società civile 36

37 Lo stumento di pre-adesione Dal 2007, i finanziamenti preadesione dell’UE sono confluiti in un unico strumento (Instrument of Pre-Accession (IPA) ), pensato per fornire un sostegno mirato sia ai paesi candidati che ai candidati potenziali. Gli stanziamenti preadesione previsti dall’attuale quadro finanziario (2007- 2013) ammontano nel complesso a 11,5 miliardi di euro (per Turchia e Stati Balcanici). Al fine di permettere a ciascun paese di realizzare i propri obiettivi nella maniera più efficiente, lo strumento di assistenza preadesione si articola nelle cinque componenti seguenti: –sostegno alla transizione e consolidamento istituzionale –cooperazione transfrontaliera (con gli Stati membri dell’UE e gli altri paesi ammissibili all’IPA) –sviluppo regionale (trasporti, ambiente e sviluppo economico) –sviluppo delle risorse umane (potenziamento del capitale umano e lotta all’esclusione sociale) –sviluppo rurale 37

38 Assistenza di pre-adesione 2007-2013 The table shows a summary by country in million euros 38


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