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Fil Ling Lezioni 27-28, 27 Aprile 2015. NB Nelle slide che ho messo in rete ho spiegato un po' meglio l'esempio di teorema sulle funzioni continue che.

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Presentazione sul tema: "Fil Ling Lezioni 27-28, 27 Aprile 2015. NB Nelle slide che ho messo in rete ho spiegato un po' meglio l'esempio di teorema sulle funzioni continue che."— Transcript della presentazione:

1 Fil Ling Lezioni 27-28, 27 Aprile 2015

2 NB Nelle slide che ho messo in rete ho spiegato un po' meglio l'esempio di teorema sulle funzioni continue che Bolzano dimostra, in opposizione a Kant, in modo analitico, senza utilizzare l'intuizione di un oggetto che si muove

3 sommario introduttivo su Carnap Per Carnap, analitico, necessario e a priori coincidono: tutte le verità necessarie sono analitiche e conoscibili a priori. Le verità analitiche sono verità necessarie in virtù del significato dei termini del linguaggio, ossia degli assiomi e regole inferenziali che governano i termini Rifiuto del sintetico a priori e dell'intuizione pura di oggetti di Kant

4 Frege e Carnap Carnap è stato un allievo di Frege. E' stato il più importante esponente del neo- positivismo logico (circolo di Vienna) Ecco quello che Carnap dice di Frege nella sua autobiografia:

5 Carnap su Frege Dal 1910 al 1914 studiai alle università di Jena e di Friburgo.... dopo che ebbi preso conoscenza di una logica autentica attraverso le lezioni di Frege, i corsi universitari e i trattati filosofici di logica mi sembrarono banali e totalmente ovvi. Carnap, Tolleranza logica,autobiografia intellettuale (1963) (trad. it., 1974, di A. Artosi, Cap. I, § 1, pp. 39 - 40)

6 Neo-empiristi logici (circolo di Vienna) Ispirati dal primo Wittgenstein (Tractatus) Il padre fondatore è Moritz Schlick (1882 – 1936 (ucciso da uno studente nazista) Rudolf Carnap (1891- 1970) è Il più importante Moritz Schlick

7 Carnap Dal punto di vista di Carnap (e di altri neo-positivisti), ci sono stati questi passi avanti rispetto a Kant: definizioni rigorose (molto complesse) di nozioni matematiche e fisiche, per es.: f(x) è continua =df per ogni numero  >0, c'è un  >0 tale che, per ogni x e x' tali che |x'-x|< , allora |f(x) - f(x')|<  progresso della logica grazie a Frege, con trattazione di quantificatori "incassati", come quelli presenti nella df sopra:  (A    (B  &  x  x' (Cxx'   Dxx'  ))

8 Carnap (cont.) Grazie a questi progressi, possiamo affermare che laddove Kant vedeva verità sintetiche a priori (presupponenti l'intuizione di oggetti nello spazio e nel tempo), ci sono verità analitiche (v. Autobiografia di Carnap, p. 94) quindi, necessità e a priori coincidono (come per Kant), ma sono SEMPRE dovute (contro Kant) all'analiticità.

9 Carnap (cont.) L'analiticità a sua volta dipende dalla scelta convenzionale di un linguaggio, che con le sue regole "sintattiche" (assiomi + regole d'inferenza) determina le verità analitiche Per es. il linguaggio dell'aritmetica (standard) oppure il linguaggio della geometria Euclidea, oppure di una geometria non-euclidea Quindi, l'analiticità diventa verità in virtù del significato dei termini usati in un certo linguaggio

10 Carnap (cont.) Le stesse verità logiche sono verità in virtù del significato dei termini logici e analogamente altre verità necessarie (gli scapoli non sono sposati) dipendono dal significato dei termini, ossia sono analitiche L'idea è che con gli assiomi e le regole d'inferenza definiamo implicitamente il significato delle "parole logiche" (ma potremmo scegliere assiomi diversi) Analogamente con i "postulati di significato" definiamo il significato di parole come "scapolo", ecc.

11 Carnap (cont.) come notato nella nostra antologia ((intro all'art. di Carnap, p. 87)), l'articolo di Carnap propone (più o meno esplicitamente) la netta separazione tra:

12 in virtù del significato vs in virtù dei fatti questioni di significato stipulazione a priori convenzionale di strutture linguistiche giudizi analitici necessità questioni di fatto giustificazione a posteriori di asserzioni genuine giudizi sintetici contingenza

13 Carnap (cont.) L'articolo di Carnap nella nostra antologia ci propone anche la distinzione tra questioni riguardanti l'esistenza (i) interne ed (ii) esterne (p. 89). Una volta scelto un linguaggio (con le sue regole inferenziali e i suoi assiomi): (i) alcune affermazioni di esistenza seguono con "metodi puramente logici", per es. "esistono numeri", "esiste un numero primo pari" (sono verità analitiche, così come "7+5=12", ) (ii) altre affermazioni sono giustificabili su base empirica, per es., esistono atomi (sono verità sintetiche così come "questo tavolo è rettangolare")

14 Carnap (cont.) Le questioni di metafisica/ontologia, tipicamente riguardanti ciò che esiste, per es. se esistono numeri (o altri enti astratti come le proposizioni) sono solo questioni interne, dipendono dalla scelta di un linguaggio Ma la scelta di un linguaggio è una questione pratica, dettata dall'utilità, rispetto alla quale siamo liberi.

15 Carnap (cont.) Le verità della logica e della matematica sono quindi analitiche a priori e necessarie Le verità della fisica sono invece sintetiche a posteriori e contingenti I giudizi della metafisica (e dell'etica) sono privi di senso (nella misura in cui hanno la pretese di andare al di là delle questioni interne) Non c'è spazio per il sintetico a priori

16 Carnap (fine) Risultati: (1) morte dell'intuizione pura kantiana (2) la verità a priori (e necessaria) si trasforma da "verità in virtù dei concetti" a "verità in virtù dei significati" (con un aspetto di convenzionalità). "E poi venne Quine." (Coffa, "Kant, Bolzano,...", p. 689) (Io sosterrei però che vi sono relazioni oggettive tra concetti, indipendenti dalle parole scelte per rappresentarli)

17 Sommario introduttivo su Quine Respinge la distinzione tra analitico e sintetico (primo articolo dell'ant.: "due dogmi dell'empirismo") Ne segue una separazione non rigida tra scienza e filosofia e un ritorno alla ribalta dell'ontologia Tuttavia, i presupposti comportamentisti di Quine lo portano alla tesi della relatività ontologica (secondo articolo dell'ant.: "relatività ontologica")

18 Quine Attacca i neo-positivisti (o neo-empiristi, in particolare Carnap) in quanto si basano su due dogmi ("Due dogmi dell'empirismo", 1951): 1) si può distinguere in modo netto tra analitico e sintetico 2) Riduzionismo (vi accenneremo dopo aver parlato del primo dogma)

19 Critica al primo dogma Non abbiamo intuizioni chiare sull'analiticità "tutto ciò che è verde è esteso" è analiticamente vero oppure no? Esempio migliore (non fatto da Quine): tutti i corpi sono gravi Ci serve una definizione di "analitico"

20 Tentativo di definizione P è analitico se, dopo aver sostituito, se necessario, sinonimi con sinonimi, otteniamo una verità logica. Esempio: nessun scapolo è sposato scapolo = uomo adulto non sposato nessun uomo adulto non sposato è sposato Problema: dobbiamo definire "sinonimo"

21 "sinonimo" viene definito (prima facie) come sostituibile salva veritate Ma non basta, dobbiamo aggiungere: anche nei contesti intensionali, in particolare nel contesto, "necessariamente,..."

22 Nei contesti estensionali "creatura con reni" e "creatura con cuore" sono intersostituibili. Ma non così nei contesti intensionali: "necessariamente, tutte le creature con reni sono creature con cuore" è falso Al contrario, "necessariamente, tutti gli scapoli sono uomini adulti non sposati" è vero

23 Allora, la nozione di sinonimia presuppone quella di necessità Ma la necessità, per Carnap i neopositivisti, coincide con l'analiticità. Quindi, il tentativo di definire "analitico" è circolare

24 Non potendo definire "analitico" e non avendo chiare intuizione su come distinguere giudizi analitici e sintetici (vedi esempio "tutti i corpi sono gravi"), dovremmo ammettere secondo Quine che non c'è una distinzione (netta) tra analitico e sintetico Questo porta Quine al "naturalismo" (non c'è rigida distinzione tra filosofia e scienza)

25 il secondo dogma Il secondo dogma, quello del riduzionismo, è enunciato da Quine all'inizio dell'articolo (p. 110): "la credenza che ciascun asserto dotato di significato sia equivalente a qualche costrutto logico in termini che si riferiscono all'esperienza immediata" Sorvoliamo qui sui motivi che hanno spinto Carnap e i neo- empiristi a questa tesi e alla connessa tesi del verificazionismo, secondo la quale un enunciato è dotato di significato solo se vi è un metodo per (dis)confermarlo E sorvoliamo anche sulla critica che fa Quine a questo secondo dogma (visto come "intimamente connnesso al primo" e con "la stessa radice" pp. 130-131))

26 Olismo epistemologico Esclusa la distinzione analitico/sintetico, l'intero corpus delle asserzioni della scienza (o di un certo sistema di credenze) fronteggia l'esperienza Alcuni asserti ("in periferia") sono più a rischio di essere respinti (sono quelli tradizionalmente considerati fattuali) Altri asserti (più "al centro") sono più resistenti I più resistenti sono gli asserti della matematica e della logica, ma anche questi possono essere in linea di principio respinti (esempio della "quantum logic")

27 Olismo del significato Non essendoci più delle verità analitiche che fissano il significato dei termini, tutti i termini sono interdipendenti Non c'è differenza tra credenze fattuali e credenze sul linguaggio Cambiando credenze si cambia anche linguaggio ll sistema di credenze globale di Quine corrisponde al linguaggio da scegliere di Carnap. Per Carnap la scelta del linguaggio non ha alcuna valenza metafisica. Per Quine la scelta di un sistema di credenze ci impegna ad una visione delle cose che è scientifica e ontologica/metafisica insieme

28 Indeterminatezza della traduzione Quine arriva a queste conclusioni perché non ammette significati "ipostatizzati" nel senso di Frege Al massimo per lui c'è un "significato stimolo" associato a certi termini (concezione comportamentista del linguaggio) Supponiamo che il termine "gavagai" di un linguaggio alieno si presenta sempre di fronte allo stesso tipo di stimolo (coniglio). Varie traduzioni sono ugualmente lecite.

29 Fil Ling Lez. 29, mercoledì 29 aprile Prossima (ultima) lezione: lunedì 4 maggio (2 ore)

30 Gavagai coniglio parte non staccata di coniglio (sempre presente quando c'è il coniglio) stadio temporale coniglioso (parte di un "verme temporale") manifestazione di coniglinità/sta conigliando (come sta piovendo) Queste traduzioni attribuiscono ai nativi diverse ontologie e non c'è "truth of the matter" su quale attribuzione sia giusta

31 Relatività ontologica coniglio parte non staccata di coniglio (sempre presente quando c'è il coniglio) stadio temporale coniglioso (parte di un "verme temporale") manifestazione di coniglinità/sta conigliando (come sta piovendo) Queste ipotesi le possiamo fare anche per il nostro linguaggio e anche in questo caso non c'è "truth of the matter" (Per questi argomenti v. art. "Relatività Ontologica", p. 137 dell'antologia)

32 PASSIAMO A GRICE

33 Implicature e impliciture conversazionali Un’introduzione

34 34 Programma In alcuni celebri lavori degli anni 50-70, Paul Grice sviluppa la nozione di implicatura conversazionale. L’idea di fondo è che l’apparente violazione di massime conversazionali normalmente usate (per esempio, “dare un contributo alla conversazione tanto informativo quanto richiesto” oppure “essere pertinenti”) può indurre l’interlocutore ad attribuire al parlante una certa affermazione che non ha espresso esplicitamente. Per esempio, se si risponde “Giorgio va a New York frequentemente” alla domanda “Giorgio ha un’amante?” ciò può essere visto come l’affermazione implicita che Giorgio ha un’amante a New York. Discuteremo la teoria di Grice e i suoi sviluppi più recenti ad opera di S. Levinson e K. Bach. In particolare Bach ha teorizzato la nozione di implicitura conversazionale, uno strumento in atto, per esempio, quando grazie al contesto "completiamo" con un qualche aggettivo qualificativo un sintagma incompleto (per esempio, completiamo con "maggiorenne" il sintagma "ogni cittadino" nella frase "ogni cittadino ha diritto di voto").

35 35 Bibliografia di riferimento Grice, P., Logica e conversazione, in P. Grice, Saggi su intenzione, significato e comunicazione, Il Mulino, Bologna,1993. Bach, K., Conversational Impliciture, "Mind and Language", 9 (1994),pp. 124-162 Bach, K., “Speaking Loosely: Sentence nonliterality”, Midwest Studies in Philosophy, 25 (2001), pp. 249-263. Levinson, S.C., Presumptive Meanings, MIT Press, Cambridge, 2000. Cosenza, G., La pragmatica di Paul Grice. Intenzioni, significato, comunicazione, Bompiani, Milano, 2002. Marina Sbisà, Detto non detto. Le forme della comunicazione implicita, Laterza, Roma - Bari, 2007

36 36 Chi è Paul Grice 1913-1988. professore di filosofia a Oxford, inglese, attivo nella seconda metà del ‘900. tra i più importanti esponenti nel campo della filosofia analitica del linguaggio. propone di ridurre la nozione di significato a quelle di intenzione e credenza (del parlante).

37 37 Principio di Cooperazione Conformare il proprio contributo conversazionale, nel momento in cui avviene, a quanto è richiesto dall’intento comune del dialogo nel quale si è impegnati.

38 38 Massime conversazionali QUANTITA’: dare un contributo (QN1) tanto informativo quanto richiesto e (QN2) non più informativo di quanto richiesto. QUANTITA’: QUALITA’: cercare di dire il vero [non dire (QL1) ciò che si ritiene falso e (QL2) ciò per cui non si hanno prove adeguate]. RELAZIONE: essere pertinenti. MODO: essere perspicui [evitare (M1) oscurità, (M2) ambiguità, (M3) prolissità e (M4) seguire l’ordine degli eventi)].


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