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Esercitazione Tumori II Aspetti morfologici di malignità cellulare

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Presentazione sul tema: "Esercitazione Tumori II Aspetti morfologici di malignità cellulare"— Transcript della presentazione:

1 Esercitazione Tumori II Aspetti morfologici di malignità cellulare

2 TUMORI MALIGNI Sono suddivisi in due grandi categorie:
-carcinomi (di origine epiteliale); -sarcomi (di origine mesenchimale). La nomenclatura degli specifici carcinomi e sarcomi si basa sia sull’architettura che sull’origine istogenetica.

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4 La distinzione tra tumori benigni o maligni si basa sui
seguenti criteri: 1) Differenziamento e anaplasia 2) Velocità di crescita 3) Invasività 4) Potenzialità metastatica

5 Differenziamento e anaplasia
Neoplasie benigne: sono differenziate in maniera simile a quella delle cellule da cui sono derivate. Il differenziamento spesso giunge al mantenimento degli attributi funzionali del tessuto di origine (es. i tumori benigni dei tessuti endocrini spesso secernono ormoni e hanno effetti endocrini). Neoplasie maligne: diversi gradi di differenziamento per cui si può avere una neoplasia maligna ben differenziata, scarsamente differenziata o anaplastica (non differenziata).

6 ADENOCARCINOMA DEL COLON
ADENOMA DEL COLON ADENOCARCINOMA DEL COLON Appare netta la linea di demarcazione tra l’epitelio normale (a sinistra) e l’adenoma (a destra). Le cellule sono più intensamente colorate e irregolari, ma ricordano molto da vicino le cellule normali. Le ghiandole infiltranti di questo carcinoma sono meno differenziate rispetto all’adenoma. Generalmente, una minore differenziazione è associata ad una maggiore malignità.

7 CARATTERISTICHE CITOLOGICHE
DEI TUMORI MALIGNI Pleomorfismo cellulare e nucleare: grande variabilità nella forma e nella grandezza delle cellule e dei nuclei; Ipercromatismo: i nuclei delle cellule neoplastiche maligne possono essere intensamente colorati; Alterato rapporto nucleo/citoplasma: il rapporto tra nucleo e citoplasma arriva ad essere anche 1:1 invece di 1:4 o 1:6, ed esprime un ingrandimento del nucleo rispetto al citoplasma; Mitosi abbondanti: riflettono l’intensa attività proliferativa. Le figure mitotiche possono essere anomale (es. fusi tripolari); Cellule tumorali giganti: contengono o un singolo nucleo poliploide o nuclei multipli.

8 NEOPLASIA ANAPLASTICA
Questo tumore è così scarsamente differenziato che è quasi impossibile stabilire l’origine delle cellule. Probabilmente si tratta di un carcinoma a causa della forma poligonale delle cellule. Le neoplasie altamente indifferenziate si dicono anaplastiche.

9 NEOPLASIA ANAPLASTICA
Le frecce indicano alcune cellule in mitosi. La presenza di cellule in mitosi non è, di per sé, indicativa di una neoplasia. Sono invece un indice di elevata malignità di un tumore le figure mitotiche anomale. Da notare sono anche il pleomorfismo e l’ipercromatismo delle cellule circostanti, tipici dei tumori maligni.

10 LIPOMA DELL’INTESTINO TENUE
Netta linea di demarcazione con la mucosa sottostante Le cellule del tumore sono molto ben differenziate e sono identiche a quelle del tessuto dal quale derivano

11 (tessuto adiposo), mostrano uno spiccato pleomorfismo.
LIPOSARCOMA Lipoblasti grandi e bizzarri Ad alto ingrandimento, si può osservare che, sebbene le cellule siano abbastanza differenziate da ricordare il tessuto di origine (tessuto adiposo), mostrano uno spiccato pleomorfismo.

12 ISTIOCITOMA FIBROSO MALIGNO
Medio ingrandimento Alto ingrandimento I sarcomi sono costituiti cara da caratteristiche cellule dalla forma fusata. E’ da sottolineare il grande pleomorfismo cellulare. A maggiore ingrandimento, si può osservare un grande numero di figure mitotiche anomale.

13 Invasione locale a) I tumori benigni generalmente sono circondati da uno strato di tessuto connettivo denso (capsula); b) I tumori benigni non penetrano nella capsula o nel tessuto normale circostante; c) I tumori maligni sono invasivi, cioè infiltrano e distruggono il tessuto normale circostante; d) Il trattamento chirurgico dei tumori maligni prevede la rimozione di un considerevole margine di tessuto circostante apparentemente sano.

14 Velocità di crescita I tumori maligni in genere crescono più rapidamente dei tumori benigni. I tumori maligni a rapida crescita spesso contengono aree centrali di necrosi ischemica in quanto l’apporto di sangue non è in grado di sopperire adeguatamente alla richiesta di ossigeno da parte della massa tumorale in espansione.

15 Metastasi La disseminazione delle cellule neoplastiche a distanza dalla neoplasia principale (tumore primitivo) per formare subpopolazioni di cellule neoplastiche che non sono in continuità con il tumore primitivo rappresenta la più importante caratteristica che distingue i tumori maligni dai tumori benigni. Quasi tutti i tumori maligni possiedono la capacità di metastatizzare. Si conoscono tre vie attraverso le quali un tumore può dare origine a metastasi a distanza: a) Diffusione nelle cavità del corpo; b) Invasione dei vasi linfatici (tipica dei carcinomi); c) Invasione dei vasi sanguigni (tipica dei sarcomi).

16 METASTASI EPATICHE Mentre un tumore primitivo si presenta di solito come una unica massa, le metastasi rappresentate in questa fotografia sono multiple e dalla forma irregolare. La presenza di metastasi è il criterio migliore per stabilire se un tumore è maligno.

17 FEGATO NORMALE PARENCHIMA TRIADE PORTALE
VENA CENTRALE PARENCHIMA TRIADE PORTALE Il fegato da istologicamente è suddiviso in lobuli. Al centro di ogni lobulo si trova la vena centrale. Alla periferia del lobulo sono localizzate le triadi portali. Da un punto di vista funzionale, il fegato si divide in tre zone in base all’apporto di ossigeno. La zona 1 circonda i tratti portali dove giunge il sangue ossigenato dalle arterie epatiche. La zona 3 è localizzata attorno alla vena centrale dove il sangue è meno ossigenato. La zona 2 è la zona intermedia.

18 ADENOMA EPATICO Sul lato sinistro del preparato si può osservare il tessuto epatico normale. L’adenoma è sul lato destro del preparato ed è composto da cellule che ricordano molto da vicino gli epatociti normali, ma il tessuto è costituito da cordoni di cellule disorganizzati e non presenta la normale architettura lobulare.

19 METASTASI EPATICA Dalla parte destra del preparato si può osservare una metastasi originata da un carcinoma duttale infiltrante della mammella e dalla parte sinistra il normale parenchima epatico.

20 METASTASI LINFONODALE
E’ una caratteristica comune dei carcinomi quella di metastatizzare altri organi per via linfatica. Generalmente, i primi linfonodi ad essere infiltrati sono quelli deputati al drenaggio del sito tumorale primitivo.

21 La formazione di metastasi può avvenire sia per via linfatica che per
METASTASI POLMONARE Parenchima polmonare normale Metastasi La formazione di metastasi può avvenire sia per via linfatica che per via ematogena. La metastasi raffigurata origina da un tumore di origine epiteliale (carcinoma della mammella)

22 Carcinoma in situ della cervice
Quando tutto l’epitelio è displastico e non ci sono più cellule epiteliali normali si passa dalla displasia alla neoplasia. Se la membrana basale è ancora intatta, come in questo caso, si parla di “carcinoma in situ”.

23 CARCINOMA INFILTRANTE DELLA CERVICE
Epitelio normale Le cellule neoplastiche hanno infiltrato lo stroma cervicale sottostante la membrana basale.

24 MELANOMA DELLA CUTE Si tratta di un tumore maligno altamente aggressivo. Il melanoma, in genere, presenta una superficie più estesa e più irregolare rispetto ad un nevo benigno.

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26 MAMMELLA NORMALE Il normale tessuto mammario consiste di lobuli. All’interno dei lobuli sono contenuti piccoli acini. I lobuli sono connessi da dotti intralobulari ed interlobulari. I lobuli sono circondati da tessuto connettivo lasso.

27 MAMMELLA NORMALE A maggiore ingrandimento si possono osservare (punte di freccia) cellule mioepiteliali adagiate sulla lamina basale. Le cellule duttali (frecce brevi) formano un singolo strato sovrastante il mioepitelio. Le frecce sottili e lunghe mostrano diversi fibroblasti periduttali con caratteristici nuclei fusati ed orientamento parallelo alla lamina basale. Il collagene maturo, con un tipico aspetto ondulato fibillare ed eosinofilo, è indicato dagli asterischi. La freccia spessa indica una piccola arteriola.

28 CARCINOMA DUTTALE INFILTRANTE DELLA MAMMELLA
Il carcinoma duttale infiltrante si estende in maniera irregolare attraverso lo stroma sotto forma di cordoni o gruppi di cellule neoplastiche con collagene interposto. In questo preparato, in basso a destra, si può osservare una microcalcificazione dovuta alla necrosi delle cellule neoplastiche.

29 CARCINOMA DUTTALE INFILTRANTE DELLA MAMMELLA
Ad alto ingrandimento, le cellule di questo carcinoma appaiono pleomorfe, formano piccoli gruppi e strutture ghiandolari irregolari. Le cellule neoplastiche infiltrano lo stroma. Si possono osservare abbondanti bande di tessuto collagene (desmoplasia), che rendono la massa tumorale più solida rispetto al tessuto mammario normale.

30 Carcinoma mammario indifferenziato

31 PROSTATA NORMALE Normale aspetto istologico delle ghiandole prostatiche e dello stroma fibromuscolare circostante. La piccola concrezione rosa, tipica dei “corpora amilacea” delle ghiandole prostatiche normali, è costituita da glicoproteine precipitate. Notare le ghiandole ben differenziate rivestite da cellule epiteliali colonnari con assenza di nucleoli prominenti.

32 ADENOCARCINOMA DELLA PROSTATA
A destra del preparato si possono osservare le normali ghiandole prostatiche contenenti numerosi “corpora amilacea” sparsi. A sinistra si può osservare l’adenocarcinoma. Da notare le ghiandole piccole ed affollate rispetto alla parte normale.

33 ADENOCARCINOMA DELLA PROSTATA
In questo preparato di adenocarcinoma della prostata si possono ancora osservare delle strutture ghiandolari, ma non c’è stroma interposto ed i nuclei sono ipercromatici. Nell’immagine a destra si possono osservare le cellule dell’adenocarcinoma della prostata con nucleoli prominenti, che rappresentano una caratteristica tipica di questa neoplasia

34 CUTE NORMALE L’epitelio squamoso stratificato dell’epidermide deriva da un singolo strato di cellule basali , in questo caso fortemente pigmentate. Su di esso poggiano da due a tre strati di cellule dello strato spinoso (in questo caso si tratta di una cute sottile, pertanto gli strati sono relativamente poco numerosi). Sopra allo strato spinoso poggia lo strato granuloso e quindi uno strato di cellule cheratinizzate che in questa immagine stanno desquamando.

35 CARCINOMA SQUAMOSO DELLA CUTE
In questo preparato, l’epitelio squamoso normale che si può osservare sul lato sinistro lascia il posto al carcinoma squamoso, che si infiltra al di sotto della membrana basale. Le cellule squamose neoplastiche sono simili a quelle normali, ma sono disposte in maniera disordinata. Questo è un carcinoma squamoso ben differenziato in quanto le cellule neoplastiche presentano ancora molte caratteristiche delle cellule squamose del tessuto di origine.

36 CARCINOMA A CELLULE SQUAMOSE DEL POLMONE
La massa tumorale è dura, biancastra e infiltra in profondità il parenchima polmonare circostante.

37 ADENOCARCINOMA A CELLULE SQUAMOSE
DEL POLMONE In questo carcinoma squamoso del polmone, si può osservare sul lato sinistro del preparato un gruppo concentrico di cellule squamose con una tipica perla cornea. Sul lato destro il tumore appare meno differenziato e si possono osservare diverse figure mitotiche.

38 ADENOCARCINOMA A CELLULE SQUAMOSE
DEL POLMONE Quella indicata dalla freccia gialla è una grande cellula squamosa con un nucleolo prominente ed abbondante citoplasma. Altre cellule mostrano una più spiccata ipercromasia del nucleo spesso con contorni nucleari irregolari. La retrazione del citoplasma dovuta alla fissazione permette di osservare ponti intercellulari costituiti da desmosomi. La presenza di ponti intercellulari permette la categorizzazione di questa lesione non cheratinizzata come “carcinoma squamoso” .

39 ADENOCARCINOMA INDIFFERENZIATO DEL POLMONE
In questo preparato si possono osservare gruppi di cellule tumorali immerse in uno stroma fibroso denso (desmoplastico). Alcuni nuclei sono estremamente grandi ed ipercromatici. Non si osservano lumi centrali in questi gruppi di cellule neoplastiche né ponti intercellulari ben definiti. Lo stroma interposto contiene linfociti sparsi.


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