La presentazione è in caricamento. Aspetta per favore

La presentazione è in caricamento. Aspetta per favore

L’integrazione scolastica degli alunni con DSA

Presentazioni simili


Presentazione sul tema: "L’integrazione scolastica degli alunni con DSA"— Transcript della presentazione:

1 L’integrazione scolastica degli alunni con DSA
Dott. Filippo Barbieri Neuropsichiatra Infantile Referente Autismo Asl 5 Pisa UFSMIA Zona Pisana Resp Dott.ssa Grazia Menchetti

2 Programmi strategie approcci di intervento
Linee guida SINPIA 2005 Tavolo Ministeriale sull’autismo 2008 Linee guida dell’Istituto superiore di sanita’ 2011: “Il trattamento dei disturbi dello spettro autistico nei bambini e negli adolescenti” all’interno del primo Programma Nazionale di Ricerca sulla Salute Mentale nell’Infanzia e nell’adolescenza

3 Linee guida Istituto Superiore Sanita’
L‘autismo coinvolge la collettivita’ Aumento della prevalenza (stime variabili in base alle fasce di eta’) Eterogeneita’ del quadro clinico (concetto di Spettro-DSMV) Confusione su terapie/trattamenti Ricaduta assistenziale nei servizi pubblici

4 Linee guida Istituto Superiore Sanita’
Documento nazionale su orientamenti e raccomandazioni evidence based : “uso coscienzioso esplicito e giudizioso delle attuali migliori evidenze nell’assumere decisioni nell’assistenza dei singoli pazienti. Comporta il combinare le migliori evidenze sperimentali disponibili con l’esperienza clinica ed Iivalori dei pazienti” 2500 articoli esaminati

5 Approcci specifici di intervento
Comportamentali Tradizionali (Loovas ):sessioni di apprendimento per insegnare specifiche competenze per un totale di 40 ore settimanali in base ad un programma ben definito in un setting specificamente organizzato privo di distrattori Neocomportamentali : apprendimento in ambiente piu’ “naturale” in maniera incidentale, generalizzazione in diversi contesti di vita

6 Approcci specifici di intervento
Evolutivi Importanza della dimensione relazionale ed affettiva partendo dalle proposte del bambino per favorire la sua libera espressione, iniziativa, partecipazione. L’ambiente ha di per se’ una valenza terapeutica.

7 Modelli di presa in carico
ABA Loovas) Applied Behaviour Analysis TEACCH (Schopler 1980) Treatment and Education of Autistic and related Communication Handicapped Children DIR (Greenspan e Wieder 1999) floortime Developmental Individual Relation-based TED (Lelord 1978-Bartelemy 1995) Therapie d’ Echange et de Development Denver Model/ESDM (Sally Rogers 2001)

8 ABA Analisi del comportamento applicata (Applied Behavior Analysis) non solo modello specifico di intervento ma metodologia articolata per consentire l’insegnamento nei diversi contesti di vita

9 Tecniche e strategie di insegnamento-apprendimento
Task analysis (analisi del compito); uso degli aiuti (prompting e fading); apprendimento senza errori; uso di modelli competenti (modeling); uso di rinforzi positivi (materiali,sociali,sensoriali, simbolici, informazionali); uso del modellaggio (shaping) e del concatenamento (chaining anterogrado/retrogrado); Strategie di generalizzazione e di mantenimento.

10 Floor time a scuola Approccio basato sullo sviluppo e sulle differenze individuali, cominciando dall’attenzione reciproca, dal restare agganciati e dall’interazione Usare le emozioni e gli interessi del bambino per aprire e chiudere circoli comunicativi Usare le emozioni per motivare il bambino agli apprendimenti Apprendimento legato ad esperienze interattive reali, oggetti reali, attivita’ reali, giochi di finzione Favorire l’imitazione piuttosto che l’esecuzione su direttive Gioco in piccolo gruppo Partecipazione dei genitori

11 TEACCH Organizzazione e prevedibilita’ dell’ambiente fisico
L’ambiente si adatta al bambino Organizzazione del tempo Scansione delle attivita’ Valorizzazione degli ausili visivi Potenziamento delle autonomia Adeguatezza e chiarezza delle richieste Miglioramento della qualita’ di vita personale, sociale e lavorativa

12 Intervento Linee guida SINPIA (2005)
Documento di indirizzo Societa’ Italiana di Pedagogia speciale (2008) Priorita’ degli interventi basati su metodologia abilitativa e psicoeducativa

13 Caratteristiche degli interventi psicoeducativi
Conoscenza del funzionamento dei soggetti con DSA (cognitivo, sensoriale, comunicativo, emotivo, relazionale); Basati su dati di efficacia ed efficienza provenienti da letteratura scientifica internazionale; Individualizzazione dell’intervento: non esiste un singolo intervento per TUTTI I soggetti; Contestualizzati all’interno di un progetto di vita che coinvolge i vari “attori” (soprattutto la famiglia) Attivati precocemente Intensivi

14 Caratteristiche degli interventi psicoeducativi
Si adattano per un uso quotidiano nei contesti consueti di vita del bambino Struttura curriculare: percorsi strutturati, obiettivi e attivita’ ben definite La metodologia e’ l’educazione speciale Insegnamento di competenze attraverso l’uso di tecniche specifiche Far acquisire comportamenti piu’ adattivi ed organizzare l’ambiente per rinforzare e generalizzare gli apprendimenti.

15 LA SCUOLA: Raccomandazioni, Programmazione, Interventi
Conoscere la diversita’ qualitativa + Punti di forza e di debolezza dei bambini con DSA Sfide principali: Accoglienza Ambiente, figure adulte Aspetti percettivi ed emozionali Orario iniziale Apprendimento Caratteristiche del bambino Ambiente, competenze, collaborazione Socializzazione/Comunicazione Problemi di comportamento

16 Progettazione Visione ad ampio raggio che include tutte le azioni volte alla realizzazione del progetto di vita del bambino Il MOTORE è La normativa relativa all’autonomia degli istituti Scolastici (legge 15 marzo 1995 n. 59, e DPR 8 marzo 1999 n. 275) che autorizza e sollecita un processo di integrazione per gli alunni con DSA nel contesto didattico ed educativo

17 Progettazione Riconoscimento e valorizzazione delle diversità
Valorizzazione delle potenzialità individuali Iniziative per il successo formativo (POF=carta di identita’ culturale e organizzativa) Ritmi di apprendimento Flessibilità dell’organizzazione educativa e didattica

18 Progettazione L’integrazione degli alunni con DSA richiede:
Alleanze tra scuola, famiglie, servizi specialistici, enti/associazioni Programmazione didattica: insieme di attivita’ affidate essenzialmente alle insegnanti per definire obiettivi educativi, le strategie didattiche e valutative rispetto alla situazione scolastica concreta.

19 Alleanza scuola/famiglia:
Richieste della famiglia Vita di Gruppo con i coetanei Bisogni specifici del figlio, garanzia di apprendimento Risposte della scuola Approccio normativo/burocratico (attivazione di risorse) Approccio Progettuale (PEI)

20 Alleanza Scuola/Servizi specialistici ed Enti territoriali
Accordi di programma Promozione e costruzione Progetto di vita Qualità dell’integrazione scolastica DF, PDF, GLIC Contatti informali Passaggi di ciclo Coinvolgimento del Dirigente scolastico Partecipazione attiva della famiglia

21 Programmazione (Muzi 2003)
Insieme di attivita’ affidate essenzialmente agli insegnanti, ai quali infatti spetta l’onere di stabilire criteri uniformi in prospettiva educativa, ossia gli obiettivi educativi le strategie didattiche le strategie valutative Inerenti una sistuazione scolastica. La funzione del programmare comporta la capacita’ di prevedere I risultati dell’insegnamento e di regolarne I processi in itinere con l’obiettivo di realizzare le finalita’ formative prefissate

22 Programmare l’integrazione Integrare la programmazione
= Integrare la programmazione

23 Piano Educativo Osservazione e definizione di obiettivi a breve/medio/lungo termine; aggiornamento periodico della valutazione; Costruzione della relazione; Strutturazione dello spazio e del tempo; Interessi del bambino; Attivita’ in classe/aula dedicata;

24 Piano Educativo Attivita’ 1:1/piccolo gruppo
Flessibilita’ organizzativa (“nulla e’ come prima”) Percorsi formativi Valorizzazione della diversita’ Valorizzazione delle potenzialita’ di ciascuno Iniziative per il raggiungimento del successo formativo Lavoro di rete

25 Piano Educativo Ricerca di punti di contatto tra insegnanti curriculari ed insegnanti di sostegno Domande da porsi: “C’è almeno una attività tra le tante previste per tutta la classe che può essere svolta anche dall’alunno che segue un Piano educativo individualizzato?” “C’è almeno una attività tra quelle contemplate per l’alunno con DSA che può essere proposta anche agli altri compagni di classe?”

26 Piano Educativo Attività personalizzate/differenziate all’interno e all’esterno della classe nella prospettiva dell’integrazione Presenza nella classe di spazi per lo svolgimento di diverse attività Aula dedicata per attività di insegnamento 1:1 Acquisizione di abilità finalizzate anche alla partecipazione ad attività integrate Contesto “sensoriale”

27 Indicazioni: eta’ prescolare
Formulazione della diagnosi: impatto emotivo sui genitori, inizio interventi riabilitativi Fenotipo comportamentale piu’ omogeneo condizionato maggiormente dal livello cognitivo. Deficit dell’area socio- comunicativa con stereotipie. Gradualmente il profilo clinico- evolutivo diventa piu’ specifico per ogni bambino Epoca di maggiore spinta dei processi di maturazione e crescita del SNC Difficolta’ nell’identificare gli elementi prognostici

28 Intervento prescolare
Precoce Fase di maturazione e differenziazione Intensivo Numero di ore non inferiore a 18 settimanali (aspetti quantitativi) Nuova dimensione di vita per il bambino e la sua famiglia (aspetti qualitativi) Esperienze quotidiane=valenza terapeutica Terapia=progetto in tutti i contesti di vita Rete tra servizi, genitori, insegnanti Curriculare Il progetto prevede un programma con tappe in sequenza (in raccordo con lo sviluppo “tipico”) Definizione chiara degli obiettivi (osservazione, programmazione, verifica)

29 Intervento prescolare
SU COSA AGIRE (obiettivi di minima): Disorientamento dei genitori: Aspetti informativi Attivazione di risorse familiari nel quotidiano Implementazione di specifici programma di intervento Disturbo dell’interazione sociale e della comunicazione Attenzione congiunta Uso di simboli Modulazione degli stati emotivo-comportamentali Incapacita’ di organizzare in modo coerente l’esperienza fatta di stimoli (visivi, tattili, uditivi, sociali) Incapacita’ a comunicare

30 Intervento prescolare
COSA PUO’ FARE LA SCUOLA (asilo nido/scuola dell’infanzia): Coinvolgimento attivo degli operatori scolastici nel progetto; Condivisione di obiettivi su attenzione congiunta, comunicazione, uso di simboli, regolazione emotiva; Trasferimento del “lavoro” in un contesto naturale di incontro e confronto con i coetanei,;

31 Intervento prescolare
Attenzione congiunta: Guardare l’altro Alternare lo sguardo dell’altro all’oggetto e viceversa Tendere la mano verso l’oggetto e/o evento interessante e alternare lo sguardo con l’altro Indicare con il dito Porgere e mostrare Usare simboli verbali

32 Intervento prescolare
Sequenze di interazioni attivabili: Agganciarsi ad attivita’ effettuate dal bambino anche in maniera non intenzionale, ripetendole, per avviare un processo di condivisione Stabilire una condivisione di affetti Attivare sequenza di interazione sociale mediante canali privilegiati per esempio contatto fisico coordinato con gesti e vocalizzazioni (relazione diadica) Attirare l’attenzione a stimoli anticipatori di tali eventi piacevoli Stimolare l’imitazione di gesti semplici

33 Intervento prescolare
Arricchire il repertorio di comportamenti comunicativi Attenzione congiunta su sollecitazione dell’operatore Attenzione congiunta su iniziativa del bambino Giochi di finzione in relazione triadica (oggetto=mezzo/ operatore=fine) Stimolare il bambino a chiedere che l’altro faccia qualcosa per lui (relazione triadica con oggetto=fine/ operatore=mezzo

34 Indicazioni: eta’ scolare
Passaggio da un ambiente meno strutturato e piu’ flessibile a uno decisamente piu’ strutturato e organizzato secondo una logica curriculare Necessaria rivalutazione del bambino Momento di bilanci del percorso precedente Consapevolezza delle reali capacita’ del bambino Destabilizzazione di equilibri Definizione del profilo di ciascun bambino Aspetti temperamentali Grado di compromissione relazionale Comorbidita’ Competenze cognitive+variabilita’ del comportamento adattivo (grado del funzionamento: “alto” vs “basso”)

35 Indicazioni: eta’ scolare
SU COSA AGIRE: Progetto sempre piu’ centrato sul contesto,con finalita’ abilitative e sempre piu adattive Situazioni specifiche rispetto al fenotipo Area comunicativa e sociale Area degli interessi e delle attivita’

36 Indicazioni: eta’ scolare
COSA PUO’ FARE LA SCUOLA: Luogo privilegiato del progetto Apprendimenti scolastici interazione sociale e sulla comunicazione nel gruppo dei pari Generalizzazione delle competenze/acquisizioni raggiunte in setting terapeutici

37 Indicazioni: eta’ adolescenziale
Ulteriore evoluzione del quadro clinico Modificazioni corporee Sessualità/Relazione Rischi: aumento dell’isolamento comportamenti stereotipati aggressività Maggiore consapevolezza della propria “diversità”

38 eta’ adolescenziale Comparsa di comorbidità: disturbi d’ansia e dell’umore Trattamento farmacologico se gli interventi psicoeducativi non sono sufficienti Estrema variabilità: necessità di programmi personalizzati che accompagnino l’adolescenza nel passaggio alla maggiore età

39 Ruolo dei compagni di classe (Cottini 2011)
Creare un clima inclusivo Abbassare i livelli di competitivita’ Stimolare il senso di appartenenza al gruppo Creare occasioni di vicinanza e di lavoro comune Lavorare direttamente sulle competenze prososciali e sulla valorizzazione positiva degli altri Importante il ruolo dell’insegnante come modello positivo

40 Ruolo dei compagni di classe
Conoscere il compagno per ridurre le distanze Presentazione Invitare in classe studenti disabili/operatori socio- sanitari/docenti; Discutere filmati, riviste, libri; Ricerche su personaggi celebri con disabilita;’ Ausili tecnologie per ridurre la disabilita’ (canale visivo); Attivita’ di simulazione

41 Ruolo dei compagni di classe
Programmi di alfabetizzazione emozionale Intelligenza emotiva (Goleman 1995): programma ARCA Sviluppare competenze assertive e prosociali Assertivita’: problem solving interpersonale Prosocialita’: promuovere azioni didattiche che, mentre perseguono obiettivi curriculari , potenziano un atteggiamento di reale disponibilita’ nei confronti dell’altro (Programma di Roche Strategie didattiche per favorire l’aiuto e la collaborazione tutoring Apprendimento cooperativo (DSA ad alto funzionamento)

42 Idee sull’integrazione
Idee perdenti Idee vincenti Dell’autismo non si sa nulla Qualcuno deve dirmi cosa fare Ci vuole qualcuno che si occupi di lui:non sono cose da insegnanti!! Non mi permette di sviluppare bene il mio programma Perche’ cambiare? Dobbiamo migliorare la conoscenza per comprendere Lavorando insieme si possono fare molte cose positive L’insegnante non deve essere lasciato solo, ma l’azione didattica e’ un suo campo specifico Esistono molte applicazioni didattiche che possono risultare efficaci Dobbiamo essere flessibili. Nessuno di noi puo’ pensare di fare l’insegnante come prima

43 GRAZIE PER L’ATTENZIONE!!!!


Scaricare ppt "L’integrazione scolastica degli alunni con DSA"

Presentazioni simili


Annunci Google