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Esternalità riferimento cap 6 Rosen.

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1 Esternalità riferimento cap 6 Rosen

2 Una condizione fondamentale perché l’equilibrio di mercato concorrenziale sia efficiente è che le transazioni economiche tra gli operatori avvengano esclusivamente sul mercato, il che implica che per ciascuna risorsa impiegata nella produzione di qualche bene e per ciascun bene consumato dagli individui esista un mercato in cui la risorsa o il bene vengono scambiati, e che si fissi un prezzo per tali scambi. Esistono, però, transazioni che avvengono “fuori dal mercato”, senza, cioè, che le parti coinvolte nella transazione paghino un prezzo per le risorse utilizzate.

3 Esternalità: positive e negative
Gli effetti delle attività di consumo o di produzione che non sono riflessi nei prezzi vengono definiti esternalità o effetti esterni (in quanto “esterni” al mercato e al sistema dei prezzi). In altri termini, l’esternalità è l’effetto (positivo o negativo) che l’attività di produzione o consumo di una parte ha sull’attività di produzione e consumo di un’altra parte che non paga per il beneficio ricevuto (in caso di effetto positivo) o non viene compensata per il danno subito (nel caso di effetto negativo) Da questa definizione ne consegue che le esternalità possono essere sia positive che negative

4 Esternalità positive Se il proprietario di un edificio ne ridipinge la facciata o cura il giardino antistante l’edificio – per goderne direttamente (attività di consumo) o per valorizzarlo al fine di un impiego produttivo – i vicini, godendo della vista di una casa restaurata o di un bel giardino traggono da quelle opere un beneficio – psicologico o anche economico, nel caso di vendita o affitto del loro immobile. Altro esempio: le spese compiute da un individuo per accrescere il livello di istruzione o per preservare lo stato di salute propri (o dei propri famigliari) vanno in gran parte a suo (loro) diretto vantaggio, ma un beneficio esterno si ha anche per il resto della collettività che si avvantaggerà di cittadini più istruiti (e quindi capaci di dare un più elevato contributo alla crescita economica del paese o di compiere scelte economiche e politiche più razionali) o più sani (e quindi essendo meno esposti loro stessi al rischio di ammalarsi e riducendo tale rischio per gli altri; capaci di un’attività produttiva più duratura; ecc.).

5 Caso estremo di esternalità positiva nel consumo:bene pubblico
Un esempio di esternalità da consumo a consumo è quello dei beni pubblici; quando il consumo di un individuo crea un’esternalità positiva su tutti gli altri consumatori, l’esternalità positiva ha la caratteristica di un bene pubblico nel senso che è un effetto non escludibile e non rivale: il consumo di un vaccino è «privato» per il singolo individuo perché è rivale ed escludibile, ma determina effetti positivi in termini di riduzione del contagio per tutti.

6 Esternalità negative Effetti esterni negativi si hanno, ad esempio, se un’impresa che produce vernici scarica nell’acqua di un fiume rifiuti tossici, danneggiando gli agricoltori della zona che usano quella stessa acqua per irrigare i loro terreni o i pescatori dilettanti, che avranno a disposizione un corso d’acqua con minore pescosità . Nel primo caso si ha esternalità da produzione a produzione, nel secondo caso si ha esternalità da produzione a consumo Altro esempio di esternalità negativa – da consumo a consumo – è quello del fumo derivante dal consumo di sigarette da parte di un individuo, mentre un’esternalità negativa – da consumo a produzione – si ha nel caso delle interferenze sulle apparecchiature mediche elettroniche o sui sistemi elettronici di volo degli aerei dovute all’impiego di telefoni cellulari, computer o altri strumenti elettronici.

7 Interdipendenza delle funzioni
La presenza di effetti esterni, tecnicamente, è dovuta al fatto che le funzioni di produzione o di consumo non sono indipendenti ma interdipendenti, per i livelli di produzione del bene X , X=X(Y,KX, LX) non dipendono solo dalle quantità di fattori che il produttore decide di impiegare (KX, LX), ma anche dai livelli di attività di produzione del bene Y, oppure il livello d’utilità dell’individuo A UA = UA (XA, YA, XB) non dipende solo dalle quantità di beni che l’individuo sceglie di consumare (XA, YA), ma anche dal consumo del bene X da parte dell’operatore B. Ciò che determina gli effetti esterni è il fatto che beni al cui consumo o al cui impiego come fattori produttivi gli individui sono interessati non sono scambiati sul mercato – e pertanto non è possibile condizionare il loro uso al pagamento di un prezzo.

8 Diritti di proprietà Non esiste, ad esempio, un mercato riguardante l’acqua di un fiume, la vista dei fiori del giardino del vicino di casa o l’aria che respiriamo, e ciò perché tali risorse non sono oggetto di diritti di proprietà, nel senso che il sistema giuridico non ha attribuito un diritto esclusivo su quella risorsa ad un utilizzatore piuttosto che ad un altro. Per esempio, considerate il caso di un proprietario di una fabbrica che inquina un corso d’acqua pubblica utilizzato dagli abitanti della zona per pescare. L’acqua rappresenta un input del processo produttivo per il quale il proprietario della fabbrica non paga alcun prezzo. Ma l’acqua è una risorsa scarsa con usi alternativi, per esempio la pesca, e quindi ha un valore per altri individui , come gli abitanti della zona.

9 Attribuzione diritti di proprietà
Le decisioni di produzione del proprietario della fabbrica sono inefficienti perché non tengono conto del valore che l’acqua ha per usi alternativi; se la proprietà dell’acqua venisse attribuita ad una delle due parti, allora si potrebbe far pagare un prezzo per il suo utilizzo che rifletta il suo valore in usi alternativi. Per esempio se il diritto di proprietà venisse attribuito agli abitanti della zona, il proprietario della fabbrica per produrre dovrebbe pagare una somma che riflette l’inquinamento; d’altro canto se il diritto di proprietà venisse attribuito al proprietario della fabbrica, egli farebbe pagare una somma agli abitanti della zona per consentire loro di pescare. Questa somma sarebbe tanto maggiore quanto minore è l’inquinamento.

10 Diritti di Proprietà Tuttavia, è difficile attribuire diritti di proprietà su risorse pubbliche perché non esistono – o, se pur tecnicamente esistenti, risultano eccessivamente costosi – sistemi che permettano di escludere dal godimento del bene chi non ne è proprietario (cioè chi non paga il relativo prezzo) o di impedire di dover subire un danno, e perciò anche se un diritto di proprietà venisse assegnato, non sarebbe di fatto possibile farlo rispettare.

11 Perchè il mercato fallisce?
L’allocazione delle risorse è efficiente se il beneficio marginale generato da tutte le risorse impiegate (chiunque se ne avvantaggi) – cioè il beneficio marginale sociale – e il costo marginale di tutte le risorse impiegate (su chiunque ricada) – cioè il costo marginale sociale – sono uguali. Nel caso di esternalità positiva , il mancato compenso per l’effetto esterno positivo generato dall’attività di una parte a favore di un’altra determina una divergenza tra il benefico marginale privato di cui si può appropriare colui che genera l’esternalità ed il beneficio marginale sociale.

12 Perchè il mercato fallisce?
Nel caso di esternalità negativa il mancato pagamento di un prezzo per il danno generato, comporta una divergenza tra il costo marginale privato di colui che genera l’esternalità ed il costo marginale sociale. In entrambi i casi i prezzi riflettono solo i benefici marginali privati e i costi marginali privati; poiché nel mercato le decisioni degli individui sono prese sulla base dei prezzi, l’allocazione di mercato è inefficiente.

13 Internalizzazione effetti esterni
Quando, però, chi provoca un danno è costretto ad indennizzare chi lo subisce sopportando un costo corrispondente al danno arrecato, oppure chi riceve un beneficio è costretto a pagare un compenso pari a tale beneficio a chi lo ha procurato, si dice che gli effetti esterni vengono internalizzati: il pagamento del prezzo per la risorsa implica, infatti, che essa è tornata ad essere “interna” al mercato. Ciò avviene attraverso l’intervento dello Stato.

14 Esternalità negativa La curva MB rappresenta il beneficio marginale che il proprietario della fabbrica ottiene per ogni unità venduta del bene; essa è la funzione di domanda inversa dei consumatori del bene Q . La curva MPC è la curva del costo marginale che riflette i pagamenti effettuati dal propretario della fabbrica per l’acquisto degli inputs. La curva MD rappresenta il danno marginale causato agli abitanti della zona dalla produzione di ogni unità di prodotto; esso riflette l’ammontare d’inquinamento prodotto per ogni unità di output e l’effetto di questo inquinamento sul benessere degli abitanti. Nel grafico successivo, MD è una curva crescente ossia il danno marginale cresce al crescere dela quantità prodotta. Ciò è dovuto al fatto che la quantità di rifiuti scaricati nel fiume per ogni unità prodotta aumenta all’aumentare della produzione e/o la riduzione del benessere per ogni unità di rifiuto cresce al crescere dell’ammontare di rifiuti

15 Esternalità negativa Il costo marginale sociale è la somma, per ogni unità prodotta, del costo marginale privato e del danno marginale. Graficamente si ottiene traslando la curva di costo marginale verso l’alto in misura pari al danno marginale.La distanza tra MSC e MPC è MD La quantità scelta dall’impresa è quella in corrispondenza dell’uguaglianza tra costo marginale privato e beneficio marginale privato che ottiene dalla produzione dell’ultima unità del bene:Q1 La quantità efficiente è quella in corrispondenza dell’uguaglianza tra beneficio marginale sociale (che è uguale a quello privato) e costo marginale sociale:Q* La quantità d’equilibrio di mercato Q1 è superiore alla quantità efficiente Q*: per ogni unità di produzione compresa tra Q1 e Q il costo marginale sociale è superiore al beneficio marginale sociale a causa del danno marginale

16 Esternalità negativa MSC = MPC + MD (Marginal Social Cost) P MPC
(Marginal Private Cost) MD (Marginal Damage) Q* Q1 Q (Output effettivo) (Output socialmente efficiente)

17 Benefici e costi del passaggio ad una quantità efficiente
La riduzione della quantità da Q1 a Q* determina due effetti: Una perdita per l’impresa pari alla differenza tra il beneficio marginale ed il costo marginale per ogni unità compresa tra Q* e Q1; graficamente è la distanza tra MB e MPC nell’intervallo Q*-Q1 ed è pari all’ara del triangolo dcg Un guadagno per coloro che subiscono l’estrnalità, dato dalla riduzione del danno marginale per ogni unità compresa tra Q* e Q1; graficamente è l’area sotto la curva del danno marginale nell’intervallo Q*-Q1 ossia l’area abfe: Questa area è pari all’area dhcg perché la distanza tra MSC e MPC è il danno marginale. Come si può notare il guadagno è superiore alla perdita: il guadagno netto derivante alla società dalla correzione dell’esternalità è l’area dhg Il livello efficiente di inquinamento non è nullo: esso è pari all’area del triangolo 0ab

18 Benefici e costi del passaggio ad una quantità efficiente
MB (Marginal Benefit)

19 Esternalità positiva Consideriamo il caso di un’impresa che finanzia un’attività di ricerca e sviluppo che per esempio migliora la qualità dei beni prodotti e aumenta la disponibilità marginale a pagare dei consumatori. Questo incremento della disponibilità marginale a pagare rappresenta il beneficio marginale privato di cui si può appropriare l’impresa. Ma l’attività di ricerca e sviluppo genera un beneficio anche per le altre imprese che possono utilizzare i risultati della ricerca per migliorare i loro prodotti. Poiché i risultati sono pubblici le imprese non devono pagare un prezzo per il loro utilizzo. Questo effetto esterno è misurato dalla curva MEP L’esistenza di questo effetto esterno che non passa per il mercato genera una divergenza tra il beneficio marginale privato, ossia il prezzo di cui si può appropriare l’impresa, ed il beneficio marginale sociale. Esso è misurato dalla curva MSB che si ottiene aggiungendo alla curva MPB la curva MEP.

20 Esternalità positiva P MC a b MSB = MPB + MEB a’ MPB b’ MEB
Ricerca per anno R1 R*

21 Correzione esternalità positiva
L’impresa sceglie il livello d’attività in corrispondenza dell’intersezione tra MPB e MC. La quantità efficiente è in corrispondenza dell’intersezione tra MSB e MC. La quantità efficiente R* è maggiore di quella d’equilibrio di mercato R1 poiché nell’intervallo R1-R* il beneficio marginale sociale è superiore al costo marginale sociale (che è uguale a quello privato), L’aumento della quantità da R1 a R* comporta: una perdita per l’impresa perché il costo marginale è superiore al beneficio marginale di cui si può appropriare; un guadagno per le altre imprese misurato dalla distanza tra le curve MSB e MPC nell’intervallo R1-R*.

22 Soluzione per la correzione delle esternalità
Soluzioni private Soluzioni pubbliche L’attribuzione dei diritti di proprietà e il teorema di Coase Le fusioni L’imposta piguviana Il sussidio piguviano Soluzioni pubbliche in caso di attività inquinanti Le imposte sulle emissioni I sistemi di cap-and-trade Le norme di tipo command-and-control

23 Le soluzioni private: il Teorema di Coase
Partendo dalla considerazione che le inefficienze generate dagli effetti esterni sono dovute alla mancata attribuzione dei diritti di proprietà, Coase individua la soluzione a queste inefficienze nell’assegnazione di quesi diritti. Lo Stato non dovrebbe intervenire modificando il volume di produzione, ma dovrebbe agire «a monte» attribuendo il diritto sulla risorsa ad una delle parti.In questo modo creerebbe un mercato per la risorsa ed il meccanismo del mercato determinerebbe l’allocazione efficiente

24 Teorema di Coase:enunciato
Teorema di Coase.I parte: quando c'è un'assegnazione precisa dei diritti di proprietà, perfetta informazione e assenza di costi di transazione, la contrattazione tra la parte che genera l'esternalità e la parte che la subisce può comportare la produzione della quantità socialmente efficiente. Teorema di Coase.II parte: Il raggiungimento della soluzione efficiente non dipende da qual'è la parte a cui è assegnato il diritto di proprietà, perché la risorsa sarà utilizzata da chi la valuta di più e che è quindi disposto a pagare il prezzo più alto, con il raggiungimento di un utilizzo efficiente delle risorse ed un identico risultato in termini di volume di produzione.

25 Il Teoema di Coase con esternalità negativa Diritto di proprietà ad impresa inquinante
Dimostriamo il Teorema di Coase con l’analisi grafica nel caso dell’inquinamento generato da un’impresa a monte a danno di un’impresa a valle Supponiamo che il diritto di proprietà sia attribuito all’impresa che inquina; questa sceglierà la quantità d’equilibrio Q1 data dall’uguaglianza tra beneficio marginale MB e costo marginale privato MCP; Nell’ipotesi che l’inquinamento cresca con la produzione, l’impresa a valle offrirà un pagamento all’impresa a monte per indurla a ridurre la produzione. Il massimo ammontare che l’impresa a valle è disposta a pagare per ogni unità in meno di produzione è il danno marginale corrispondente, dato dalla distanza tra MSC e MPC; l’impresa a monte accetterà di ridurre la produzione di un ulteriore unità finchè il pagamento proposto è superiore alla perdita netta che, per ogni unità in meno, è data dalla distanza tra beneficio marginale MB e costo marginale privato MCP.

26 Un’esternalità negativa
MSC = MPC + MD (Marginal Social Cost) P MPC (Marginal Private Cost) MD (Marginal Damage) Q* Q1 Q (Output effettivo) (Output socialmente efficiente)

27 Teorema di Coase con esternalità negativa Diritto di proprietà ad impresa inquinante
In corrispondenza di Q1, MB-MPC=0 mentre MD è positivo e pari alla distanza tra MSC e MPC; per tutte le unità a destra di Q* il compenso offerto dall’impresa a valle MD è superiore a quello richiesto dall’impresa a monte pari alla distanza tra beneficio MB-MPC;; rin corrispondenza di Q* si ha che MD=MB-MPC ossia il compenso offerto dall’impresa a valle per indurre l’impresa a monte a ridurre la produzione è esattamente pari a quello richiesto da quest’ultima per ridurre di un’unità la produzione; procedendo a sinistra di Q* il compenso offerto dall’impresa a valle, MD, è inferiore a quello richiesto dall’impresa a monte per ridurre la produzione , MB-MPC. PC=LZ e ciò è vero per tutte le unità a destra di Q*.

28 Teorema di Coase con esternalità negativa Diritto di proprietà all’impresa inquinante
Lo scambio si fermerà in corrispondenza della quantità efficiente Q* ed il prezzo d’equilibrio pagato dall’impresa a valle è pari al danno marginale in corrispondenza di Q* ; Il massimo ammontare che l’impresa a valle è disposta a pagare è la riduzione del danno derivante dalla riduzione della quantità da Q1 a Q* (area tra MSC e MPC compresa tra Q1 e Q*); L’ammontare complessivo minimo richiesto dall’impresa a monte per Ridurre la produzione da Q1 a Q* è la perdita del beneficio netto (area tra MB e MCP compresa tra Q1 e Q*); L’ammontare effettivamente pagato è compreso tra l’ammontare massimo e quello minimo ed il risultato dipende dalla forza contrattuale delle parti: se è più forte l’impresa a monte riuscirà a farsi pagare il massimo ammontare.

29 Teorema di Coase con esternalità negativa Diritto di proprietà all’impresa inquinata
Supponiamo che il diritto di proprietà sia attribuito all’impresa a valle che subisce l’esternalità; in questo caso l’impresa a monte può produrre solo se compensa l’impresa a valle del danno arrecato; per ogni unità di produzione il compenso minimo che l’impresa a valle richiede per consentire la produzione è pari a MD. Il compenso massimo che l’impresa a monte è disposta a pagare per ogni unità è pari al beneficio marginale netto che ottiene dalla produzione: MB-MPC; l’impresa a valle consentirà all’impresa a monte di produrre finchè MB-MPC diventa uguale a MD ossia fino alla quantità Q*. Per tutte le quantità inferiori a Q* il compenso offerto MB-MPC è superiore a quello richiesto dall’impresa a valle, MD, e quindi la produzione può aumentare; per tutte le quantità superiori a Q* il compenso offerto è inferiore a quello richiesto e quindi la produzione non può aumentare.

30 Teorema di Coase con esternalità negativa Diritto di proprietà all’impresa inquinata
Anche in questo caso lo scambio conduce alla quantità efficiente Q* ed il prezzo d’equilbrio è pari al danno marginale in corrispondenza di Q*; l’ammontare complessivo massimo che è disposta a pagare l’impresa a monte per produrre è il beneficio netto complessivo che ottiene dalla produzione (area tra MB e MPC compresa tra 0 e Q*); l’ammontare complessivo minimo richiesto dall’impresa a valle per consentire la produzione di Q* è il danno ntotale corrispondente (area tra MSC e MPC compresa tra 0 e Q*); l’ammontare che sarà effettivamente pagato è compreso tra l’ammontare massimo e quello minimo ed il risultato dipende dalla forza contrattuale delle parti.

31 Teorema di Coase e conseguenza distributive
L’efficienza non dipende dalla parte a cui è attribuito il diritto di proprietà, ma le conseguenze distributive sono diverse: se è attribuito a chi inquina, la parte danneggiata deve pagare il costo per indurre la riduzione della produzione; se il diritto di prioprietà è attribuito a chi è danneggiato, è la parte che inquina a dover compensare per il danno arrecato.

32 Fallimento del Teorema di Coase
La contrattazione tra le parti può fallire o può portare a risultati inefficienti Problemi di assegnazione e asimmetria informativa: difficile individuare la parte responsabile del danno e determinare l’ammontare del danno Problemi di hold up che si verifica quando i diritti di proprietà sono distribuiti tra più agenti, ciascun dei quali ha un potere sugli altri Problemi di free rider Costi di transazione e negoziazione ossia i costi che le parti devono sopportare per accordarsi sulla quantità da produrre e far rispettare l’accordo. Tali problemi sono mitigati quando l'esternalità è locale e il numero di agenti è limitato ed agisce cooperativamente.

33 Intervento dello Stato: imposta piguviana
Abbiamo detto che l’inefficienza della soluzione di mercato dipende dalla divergenza tra costo marginale sociale e costo marginale privato derivante dal fatto che l’esternalità non ha un prezzo. La forma più semplice d’intervento dello Stato è correggere i prezzi di mercato in modo che riflettano tutti i costi marginali sociali e i benefici marginali sociali; lo strumento per correggere i prezzi è l’imposta sulla quantità o il sussidio.

34 Intervento dello Stato: imposta piguviana
Per indurre l’impresa a produrre la quantità efficiente l’imposta unitaria deve essere pari al valore del danno marginale marginale in corrispondenza di Q* ossia il segmento cd. Ciò comporta un aumento del costo marginale dell’impresa in misura esattamente pari al danno marginale. Graficamente la nuova curva del costo marginale si ottiene traslando parallelamene CMP verso l’alto in misura pari a cd. L’impresa produrrà in corrispondenza di MB=MPC+cd=MPC+MD

35 Le soluzioni pubbliche: analisi di un’imposta pigouviana
MPC + cd Imposta piguviana: L’ammontare è pari al danno marginale in corrispondenza della quantità ottima di output. L’area colorata corrisponde alle entrate derivanti dall’imposta: Notate che la perdita derivante dalla riduzione della quantità è pari all’eccesso di pressione dell’imposta

36 Imposta piguviana L’introduzione dell’imposta equivale a fissare un prezzo per il danno marginale; l’impresa per ogni unità di produzione deve tener conto del costo di acquisto dei fattori e dell’imposta: il costo marginale privato diventa uguale a quello sociale inducendo l’impresa a produrre la quantità efficiente Vantaggio dell’imposta piguviana: se lo Stato calcola correttamente MD in corrispondenza di Q*, non ha bisogno di controllare ex-post che l’impresa ha prodotto la quantità efficiente (costi di controllo sono nulli).

37 Imposta piguviana Limiti dell’imposta piguviana: per calcolare il danno marginale nel punto Q*, lo Stato deve calcolare Q* e quindi deve conoscere la funzione di beneficio marginale BM, la funzione del costo marginale privato MPC e il danno marginale MD. E’ molto probabile che non riesca a calcolare esattamente MCP e l’impresa avrà incentivo a dichiarare costi marginali più alti Se MD è costante per ogni Q, allora il calcolo dell’imposta richiede sono la conoscenza di MD che è possibile per lo Stato.

38 Sussidio Un metodo equivalente all’imposta dal punto di vista del raggiungimento dell’allocazione efficiente, è il pagamento da parte dello Stato di un sussidio a chi inquina per ogni unità in meno che produce a partire da Q1. Se il sussidio unitario è, come nel caso dell’imposta pari a cd, l’impresa per ogni unità che produce deve sostenere oltre al costo marginale privato CMP anche il costo derivante dal mancato guadagno rappresentato dal sussidio non ricevuto. La nuova curva del costo marginale è MCP +cd

39 Sussidio In corrispondenza di Q1 il beneficio marginale MB è inferiore al costo marginale CMP+cd: all’impresa conviene ridurre la produzione fino a che MB=MPC+cd ossia fino a Q*. Per quantità inferiori a Q* il beneficio marginale della produzione è superiore al costo marginale più il sussidio e quindi all’impresa non conviene ridurre ulteriormente la produzione. Il risultato in termini d’efficienza è lo stesso dell’imposta, ma è lo Stato (la collettività) che paga il sussidio anziché ricevere il gettito.

40 Le soluzioni pubbliche: analisi di un sussidio
MSC = MPC + MD Sussido piguviano: Stessa soluzione efficiente ma in corrispondenza di una distribuzione differente Stessi problemi informativi dell’imposta piguviana Incentivo per altre imprese ad entrare per godere dei sussidi Le imposte per finanziare i sussidi sono distorsive Ammontare totale di sussidio MPC + cd P MPC d k i MD j c h Q* Q1 Q

41 Regolamentazione della quantità
Un’alternativa all’imposta e al sussidio, che disincentivano la produzione, è rappresentata dalla regolamentazione delle attività produttive, attraverso la fissazione di vincoli al comportamento egli operatori: per esempio lo Stato può imporre all’impresa di produrre Q*. Svantaggi: Stessi problemi informativi dell’imposta e del sussidio , per il calcolo di Q*, anche nel caso di MD costante. Diversamente dall’imposta ed il sussidio, lo Stato deve controllare se l’impresa ha rispettato i limiti imposti ossia ha prodotto Q (costi di controllo elevati) e deve imporre sanzioni nel caso di violazione (costi di enforcement) Se le imprese hanno CMP diversi, il livello di produzione efficiente è diverso da impresa ad impresa: la regolamentazione imponendo la fissazione di un unico livello standard, comporta risultati inefficienti.

42 Riduzione dell’inquinamento
I sistemi analizzati finora comportano una riduzione della quantità prodotta, ma non è detto che comportino una riduzione dell’inquinamento. Per esempio l’impresa può ridurre la quantità e aumentare l’utilizzo del fattore inquinante per ridurre i costi . Analizziamo i sistemi che lo Stato può utilizzare per indurre l’impresa ad adottare tecnologie che riducano l’inquinamento. Nel grafico successivo si rappresenta sull’asse orizzontale la riduzione dell’inquinamento: l’origine corrisponde al caso in cui l’impresa non riduce l’inquinamento. La curva MSB è il beneficio marginale sociale derivante dalla riduzione dell’inquinamento: misura la riduzione dell’esternalità marginale (la curva MD del grafico precedente); partendo dall’origine ogni riduzione di inquinamento comporta un beneficio marginale che è via via decrescente, l’intercetta orizzontale corrisponde all’inquinamento nullo.

43 Riduzione inquinamento
La curva MC misura il costo marginale che l’impresa deve sostenere per la riduzione di un’unità aggiuntiva di inquinamento (per esempio, la perdita del beneficio netto nel caso di riduzione della produzione o i costi per adottare impianti di riduzione dell’inquinamento); esso è crescente perché maggiore è la riduzione già realizzata di inquinamento (minore è il livello di inquinamento), più costoso è per l’impresa realizzare un ulteriore riduzione dell’inquinamento. In assenza di intervento pubblico, l’impresa sceglie di non ridurre l’inquinamento ossia il punto 0. Il livello efficiente di riduzione dell’inquinamento è dato dall’intersezione tra la curva del beneficio marginale sociale e la curva del costo marginale: e*.

44 Livello efficiente di riduzione dell’inquinamento
Per livelli superiori a e*, il beneficio dell’ultima unità di inquinamento ridotta è inferiore al costo per farlo, per cui una minore riduzione comporta un miglioramento d’efficienza; per ciascun punto a sinistra di e* il beneficio dell’ultima unità di inquinamento ridotta supera il costo , per cui una maggiore riduzione migliora l’efficienza. fino a e*. P MC f* MSB O e* Riduzione dell’inquinamento

45 Imposta sulle emissioni
Gli strumenti per indurre l’impresa a realizzare il livello efficiente di riduzione dell’inquinamento sono: l’imposta sulle emissioni, il sistema di regolamentazione del cap and trade e le norme del command-and-control. L’imposta sulle emissioni fa pagare un ammontare per ogni unità di sostanza inquinante emessa (e non di quantità prodotta). Per indurre il livello efficiente di riduzione dell’inquinamento l’imposta unitaria deve essere uguale al beneficio marginale sociale in corrispondenza del livello efficiente e*ossia il segmento f*. Per ciascuna unità di inquinamento che riduce, l’impresa sostiene un costo MC ed ha un guadagno pari alla riduzione dell’imposta f*. L’impresa confronta il guadagno con la perdita e decide di ridurre di un’unità aggiuntiva l’inquinamento emesso se il risparmio d’imposta è superiore al costo marginale da sostenere per questa riduzione.

46 L’imposta sulle emissioni
Per tutte le unità di riduzione di inquinamento inferiori a e*, il guadagno f* è superiore al costo marginale e quindi all’impresa conviene una maggiore riduzione dell’inquinamento; per tutte le unità superiori a e* il guadagno è inferiore al costo e quindi all’impresa conviene una minore riduzione dell’inquinamento MC f* MSB O e* Riduzione dell’inquinamento

47 Imposta sulle emissioni con più soggetti inquinanti
Supponiamo che ci siano due individui, Matteo e Alberto che inquinano il fiume e che i costi di riduzione dell’inquinamento siano diversi: per Matteo la riduzione di un’unità aggiuntiva d’inquinamento comporta un costo maggiore che per Alberto e quindi la curva del suo costo marginale è più inclinata. Supponiamo l’inquinamento complessivo prodotto sia 180 unità e che il livello efficiente di riduzione (punto e* nel grafico precedente) sia pari a 100 unità per cui il livello efficiente dell’inquinamento è pari a 80. Come ripartire questa riduzione di 100 unità tra Alberto e Matteo in modo da minimizzare il costo totale della riduzione dell’inquinamento? Se ripartiamo in modo uguale, 50 unità a testa, il costo totale non è minimizzato perché in corrispondenza della 50 esima MCA<MCM. Quindi se si consente a Matteo di ridurre un’unità in meno di inquinamento e si chiede ad Alberto di ridurre un’unità in più, si ottiene un guadagno pari a MCM-MCA. Ciò si ottiene con l’imposta sulle emissioni.

48 Riduzioni uniformi di inquinamento
Emissione iniziale 180, riduzione fino a 80 (togliere 100). Allocazione ottimale: costo totale della riduzione delle emissioni è minimo quando i costi marginali sono uguali per tutti i soggetti inquinanti Allocazione efficiente in termini di costo Ma qusta allocazione è iniqua perché Alberto deve ridurre di più? No perché Alberto paga meno imposte MCM P P MCA 50 75 90 25 50 90 Riduzione dell’inquinamento di Alberto Riduzione dell’inquinamento di Matteo

49 Imposta sulle emissioni
Imposta di Matteo 50 x 65 = 3250 Imposta di Alberto 50 x 15 = 750 MCM P P MCA f’ = 50€ 50 75 90 25 50 90 Riduzione dell’inquinamento di Alberto Riduzione dell’inquinamento di Matteo Allocazione efficiente in termini di costo e minore imposizione a chi inquina di meno

50 Il sistema Cap-and-trade
Il sistema Cap-and-trade assegna a ciascun individuo un numero di autorizzazioni ad inquinare pari al numero delle unità di inquinamento che ha il diritto di emettere. Qualunque sia l’attribuzione iniziale delle autorizzazioni ad inquinare, lo scambio tra le parti porterà allo stesso risultato dell’imposta sulle emissioni: la riduzione dell’inquinamento avviene al minor costo ossia l’individuo che otterrà il maggior numero di autorizzazioni è quello che deve sostenere il costo più alto per la sua riduzione ossia Matteo. Supponiamo che Alberto abbia tutte le autorizzazioni ad inquinare (80 nell’esempio precedente); Matteo sarà disposto a comprare da Alberto l’autorizzazione ad inquinare ad un prezzo pari al suo MC e Alberto sarà disposto a vendere ad un prezzo almeno pari al suo MC. Poiché MCA<MCM., lo scambio del numero di autorizzazioni avverà fino a che MCA=MCM

51 Il sistema cap-and-trade
b Alberto riceve tutte le 80 autorizzazioni; vuol dire che deve ridurre l’inqinamento di 90-80=10. Matteo deve ridurre 90 unità. Alberto venderà tutte le autorizzazioni a Matteo fino a MCA=MCM L’attribuzione iniziale delle autorizzazioni incide sulla distribuzione del reddito dei due individui MCM P P MCA f’ = 50€ a 10 75 90 25 90 Riduzione dell’inquinamento di Alberto Riduzione dell’inquinamento di Matteo

52 Differenze tra cap-and-trade ed imposta su emissioni
Il sistema cap-and-trade e l’imposta sull’emissioni non sono equivalenti se c’è incertezza sulle condizioni economiche esterne, per esempio lo Stato non conosce esattamente il costo marginale di riduzione dell’inquinamento del’impresa. La ragione di questa differenza sta nel fatto che l’imposta sulle emissioni fissa il costo marginale di riduzione dell’inquinamento (che è pari a f*) e la quantità di emissione è quella corrispondente al valore del costo marginale.Il cap and trade invece fissa il numero di emissioni ed il costo marginale è quello corrispondente .

53 Differenze tra cap-and-trade ed imposta su emissioni
Nei grafici successivi si mostrano le differenze dei due sistemi quando c’è incertezza rispetto ai costi di riduzione dell’inquinamento, nei seguenti due casi: a) Quando il beneficio marginale sociale della riduzione dell’inquinamento è rappresentato da una curva anelastica ; b) Quando il beneficio marginale sociale della riduzione dell’inquinamento è rappresentato da una curva elastica La vera curva del costo marginale è MC’ e il livello efficiente di riduzione dell’inquinamento è e’ Lo stato crede che la curva di costo marginale sia MC* e quindi assume che il livello efficiente di riduzione del’inquinamento sia e*;

54 Un confronto: sistema cap-and-trade e l’imposta sulle emissioni (hp
Un confronto: sistema cap-and-trade e l’imposta sulle emissioni (hp. benefici marginali sociali anelastici e incertezza sui costi) Unico soggetto inquinante MC’ P MC* f* MSB O ef e’ e* Riduzione dell’inquinamento Riduzione insufficiente Riduzione eccessiva Cap-and-trade preferibile

55 Un confronto: sistema cap-and-trade e l’imposta sulle emissioni (hp
Un confronto: sistema cap-and-trade e l’imposta sulle emissioni (hp. benefici marginali sociali anelastici e incertezza sui costi) Se utlizza l’imposta sulle emissioni , stabilisce un imposta pari a f* che è il beneficio marginale sociale in corrispondenzad e*. L’impresa ridurrà l’inquinamento sulla base dell’uguaglianza dell’imposta con il vero costo marginale MC’ generando un livello di riduzione ef inferiore a quello efficiente. Con il sistema di cap-and-trade lo Stato fissa il livello di riduzione di inquinamento pari a e* che è maggiore di quello efficiente Entrambi generano inefficienza , ma con curva di benefici anelastica il cap and trade determina un minore scostamento dal livello efficiente

56 Un confronto: sistema cap-and-trade e l’imposta sulle emissioni (hp
Un confronto: sistema cap-and-trade e l’imposta sulle emissioni (hp. benefici marginali sociali elastici e incertezza sui costi) MC’ P Imposta sulle emissioni preferibile MC* f* MSB O ef e’ e* Riduzione dell’inquinamento Riduzione insufficiente Riduzione eccessiva

57 Confronto Cap-and trade ed imposta su emissioni
Quando la curva di beneficio marginale sociale è elastica l’imposta sulle emissioni determina un minore scostamento dal livello efficiente. In conclusione, quando i costi sono incerti, il cap- and-trade è preferibile all’imposta sulle emissioni se la curva di beneficio marginale sociale è anelastica; l’imposta sulle emissioni è preferibile al cap-and-trade se la curva del beneficio marginale sociale è elastica.

58 Confronto Cap-and trade ed imposta su emissioni
Ciò è dovuto al fatto che il cap and trade fissa la quantità di emissioni. Quando la curva del beneficio è anelastica, una variazione del costo marginale ha un limitato effetto sul livello efficiente; quindi la fissazione del livello efficiente della riduzione di inquinamento sulla base di MC anziché di MC’ determina un piccolo scostamento dal livello efficiente. Viceversa, quando la curva di beneficio è molto elastica, una variazione del costo marginale ha un notevole impatto sul livello efficiente e quindi il sistema di cap and trade genera un grande scostamento dal livello efficiente.

59 Norme command-and-control
Sia l’imposta sulle emissioni che il cap-and trade lasciano molta flesibilità agli individui su come ridurre le emissioni: attraverso la riduzione della quantità prodotta, oppure con l’utilizzo di nuove tecnologie di produzione o ancora con l’acquisto di dispositivi per ridurre l’inquinamento. Le norme di tipo command-and-control invece limitano questa flessibilità e quindi sono meno preferibili Standard tecnologico: impone l’utilizzo di una determinata tecnologia per la riduzione delle emissioni e riduce gli incentivi ad innovare Standard di performance: impone a ciascun impresa un determinato obbiettivo in termini di riduzione dell’inquinamento Maggiore efficienza in termini di costi ma non completa perché non permette di trasferire a imprese meno costose l’onere di riduzione dell’inquinamento


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