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LE PROSPETTIVE DEL MODELLO PRISCA Aldo Barbini – Società Cooperativa Mattaranetta.

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Presentazione sul tema: "LE PROSPETTIVE DEL MODELLO PRISCA Aldo Barbini – Società Cooperativa Mattaranetta."— Transcript della presentazione:

1 LE PROSPETTIVE DEL MODELLO PRISCA Aldo Barbini – Società Cooperativa Mattaranetta

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3 Mattaranetta - Società Cooperativa Sociale Mattaranetta cooperativa sociale è nata nel 2008 a Verona. Ha in gestione una ventina di centri raccolta rifiuti comunali. Ha attività di raccolta rifiuti porta a porta. Ha una filiera di raccolta selezione e vendita di cose usate Fatturato annuo di circa 1,2 mln di euro La commercializzazione avviene in sede diversa da quella principale sotto insegna Mattarà. www.mattara.net

4 POSIZIONE STRADALE MATTARANETTA

5 Le persone Cooperativa Sociale Mattaranetta

6 Cartone Cooperativa Sociale Mattaranetta

7 Scarico Cooperativa Sociale Mattaranetta

8 Mercatino Cooperativa Sociale Mattaranetta

9 Plastica anni ‘80 Cooperativa Sociale Mattaranetta

10 Plastica anni ‘90 Cooperativa Sociale Mattaranetta

11 Plastica dalla frontiera all’industria Cooperativa Sociale Mattaranetta

12 Vintage Cooperativa Sociale Mattaranetta

13 MANIFESTO CONVEGNO IL RUOLO DELLE COOPERATIVE SOCIALI NELLA GESTIONE DEI RIFIUTI

14 POSIZIONE STRADALE MATTARÀ

15 IINSIEME PER L’USATO RETE O.N.U.

16 aldo.barbini@mattaranetta.it  Presidente di coop mattaranetta  Responsabile tecnico albo gestori ambientali  Membro Comitato scientifico rete onu  Ex rappresentante comparto cooperative direttivo rete onu ALDO BARBINI

17  PIONIERI DELLA RACCOLTA DI MATERIE SECONDE  PIONIERI DELLE NUOVE FILIERE DEL RICICLO (PLASTICA – RAEE)  CAPACI DI UNIRE SOSTENIBILITÀ SOCIALE ED AMBIENTALE  PIONIERI DEL RIUSO E DELLO SCAMBIO GRATUITO  PIONIERI DELLA RACCOLTA DI MATERIE SECONDE  PIONIERI DELLE NUOVE FILIERE DEL RICICLO (PLASTICA – RAEE)  CAPACI DI UNIRE SOSTENIBILITÀ SOCIALE ED AMBIENTALE  PIONIERI DEL RIUSO E DELLO SCAMBIO GRATUITO LE COOPERATIVE SOCIALI SONO STATE:

18 IN SINTONIA CON L’AGENDA EUROPA 2020 ED I PRIORITARI OBIETTIVI DI CRESCITA SOSTENIBILE E SOLIDALE LE COOPERATIVE SOCIALI SONO CANDIDATE NATURALI ALL’IMPLEMENTAZIONE DEI CENTRI RIUSO E RIPARAZIONE. LE COOPERATIVE SOCIALI

19 La crescita affannosa e affannata che caratterizza l’epoca consumistica alla fine non è soddisfacente sul piano personale ed è insostenibile sul piano ambientale.“Riparazione” è un termine importante nella psicanalisi, significa recuperare, in un’altra relazione e in un altro tempo, qualcosa che si è rotto nel passato e ha provocato conflitti e distruttività RITROVARE PER RITROVARSI ROMANO MÀDERA PER MSA Il desiderio di infinito fa parte dell’uomo ma se lo applico ai bisogni naturali e necessari come il cibo o il sesso, che sono per loro natura limitati, allora il desiderio diventa profondamente insoddisfacente.

20 PREVENZIONE VS PREPARAZIONE AL RIUTILIZZO PREVENZIONE VS PREPARAZIONE AL RIUTILIZZO ?

21 LA QUALIFICA DI RIFIUTO a.la prevenzione riguarda beni o rifiuti? b.esiste tracciabilità dei flussi da prevenzione? c.è realistico qualificare tutto come rifiuto? LA CESSAZIONE DELLA QUALIFICA DI RIFIUTO a.processo o prestazione? LA QUALIFICA DI RIFIUTO a.la prevenzione riguarda beni o rifiuti? b.esiste tracciabilità dei flussi da prevenzione? c.è realistico qualificare tutto come rifiuto? LA CESSAZIONE DELLA QUALIFICA DI RIFIUTO a.processo o prestazione? SIAMO CONSAPEVOLI DEI PROBLEMI APERTI : I centri riuso e riparazione dovranno integrare in uscita flussi da prevenzione e flussi da preparazione al riutilizzo. I passaggi devono essere governati (dal Consorzio del Riuso?) I centri riuso e riparazione dovranno integrare in uscita flussi da prevenzione e flussi da preparazione al riutilizzo. I passaggi devono essere governati (dal Consorzio del Riuso?)

22 DM 5 febbraio 1998 8.9 Tipologia: indumenti, accessori di abbigliamento ed altri manufatti tessili confezionati post-consumo [200110] [200111]. 8.9.1 Provenienza: cicli di post-consumo. 8.9.2 Caratteristiche del rifiuto: materiale costituito da indumenti, accessori di abbigliamento ed altri manufatti tessili confezionati di lino, cotone, lana, altre fibre naturali artificiali e sintetiche, non impregnati da oli, morchie, non contenenti materiali impropri. 8.9.3 Attività di recupero: a) messa in riserva [R13] per la destinazione in cicli di consumo mediante selezione e igienizzazione per l’ottenimento delle seguenti specifiche [R3]: carica aerobica mesofila < 10 6 /g streptococchi fecali < 10² /g salmonelle assenti su 20 g b) messa in riserva [R13] per la produzione di materie prime secondarie per l’industria tessile mediante selezione, e eventuale igienizzazione [R3]. 8.9.4 Caratteristiche delle materie prime e/o dei prodotti ottenuti: a) indumenti, accessori di abbigliamento ed altri manufatti tessili confezionati utilizzabili direttamente in cicli di consumo. b) materie prime secondarie per l’industria tessile conformi alle specifiche della CCIAA di Milano e Firenze. DM 5 febbraio 1998 8.9 Tipologia: indumenti, accessori di abbigliamento ed altri manufatti tessili confezionati post-consumo [200110] [200111]. 8.9.1 Provenienza: cicli di post-consumo. 8.9.2 Caratteristiche del rifiuto: materiale costituito da indumenti, accessori di abbigliamento ed altri manufatti tessili confezionati di lino, cotone, lana, altre fibre naturali artificiali e sintetiche, non impregnati da oli, morchie, non contenenti materiali impropri. 8.9.3 Attività di recupero: a) messa in riserva [R13] per la destinazione in cicli di consumo mediante selezione e igienizzazione per l’ottenimento delle seguenti specifiche [R3]: carica aerobica mesofila < 10 6 /g streptococchi fecali < 10² /g salmonelle assenti su 20 g b) messa in riserva [R13] per la produzione di materie prime secondarie per l’industria tessile mediante selezione, e eventuale igienizzazione [R3]. 8.9.4 Caratteristiche delle materie prime e/o dei prodotti ottenuti: a) indumenti, accessori di abbigliamento ed altri manufatti tessili confezionati utilizzabili direttamente in cicli di consumo. b) materie prime secondarie per l’industria tessile conformi alle specifiche della CCIAA di Milano e Firenze. IL CASO ABITI USATI

23 La Direttiva 2008/98/CE modifica in modo significativo le condizioni di End Of Waste (cessazione della qualifica di rifiuto) spostando l’attenzione dagli aspetti “formali” (quali mezzi tecnici sono stati utilizzati per ottenere il risultato) agli aspetti “prestazionali” (è riutilizzabile, ha mercato, rispetta i requisiti di prodotto, non danneggia l’ambiente). Il “nostro” D. Lgs. 205/2010 scrive un nuovo articolo del Testo Unico Ambientale, il 184 iter, lo intitola “Cessazione della qualifica di rifiuto”, elenca al comma 1 le caratteristiche “prestazionali” appena citate ed al comma 2 regola il processo in questo modo: >. IL CASO ABITI USATI

24 Dalla pubblicazione L’Italia del riciclo 2013

25 1 centro riuso e riparazione per bacino d’utenza di 150.000 / 250.000 residenti (con possibile configurazione di ambito provinciale); o Ogni centro potrebbe avere anche una sua vocazione specialistica ( ad es. abiti / Raee / legno / meccanica, bici) ma dovrebbe in molti casi aumentare il relativo bacino di scala; o Ogni centro può essere impianto di “preparazione per il riutilizzo” autorizzato ai sensi del DM di prossima (speriamo !) emanazione; o Ogni centro dovrebbe avere una potenzialità di 1.000-3.000 ton/anno ed un’estensione di ca. 1.000-1.500 m2 coperti; 1 centro riuso e riparazione per bacino d’utenza di 150.000 / 250.000 residenti (con possibile configurazione di ambito provinciale); o Ogni centro potrebbe avere anche una sua vocazione specialistica ( ad es. abiti / Raee / legno / meccanica, bici) ma dovrebbe in molti casi aumentare il relativo bacino di scala; o Ogni centro può essere impianto di “preparazione per il riutilizzo” autorizzato ai sensi del DM di prossima (speriamo !) emanazione; o Ogni centro dovrebbe avere una potenzialità di 1.000-3.000 ton/anno ed un’estensione di ca. 1.000-1.500 m2 coperti; UNO SCENARIO POSSIBILE

26 In Italia è possibile una rete di almeno 200 centri riuso e riparazione; o Il target del riuso in Italia, limitatamente ai rifiuti urbani, può raggiungere 1 milione di tonnellate/anno; o L’impatto occupazionale potrebbe essere di circa 2.500 nuovi addetti con rilevanti riflessi sull’indotto; In Italia è possibile una rete di almeno 200 centri riuso e riparazione; o Il target del riuso in Italia, limitatamente ai rifiuti urbani, può raggiungere 1 milione di tonnellate/anno; o L’impatto occupazionale potrebbe essere di circa 2.500 nuovi addetti con rilevanti riflessi sull’indotto; UNO SCENARIO POSSIBILE

27 Il finanziamento della nuova filiera industriale del riuso deve essere definita in modo compiuto; o In analogia con la creazione di filiere industriali del recupero di materia (imballaggi, Raee, pneumatici, etc..) e del recupero di energia non è pensabile che un nuovo settore di produzione industriale possa nascere come fenomeno endogeno del commercio dell’usato; Il finanziamento della nuova filiera industriale del riuso deve essere definita in modo compiuto; o In analogia con la creazione di filiere industriali del recupero di materia (imballaggi, Raee, pneumatici, etc..) e del recupero di energia non è pensabile che un nuovo settore di produzione industriale possa nascere come fenomeno endogeno del commercio dell’usato; UNO SCENARIO POSSIBILE

28 La regia della filiera del riuso è necessaria attraverso il “Consorzio del Riuso”; o La governance del Consorzio dovrebbe essere fortemente partecipata dagli operatori economici del riuso. La regia della filiera del riuso è necessaria attraverso il “Consorzio del Riuso”; o La governance del Consorzio dovrebbe essere fortemente partecipata dagli operatori economici del riuso. UNO SCENARIO POSSIBILE

29 GRAZIE PER L’ATTENZIONE! Aldo Barbini aldo.barbini@mattaranetta.it


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