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Classi V D sa e V A sa Liceo scientifico scienze applicate a.s. 2014-2015-G.Marconi.

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Presentazione sul tema: "Classi V D sa e V A sa Liceo scientifico scienze applicate a.s. 2014-2015-G.Marconi."— Transcript della presentazione:

1 Classi V D sa e V A sa Liceo scientifico scienze applicate a.s. 2014-2015-G.Marconi

2 “ I LIBRI... (prof.ssa C. De Iorio) Gli alunni delle classi V D sa e V A sa del liceo scientifico (opz.scienze applicate) “G.Marconi” di Civitavecchia hanno svolto un lavoro assai particolare ed interessante. Quest’estate, molti di loro hanno letto alcuni libri del Novecento (V D sa) o si sono concentrati nella lettura del “Fu Mattia Pascal” di L.Pirandello (V A sa).

3 “Pesano tanto: Dalla sottoscritta sono stati, poi, invitati a sottolineare i passaggi per loro più interessanti ma soprattutto emozionanti :li hanno trascritti o fotografati, spiegando quali emozioni avessero suscitato in loro, senza alcuna preoccupazione di analisi testuale o contestualizzazione (eseguita, quest’ultima, successivamente, in classe).

4 “eppure, chi se ne ciba” Sono emersi lavori originali, spontanei: emozioni che noi insegnanti o adulti abbiamo smesso di provare o che mai avremmo osato esternare, preoccupati- come siamo- delle nozioni scolastiche, di un sapere preciso, esatto ma spesso arido.

5 “e se li mette in corpo”, Molti di loro hanno saputo trovare, nelle pagine lette, la voglia di cambiare la società, chiusa nella Noia e nell’Indifferenza, (Moravia),discriminante verso le donne (Mastro don Gesualdo), un mondo “mafioso”soprattutto nella mentalità (Il giorno della civetta di L.Sciascia),per cui comunicare serenamente sembra impossibile, una società che ha ucciso la capacità di ricordare, di appartenere a qualcuno o a qualcosa (La luna e i falò di C.Pavese), che ti isola o ti schiaccia(La Metamorfosi di Kafka), che fa di te un morto alla vita(Il Fu Mattia Pascal), ansioso solo di apparire ma con dentro il terrore della morte (O.Wilde, Il ritratto di Dorian Gray)

6 vive tra le nuvole ” (dal “Fu Mattia Pascal” di L.Pirandello) Ma ancor di più, hanno saputo trovare, tra le righe degli autori letti, il coraggio di vivere, di combattere fino alla fine (Il Vecchio e il Mare di Hemingway), contro una tirannia mascherata da libertà, contro un progresso che nega la felicità e rende paradossalmente bestiale il quinto gradino, raggiunto dall’umanità con l’evoluzione (Pirandello). Insomma, questi nostri ragazzi, ancora una volta, ci insegnano a vivere,riscoprendo la forza delle “nuvole”: e…Novecento emozioni

7 MastroMastro don Gesualdo / Mille splendidi soli (Nicole Scognamiglio V dsa)Gesualdo La parte che più mi ha colpito dell’opera di Verga è quando scoppia l'incendio a casa Trao e Bianca non esce dalla sua stanza, anche se ripetutamente invitata a farlo dal fratello, don Diego. Verga

8 In sintesi… Donna Bianca si trovava in camera con Ninì Rubiera, suo amante e cugino; una volta scoperta la relazione dal fratello di lei, don Diego è costretto a recarsi dalla baronessa Rubiera per chiederle di poter maritare i due ragazzi, ma lei si rifiuta e promette a don Diego di trovare un uomo per Bianca: mastro don Gesualdo, uomo arricchito ma non appartenente a nessuna casata nobiliare. A quel tempo un gesto del genere era scandaloso tanto per la donna in causa quanto per la sua famiglia, infatti il giorno delle nozze nessuno partecipa al matrimonio tra Bianca e Gesualdo.

9 La donna da Verga ad oggi Mi ha colpito comprendere come la donna a quei tempi non contasse nulla, non era libera di scegliere l'uomo con cui passare il resto della sua vita. Questa prima parte del libro mi ha permesso di fare una riflessione : quanto scritto da Verga risale alla seconda metà del 1800, ma ancora oggi ci sono paesi nel mondo, in cui la donna non può usufruire del suo libero arbitrio.

10 Mille splendidi soli Sempre questa estate ho letto un libro di Khaled Hosseini, "Mille splendidi soli" dove l'autore parla della storia di due donne e della loro vita durante i vari conflitti che si sono susseguiti negli anni in Afghanistan fino a oggi. E' straziante apprendere come queste donne siano costrette a trascorrere le loro giornate, schiave della mente maschilista degli uomini, con padri pronte a maritarle pur di non averle più sotto il loro tetto.

11 Tristi storie di donne Storie di donne che soffrono anche oggi INCESSANTEMENTE.

12 Il Ritratto di Dorian Gray di Oscar Wilde ( Silvia Strengacci ) Capitolo XIX "La morte è l'unica cosa che riesce a spaventarmi. La detesto perchè si può sopravvivere a tutto tranne che a lei”. (Lord Henry). Questa è la frase che mi ha colpito di più perchè rappresenta il mio stato d'animo in questo periodo, ho perso un amico in questi giorni, la morte fa paura ancora di più quando ti porta via qualcuno nel pieno della vita, della giovinezza, della forza, è un dolore grande che ti prende di sorpresa non ti avvisa, arriva e ti strappa gli affetti più cari e ti lascia nello sconforto totale. rappresenta in pieno il concetto della morte, tutti la detestiamo ma siamo costretti ad accettarla quando arriva.

13 “Le cose non necessarie…le nostre sole necessità” Questa frase è molto bella e significativa e rappresenta in pieno la società di oggi che si limita a giudicare le persone per quello che possiedono, quindi solo per l'apparire, e non valuta quasi mai l'essere della persona.

14 LA METAMORFOSI DI KAFKA (Dalila Brugaletta e A.Lucchesi V dsa)KAFKA “La grave ferita di Gregor per più di un mese (la mela gli rimase conficcata nelle carni come ricordo visibile,dato che nessuno osava toglierla via) parve aver rammentato anche al padre che Gregor, malgrado il suo attuale aspetto triste e ripugnante,era un membro della famiglia che egli non doveva trattare ostilmente,ma di fronte a cui l’unico dovere dei familiari era di reprimere il ribrezzo e di pazientare,null’altro che pazientare.” Capitolo III

15 Emozioni… Ho scelto questo passo perché descrive molto bene il rapporto di Gregor con la famiglia e precisamente con il padre. Gregor infatti è vittima della famiglia che non lo accetta più come membro. La famiglia non allieva il dolore del giovane;anzi carica la vita di quest'ultimo di solitudine,di ribrezzo.

16 IL GIORNO DELLA CIVETTA (L.Sciascia)GIORNO “Il popolo- sogghignò il vecchio -Il popolo…il popolo cornuto era e cornuto resta: la differenza è che il fascismo appendeva una bandiera solo alle corna del popolo e la democrazia lascia che ognuno se l'appenda da sé, del colore che gli piace, alle proprie corna... Siamo al discorso di prima: non ci sono soltanto certi uomini a nascere cornuti, ci sono anche popoli interi; cornuti dall'antichità, una generazione appresso all'altra... - Io non mi sento cornuto - disse il giovane -e nemmeno io. Ma noi, caro mio, camminiamo sulle corna degli altri: come se ballassimo...”

17 Mentalità mafiosa Questo passaggio mi ha colpito perché riflette il pensiero e soprattutto la mentalità di due membri appartenenti ad un clan mafioso. Forte e passionale è il punto di vista dell’autore

18 LA LUNA E I FALO’LUNA (Cesare Pavese)Cesare

19 I brani che seguono sottolineano alcuni dei temi fondamentali dell'opera: il ritorno al passato, la ricerca delle proprie origini e della propria identità. Ecco dunque che la luna e i falò non indicano solo un ritorno alla fanciullezza dell'autore,alla prima infanzia,ma anche l'importanza delle tradizioni per un mondo rurale,costituito da contadini anticonformisti. Ed infine segna anche il distacco intellettuale tra il protagonista e l'amico Nuto.

20 “Chi può dire di che carne sono fatto? Ho girato abbastanza il mondo da sapere che tutte le carni sono buone e si equivalgono,ma è per questo che uno si stanca e cerca di mettere radici, di farsi terra e paese,perché la sua carne valga e duri qualcosa di più che un comune giro di stagione.” Capitolo I

21 -La luna, - disse Nuto, – bisogna crederci per forza. Prova a tagliare a luna piena un pino, te lo mangiano i vermi. Una tina la devi lavare quando la luna è giovane.Perfino gli innesti, se non si fanno ai primi giorni della luna, non attaccano. Capitolo IX

22 “Anche la storia della luna e dei falò la sapevo. Soltanto, m’ero accorto che non sapevo piú di saperla”. Capitolo IX

23 Andrea Galli Ho sempre pensato che la superstizione fosse un difetto che si può trovare in ogni tipo di persona. A causa della mia "eccessiva" razionalità, non riesco ad accettare nessuna forma di superstizione. Leggendo questo passo però ho capito che l'errore non sta nella superstizione di per sé, ma nel modo in cui viene usata come strumento di controllo o addirittura terrore. Continuo a non capire le persone superstiziose, ma a differenza di prima ora riesco ad accettarle.

24 Se poi credeva a queste superstizioni…

25 Un paese vuol dire non esser soli Sara Costantino

26 "nella terra c'è qualcosa di tuo" Nella parte che ho sottolineato, mi sono riscontrata nell'appartenenza ad un paese e anche nella necessità dell'uomo di appartenere a qualcosa o a qualcuno. Leggendo questo passo ho notato una sorta di analogia –anche se non propriamente tematica- con un libro di Paulo Coelho letto precedentemente a quello di Pavese, il libro si inititola Adulterio

27 …Paulo CoelhoPaulo Se nella Luna e i falò Anguilla sente un senso di solitudine nei confronti del suo paese, in questo libro, la protagonista Linda si trova ad affrontare un periodo difficile e a rompere la sua quotidianità. Trova che ogni giorno è uguale all'altro e non riesce ad apprezzare al meglio ciò che le è più caro vale a dire la sua famiglia e il suo lavoro. Si avverte un senso di perdita di senso nei confronti della vita : questa donna, - come per il protagonista della Luna e i falò- non si sente più parte di un qualcosa che le appartiene

28 Pareva un destino…

29 Perché proprio io? In questa parte la riflessione che è nata in me penso possa essere definita “filosofica” ed è una domanda che spesso ricorre nella mia mente: perchè sono nata in Italia e non in un paese povero? Perchè proprio io ho delle capacità che mi rendono in grado di fare qualcosa in modo buono? Perchè proprio io?

30 Le facce, le voci e le mani…non c’erano più

31 “La piazza all’indomani della fiera” Ciò che ho immaginato attraverso questo paragone è il silenzio che si crea nella piazza al termine di una festa. Avverto un senso di solitudine. L'espressione utilizzata rende l’idea del disordine, una metafora della confusione e dei pensieri che ognuno di noi porta con sé… e del silenzio, quasi una presa di coscienza per noi stessi e da noi stessi per contrastare il disordine. In questo caso il termine solitudine sembra sinonimo di dialogo con se stessi in cui ci si rende conto delle differenze con il passato, del contesto presente e forse anche delle attese future

32 " Si parla per farsi un'idea, per capire come va questo mondo". L'importanza della comunicazione e del rispetto della parola… Parlare significa esprimere un'opinione, scambiare idee con il prossimo, il dialogo è uno strumento di cultura e di approfondimento. Ciò che forse viene a mancare a volte nella comunicazione è il rispetto delle idee altrui. E' necessario quindi ricordare che la propria idea non è l'unica possibile, ma che siamo circondati da agglomerati di pensieri validi, che non possiamo non rispettare

33 Non si parla solamente per parlare, ma per capire come va questo mondo (M.Ghigi) [...] Credo che l'espressione di Pavese possa essere considerata molto attuale, infatti sembra che le parole o i pensieri oggi abbiano perso di significato; quando si tiene un discorso o si intraprende un dialogo, bisogna prestare attenzione a ciò che ci riferisce il nostro interlocutore, è così che ci si può creare una propria idea o ampliare le conoscenze. L' importanza di avere una propria idea sembra essere venuta meno al giorno d'oggi, il disinteresse è ormai dilagato e non si apprezza più la bellezza di scambiare le proprie idee o riflessioni con gli altri.

34 Affrontare la vita con tenacia… per ripartire sempre "Una cosa si impara facendola. Basta averne voglia...Se sbaglio correggimi".

35 E tutto quello che ti sei portato dentro per tanti anni senza saperlo, si sveglia ADESSO (Marta Ghigi) : Cap X. “ che cos'è questa valle per una famiglia che venga dal mare che non sappia niente della luna e dei falò? Bisogna averci fatto le ossa, averla nel sangue come il vino e la polenta, allora la conosci senza bisogno di parlarne, e tutto quello che ti sei portato dentro per tanti anni senza saperlo si sveglia adesso, al colpo di coda di un bue, al gusto di una minestra, a una voce che senti nella piazza.” Mi ha colpita come Pavese riesca a rendere bene l'idea di attaccamento ad un luogo usando dei semplici elementi come suoni, sapori e odori; credo che tutti noi associamo all'idea di 'casa' non solo l'immagine stessa ma anche tutte le percezioni sensoriali che abbiamo avuto vivendo in quel posto che sentiamo appartenere a noi. Cap XI “ Molti paesi vuol dire nessuno..”

36 GLI INDIFFERENTI (Claudia Kopcweski) Queste sono solo alcune delle frasi che ho sottolineato del libro "Gli Indifferenti" di Alberto Moravia.Moravia Ho cercato di trovare quelle che mi hanno colpito maggiormente…

37 ma, allo stesso tempo, essendo cinque i personaggi principali, ho voluto che esse li comprendessero tutti: credo che ognuno di essi rappresenti una parte di ciascuno di noi

38 MARIAGRAZIA= Istintiva, egoista, egocentrica, priva di interessi, ignorante e borghese. Odia i poveri e li disprezza totalmente; inoltre dà troppa importanza alle apparenze e a ciò che la gente pensa di lei.

39 LEO MERUMECI= Affarista, furbo, determinato, coraggioso, scaltro ed egoista LISA= Donna sola, cerca amore, egocentrica, egoista e borghese CARLA= Ragazza da maritare, dolce, gentile, bella, giovane e sensuale. Vuole una VITA NUOVA

40 MICHELE Autocritico, pessimista, sensibile, intelligente. E’ il personaggio nel quale Moravia fa apparire di più L’ INDIFFERENZA

41 La madre: le convenienze sociali

42 Carla: Si può cambiare…

43 La madre e l’odio per i poveri

44 La stanza

45 E poi..tutto crolla

46 E io dove vado? Perché non essere un uomo sincero…?

47 Sarebbe ricaduto in quella mortale indifferenza

48 La noia di Alberto Moravia Elena Nicolini

49 Incapacità di possedere Cecilia

50 La Noia…una specie di nebbia

51 Emozioni… “La noia" di Moravia mi ha colpito subito per il suo titolo vago e scostante. La noia per il protagonista Dino non era intesa normalmente come il contrario del divertimento, bensì come qualcosa di inconsapevole, una specie di ostacolo nel suo rapporto con la realtà: "la realtà, quando mi annoio, mi ha sempre fatto l'effetto sconcertante che fa una coperta troppo corta, ad un dormiente, in una notte d'inverno: la tira sui piedi e ha freddo al petto, la tira sul petto e ha freddo ai piedi; e cosi non riesce mai a prender sonno veramente". Prendendo in considerazione l'ultimo passo in cui afferma di aver capito cosa sia l'amore e di aver stabilito un rapporto per così dire sano con la realtà, Dino sembra lanciare il messaggio di rassegnarsi alla realtà poiché essa non può essere posseduta come invece voleva fare con Cecilia e la pittura.

52 Novecento di A.Baricco (A.Lucchesi)

53 La nave e la terraferma Ho scelto questa pagina perché rappresenta una parte fondamentale del romanzo. Il fatto che Novecento non scenda mai dal Virginian può essere interpretato, secondo me, come un simbolo di chi non vuole lasciare il posto dov'è nato. In questo caso la nave e la terraferma hanno due funzioni diverse: la nave rappresenta la sua casa, mentre la terraferma è un ostacolo che lui deve superare. Novecento è il simbolo di chi ha paura di ciò che lo circonda e di ciò che non conosce. Lui è terrorizzato perché scendendo dalla nave non sa cosa lo aspetta, perché teme il confronto con un mondo diverso che lui non ha mai conosciuto. -

54 Il Vecchio e il Mare di E.Hemingway

55 “Combatterli…li combatterò fino alla morte” - Ho scelto questa parte perché a mio parere rappresenta la mentalità dello scrittore, lui vede il coraggio come un dono, come qualcosa che tutti dovrebbero avere. Questa è una delle parti fondamentali del romanzo: lo scontro con gli squali. Qui si può notare il coraggio del personaggio in quanto visto la sua avanzata età e la sua mano sinistra ormai inutilizzabile, non si dà mai per sconfitto e creando diverse armi con degli attrezzi che trova sul suo mezzo, riesce ad uccidere diversi squali e a ferirne altri, mettendo a repentaglio la sua esistenza. Nonostante i suoi enormi sforzi, arrivato in porto, del pesce non sarà rimasto altro che la testa e la lisca. È nella forza d’animo con cui il vecchio pescatore intraprende la sua avventura, nella determinazione e nel coraggio con cui la porta a termine che ho trovato lo spunto per una riflessione attenta sul senso dell’esistenza.

56 “Poi vai e rischia quel che devi rischiare”

57 “Come qualsiasi uomo o uccello o pesce” Vai e rischia quel che devi rischiare come qualsiasi uomo o uccello o pesce». È nella consapevolezza di poter dire di aver sempre tentato che ognuno di noi può superare i limiti della finitezza che lo contraddistinguono e trovare significato alla propria esistenza. (Contrapposizione con Novecento)

58 L.Pirandello classe V A sa Il Fu Mattia Pascal

59 Questo sentimento della vita era un lanternino (ErikaPodesta’)

60 Sentirsi vivere Mi ha colpito il "sentirsi vivere" dell'uomo, questo viene usato come mezzo per una conoscenza esterna che in realtà ci illude. Gli uomini portano appresso i lanternini che sono strumenti per determinare i vari periodi della vita e della storia. Secondo me, questi strumenti non sono del tutto efficienti dato che ci portano anche allo smarrimento.

61 “Io e la mia ombra” (Sara Galimberti) "Chi era più ombra di noi due? io o lei? Due ombre! Là, là per terra; e ciascuno poteva passarci sopra: schiacciarmi la testa, schiacciarmi il cuore: e io, zitto; l’ombra, zitta. ― L’ombra d’un morto: ecco la mia vita... Ma aveva un cuore, quell’ombra, e non poteva amare; aveva denari, quell’ombra e ciascuno poteva rubarglieli; aveva una testa, ma per pensare e comprendere ch’era la testa di un’ombra, e non l’ombra d’una testa. Proprio così! Allora la sentii come cosa viva, e sentii dolore per essa, come se il cavallo e le ruote del carro e i piedi de’ viandanti ne avessero veramente fatto strazio. E non volli lasciarla più lì, esposta, per terra. Passò un tram, e vi montai. Rientrando in casa..." secondo me è la parte più interessante in quanto ogni uomo-- come dice Pirandello- ha bisogno di avere qualcuno al proprio fianco e non rimanere solo, ha bisogno di ritornare ai proprio affetti, e questi sono la famiglia,gli amici oppure un semplice luogo che per noi è molto importante…

62 Mattia Pascal E’ VIVO! (Fabio Donnini)

63 Il…fu Mattia Pascal

64 Mi ha colpito molto l'ultima parte dove si nota soprattutto la breve memoria della società che ci circonda in quanto Mattia in soli due anni era stato già dimenticato! Mi è piaciuto anche un tratto del capitolo IX UN PO’ DI NEBBIA, dove si nota una parentesi sull'oggetto e la relazione tra noi e gli oggetti che ci circondano

65 Il valore evocativo dell’oggetto Silvia Sciarra

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67 Mattia si ritrova spaesato non avendo accanto a sé degli oggetti a lui cari che si caricano di profonda importanza. Questo rievoca i pensieri di quando si è bambini, perché è il periodo in cui è possibile fantasticare ed immaginare. Spesso rimaniamo legati a degli oggetti non per il loro utilizzo, ma semplicemente per i ricordi e i significati che attribuiamo, rimangono così degli affetti a noi cari, risuonando dentro di noi con famigliarità. Nonostante ciò, rimaniamo troppo collegati a dei beni materiali che potrebbero rappresentare una semplice quotidianità.

68 Parisi Michela “I papi trasformarono Roma in un 'acqua santieria, gli Italiani trasformarono Roma in un posacenere” Mi ha colpito questa frase perché, secondo me, si puó ricollegare al periodo di recessione e di crisi che stiamo vivendo…

69 Progresso e felicità Edoardo Braccini "Si accorgerà allora che il così detto progresso non ha nulla a che fare con la felicità “ mi ha colpito come Pirandello, già all’ inizio del "vero" progresso delle macchine, abbia saputo comprendere che il progresso tecnologico non avrebbe reso l’ uomo più felice, ma lo avrebbe solo privato del proprio lavoro.

70 Perché tutto questo stordimento di macchine ? E.Bonomi -"oh perchè gli uomini" domandavo a me stesso "smaniosamente si affannano così a rendere man mano più complicato il congegno della loro vita? Perchè tutto questo stordimento di macchine? E che fará l'uomo quando le macchine faranno tutto? Si accorgerá allora che il così detto progresso non avrà nulla a che fare con la felicitá? Di tutte le invenzioni con cui la scienza crede onestamente di arricchire l'umanitá che gioja in fondo proviamo noi anche ammirandole?“

71 …una semplice emozione “ma aveva un cuore, quell'ombra ma non poteva amare; aveva denari quell'ombra e ciascuno poteva rubarglieli; aveva una testa, ma per pensare e comprendere ch'era la testa di un'ombra e non l'ombra di una testa. Proprio così! Allora la sentii come cosa viva e sentii il dolore per essa, come il cavallo e le ruote del carro e i piedi dé viandanti ne avessero veramente fatto strazio. E non volli lasciarla più lì, esposta, per terra“ Sinceramente per quanto riguarda questa espressione non c'è un motivo preciso per la quale l'ho scelta, mi ha semplicemente colpito…

72 Tirannia mascherata da libertà Enrica Calise

73 Democrazia malata In questo passo, Adriano Meis si rivolge ad un ubriaco che incontra per la strada, il quale lo esorta ad essere più allegro. Ciò rappresenta parte della risposta del protagonista "all'invito" di quest'ultimo. È incredibile come essa possa essere contestualizzata ai giorni nostri. Noi infatti siamo vittime di questa "tirannia mascherata da libertà" che ha portato alla rovina un paese meraviglioso come l'Italia, mediante uomini affamati di potere e denaro che hanno come principio di vita fondamentale l'egoismo. Essendo realista e non essendo molto fiduciosa nell'operato dell'essere umano, credo che non ci sia tanta speranza di miglioramento del futuro poiché l'egoismo e la brama di potere sono insiti nell'uomo da sempre. Tuttavia reputo che la democrazia sia una forma di governo giusta, ma oggi messa in mani sbagliate.

74 “ IL CASO… ( S.Dimarcoberardino ) 6° capitolo -> Tac, tac, tac.. "E utti gli occhi si volgevano a lei con varia espressione: d'ansia, di sfida, d'angoscia, di terrore". Tutto si affida alla sorte, al caso. Uomini,donne,anziani,giovani intorno ad un tavolino si affidano a quella pallina. Il gioco,le probabilità diventano i punti di riferimento che fino ad ora Mattia non aveva avuto.

75 Il quinto gradino … "Ma, perdiana!, la Natura ha faticato migliaja, migliaja e migliaja di secoli per salire questi cinque gradini, dal verme all’uomo; s’è dovuta evolvere, è vero? questa materia per raggiungere come forma e come sostanza questo quinto gradino, per diventare questa bestia che ruba, questa bestia che uccide, questa bestia bugiarda, ma che pure è capace di scrivere la Divina Commedia" Il favoloso dibattito tra 'Adriano Meis' e il sig. Anselmo sulla natura dell'uomo,l'anima,che viene paragonata ad una bestia che pur essendo al quinto gradino è capace di rubare, di uccidere, ma che in fin dei conti è anche capace di creare qualcosa di strepitoso come la Commedia di Dante.

76 “Vivere senza vivere davvero” 17° capitolo -> Rincarnazione "Come mi ero illuso che potesse vivere un tronco reciso delle sue radici?" Mattia riflette sul 'vivere senza vivere davvero'. Un uomo non è vivo senza il proprio passato,senza identità,senza le proprie radici, eppure, se vive così, il suo sarà un vivere senza vivere davvero

77 I LIBRI…


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