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Convivenze all’italiana: uno sguardo sociologico Pietro Boffi Direttore Centro di Documentazione CISF.

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Presentazione sul tema: "Convivenze all’italiana: uno sguardo sociologico Pietro Boffi Direttore Centro di Documentazione CISF."— Transcript della presentazione:

1 Convivenze all’italiana: uno sguardo sociologico Pietro Boffi Direttore Centro di Documentazione CISF

2 Convivere significa scegliere di non scegliere? O, per dirla in altri termini, vi è ancora un tempo (chrónos) per un progetto e un’ora (kairós) in cui si sceglie?

3 Le coppie conviventi 19932008 Valore assolutoPer 100 coppieValore assolutoPer 100 coppie Libere unioni di celibi e nubili 67.0000,5%462.0003,1% Coppie conviventi con precedenti esperienze matrimoniali 160.0001,1%358.0002,4% Totale227.0001,6%820.0005,5% Fonte: ISTAT

4 Le convivenze prematrimoniali in Italia Fonte: ISTAT Anni di matrimonioCoppie che hanno convissuto Italia Nordoccidentale Italia Nordorientale Italia Centrale Italia Meridionale Italia Insulare Prima del 19741,41,31,21,3 2,2 1974 – 19834,15,15,23,41,67,0 1984 – 19939,811,415,16,86,69,9 1994 – 199814,314,822,114,27,715,2 1999 – 200325,133,734,124,45,724,8 2004 – 200935,040,650,0 11,919,5

5 Coppie già conviventi nei corsi di preparazione al matrimonio Presenza coppie conviventiDiocesi (valori assoluti) Percentuale Marginale (inferiore al 10%) 7443,0 Significativa (tra il 10% e il 30%) 5632,6 Elevata (tra il 30% e il 60%) 3118,0 Non indicato 116,4 Totale 172100,0 Fonte: CISF

6 Percentuale fidanzati conviventi per Regione (1) SìNoTot Abruzzo6,893,2100,0 Campania7,492,6100,0 Molise7,892,2100,0 Basilicata8,291,8100,0 Calabria10,189,9100,0 Puglia10,189,9100,0 Sicilia10,589,5100,0

7 SìNoTot Marche24,575,5100,0 Toscana40,659,4100,0 Umbria43,656,4100,0 Lombardia45,254,8100,0 Lazio45,354,7100,0 Piemonte45,354,7100,0 Liguria50,0 100,0 Sardegna50,0 100,0 Veneto50,0 100,0 Emilia Romagna74,026,0100,0 Media Naz.26,973,1100,0 Percentuale fidanzati conviventi per Regione (2)

8 Percentuale fidanzati conviventi per classe d’età SìNoTot <2422,477,6100,0 25-2922,377,7100,0 30-3429,570,5100,0 35-3932,267,8100,0 >4038,161,9100,0

9 Percentuale fidanzati conviventi per titolo di studio SìNoTot Nessun titolo--100,0 Licenza di scuola elementare13,386,7100,0 Licenza di scuola media inf.28,671,4100,0 Qualifica professionale27,672,4100,0 Diploma di scuola media sup.26,173,9100,0 Laurea27,672,4100,0 Totale27,073,0

10 Percentuale fidanzati conviventi per condizione professionale SìNoTot Dipendente a tempo indeterminato 29,270,8100,0 Dipendente a tempo determinato 25,474,6100,0 Lavoratore autonomo25,874,2100,0 Non occupato18,881,2100,0 Media totale26,873,2100,0

11 Percentuale fidanzati conviventi per pratica religiosa SìNoTot Non praticante41,658,4100,0 Praticante saltuario29,470,6100,0 Praticante regolare18,881,2100,0 Praticante attivo e impegnato 13,486,6100,0 Media Totale26,873,2100,0

12 Vi è un abisso tra i due dati: le convivenze presenti in un singolo momento e il numero di coppie che hanno convissuto prima di sposarsi. Come si spiega, questo che è l’aspetto più rilevante del fenomeno?

13 1. La paura del futuro diventa, nella quotidianità, la voglia di contenere il più possibile l’incertezza, di ridurre il rischio, di non avere imprevisti nella propria vita Tre tentativi di spiegazione

14 «Noi pensiamo che un periodo di convivenza prima del matrimonio sia indispensabile, perché solo così puoi conoscere bene l’altra persona e decidere se davvero vuoi stare con lei tutta la vita. Per entrambi il matrimonio è comunque una cosa seria per cui non faremo questo passo alla leggera: o saremo pronti, o non lo faremo». (Lombardia 7)

15 2. La paura del futuro spinge ad un ripiegamento sul presente, che vede nell’istante l’orizzonte unico di ogni gesto, in una prospettiva antropologica in cui l’uomo si muove solo per rispondere “immediatamente” ai propri bisogni e ne viene quindi determinato

16 «Va bene, mi piace così: con una persona che so che mi vuole bene, il resto non si può decidere, viene da solo. Ora sono felice». (Puglia 13)

17 3. Inevitabile conseguenza è la debolezza del progetto: c’è una crescente ritrosia a “scommettere” oggi per tutta la vita

18 «Se non riusciamo ad avere un’intesa su tutto è inutile fare progetti a lunga scadenza!». (Puglia 19)

19 Quanto detto finora ci porterebbe a concludere che la risposta alla domanda iniziale sia negativa: non c’è più posto per un progetto, per una vera scelta. Ma se analizziamo bene le risposte delle coppie conviventi, possiamo scoprire tra le righe, in qualche sottolineatura apparentemente secondaria, che le cose non stanno proprio così, o almeno che non stanno solo così

20 «La convivenza ci ha dato la possibilità di vivere tantissime cose insieme, però forse una delle cose che manca è il coinvolgimento del contesto esterno. Io credo che più che altro il matrimonio è un passaggio successivo con il coinvolgimento della società, è il riconoscimento esterno, anche giuridico, della nostra relazione». (Lazio 19)

21 «Stiamo facendo un passo alla volta, convivenza, matrimonio e famiglia, significa che stai andando avanti con il tuo cammino». (Sardegna 10)

22 Si intravede quindi anche una certa consapevolezza del fatto che la convivenza sia una scelta debole, a cui manca il pubblico riconoscimento e che un’idea di progetto (definito significativamente cammino) sia necessaria, che stia implicitamente alla base dello stare insieme, e che di questa idea si abbia quasi nostalgia

23 Nello stesso tempo, in molte interviste viene segnalata anche la difficoltà a staccarsi dalla famiglia di origine, o meglio la difficoltà della famiglia d’origine a lasciar andare i giovani verso una vita realmente autonoma, di cui siano pienamente responsabili

24 «[Lei]: i miei genitori sono sempre qui, vengono tutti i giorni, sono molto attaccati a me… [Lui]: i miei invece non vengono tutti i giorni, però mia madre mi chiama sempre: “Come mai oggi non ti sei fatto vedere?” “Va bene, adesso vengo e mi faccio vedere”». (Sardegna 17) «Mia madre vorrebbe sempre decidere lei, se vede delle cose che a lei non stanno bene pensa che anche a me non debbano stare bene o che comunque non ci possa pensare io. Come se i figli non fossero mai cresciuti… i genitori sono molto presenti e non si riesce tenerli a bada». (Lazio 9)

25 Accanto a quanto abbiamo detto prima occorre sottolineare come la scelta della convivenza rappresenti quasi sempre per le coppie intervistate un momento decisivo per prendere in mano la propria vita e decidere autonomamente quale direzione imprimerle

26 I giovani che decidono di andare a convivere non sono quindi semplicemente persone incapaci di operare scelte definitive, ma anche persone che affrontano con fatica l’ardua impresa del divenire veramente adulti, anche nei confronti dei genitori

27 In conclusione: se certamente oggi progetti e scelte sono più difficili, seguono cammini più incerti e tortuosi di un tempo, dobbiamo anche chiederci se le famiglie, gli educatori, l’intera società preparano e accompagnano i giovani ad assumersi le loro responsabilità, a diventare veramente adulti (accettando quindi di essere messi in discussione, rischiare e crescere con loro), o se invece la scelta di non scegliere alla fine sia funzionale al quieto vivere di molti

28 E quindi dobbiamo chiederci se il fenomeno delle convivenze non sia in realtà lo specchio di un’intera società che stenta a riconoscere e coniugare il chrónos dei progetti con il kairós delle scelte una società con la quale dobbiamo misurarci apertamente per mostrare con la nostra coerenza di vita che scegliere è ancora possibile, scegliere è qualcosa di grande!


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