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Didattica per le Disabilità Sensoriali Prima LEZIONE 30 GENNAIO 2015 Prof. Ivan Di Pierro Pedagogista Clinico e Giuridico

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Presentazione sul tema: "Didattica per le Disabilità Sensoriali Prima LEZIONE 30 GENNAIO 2015 Prof. Ivan Di Pierro Pedagogista Clinico e Giuridico"— Transcript della presentazione:

1 Didattica per le Disabilità Sensoriali Prima LEZIONE 30 GENNAIO 2015 Prof. Ivan Di Pierro Pedagogista Clinico e Giuridico ivan.dipierro@unimc.it ivan.dipierro@unimc.it UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI MACERATA FACOLTÀ DI SCIENZE DELLA FORMAZIONE

2 “Vedere oltre i pregiudizi di un mondo che fa dell’apparire la modalità principale su cui costruire la propria identità”

3 DEFINIZIONE MENOMAZIONE DISABILITA’ HANDICAP MENOMAZIONE: Perdita o anomalia a carico di strutture o funzioni psicologiche, fisiologiche o anatomiche. Può essere permanente o transitoria.

4 DISABILITA’: Riduzione parziale o totale della capacità di svolgere un’attività nei tempi e nei modi considerati come normali. Può essere permanente o transitoria, reversibile o irreversibile, progressiva o regressiva. Può essere una conseguenza diretta di una menomazione o una reazione psicologica ad essa.

5 HANDICAP: Condizione di svantaggio risultante da una menomazione o da una disabilità, che limita o impedisce lo svolgimento di un ruolo normale in rapporto all’età, al sesso, ai fattori sociali e culturali. E’ una condizione soggetta a cambiamenti migliorativi o peggiorativi.

6 MENOMAZIONE DISABILITA’ HANDICAP

7 TIPI DI DISABILITA’ o DIVERSE ABILITA’ DISABILITA’ FISICHE menomazioni motorie, per es.: distrofia muscolare, ecc. DISABILITA’ PSICHICHE menomazioni dell’apparato psichico: Ritardo Mentale, Disturbi del funzionamento psichico. DISABILITA’ SENSORIALI menomazioni sensoriali visive e uditive. DISABILITA’ MISTE menomazioni complesse.

8 Disabilità sensoriale Questa espressione indica soprattutto tre tipologie di disabilità: - la cecità o l’ipovisone con visus non superiore a 3/10; - la sordità o l’ipoacusia con perdita uditiva superiore a 25 decibel in entrambe le orecchie; - la sordocecità caratterizzata dalla compresenza delle due disabilità sensoriali visive e uditive. La disabilità sensoriale pregiudica spesso la vita di relazione e la comunicazione, ma anche la vita autonoma e quella quotidiana.

9 L’uomo elaboratore di informazione L’informazione viene processata dal cervello dell’uomo secondo una serie di stadi ben definiti

10 I problemi funzionali possono essere a qualunque livello

11 L’elaborazione dell’informazione avviene in due modi: - Elaborazione guidata dai dati: i dati in ingresso avviano gli stadi di elaborazione fino al riconoscimento - Elaborazione guidata dai concetti: la conoscenza di una probabile interpretazione ci aiuta a percepirla

12 Il meccanismo della percezione

13 Sensazione e percezione - Sensazione= impressione soggettiva, immediata e semplice che corrisponde a una determinata intensità dello stimolo fisico - Percezione= l’organizzazione immediata, dinamica e significativa delle informazioni sensoriali, corrispondenti a una data configurazione di stimoli, delimitata nello spazio e nel tempo Informazione Sensazione Percezione

14 La percezione L’energia dello stimolo (input) è trasformata in un impulso nervoso Apparati sensoriali: trasduttori - Organi separati per i vari “sensi” Sistema nervoso centrale: elaboratore, integratore - Organo “unico”

15 - Gli stimoli sono ricchi di informazione - I sensi hanno molto in comune ed interagiscono fra loro - Particolare sensibilità ai cambiamenti - Cambiamento = potenziale pericolo... - Il sistema sensoriale di regola è molto efficiente ma può essere “ingannato” - La conoscenza preacquisita e le aspettative influenzano la percezione - Illusioni: strumento utile e divertente per rivelare le caratteristiche della percezione

16 Le illusioni - Aiutano a “capire” come funziona la percezione Griglia di Hermann

17 - Ambiguità di intepretazione - Discordanza fra dati e concetti “percepire è costruire un significato” Le illusioni

18 Il “cammino” della percezione

19 I recettori Esterocettori Raccolgono stimoli provenienti dall’ambiente esterno Sono localizzati sulla superficie dell’organismo Tradizionalmente classificati in recettori per la vista, l’udito, il tatto, l’olfatto, il gusto

20 Enterocettori - Raccolgono stimoli provenienti dall’ambiente interno - Sono localizzati in profondità - Viscerocettori: raccolgono stimoli dai visceri per coordinare la vita vegetativa e quindi i processi omeostatici - Recettori dell’equilibrio: raccolgono informazioni sulla posizione e sui movimenti di tutto il corpo - Propiocettori: raccolgono informazioni sulle posizioni relative e i movimenti dei vari muscoli

21 Esterocettori - Convertono uno stimolo fisico o chimico in un potenziale d’azione che trasmetterà le caratteristiche qualitative e quantitative dello stimolo stesso al Sistema Nervoso Centrale - Sono “selettivi”: dedicati ad una specifica forma di energia detta anche modalità sensoriale - Sono “altamente sensibili” perché possono amplificare gli stimoli che ricevono - Il tipo di sensazione dipende dalla via nervosa seguita

22 Classificazione dei recettori In base alla forma di energia per la quale sono selettivamente sensibili Chemocettori (energia chimica) Meccanocettori (energia meccanica) Termocettori (energia termica) Fotocettori (energia luminosa) Elettrocettori (energia elettrica) Recettori acustici (onde sonore)

23 La trasmissione dello stimolo Se lo stimolo continua il recettore cessa di reagire al segnale “Adattamento” I recettori del dolore o quelli legati alle funzioni dell’equilibrio non si adattano o si adattano molto lentamente

24 Organizzazione periferica Un singolo neurone afferente con tutte le sue terminazioni recettoriali è un’unità sensoriale -L’area del corpo che, se stimolata, genera attività in un’unità sensoriale o in un altro neurone della via afferente è detto il campo recettivo di quel neurone -L’ampiezza del campo recettivo varia inversamente alla densità dei recettori -Un’alta densità recettoriale dà origine a piccoli campi recettivi, che generano una maggiore acuità o abilità discriminativa dell’input -La sovrapposizione di campi recettivi permette interazioni tra inputs sensoriali e raffina la discriminazione sensoriale

25 Organizzazione centrale - Vie sensoriali specifiche (afferenti primarie) trasmettono informazione da un unico tipo di recettore sensoriale a specifiche aree primarie riceventi della corteccia cerebrale circa un unico tipo di stimolo. - Vie non-specifiche convogliano informazione da più di un tipo di unità sensoriali alla formazione reticolare bulbo- pontina e al talamo - L’arrangiamento delle vie sensoriali dà origine a convergenza o divergenza dell’input sensoriale - Ciò influenza la qualità della sensazione a livello conscio o subconscio all’interno del Sistema Nervoso Centrale

26 Le vie sensoriali - La via olfattiva proietta dal naso direttamente alla corteccia - La via dell’equilibrio proietta al cervelletto con una diramazione alla corteccia attraverso il talamo - Tutte le altre vie passano attraverso il talamo prima di proiettare alle loro aree corticali specifiche

27 I due emisferi del cervello - Gli emisferi cerebrali destro e sinistro sono quasi identici e posti in maniera speculare l’uno rispetto all’altro - Gli emisferi si scambiano informazioni tramite un fascio di fibre che li collega, chiamato corpo calloso - L’emisfero sinistro controlla i movimenti e la sensibilità della parte destra del corpo e viceversa: le fibre nervose provenienti dai due emisferi cerebrali si incrociano a livello del midollo allungato - Esiste una specializzazione emisferica

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29 La corteccia cerebrale si divide in destro e sinistro, suddivise ognuno in 4 strutture (lobi): - Lobo temporale (associato al linguaggio e pensiero astratto); - Lobo occipitale (associato alla visione); - Lobo parietale (associato a funzioni sensitive, motorie e di orientamento); - Lobo frontale (associato all’attenzione).

30 L’udito

31 Lo stimolo uditivo - Il suono è prodotto dalle vibrazioni di un mezzo elastico (aria, legno,...) - Le onde sonore possono essere descritte in termini di frequenza ed ampiezza - La maggior parte dei suoni è il risultato della sovrapposizione di un numero infinito di onde con frequenza e ampiezza variabili

32 La frequenza - Un suono puro è costituito da un’onda sinusoidale di frequenza costante - Si misura in hertz (Hz), dove 1 Hz caratterizza un “evento” che occorre una volta in un secondo

33 L’ampiezza - Definisce la variazione massima della pressione dell’aria - Si misura in Pascal (N/m2) - Tale rapporto si esprime in decibel (dB)

34 Livelli audio (decibel) - Scala logaritmica - Soglia di udibilità: 0 dB - Soglia del dolore: 120 dB

35 La sensibilità dell’orecchio - L’orecchio umano è sensibile a frequenze comprese fra 20 e 20000Hz - La massima sensibilità è per frequenze comprese fra 2000 e 5000 Hz - In realtà la facoltà dell’orecchio umano di distinguere i diversi suoni dipende. Dalla frequenza. Dall’ampiezza. Dall’età (la sensibilità alle alte frequenze diminuisce con gli anni). Dai suoni uditi precedentemente (fenomeni di mascheramento, bande critiche)

36 Le variabili psicofisiche - Altezza. Attributo del suono che permette di collocarlo all’interno della scala musicale (da basso ad alto) - Intensità. Attributo del suono che permette di collocarlo all’interno di una scala da debole a intenso - Timbro. Attributo del suono che permette di distinguere due suoni che hanno lo stesso tono e sensazione sonora. Permette di identificare gli strumenti musicali

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38 L’orecchio - L’orecchio esterno raccoglie le onde sonore e funzionando come un imbuto le convoglia in uno stretto tubo, il condotto uditivo esterno, che va all’interno dell’orecchio - Alla fine del condotto uditivo esterno c’è la membrana del timpano - Il timpano è una membrana sottile che vibra quando viene colpita dalle onde sonore - Il timpano è collegato ad una serie di tre ossicini, martello, incudine e staffa, che si trovano all’interno dell’orecchio medio - La catena ossiculare trasmette le vibrazioni sonore in un piccolo organo all’orecchio interno detto coclea (o chiocciola), una struttura di circa 0.5cm per 1 cm che ha la forma del guscio della chiocciola - L’orecchio interno contiene una soluzione salina che trasmette i cambiamenti di pressione all’interno della coclea - Dentro la coclea si trovano le cellule ciliate che traducono le vibrazioni sonore in impulsi nervosi e li trasmettono al nervo acustico - Il nervo acustico (ottavo nervo cranico) porta il messaggio sonoro fino al cervello, dove il suono viene interpretato

39 La percezione dello spazio uditivo - Localizzazione di una sorgente sonora - Il meccanismo fondamentale si basa sul fatto di avere due orecchie - Tramite l’ascolto binaurale il sistema percettivo è in grado di confrontare le caratteristiche fisiche del suono che perviene alle due orecchie e di ricavare, da tale confronto, informazioni sulla posizione della sorgente che l'ha generato - I segnali che arrivano alle due orecchie presentano delle differenze

40 Ascolto binaurale - Differenza di tempo (fase). La distanza dalla sorgente sonora delle due orecchie è diversa, e ciò si traduce in una differenza nel tempo di arrivo di ciascun segnale. Naturalmente ciò implica una differenza di fase in quanto ritardo in tempo e differenza di fase sono intrinsecamente correlate - Differenza di ampiezza. Le ampiezze dei due segnali sono diverse sia perché l’ampiezza diminuisce all’aumentare della distanza sia perché il segnale che deve raggiungere l’orecchio più lontano deve aggirare l’ostacolo della testa e nel fare ciò perde energia. Inoltre le frequenze più alte non riescono a superare l’ostacolo quindi i due segnali differiranno anche per il contenuto in frequenza questo è il motivo per cui risulta difficile individuare la direzione di provenienza delle basse frequenze: queste sono in grado di oltrepassare gli ostacoli senza una perdita di energia rilevante e dunque i suoni che arrivano alle due orecchie sono pressoché identici - Differenza nel contenuto armonico Una delle due onde deve “girare attorno” alla testa per raggiungere l’orecchio più lontano Ciò comporta una leggera perdita sulle alte frequenze a causa della diffrazione

41 Disturbi della funzione uditiva - Sordità: perdita totale delle capacità uditive - Ipoacusia o compromissione dell’udito: perdita parziale, con livelli che vanno da leggera a moderata, grave, profonda se il disturbo interessa un solo orecchio si definisce unilaterale. Due grandi categorie dal punto di vista clinico-audiometrico, in base alla localizzazione del problema: - Ipoacusia di trasmissione: è causata da malformazioni, traumi ma soprattutto processi infiammatori a carico dell’apparato di trasmissione dei suoni nell’orecchio esterno e medio L’esempio più classico è l’infezione dell’orecchio medio nell’infanzia (otite), che generalmente non provoca deficit gravi dell’udito (non oltre i 50-55 dB) - Ipoacusia neurosensoriale: dovuta a problemi dell’orecchio interno o del nervo acustico, che riducono la percezione di alcune frequenze e fanno sì che i suoni appaiano distorti Tra le cause più frequenti ci sono l’esposizione a rumori e l’invecchiamento

42 La vista

43 Lo stimolo visivo - L'occhio umano è sensibile a lunghezze d’onda comprese fra 400 nm (violetto) e 700 nm (rosso) 400nm 700nm - I colori che noi vediamo non sono un’unica onda, ma una combinazione di onde e quindi di differenti colori - Stimolo fisico: descritto da lunghezza d’onda, purezza e ampiezza - Percezione: descritta da angolo cromatico, saturazione e luminosità

44 Il colore Il colore di un oggetto è determinato dal tipo e dalla quantità di luce che assorbe

45 Definizioni percettive Tinta o angolo cromatico Corrisponde al nome che comunemente viene usato per definire una certa sensazione di colore, come rosso, giallo, verde,... Legata alla lunghezza d’onda dominante

46 La visione - Trasduttore: occhio - Recettori: sulla retina - Trasmissione neurale: nervo ottico - Incrocio nel chiasma ottico - Corteccia visiva (lobo occipitale)

47 L’occhio - Palpebra: protezione dell’occhio - Sclera (bianca): strato di connettivo fibroso - Cornea (trasparente) - Pupilla: foro d’entrata. Regolazione dell’apertura (muscoli radiali e circolari) - Iride: diaframma pigmentato

48 L’occhio - Cristallino: lente biconvessa che fa convergere i raggi luminosi sulla retina - Sospeso da legamenti sospensori - Fovea: piccola porzione della retina, in cui è massima l'acuità visiva ha un diametro inferiore al mezzo millimetro, corrispondente ad un angolo visivo di un solo grado

49 Disturbi nella percezione dei colori - Tricromatismo = visione normale - Dicromatismo = mancanza di uno dei 3 tipi di ricettore - Monocromatismo = impossibilità della visione a colori - Il termine comunemente usato, “daltonismo”, prende origine da John Dalton, un fisico e chimico inglese che nel 1798 descrisse un’anomalia congenita della visione dei colori di cui era affetto lui stesso. - Possono essere congeniti o acquisiti - Alcuni difetti congeniti (visione rosso-verde) sono piuttosto comuni. Legati ad un gene recessivo. Nei Caucasici, circa l’8% della popolazione maschile e lo 0,5% di quella femminile, mentre il 15% della popolazione femminile è portatrice sana (eterozigote). Molto meno frequente negli altri gruppi di popolazione (3-4%)

50 Cecità - Percezione ottico-visiva ridottissima o nulla (cecità parziale o totale - Congenita - Derivata da gravi affezioni dell’apparato visivo: cataratta (rende opaco il cristallino), degenerazione maculare legata all’età (colpisce la zona centrale della retina), glaucoma (provoca un danno cronico e progressivo del nervo ottico e dello strato delle fibre nervose retiniche),... - In seguito a traumi: distacco della retina

51 Gli altri sensi

52 Disturbi della sensibilità tattile - Possono essere associati a tutte le condizioni patologiche che comportino lesioni delle vie o dei centri nervosi relativi, o possono comparire anche in malattie generali dell’organismo - Possono essere più o meno estesi. Ipoestesia: riduzione della sensibilità. Anestesia: scomparsa della sensibilità. Iperestesia: aumento abnorme della sensibilità. Parestesia: alterazioni qualitative della sensibilità - Le lesioni della corteccia cerebrale parietale comportano disturbi negli aspetti più complessi della sensibilità tattile, con perdita della capacità di riconoscere la forma e la natura degli oggetti mediante la palpazione ad occhi chiusi (astereognosia o agnosia tattile)

53 Disturbi del gusto - Ageusia: perdita completa della sensibilità al gusto. Può essere parziale (insensibilità al dolce, salato,...) o totale - Disgeusia: alterazione del senso del gusto. Ipergeusia: sensibilità in eccesso. Ipogeusia: sensibilità in difetto - Molteplici cause, congenite o acquisite. Assenza totale o parziale dei recettori gustativi. Processi tossinfettivi sia locali che generali e malattie neuro- endocrine. Affezioni del sistema nervoso, ad esempio lesione del nervo trigemino e glossofaringeo, paralisi facciale. Traumi cranici, neoplasie, dermopatie. Tabagismo, carenze vitaminiche, effetti collaterali di alcuni farmaci

54 Disturbi dell’olfatto - Modificazioni qualitative:. Parosmia: percezione di un odore che non esiste nell’ambiente (allucinazione olfattiva) oppure percezione erronea di un odore reale - Modificazioni quantitative:. Iperosmia: aumentata percezione degli odori. Iposmia: diminuita percezione degli odori. Anosmia: perdita totale della percezione degli odori - Possono dipendere da:. Cause meccaniche (rinite allergica, rinite vasomotoria, polipi etmoidali, tumori nasali e rinofaringei che impediscono all'aria inspirata di raggiungere e stimolare l'area olfattiva). Cause traumatiche (fratture dell'etmoide, traumi occipitali o frontali con strappamento per contraccolpo dei nervi olfattivi). Cause infettive (tifo, riniti, sinusiti, influenza). Atrofia della mucosa olfattiva (rinopatia atrofica ozenatosa). Disendocrinie (acromegalia, ipotiroidismo). Processi morbosi del sistema nervoso centrale (processi neoplastici o degenerativi)


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