La presentazione è in caricamento. Aspetta per favore

La presentazione è in caricamento. Aspetta per favore

Violenza sulle donne: interventi sanitari “in rete” nella realtà metropolitana genovese Angela Lidia Grondona S.C. Assistenza Consultoriale ASL 3.

Presentazioni simili


Presentazione sul tema: "Violenza sulle donne: interventi sanitari “in rete” nella realtà metropolitana genovese Angela Lidia Grondona S.C. Assistenza Consultoriale ASL 3."— Transcript della presentazione:

1 Violenza sulle donne: interventi sanitari “in rete” nella realtà metropolitana genovese Angela Lidia Grondona S.C. Assistenza Consultoriale ASL 3

2 Più della metà della popolazione mondiale femminile è vittima di molteplici forme di violenza. A ogni latitudine, in qualsiasi paese, in contesti sociali diversi per ricchezza, cultura, tradizione, una parte della popolazione mondiale non vede pienamente riconosciuto il diritto alla libertà e alla giustizia.

3 La violenza contro le donne è, assieme a quella contro i minori d’età, la punta di un iceberg che include il proliferare di fenomeni analoghi contro soggetti appartenenti a minoranze sessuali, etniche, religiose, e sociali.

4 Da alcuni anni è all’attenzione dei legislatori e degli amministratori il drammatico e urgente problema della “violenza di genere”, che rappresenta una delle principali cause di morte o di invalidità grave delle donne in età fertile.

5 Tra le molteplici risposte che un’Azienda Sanitaria pubblica dovrebbe offrire, almeno tre paiono irrinunciabili: la prevenzione con la promozione di sinergie di rete indispensabili all’ottimizzazione delle risorse (con l’inclusione di tutti i soggetti sanitari sociali educativi e giudiziari coinvolti nel processo), individua-zione delle situazioni (diagnosi) e una risposta specificamente terapeutica e/o riabilitativa per i casi nei quali sia possibile procedere a un progetto di riparazione del danno.

6 La Unità Operativa Assistenza Consultoriale da anni collabora e supporta le attività coordinate dalla Provincia di Genova che è impegnata nella lotta contro la violenza di genere.

7 Dal 2005 la ASL3 Genovese partecipa al progetto “Rete contro la Violenza”

8

9

10

11

12 ASL Regione Servizi Sociali Autorità giudiziaria MMG PLS LR – Liguria 12/2007 interventi di prevenzione della violenza di genere e misure a sostegno delle donne e dei minori vittime di Violenza Attori del Sistema Provincia Forze dell’ordine Scuole

13 Numerosi Seminari ogni anno

14 Il sistema sanitario E’ in posizione ottimale per: identificare le donne che hanno subito violenze indirizzarle verso altri servizi considerato il numero di donne che accede a una struttura di assistenza sanitaria in un qualche momento della vita: durante una gravidanza, oppure per problemi di salute propria o dei figli. Il sistema sanitario E’ in posizione ottimale per: identificare le donne che hanno subito violenze indirizzarle verso altri servizi considerato il numero di donne che accede a una struttura di assistenza sanitaria in un qualche momento della vita: durante una gravidanza, oppure per problemi di salute propria o dei figli. UNICEF. Giugno 2000

15 I percorsi dell’ASL3: accoglienza in pronto soccorso e/o in reparto presa in carico da parte dei servizi territoriali (consultori), direttamente o tramite segnalazione dall’ospedale

16 DISTRIBUZIONE TERRITORIALE DEGLI STABILIMENTI OSPEDALIERI:

17 Assicurare continuità e efficacia dei percorsi assistenziali Favorire il raccordo strategico dei servizi ospedalieri con quelli territoriali territoriali Garantire unitarietà e integrazione tra i 6 ospedali Sviluppare qualità e formazione del personale assegnato … OBIETTIVI DEL PRESIDIO UNICO OBIETTIVI DEL PRESIDIO UNICO :

18

19

20 Lo strumento scelto per definire nel dettaglio il percorso evidenziato è una procedura aziendale in fase di elaborazione

21 Scopo di questa procedura è governare il percorso sanitario di una donna che ha subito violenza. Il percorso, che inizia in genere con l’accesso della donna al Pronto Soccorso/Punto di Primo Intervento di uno Stabilimento Ospedaliero, deve vedere la realizzazione di un iter definito e condiviso, dall’accoglienza, alla realizzazione di interventi sanitari, sino alla dimissione ed attivazione delle risorse territoriali finalizzate ad una presa in carico tempestiva e alla pianificazione di un progetto individuale di intervento.

22 I livelli di risposta delineati dalla ASL3 sono rappresentati da: 1. L’intervento nell’emergenza 2. L’intervento di più lungo periodo

23 L’intervento nell’emergenza: Rappresenta il primo livello di coinvolgimento, fortemente raccomandato dall’OMS, del sistema salute consente di assicurare un’assistenza di qualità e garantire servizi di diagnosi e trattamento anche attraverso strumenti giuridicamente idonei. Si realizza nel pronto soccorso ospedaliero a cui si rivolge la donna vittima di violenza. L’intervento nell’emergenza: Rappresenta il primo livello di coinvolgimento, fortemente raccomandato dall’OMS, del sistema salute consente di assicurare un’assistenza di qualità e garantire servizi di diagnosi e trattamento anche attraverso strumenti giuridicamente idonei. Si realizza nel pronto soccorso ospedaliero a cui si rivolge la donna vittima di violenza.

24 Il corpo di una vittima di stupro è già stato violato sessualmente in un’aggressione mortale. “Il corpo di una vittima di stupro è già stato violato sessualmente in un’aggressione mortale. Una procedura medica invasiva può assumere un significato speciale per lei. L’aggressore con l’intenzione di far del male e la procedura medica destinata ad essere d’aiuto invadono entrambe la stessa parte del corpo” Burgess, Holmstrom: The victim of rape: institutional reactions JhonWileyand sons, New York, 1978 Durante l’intervento in emergenza occorre che tutti gli operatori siano consapevoli che:

25 Accoglienza: L’accoglienza costituisce il momento più delicato e complesso della relazione tra la donna e le operatrici/gli operatori del servizio: la donna deve percepire che ha trovato il luogo giusto dove raccontare la propria storia, dove è rassicurata sulla sua non responsabilità rispetto all’accaduto (è vittima), e che il suo racconto e la sua esperienza sono ritenuti credibili dagli operatori.

26 ISTAT 2006 Sono stimate in 6 milioni e 743 mila le donne da 16 a 70 anni vittime di violenza fisica o sessuale nel corso della vita: ciò costituisce il 31.9% di tutte le donne appartenenti a questa fascia di età. Nel corso del 2006 in Italia il numero delle donne vittime di violenza è stato pari ad 1 milione e 150 mila.

27 Purtroppo il 93% delle violenze subite da un partner non sono denunciate, è anche molto consistente la percentuale delle donne che non ne parla con nessuno (il 33,9%); queste donne vivono il loro dolore in solitudine, stato ancora più accentuato se si considera che sono le donne separate e divorziate a subire il maggior numero di violenze nel corso della vita (63,9%). ISTAT 2006

28

29 ISTAT 2006 Il tasso di denuncia è basso ma è significativo che il 62,3% delle denunce sia avvenuto a seguito di un accesso in pronto soccorso.

30 Gli interventi del medico devono essere sempre estremamente attenti, precisi e dettagliati dal momento che la vittima può decidere anche successivamente di procedere con la denuncia. In tal caso l’ anamnesi e l’esame obiettivo del medico saranno certamente utilizzati come prove giudiziarie e/o fonti di indizi per le indagini. Gli interventi del medico devono essere sempre estremamente attenti, precisi e dettagliati dal momento che la vittima può decidere anche successivamente di procedere con la denuncia. In tal caso l’ anamnesi e l’esame obiettivo del medico saranno certamente utilizzati come prove giudiziarie e/o fonti di indizi per le indagini.

31 Condizioni che inducono la donna a non procedere con la denuncia: Donna immigrata, priva di permesso di soggiorno per sé e per gli eventuali figli (e rischia pertanto di essere espulsa) ‏ Problemi di dipendenza (alcool, droga) ‏ Problemi di salute mentale Può capitare che queste persone vengano poco “credute”, che temano di trovarsi in una condizione di “inquisite” anziché riconosciute vittime.

32 La procedura aziendale intende supportare la vittima e i sanitari supportare la vittima e i sanitari mediante la predisposizione di mediante la predisposizione di moduli atti a garantire una moduli atti a garantire una documentazione completa e documentazione completa e dettagliata delle condizioni della persona e degli interventi della persona e degli interventi eseguiti eseguiti

33 Le donne che si presentano al pronto soccorso per problemi di maltrattamento e/o violenza sessuale possono necessitare, oltre che di cure mediche urgenti, di una presa in carico multi professionale continuativa che può essere assicurata dai consultori familiari.

34 I livelli di risposta sono rappresentati da: 1. L’intervento nell’emergenza 2. L’intervento di più lungo periodo

35 Rappresenta la continuità assistenziale alla donna vittima di violenza a cui sarà offerta la possibilità di un follow-up presso le strutture del distretto socio-sanitario. L’invio deve essere curato dagli operatori che hanno accolto la donna (attuando un primo collegamento per l’appuntamento iniziale) a servizi specifici collaborando con essi; la finalità è quella di costruire insieme ad altri servizi una rete di supporti finalizzata alla sicurezza della donna e alla riduzione dei rischi di esposizione e di contatto con fonti di violenza. 2. L’intervento di più lungo periodo:

36 DISTRIBUZIONE TERRITORIALE DEI DISTRETTI:

37 La S.C. Assistenza Consultoriale della ASL3 da anni collabora e supporta le attività coordinate dalla provincia di Genova che è impegnata nella lotta contro la violenza di genere.

38

39 Ai Consultori Familiari arrivano donne che denunciano una violenza subita o più spesso la raccontano perchè hanno trovato un ambiente accogliente capace di essere degno di fiducia: -ambulatori ginecologici -ambulatori psicologici -servizi per i loro bambini

40 Nei Consultori Familiari presa in carico psicologica singole donne arrivate direttamante con richiesta di aiuto o inviate da altri servizi sanitari spesso siutazioni legate alla genitorialità o alla sessualità

41 Nei Consultori Familiari -collaborazione con ATS per i casi di violenza intrafamiliare continuativa -presa in carico di minori per “violenza assistita” -integrazione con DSM

42 Centro sovradistrettuale sul Maltrattamento e l’Abuso dei Minori Gruppo clinico, sovrazonale e interserviziGruppo clinico, sovrazonale e interservizi Nasce nel 2000Nasce nel 2000 Viene formalizzato con Delibera Aziendale nel 2002Viene formalizzato con Delibera Aziendale nel 2002 Fa capo alla Unità Operativa Assistenza ConsultorialeFa capo alla Unità Operativa Assistenza Consultoriale Funzioni strettamente cliniche di presa in carico (diagnostica e terapeutica)Funzioni strettamente cliniche di presa in carico (diagnostica e terapeutica) Minori con quadro di sofferenza psichica o vera psicopatologia ad eziologia post-traumaticaMinori con quadro di sofferenza psichica o vera psicopatologia ad eziologia post-traumatica Mentre la Struttura Complessa Assistenza Consultoriale esercita le competenze relative alla salute mentale delle persone in età evolutiva ed al sostegno psico-pedagogico delle loro famiglie.Mentre la Struttura Complessa Assistenza Consultoriale esercita le competenze relative alla salute mentale delle persone in età evolutiva ed al sostegno psico-pedagogico delle loro famiglie.

43 Rapporti con il Distretto Sociale Protocollo d’Intesa Comune/ASL 3 29 giugno 2006 Ha posto il Centro sovrazonale per il maltrattamento e abuso come riferimento anche per i casi segnalati dai Distretti Sociali Ha posto il Centro sovrazonale per il maltrattamento e abuso come riferimento anche per i casi segnalati dai Distretti Sociali Intervento congiunto a seguito di mandato dell’Autorità Giudiziaria Intervento congiunto a seguito di mandato dell’Autorità Giudiziaria Segnalazione al Distretto Sociale di caso già in carico al Centro Sovradistrettuale Segnalazione al Distretto Sociale di caso già in carico al Centro Sovradistrettuale

44 Composizione dell’Equipe Tre Strutture Complesse della ASL 3 Direttore U.O.A.C : dott.ssa Angela GrondonaDirettore U.O.A.C : dott.ssa Angela Grondona Responsabile: Dott. Giobatta Guasto (UOAC)Responsabile: Dott. Giobatta Guasto (UOAC) Assistente Sanitaria: sig.ra Isabella Scopsi (UOAC)Assistente Sanitaria: sig.ra Isabella Scopsi (UOAC) Educatore Professionale: sig. Gino Travaglia (UOAD)Educatore Professionale: sig. Gino Travaglia (UOAD) Ginecologo: dott.ssa Anna Conio (UOAC)Ginecologo: dott.ssa Anna Conio (UOAC) Medico legale: dott.ssa Nicoletta Fadda (UOML)Medico legale: dott.ssa Nicoletta Fadda (UOML) Pediatra: dott.ssa Rita Gnotta (UOAC)Pediatra: dott.ssa Rita Gnotta (UOAC) Psicologo: dott.ssa Laura Battaglia (UOAC)Psicologo: dott.ssa Laura Battaglia (UOAC)

45 Ad oggi (Aprile 2010) è in fase di avanzato allestimento, presso il Centro Maltrattamento e l’abuso dei Minori della ASL3, un progetto d’intervento clinico di psicoterapia di gruppo

46 Progettazione di percorso di presa in carico: - dai Pronti Soccorso cittadini segnalazione presso Centro Maltrattamento ASL3 -Primo colloquio presso Centro Antiviolenza di Salita Mascherona -Valutazione psicologica gruppi di mutuo-auto aiuto -Psicoterapia di gruppo c/o ASL

47

48 “La violenza contro le donne è forse la violazione dei diritti umani più vergognosa. Essa non conosce né geografia, cultura o ricchezza. Fintanto che continuerà, non potremo pretendere di aver compiuto dei reali progressi verso l’uguaglianza, lo sviluppo e la pace” Kofi Annan Kofi Annan, Segretario Generale delle Nazioni Unite, 8 marzo 1993


Scaricare ppt "Violenza sulle donne: interventi sanitari “in rete” nella realtà metropolitana genovese Angela Lidia Grondona S.C. Assistenza Consultoriale ASL 3."

Presentazioni simili


Annunci Google