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Cosa è la progettazione? La progettazione: 1)E’ la capacità di pianificare i cambiamenti che si desidera introdurre in una data situazione, 2)È la capacità.

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Presentazione sul tema: "Cosa è la progettazione? La progettazione: 1)E’ la capacità di pianificare i cambiamenti che si desidera introdurre in una data situazione, 2)È la capacità."— Transcript della presentazione:

1 Cosa è la progettazione? La progettazione: 1)E’ la capacità di pianificare i cambiamenti che si desidera introdurre in una data situazione, 2)È la capacità di immaginare attraverso quali strategie operative si possono conseguire tali cambiamenti. Perché lavorare per progetti? Il lavoro per progetti nasce dall'esigenza di sapere dove si vuole andare, in quanto tempo, con quali mezzi e costi, mettendo in gioco quali responsabilità.

2 Cosa è la progettazione? Qual è la logica? -Tenere sotto controllo i fattori in gioco, - garantire riproducibilità ai risultati, - scomporre i processi in multipli (le azioni) e sottomultipli (le attività). La stesura di un progetto può essere fatta per due motivi:  Per richiedere finanziamenti  Come guida all’azione

3 Come si scrive un progetto? Un progetto è composto da diverse parti:  Definizione e analisi del problema  Identificazione degli obiettivi  Beneficiari dell’intervento  Attività che verranno svolte  Valutazione  Mezzi e risorse

4 I. Definizione e analisi del problema In questa parte bisogna esporre in sintesi i seguenti punti:  Su quale problema si intende intervenire  In che modo si manifesta il problema  Quali sono le cause del problema  Qual è la sua entità (incidenza, rilevanza)  Perché si ritiene importante intervenire  Chi si sta già occupando del problema

5 I. Definizione e analisi del problema È necessario acquisire o possedere sia una conoscenza generale del problema, sia una conoscenza di come esso si manifesta e delle sue peculiarità nel gruppo o territorio dove si svolgerà l’intervento  analisi del contesto. Per definire e analizzare il problema si può ricorrere alla conoscenza già acquisita nel settore (letteratura, dati e statistiche).

6 II. Identificazione degli obiettivi Porre degli obiettivi significa esplicitare cosa si desidera cambiare, in chi, in quale misura. Gli obiettivi possono riguardare tre tipi di cambiamenti:  Il livello intrapersonale  Il livello interpersonale  Il livello organizzativo (le caratteristiche di servizi, gruppi, istituzioni o della comunità).

7 II. Identificazione degli obiettivi Abbiamo due tipi di obiettivi: - lo scopo generale - gli obiettivi specifici Lo scopo generale è una dichiarazione di intenti, desideri, formulata in modo ampio e vago. Quando lo scopo generale è molto ampio è utile scinderlo in più sotto-obiettivi.

8 II. Identificazione degli obiettivi Gli obiettivi generali devono essere seguiti dalla specificazione di obiettivi più chiari (obiettivi specifici), che possano essere operazionalizzati, cioè che indichino quali cambiamenti concreti ci si aspetta (e in chi). La formulazione degli obiettivi specifici è indispensabile se si vuole valutare l’efficacia dell’intervento.

9 II. Identificazione degli obiettivi Alcuni consigli utili per specificare gli obiettivi specifici sono: - Usare un verbo “forte” (un verbo orientato all’azione che descrive un comportamento osservabile e misurabile  aumentare o diminuire, promuovere o facilitare). - Specificare un solo effetto o risultato (specificare separatamente i diversi risultati desiderati).

10 II. Identificazione degli obiettivi Un problema rilevante nella formulazione degli obiettivi è quello degli indicatori  variabili che, misurate, danno delle indicazioni sull’efficacia dell’intervento. Per ogni obiettivo specifico si devono potere individuare degli indicatori idonei, misurabili e pertinenti.

11 II. Identificazione degli obiettivi Obiettivo generale Obiettivi SpecificiIndicatori Prevenire l’abuso di alcool Diminuire il numero di ragazzi che beve Diminuire la quantità bevuta Diminuire gli episodi di abuso N. Ragazzi consumatori nell’ultimo mese N. Unità alcoliche assunte N. Sbronze ultimi mesi

12 III.Destinatari dell’intervento Un altro passo importante è l’individuazione dei beneficiari dell’intervento, cioè su quale popolazione sono attesi i cambiamenti desiderati (popolazione target). È importante conoscere le loro principali caratteristiche demografiche, come i valori, le credenze e le abitudini che li contraddistinguono. Una questione molto importante è capire se, quanto e in che modo, essi percepiscono il problema sul quale si tenta di intervenire.

13 III.Destinatari dell’intervento Il caso più comune è quello dove le persone beneficiarie dell’intervento sono le stesse che sono coinvolte nelle attività previste. Possiamo adottare anche delle strategie indirette, in cui si lavora con un numero limitato di persone per raggiungere un numero elevato di beneficiari.

14 III.Destinatari dell’intervento Generalmente nei progetti scolastici i beneficiari potenziali di un intervento sono gli studenti o il corpo docente, ma i progetti possono riguardare anche i genitori oppure il personale amministrativo della scuola. Nel progetto di un corso di formazione, si deve sempre specificare il numero dei destinatari e gli eventuali criteri di selezione se le richieste sono troppe.

15 Significa decidere di svolgere una serie di attività che hanno un elevata probabilità di provocare il cambiamento desiderato in quanto incidono direttamente o indirettamente sulle cause ipotizzate. L’intervento è articolato in una serie di attività specifiche (per es., distribuzione di materiale di profilassi, interventi informativi, attività di formazione, ecc.) che seguono una determinata metodologia. IVa. Modello d’intervento e attività

16 Nella metodologia si deve parlare sia della logica che influenza le modalità di attuazione dell’intervento (es. interazione e confronto tra i partecipanti) che dei diversi strumenti scelti per raggiungere gli obiettivi Lezioni frontali di esperti Lavori in piccoli gruppi Laboratori artistici, espressivi, figurativi, alimentari,ecc. Situazioni di problem-solving Simulate o role-playing Brainstorming Visite guidate IVa. Modello d’intervento e attività

17 Una volta scelta la metodologia e le attività, bisogna stabilire i tempi e la sequenza con cui dovranno essere realizzate le diverse attività (Tempi di realizzazione e articolazione). Ad esempio, in un corso di formazione si descrive il luogo, l’orario e la cadenza degli incontri. “…il corso prevede … incontri della durata di …a cadenza…” IVb. Modello d’intervento e attività

18 IVc. Modello d’intervento e attività Inoltre, si deve elaborare un programma, in cui vengono elencate le attività in sequenza, con in dettaglio i contenuti e l’articolazione dei singoli incontri. ESEMPIO:Progetto “Nuove Droghe” Primo incontro: Incontro iniziale  Presentazione degli operatori e dei partecipanti  Aspettative dei partecipanti  Presentazione del progetto  Questionario di entrata

19 Secondo incontro: Le rappresentazioni sociali del consumo di sostanze  Restituzione differenziale semantico  Associazioni a parole stimolo (lavoro in sottogruppi)  Restituzione in plenaria e confronto tra gruppi […] Sesto incontro: Prevenzione e informazione  Costruzione di uno slogan, elaborazione di un progetto preventivo da realizzare con il CIC)  Confronto tra slogan  Relazione sulla prevenzione Settimo incontro Questionario finale Valutazione IVc. Modello d’intervento e attività

20 V. Valutazione La valutazione è quel processo che ci consente di valutare la validità del progetto in itinere e attraverso la verifica degli obiettivi prefissati e dei risultati attesi. La definizione del disegno di valutazione si snoda attraverso alcune fasi: - Definizione degli obiettivi (indicatori e esiti attesi); -Costruzione degli strumenti di rilevazione; -Raccolta delle informazioni; -Elaborazione ed analisi dei dati; -Comunicazione delle informazioni raccolte.

21 È importante fare una distinzione tra: 1.Valutazione di processo  si utilizza sin dall’avvio del progetto e consente di verificare se si stanno mettendo in atto le strategie operative adatte e più efficaci rispetto agli obiettivi che si propone di raggiungere (monitoraggio) Rappresenta l’unico mezzo utile per potere, in caso di problemi non previsti in fase di progettazione (es. emergenza di nuovi bisogni, ecc.), ricalibrare e migliorare le attività del progetto. V. Valutazione

22 2. Valutazione degli esiti o risultati riguarda i risultati ottenuti alla fine del progetto. E riguarda: - L’efficacia - L’impatto - L’efficienza - La produttività - La trasferibilità e riproducibilità. V. Valutazione

23 Esempio di valutazione degli esiti Obiettivo generale: favorire l’integrazione razziale OS1: diminuire i livelli di pregiudizio mostrati Indicatore: punteggi ottenuti a misure del pregiudizio Strumento di rilevazione: questionario sul pregiudizio Valutazione esiti: Confronto tra le risposte fornite a T1 e T2 V. Valutazione

24 Valutazione Esempi Valutazione di processo: Quantitativa (numero partecipanti, frequenza). Qualitativa (riunioni di équipe, griglie di osservazione). Valutazione degli esiti: Quantitativa (questionari d’entrata e finale, numero di partecipanti, frequenza, riunioni successive del gruppo). Qualitativa (riunioni di équipe, scheda di valutazione, valutazione partecipata).

25 VI. Mezzi e Risorse In questa parte si devono esplicitare i mezzi e le risorse fisiche, umane e finanziarie che sono necessarie per l’esecuzione del progetto. Operatori del progetto (numero, qualifica, ruolo) Materiale e attrezzature necessarie Preventivo (budget) - Compenso operatori (€ X ore) - Spese materiali


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