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L’IRC è, nell’attuale ordinamento scolastico italiano, inserita a pieno titolo tra le discipline didattiche benché sia data facoltà di scegliere se avvalersene.

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2 L’IRC è, nell’attuale ordinamento scolastico italiano, inserita a pieno titolo tra le discipline didattiche benché sia data facoltà di scegliere se avvalersene o meno. La percentuale degli avvalenti, sebbene in calo, risulta assai elevata (89,8% nel 2010/2011) La maggiore flessione degli avvalenti di IRC è stata registrata al Centro-Nord, con picchi che superano il 25% di non avvalentisi (26,5% nelle Scuole Secondarie di secondo grado, dati del Servizio Nazionale della CEI per l’IRC). L’IRC ha le potenzialità per dare nuovo vigore al contesto socio-culturale italiano ed europeo offrendo una chiave di lettura della situazione contingente che non sia basata su aspetti economico-finanziari ma sulle relazioni umane.

3 L’IRC ha necessità di un respiro più ampio, bisogna smontare l’idea di una disciplina chiusa in sé stessa (come sembra trapelare dal contesto normativo) e senza ritorno nel vissuto pratico; La didattica in prospettiva DEE offre la possibilità di un ripensamento “aperto” dell’IRC, che può superari i limiti dell’ambito disciplinare e contribuire all’acquisizione di precise competenze religiose scolastiche spendibili concretamente nel vissuto quotidiano dell’alunno.

4 La riforma del sistema scolastico nazionale prevede un rinnovamento basato sulle “competenze”. Le “competenze” sono il quadro di riferimento della formazione scolastica, per la lettura dei traguardi attesi e certificabili. La categoria “competenze” è riconosciuta in molti Paesi come cardine del processo di rinnovamento dei curricula formativi e degli approcci didattici per la valutazione e la certificazione scolastica.

5 Nelle Indicazioni Nazionali sono definiti i “Traguardi per lo sviluppo delle competenze” per l’IRC nei vari ordini e gradi scolastici. Per la scuola dell’Infanzia, viene evidenziato il contributo dell’IRC nei vari campi di esperienza per lo sviluppo integrale della persona. Per il primo ciclo di istruzione (scuola Primaria e Secondaria di I grado) l’IRC viene collocata nell’ambito linguistico-artistico-espressivo. Per la Scuola Secondaria di II grado, i TSC sono ancora in fase sperimentale e in via di definizione.

6 Nelle Indicazioni Nazionali, relativamente all’IRC è definito un quadro del profilo degli apprendimenti, sintetizzati nella formulazione di TSC ed OA. All’Infanzia (3-5 anni), l’IRC va incontro alla esigenza primaria di relazione con Dio propria del bambino, per aiutarne la maturazione della dimensione religiosa. Nella Primaria, avviene lo sviluppo della simbolizzazione religiosa. Attraverso i momenti soggettivo (6-8 anni) e oggettivo (8-10 anni) l’alunno passa da una iniziale idea di Dio distinta da quella di uomo ma ancora antropomorfa, alla formulazione di domande di senso e alla riflessione sulla propria identità ed esperienza; l’IRC assiste queste fasi fornendo un codice simbolico utilizzabile nella vita. Anche nella Secondaria di I e II grado, che porteranno l’alunno alla socializzazione e all’autonomia, l’IRC si offre per dare il proprio contributo nelle fasi di grande cambiamento, psico-fsico ed affettivo, anche per lo sviluppo religioso e dell’apertura al trascendente.

7 COMPETENZA: – Capacità di far fronte ad un compito, o a un insieme di compiti, riuscendo a mettere in moto e a orchestrare le proprie risorse interne, cognitive, affettive e volitive, e a utilizzare quelle esterne disponibili, in modo coerente e fecondo. (PELLEREY M., Le competenze individuali e il portfolio, Nuova Italia, Milano, 2004, p.12)

8 COMPETENZA: – Caratteristica intrinseca di un individuo, causalmente collegata ad una performance eccellente in una mansione [che] si compone di motivazioni, tratti di immagine di sé, ruoli sociali, conoscenze e abilità. (LEVATI W. – SARAO M. V., Il modello delle competenze, Franco Angeli, Milano 2003, pp.22-25)

9 LE COMPETENZE: – indicano la comprovata capacità di usare conoscenze, abilità e capacità personali, sociali e/o metodologiche, in situazioni di lavoro o di studio e nello sviluppo professionale e/o personale”. (Raccomandazione del Parlamento Europeo e del Consiglio sul Quadro europeo delle qualifiche e dei titoli per l’apprendimento permanente del 5 settembre 2006, in: CASTOLDI M., Valutare le competenze. Percorsi e strumenti, Carocci editore, Roma 2009, pp. 18-19)

10 Tendenze nel quadro europeo delle competenze chiave – Due tendenze: una antropocentrica, legata allo sviluppo della persona (Unesco) una funzionale alla crescita economica e al mercato del lavoro (tendenza che prevale in Europa e in Italia) – nessuna delle competenze chiave europee fa riferimento esplicito alla competenza religiosa.

11 Competenze chiave nel quadro europeo – Relative agli ambiti dei processi formativi: comunicazione nella lingua madre, comunicazione in lingua straniera, matematica e scienza di base, tecnologie digitali. – Relative alla persona per lo sviluppo di atteggiamenti e disposizioni positive all’impegno nella vita e nel proprio lavoro: Ambito dell’apprendere ad apprendere, competenze interpersonali e civiche, imprenditorialità, espressione culturale.

12 Competenze religiose nel quadro europeo Non sono esplicite ma possiamo individuarle: – nell’ambito delle competenze interpersonali e civiche – nell’ambito delle competenze dell’espressione culturale L’apertura di questi ambiti alla competenza religiosa attesa nell’istituzione formativa, necessita dell’elaborazione di riferimenti alla dimensione spirituale dell’esistenza, mostrando una reale apertura ai beni spirituali: bene personale, bene sociale, vero, bello.

13 Competenze religiose nel quadro italiano – Unico richiamo nel DM 139/07 (riforma Fioroni) – Nelle Indicazioni Nazionali per l’IRC, la competenza religiosa è stata collocata nell’asse dei linguaggi. Le competenze in tale asse non fanno riferimento al religioso. L’asse storico-sociale e le competenze in esso definite sarebbero più facili da raccordare con competenze religiose.

14 Competenze religiose nel quadro italiano L’IRC è collocato nell’asse dei linguaggi. L’asse dei linguaggi comprende: – A) padronanza della lingua italiana: padroneggiare gli strumenti espressivi ed argomentativi indispensabili per gestire l’interazione comunicativa verbale in vari contesti leggere, comprendere e interpretare testi scritti di vario tipo produrre testi di vario tipo in relazione ai differenti scopi comunicativi; – B) utilizzo di una lingua straniera per i principali scopi comunicativi ed operativi; – C) utilizzo di strumenti fondamentali per una fruizione consapevole del patrimonio artistico e letterario; – D) utilizzo e produzione di testi multimediali. Stando all’ambito dell’Ordinamento, l’IRC va a integrarsi in tale quadro.

15 Nel DM 139/07 (Fioroni) sono indicate otto macro-competenze chiave: – 1. imparare ad imparare; – 2. progettare; – 3. comunicare; – 4. collaborare e partecipare; – 5. agire in modo autonomo e responsabile; – 6. risolvere problemi; – 7. individuare collegamenti e relazioni; – 8. acquisire ed interpretare l’informazione.

16 Il quadro europeo ed italiano delle competenze chiave ha un’ottica funzionale e di mercato, assolutamente non antropocentrica e lontana dall’approccio religioso. Un’apertura alla dimensione religiosa può individuarsi nell’ambito della relazione con gli altri per la cittadinanza attiva; le tre macrocompetenze trasversali ivi previste sono: – comunicare, – collaborare e partecipare, – agire in modo autonomo e responsabile.

17 Il concetto di literacy – Competenza disciplinare, intesa come “padronanza del soggetto di un determinato dominio culturale a un livello adeguato da consentire una partecipazione attiva alla vita sociale”. – Il termine literacy è stato in Italiano come competenza, perché rende più da vicino il significato di insieme di conoscenze e abilità spendibili nella vita reale.

18 Un contributo per la definizione di competenza religiosa: il Progetto OCSE PISA – Il progetto PISA introduce in Europa il concetto di competenza scolastica, con riferimento all’elaborazione personale delle conoscenze; si muove nel campo specifico dell’apprendimento scolastico superando il mercato del lavoro. – Sul piano concettuale il progetto Pisa pone la distinzione tra competenze generali, le “competenze chiave” trasversali, e competenze specifiche, legate alle discipline e all’apprendimento scolastico. – Il progetto OCSE-PISA (Programme for International Student Assessment), venne avviato nel 1997 con finalità economica avendo come obiettivo misurare conoscenze e competenze degli studenti di quindici anni, per valutarne il grado di apprendimento e di conseguenza l’efficacia dei sistemi scolastici nella fase tendenzialmente conclusiva del periodo dell’obbligo in tutti i sistemi nazionali. (CICATELLI S., La scuola delle competenze, Elledici Capitello, Torino, 2011, pp.23-24).

19 Nella prospettiva DEE: – si può approdare ad una literacy religiosa, assente ancora a livello formale e normativo-istituzionale, formulabile sulla scia del PISA; – ci si sposta dalla cultura religiosa scolastica tendenzialmente formale, per fare riferimento alle situazioni reali di vita nelle quali il possesso delle competenze religiose si esprime e si può concretamente verificare.

20 Sulla scia del PISA, la competenza religiosa o literacy religiosa può essere definita come: “la capacità della persona di identificare, comprendere, interpretare, esprimere e valutare i fenomeni e i documenti religiosi, cogliendone i postulati e contenuti fondamentali, il metodo, i modelli e gli schemi linguistici per poter esprimere la propria e altrui esperienza del mondo trascendente e saper rispondere alle problematiche religiose del proprio contesto di vita svolgendo un ruolo attivo nella società” (ROMIO R., Competenze e linguaggio religioso nell’orizzonte ermeneutico, Giornata di Studio, UPS, Roma 2011).

21 Elementi costitutivi della literacy religiosa: – ambiti della competenza religiosa: 1. euristico, 2. di comprensione e interpretazione, 3. metodologico, 4. linguistico, 5. valutativo; – dato religioso: le domande religiose nel vissuto e nei documenti; – conoscenze religiose: contenuti, metodologie, modelli e schemi religiosi utili per identificare, comprendere, interpretare, esprimere e valutare i dati religiosi – prodotto: codificazione dell’esperienza religiosa incontrata nelle problematiche religiose presenti nel vissuto ed elaborazione di una risposta personale; – competenze funzionali: saper affrontare in maniera responsabile e rispondere adeguatamente alle problematiche che si presentano nell’esercizio di una cittadinanza attiva.

22 Sguardo ai cinque ambiti costitutivi della competenza religiosa 1.Capacità euristica: riconoscere segni e situazioni di vita che coinvolgono la dimensione religiosa, indagandoli per farne emergere i significati profondi; 2.Comprensione e interpretazione: lettura dei significati religiosi del mondo trascendente e delle esperienze religiose nelle diverse culture e tradizioni; 3.Metodo: utilizzo appropriato di strategie, categorie e modelli per arrivare alla soluzione di specifiche problematiche religiose; 4.Ambito linguistico: corretto uso di un linguaggio specifico e fonti adeguate per rispondere alle problematiche religiose; 5.Ambito valutativo: capacità di apprezzare le manifestazioni religiose sapendo valutarne le conseguenze a livello individuale e sociale.

23 Nel contesto DEE – la literacy religiosa guarda al grado di comprensione delle categorie religiose da parte degli studenti e alla loro capacità di utilizzarle autonomamente, una volta inseriti nella società. – Si tratta di competenze in continua e dinamica evoluzione, funzionali alla cittadinanza attiva.

24 La competenza religiosa disciplinare può intendersi come: – capacità che un individuo ha di utilizzare e interpretare le categorie religiose; – capacità di rappresentazione delle categorie religiose mediante modelli descrittivi, di ragionare con categorie religiose utilizzando concetti, dati, procedure e strumenti dell’ambito religioso; – capacità di utilizzare categorie religiose in diversi contesti e riconoscere il ruolo della religione nel mondo, allo scopo di svolgere un ruolo attivo nella società per essere cittadini impegnati, riflessivi e con un ruolo costruttivo.

25 Valutazione della competenza religiosa – Quattro aspetti fondamentali da valutare: il contesto di vita; la componente cognitiva; le competenze funzionali; l’atteggiamento verso la dimensione religiosa.

26 COMPETENZE FUNZIONALI Componente cognitiva Atteggiamento verso la dimensione religiosa Contesto di vita Fenomeni e documenti religiosi ovvero situazioni di vita che hanno a che fare con la dimensione religiosa Comprensione dei fenomeni religiosi basata sulla conoscenza dei contenuti religiosi e della dimensione religiosa Interesse e motivazione verso la dimensione, la ricerca, le problematiche e l’agire religiosi Applicazione di conoscenze e abilità religiose a contesti concreti, anche di vita quotidiana

27 COMPETENZE FUNZIONALI Componente cognitiva Atteggiamento verso la dimensione religiosa Contesto di vita Punto di partenza si interroga su un contenuto esistenziale Fase conclusiva 2 Momento intermedio L’alunno Fase conclusiva 1 interpreta se stesso

28 LivelloDescrizione sintetica dei livelli di rendimento 6 Lo studente dimostra di saper individuare, spiegare e applicare in modo coerente conoscenze e abilità religiose in una pluralità di situazioni di vita complesse. È in grado di consultare e comparare fonti religiose e di utilizzare gli elementi raccolti per elaborare e giustificare soluzioni a problematiche religiose non familiari. Dimostra in modo chiaro e coerente una capacità di pensiero e ragionamento religioso. Sa sviluppare argomentazioni a sostegno di indicazioni e decisioni che si riferiscono a situazioni personali, sociali o globali.. 5 Lo studente dimostra di saper individuare gli aspetti religiosi di molte situazioni di vita complesse e sa applicare a tali situazioni concetti e modelli religiosi. Sa anche mettere a confronto, scegliere e valutare visioni religiose adeguate alle problematiche della vita reale. Dimostra una capacità critica del mondo religioso e sa costruire argomentazioni fondate, utilizzando capacità di indagine ben sviluppate e nessi appropriati tra le proprie conoscenze. 4 Lo studente dimostra di sapersi destreggiare in modo efficace con situazioni e problemi religiosi esplicitamente descritti facendo inferenze sul ruolo della religione. Sa scegliere e integrare spiegazioni di carattere religioso che provengono da diversi ambiti del sapere e sa metterli direttamente in relazione ad aspetti di vita reale. È capace di riflettere sulle proprie azioni e di comunicare le decisioni assunte ricorrendo a conoscenze di carattere religioso 3 Lo studente sa individuare le problematiche religiose ed esprimerle con chiarezza in un numero limitato di contesti. Sa selezionare fatti e conoscenze necessari ad elaborare risposte a problematiche religiose utilizzando semplici modelli o strategie di ricerca. È capace di interpretare e utilizzare concetti religiosi di diverse aree disciplinari. È in grado di sviluppare argomentazioni che portino a decisioni fondate.. 2 Lo studente dimostra di possedere conoscenze e strategie sufficienti a rispondere a situazioni religiose problematiche familiari basandosi su processi semplici. È capace interpretare in maniera letterale i documenti e solo descrivere i fenomeni religiosi. Dimostra un interesse limitato e superficiale verso la dimensione religiosa. 1 Lo studente dimostra di possedere conoscenze religiose tanto limitate da poter essere applicate soltanto in poche situazioni e a una documentazione religiosa a lui familiari. È capace di elaborare spiegazioni a problematiche ovvie utilizzando abilità elementari. Non dimostra interesse verso la dimensione religiosa. Rubrica ispirata da INVALSI, Rapporto nazionale PISA 2006, Figura 2.2., p.26

29 L’impianto delle competenze religiose nell’IRC si colloca all’interno delle otto competenze chiave indicate dalla Raccomandazione europea del 2006 e, in Italia, all’interno delle otto macrocompetenze per la cittadinanza attiva, individuate nel DM 139/07, raccolte nei tre ambiti (costruzione del sé, relazione con gli altri, relazione con la realtà), che orientano gli interventi didattici. Nell’allegato tecnico alla riforma Fioroni vengono individuati quattro assi culturali: Asse dei linguaggi, Asse matematico, Asse scientifico tecnologico, Asse storico- sociale. Per ogni asse infatti sono definite competenze di base, le Indicaz. Naz. collocano l’IRC nell’asse dei linguaggi. Le competenze religiose dell’IRC si collocano tra le competenze disciplinari.

30 L’IRC non si pone solo in relazione al dato specifico religioso cristiano ma esprime la sua azione didattica come capacità di agire ed esprimere una competenza anche in ambito di respiro più ampio, tale da potersi valutare. Le griglie di valutazione, o rubriche valutative, possono variare; rappresentano uno strumento utile per le operazioni di progettazione didattica e predisposizione degli strumenti di misurazione e valutazione dei risultati. Per rubrica si intende un prospetto sintetico che descrive un ambito di competenza specifico.

31 La rubrica valutativa intende offrire un quadro di sintesi della competenza religiosa. Si struttura tenendo conto di: le cinque dimensioni della literacy religiosa – servono ad individuare gli aspetti focali dei processi didattici di insegnamento – apprendimento; i gradi scolastici per l’organizzazione didattica dell’IRC; i traguardi di competenza religiosa previsti dall’ordinamento legislativo, su cui valutare le prestazioni degli studenti; i criteri che definiscono i traguardi formativi in base ai quali valutare le competenze raggiunte dallo studente, individuati a partire dai Traguardi per lo sviluppo delle competenze espressi nelle Indicazioni Nazionali dell’IRC.

32 Per l’accertamento di una competenza, occorre disporre una scala dei gradi di acquisizione della stessa, disposta in modo ordinale dal livello massimo a quello minimo. Anche la rubrica valutativa dei livelli di literacy religiosa tiene in conto gli stessi criteri. Un esempio (cfr. griglia di R. Romio, ispirata da M INELLO R.) ECCELLENTE (ECC.) - La competenza programmata è manifestata con completa autonomia, originalità, responsabilità, buona padronanza delle conoscenze e abilità connesse, buona integrazione dei diversi saperi. MEDIO (M.) - La competenza è manifestata in modo soddisfacente con buona autonomia, discreta padronanza delle conoscenze e abilità connesse, parziale integrazione dei diversi saperi. ESSENZIALE (ESS.) - La competenza è dimostrata in forma essenziale con relativa autonomia, basilare padronanza delle conoscenze e abilità connesse. NON CERTIFICABILE (N.C.) - La competenza non è dimostrata neanche in forma essenziale; necessità di forme di recupero e interventi individualizzati.


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