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DIDATTICA GENERALE LABORATORIO DI TECNOLOGIE DIDATTICHE LEZ.3 PROGRAMMAZIONE Clementina Gily Educazione estetica all’immagine Università Federico II E.Frauenfelder,

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1 DIDATTICA GENERALE LABORATORIO DI TECNOLOGIE DIDATTICHE LEZ.3 PROGRAMMAZIONE Clementina Gily Educazione estetica all’immagine Università Federico II E.Frauenfelder, A.Canevaro, F.Fabbroni, F.Pinto Minerva, Elementi di pedagogia e di didattica, Laterza M.Castoldi, Didattica generale, MondadorI C.Gily, La didattica della Bellezza, Dallo specchio allo schermo, Rubbettino www.docenti.unina.it www. Wolfonline.it www.clementinagily.it

2 Autonomia a scuola l’Autonomia Didattica della legge 59/97 suggerisce la programmazione disciplinare per dotarsi di metodologie, strumenti, organizzazione con libertà progettuale e insegnamenti opzionali. L’art. 9 (autonomia didattica) invita a bilanciare Libertà d’insegnamento e Libertà di apprendimento (allievo) con la Libertà della comunità (goal). Il POF (piano dell’offerta formativa) articola il rapporto della domanda del territorio col testo programmatico nazionale. L’unità scolastica si legittima in modo glocale con i moduli.

3 Articolazione dei moduli e competenza didattica I moduli programmano l’unità delle fasi didattiche in senso non occasionale, ma spesso il termine si usa come sinonimo di unità didattica – sono fatti per intersecare i saperi e uscire dalla didattica lineare – perciò sono in sé moduli interdisciplinari anche quando l’interrelazione avviene nell’ambito dello stesso insegnamento. Sono attenti alle didattiche chiare e alla didattica dell’oscuro- ragione emotiva CURRICOLO/CHIARO E NASCOSTO (hidden curriculum) goal disciplinari motivazione dei soggetti, normodotati e non il lavoro è singolo - il prodotto comune Stimola l’apprendimento con l’immaginazione: conta in ogni scienza e si può educare - come s’è detto per i metodi nella seconda lezione..

4 Programmazione curricoli La programmazione nella scuola italiana è attiva dal 1977, legge 517, basata sul decreto 3-5-74 DPR 416 art. 4 – che istituì il collegio dei docenti. Sviluppa il METODO DEI PROGETTI di William Heard Kilpatrick 1871-1965 allievo e collaboratore di Dewey come Carleton W. Washburne (1889- 1968) che nella SCUOLA DI WINNEKTA elaborò la didattica basata sull’individualizzazione dell’insegnamento, ponendola in relazione all’ambiente di vita. Nel 1975 Howard Nicholls fu autore di un modello circolare aperto alla complessità, il curricolo, lo spazio per correre. Si tratta di un approccio olistico che articola l’azione educativa in fasi controllabili e temporalizzate. Le unità didattiche e i moduli si organizzano badando alla DIDATTICA, OBBIETTIVI, CONCETTI, SFONDI e SITUAZIONI – una base narrativa composta dagli elementi che, scelti dal docente sulla base della competenza disciplinare, discussi con gli allievi per meglio analizzare l’ambiente di vita e motivare la loro stessa azione, consentono la migliore scelta di obbiettivi e metodi.

5 moduli I moduli programmano l’unità delle fasi didattiche intersecando i saperi per completare la didattica lineare –sono in sé moduli interdisciplinari a Insieme di esperienze di apprendimento con l’indicazione di obiettivi da raggiungere, prerequisiti, contenuti - procedimenti/attività - mezzi - momenti e modalità della verifica, durata complessiva di svolgimento: è un micro-curricolo in trimestri, quadrimestri e più molto valido nei laboratori specie professionali. Si organizza con un algoritmo didattico: a. assicurazione dei prerequisiti con pre-test/analisi della situazione/prove d’ingresso; b. realizzazione; c. verifica (post-test) il cui risultato determina la scelta didattica successiva, cioè o passare ad altro modulo o integrare e correggere con un’unità didattica di sostegno. ( AA.VV., Dizionario di Scienze dell’educazione, ELLE DI CI – L.A.S.. S.E.I., 1997, pp. 708-709. POF e Programmazione didattica (moduli didattici che raggruppano un certo numero di unità didattiche -) grazie ai moduli interdisciplinari consentono una grande portata innovativa sul piano educativo e didattico uscendo dal frammentarismo didattico; grazie ai moduli didattici all’interno delle singole discipline collegabili in altri interdisciplinari, consentono di raggruppare gli elementi e costruire un’immagine chiara della competenza in una materia di studio.

6 Unità didattiche l’unità minima di programmazione finalizzata al perseguimento di un obiettivo formativo specifico Le unità didattiche, che oggi si tende a chiamare unità di apprendimento per sottolineare il modo in cui esse vanno intese correttamente, cioè basate su: la conoscenza della classe; la collaborazione con gli insegnanti dello stesso Consiglio di Classe; la collaborazione con gli insegnanti della stessa disciplina. È il senso della prova di programmazione multidisciplinare obbiettivo tempo autovalutazione trasparente (diversamente dall’hidden curriculum) ha così per obbiettivo un prodotto, un artefatto - ‘percorso di qualità totale’ dove totale sta per globale

7 Schema di un'unità didattica/di apprendimento 1.Titolo (immagine chiave) – target (prerequisiti) - discipline coinvolte 2.Argomentazione e tempi all’interno del curricolo e del modulo 3.Finalità nella competenza di cittadinanza (saperi e abilità) 4.Obiettivi di apprendimento nell’ Area metodologica logico- argomentativa linguistica e comunicativa storico-umanistica Area scientifica, matematica e tecnologica 5.Apprendimento unitario da promuovere con indicazione dei laboratori, visite, costruzione di prodotti comuni ecc. 6.Mediazione didattica – indicazione di metodi, strumenti, risorse, fasi di lavoro e di osservazione partecipata 7.Valutazione in ingresso e in uscita, indicatori di autovalutazione

8 La programmazione per Nicholls seleziona obbiettivi al fine 2. Definisce e seleziona i contenuti nel tempo 3. Sceglie e organizza strumenti e risorse reali 4. Sceglie e definisce i metodi in relazione a tutto ciò modello sistemico Il curricolo segmenta attività formative in sequenza valutazione metodica, d’inizio in itinere e finale Autovalutazione

9 La programmazione evita lo sperimentalismo (Vertecchi), didattica del curricolo e lavoro di gruppo tassonomie (Vandervelde) quadri di riferimento apprendimenti valoriali, cognitivi, affettivi, psico motori step by step obbiettivi GENERALI INTERMEDI SPECIFICI UNITÀ DIDATTICHE determinate aspetto organizzativo e culturale – ostacoli METODO PER PROBLEMI di K.R.Popper CONTENUTI, NARRAZIONE (FANTASTICA O SCIENTIFICA) CODIFICA POSSIBILE FALSIFICAZIONE: falsificatori potenziali

10 La programmazione Problemi essenziali Metodi per l’apprendimento Moduli e unità didattiche Ambiente ecologico emotivamente equilibrato-programmazione attenta Readiness - maturità biopsicologica e cognitiva - sviluppo prossimale (Vigotskij) Prove d’ingresso in itinere finali Trasparenza di fini obbiettivi e controlli flessibilità didattica Progettare

11 L’apprendimento cognitivo, ossia le conoscenze L’apprendimento abilitativo, cioè le abilità L’apprendimento valoriale, che comprende la sfera dell’essere. continuità didattica Discontinuità e intercultura Libertà di (democratica) Libertà da (liberismo) Libertà per (liberalismo come civilizzazione), A SCUOLA S’INSEGNA LA LIBERA CITTADINANZA ATTIVA Life Skills – la socialità come occasione e scelta.

12 Si progetta in linea sequenziale razionalità forte linguaggio sequenziale Progetto azione divergenti ma coordinati nei ruoli Mastery learning apprendimento per padronanza vision progettazione ai fini mission, obbiettivi generali Politica, obbiettivi determinati in modello negoziale e cooperativo progettualità debole per accentuare la relazione Basta una visione del problema linguaggio negoziale e mondo delle possibilità Progetto azione aperto a esperienze quotidiane rielaborazione comune che stimola la ridefinizione in modello progettuale dialogico Attiva la motivazione dei reticenti linguaggio dell’interpretazione Brain storming e Debriefing instabilità dei saperi e mappe cognitive Progetto azione di apprendimento condiviso senza algoritmi predeterminati l’ordine è alla fine. Modelli di finalità diverse diverso ruolo del docente, ottimi in relazione a fini e obbiettivi determinati fini legati alle materie

13 Il curricolo ideale è multidisciplinare, il diffuso disciplinare. tassonomia di Bloom obbiettivi didattici [DIDATTICO (conoscenza e contesto - comprensione e traduzione – applicazione ad altro contesto), ANALISI (elementi e loro relazione), SINTESI (organizzazione), PSICOLOGICO (comportamento desiderato) - LOGICO (obbiettivi pedagogici)] in 3 campi d’azione (COGNITIVO, AFFETTIVO, PSICOMOTORIO) : Campo cognitivo 1. Conoscere1.1 dati particolari1.2 modi di usare i dati 1.3 dati universali 2. Capire 2.1 tradurre o trasporre 2.2 interpretare 2.3 estrapolare 3. Applicare 3.1 distinguere elementi comuni 4. Analizzare 4.1 elementi 4.2 relazioni 4.3 principi 5. Sintetizzare 5.1 opera personale5.2 programma 5.3 relazioni astratte 6. Valutare 6.1 con criteri quantitativi 6.2 con criteri qualitativi Capo AFFETTIVO 1. Ricettività 1.1 coscienza 1.2 disposizione a ricevere 1.3 attenzione mirata 2. Risposta2.1 disponibilità 2.2 desiderio 2.3 soddisfazione a rispondere 3. Valori3.1 accettazione3.2 preferenza 3.3 impegno in un valore 4. Loro apprezzamento 4.1 concettualizzazione 4.2 sistema di valori 5. Sistema di valori 5.1 generalizzazione d’insieme 5.2 caratterizzazione personale Progressività Acutezza dal totale

14 Costruire una unità didattica essenziale L’unità didattica codifica di items obbiettivi valutabili autocontrollo in itinere percorsi di qualità guidati dal prodotto la settimana dimostrativa lavoro di gruppo, interrelazione nella classe Movimento di Cooperazione Educativa Celestine Freinet TEAM TEACHING, OPEN CLASS azioni microdidattiche mirano ad obbiettivi ambiziosi (Demetrio). Condiviso dagli allievi, preparato dal docente, approvato dal consiglio continuità del processo Discontinuità hidden curriculum

15 Progettare per obbiettivi procede gerarchicamente dal semplice al difficile Sequenza lineare di obiettivi, requisiti, contenuti, metodi, verifiche. Come in tutte le programmazioni, si procede così: 1.Analisi della situazione di partenza; 2.Definizione degli obiettivi (essenziali, di supporto); 3.Scelta dei contenuti; 4.Definizione e organizzazione di metodi e attività; 5.Scelta e predisposizione di materiali e strumenti; 6.Strutturazione delle sequenze di apprendimento; 7.Realizzazione; 8.Valutazione. In itinere e finale, comporta giudizio sulla gestione della fase. Ogni obbiettivo si riferisce ad una sezione unitaria e minima è relativo ad elementi oggettivi ed isolabili in una fase è osservabile e misurabile in itinere e alla fine. Nell’unità didattica, il progetto comprende argomenti, metodi, valutazione, tempistica

16 Progettare per contenuti didattica breve Tecnica della distillazione. Primo momento: smontare dal tutto gli elementi centrali (parole chiave). Verticale: elenca gli argomenti ordinati e dettagliati agli studenti Orizzontale: rimontare con ogni studente il quadro con una elaborazione personale La distillazione porta alla mappa come strumento per ragionare in forma reticolare con Mappe cognitive – esplicitano conoscenze, aspettative, prerequisiti del sapere significativo; Mappe mentali – successione di idee personali sull’argomento Mappe strutturali – la relazione mira all’unità informativa autorevole da relazionare nell’ipertestualità Progettare per concetti mappe concettuali

17 Progettare per situazioni farsi mentre si fa Costruisce nell’interazione cognitiva emotiva relazionale ludica riorganizzando gli elementi in interazione 1. in una nuova situazione 2. osservazione (analisi), 3. offerta e sviluppo (ipotesi argomentate nell’informazione), 4. sintesi e interpretazione (valutazione con il docente). Progettare per competenze la conoscenza è un’attività euristica di costruzione Nella didattica della scoperta il docente è timoniere Più che informare, Insegna il controllo epistemologico e metodologico. Col mapping relaziona fini e saperi pregressi da superare nella fase applicativa; la fase didattica generalizza il risultato per condividerla e narra il nuovo stile di conoscenza. Valutazione del percorso e sua Generalizzazione in metodologia

18 Progettare per soggetti organizzazione articolata e flessibile La diversità degli alunni richiede progetti Flessibili: gli obbiettivi comuni si misurano al tempo e modi Diversificati: ogni alunno va aiutato a raggiungerli Aggiuntivi: non si trascuri di valorizzare i più dotati FINI: motivazione degli alunni; saperi significativi e di ricerca METODI: problem solving; ipertesti cognitivi, verifica intermedia I SOGGETTI CON CERTIFICAZIONE DI DIVERSA ABILITà GODONO DEL SOSTEGNO; PER LORO E PER GLI ALTRI I DOCENTI POSSONO TROVARE NUOVE STRADE NELLE TIC Le nuove tecnologie consentono di costruire ambienti di apprendimento anche a distanza, capaci di diversificare competenze disciplinari, abilità, i stili di apprendimento.

19 Scelta, organizzazione di strumenti, risorse e tempi nel mondo dei media Sono ambiente di vita anche le unità didattiche e possono reagire all’invadenza della tv Problemi e risorse della competenza informatica discente: insegnare tecnologie: non è educare al computer ma con il computer RILEVANDO I PROBLEMI l’infinito nella conoscenza L’orientamento nel mondo della velocità Twitter e la crisi dell’argomentazione La competenza disciplinare del docente cura il disordine Mancata gerarchia dei saperi e delle storie TELEVISIONE I frammenti messi insieme a casaccio nella marmellata tv Una lingua che dice solo se stessa conversazioni e focus group Per attivare il senso critico Medium zero Enzenberger Bettetini G., La conversazione audiovisiva www.clementinagily.itwww.clementinagily.it Ambiente Media Manuale di Ludodidattica dei media


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