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Gli animali degli Abissi

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Presentazione sul tema: "Gli animali degli Abissi"— Transcript della presentazione:

1 Gli animali degli Abissi
Buciumar Denis 1°B

2 Gli abissi A lungo si è creduto che gli abissi marini fossero come immensi deserti perché le forti pressioni cui vengono sottoposti gli animali impediscono la vita. Nella fossa delle Marianne (oceano pacifico), ogni organismo subisce una pressione atmosferica idrostatica di 1064 atmosfere, 1064 volte superiore a quella che subiamo noi sulla superficie terrestre a livello del mare. Gli animali vivono senza problemi perché come agli essere umani sulla terra,la pressione esercitata dall’acqua e dall’aria si propagano in tutto il corpo.

3 Caratteristiche degli animali abissali
I pesci abissali sono rari da avvistare  e non si ritrovano mai in gruppo, ma per questi animali degli abissi trovare il partner è di fondamentale importanza. Ma nel buio delle profondità marine andare alla ricerca di compagnia è  veramente difficile. Allora entrano in funzione dei messaggi luminosi che oltre ad essere un’esca per le prede sono delle chiare ed inequivocabili dichiarazioni d’amore. Strane, stranissime creature abissali che si sono adattate a vivere in un ambiente cosi particolare, in un ambiente freddo e buio, privo di ripari, vivendo sempre in cerca di qualcosa. Un bagliore o uno scintillio che possa essere una preda o un partner.

4 Pesci abissali carnivori, spesso necrofagi  o caprofagi, che hanno assunto sembianze mostruose per vincere la corsa con l’evoluzione. Bocche grandi, armate di denti enormi e aguzzi, occhi grandi e strane appendici lungo tutto il corpo. Insomma dei piccoli draghi marini che nella storia hanno sicuramente ispirato storie mitologiche e leggende.  E poi quella luce, una luce che viene emessa come fa un lampeggiante che indica attenzione. Si, perché nelle profondità marine imbattersi in un predatore abissale non è facile, allora il predatore non può farsi sfuggire l’occasione di un pasto. La luce di questi pesci abissali, è dovuta al fenomeno della Bioluminescenza. Sulla terra ferma sono soltanto le lucciole e altre poche specie ad averne il dono. In mare invece il fenomeno della biolominescenza è molto comune.  La luce viene prodotta da speciali cellule chiamate fotofori. Nei fotofori avviene una vera reazione chimica che da origine ai bagliori luminosi.

5 Squalo Goblin Lo squalo goblin (Mitsukurina owstoni jordan, 1898), unico membro vivente della famiglia dei Mitsukurinidi, è una specie di squalo abissale. La principale caratteristica distintiva di questo animale è la stranissima forma della testa. Lo squalo goblin, infatti, possiede un lungo rostro simile ad un becco, a forma di cazzuola, molto più lungo del muso delle altre specie di squalo. Tra le altre caratteristiche di questa specie ricordiamo il colore del corpo, quasi completamente rosa, e le lunghe mascelle protrudibili. Ha un muso insolitamente lungo che ricorda quello dello squalo Toro. Vive a 200 metri di profondità, dove il sole non giunge mai e si trova in tutto il mondo. Si nutre di molte creature che vivono negli abissi. Sono noti solo 45 esemplari alla scienza, non è considerato un animale in via di estinzione. Lo squalo goblin può raggiungere i 3,3 metri di lunghezza e i 159 chili di peso, presenta il corpo semi-fusiforme tipico di tutti gli squali.

6 Nel suo habitat naturale lo squalo goblin gioca un ruolo di carnivoro di livello superiore. Come macro-organismo, dà rifugio a vari parassiti esterni e interni. In un esemplare catturato al largo dell'Australia vennero scoperte due nuove specie di tenia, Litobothrium amsichensis e Marsupiobothrium gobelinus. Non sappiamo quasi nulla sulle abitudini riproduttive di questa specie. Sebbene non sia mai stata catturata o avvistata una femmina gravida, si presume che la specie sia ovovivipara, così come tutti i membri dell'ordine dei Lamniformi, le uova maturano e si schiudono all'interno del corpo della madre e i piccoli vengono partoriti vivi. A causa dell'assenza di luce tipica degli abissi in cui vive, lo squalo goblin va in cerca di cibo percependo la presenza delle prede con gli organi elettro-sensitivi situati nel rostro. Una volta individuata una preda, protrude rapidamente le mascelle, utilizzando al contempo un muscolo simile a una lingua per risucchiarla tra gli acuminati denti anteriori. Tra le prede di cui si nutre ricordiamo una particolare specie di scorfano abissale, cefalopodi e crostacei.

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