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ETICA DEL LAVORO Corso: Business analyst Docente: GIOVANDITTI

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Presentazione sul tema: "ETICA DEL LAVORO Corso: Business analyst Docente: GIOVANDITTI"— Transcript della presentazione:

1 ETICA DEL LAVORO Corso: Business analyst Docente: GIOVANDITTI
Allievi: CORRENTE Angelica e VINCI Dora

2 Cosa è l’UMANITA’? E’ l’insieme di tutti gli esseri umani
Umanità dunque è sinonimo di mondo Il mondo è formato da molti tipi diversi di cittadini Nessuno può imparare tutto del mondo, ma tutti possono imparare abbastanza cose per valicare le barriere create dalle lingue e sentirsi pienamente e consapevolmente parte di una comunità- mondo. Per questo "coltivare l'umanità" in un mondo complesso e interdipendente significa comprendere come i bisogni e gli scopi comuni vengano realizzati in modo diverso in circostanze diverse. E’ necessario che ciascun individuo facesse un servizio di chiarificazione del pensiero e di promozione del discernimento; non per alzare muri o steccati d'incomprensione ma per costruire ponti di condivisione con la finalità di essere più consapevoli e più liberi e riappropriarci così del vero significato di “umanità”. Nell’età della globalizzazione, questa affermazione dovrebbe essere alla base di ogni educazione di stampo liberale, in quanto libera la mente dalle catene dell'abitudine e della tradizione, formando persone in grado di operare con sensibilità e prontezza come cittadini del mondo. 2

3 I VALORI ETICI NELL’ ECONOMIA DI MERCATO
Cosa è ECONOMIA? Per Economia si intende sia l'utilizzo di risorse scarse per soddisfare al meglio bisogni individuali e collettivi contenendo la spesa, sia un sistema di organizzazione delle attività di tale natura poste in essere da un insieme di persone, organizzazioni e istituzioni (sistema economico). I VALORI ETICI NELL’ ECONOMIA DI MERCATO A livello sociale e ambientale lo sviluppo dell’economia mondiale oltre alle innovazioni e trasformazioni ha portato con se diverse contraddizioni: lo sviluppo galoppante dell’economia di mercato contrapposto alla povertà di metà della popolazione globale; l’economia sempre più tendente al globale contrapposta ai localismi nazionali della politica; il grande degrado ambientale del pianeta contrapposto alle grandi potenzialità di salvaguardia delle nuove tecnologie. In questo quadro globale, in risposta a tali contraddizioni si colloca il crescente sviluppo dell’Ecologia, del Bilancio Sociale, l’Eco-efficienza, la Responsabilità Sociale d’Impresa, ecc. La mission è un’Economia Etica, perché il non rispetto dei principi etici da parte dell’impresa comporta costi psicologici, personali, organizzativi ed esterni. 3

4 SETTORE NO-PROFIT Con il termine non profit si indica l’insieme dei soggetti della società civile che attraverso l’impegno civile e solidale operano per il perseguimento di fini di solidarietà e di utilità sociale nei più svariati ambiti del sociale e del civile, dall’assistenza all’ istruzione, dalla sanità e ricerca scientifica alla tutela dei diritti umani e della pace, dalla cultura allo sviluppo economico e sociale, dalla valorizzazione delle tradizioni locali, dei beni ambientali e culturali alla diffusione delle attività sportive e ricreative. Tali organizzazioni sono anche definite “senza scopo di lucro”. Il settore non profit è chiamato anche Terzo Settore per distinguerlo dal Primo Settore rappresentato dallo Stato e in contrapposizione al Secondo Settore rappresentato dalle società commerciali, quelle for profit. Il Forum Nazionale del Terzo Settore è parte sociale riconosciuta. Si è ufficialmente costituito il 19 giugno 1997 e rappresenta oltre 100 organizzazioni nazionali. I principali compiti : la la rappresentanza sociale e politica nei confronti di Governo ed Istituzioni; il Coordinamento e il sostegno alle reti interassociative; la Comunicazione di valori, progetti e istanze delle realtà organizzate del Terzo Settore. 4

5 OBIETTIVI STRATEGICI:
Pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale la Decisione del Consiglio dell’Unione europea che ha approvato la proposta della Commissione europea 2011 Anno Europeo del Volontariato. OBIETTIVI STRATEGICI: La creazione di un ambiente per il volontariato in UE, come promozione della partecipazione civica e delle attività di scambio tra cittadini dell'Unione europea; agevolare le attività di volontariato e incoraggiare il networking, la mobilità, la cooperazione e le sinergie tra organizzazioni di volontariato e altri settori nel contesto UE; Legge 11 agosto 1991, n. 266: "Legge - quadro sul Volontariato", che all'art. 1 stabilisce: "La Repubblica italiana riconosce il valore sociale e la funzione dell'attività di volontariato come espressione di partecipazione, solidarietà e pluralismo, ne promuove lo sviluppo salvaguardandone l'autonomia e ne favorisce l'apporto originale per il conseguimento delle finalità di carattere sociale, civile e culturale individuato dallo Stato, dalle regioni, dalle province autonome di Trento e di Bolzano e dagli enti locali". es. Centro Servizi per il Volontariato (CSV): introdotti dalla legge 266/1991 (art. 15, 1° comma) al fine di sostenere e qualificare le attività delle associazioni di volontariato. Tali centri sono gestiti da singole associazioni o da consorzi di volontariato e di utilità sociale e ricevono fondi istituzionali. Tra gli obiettivi principali hanno quelli di offrire servizi di consulenza, informazione, formazione, promozione, documentazione e ricerca alle organizzazioni di volontariato tramite il rapporto di specifiche strutture e personale adeguato. Ogni associazione, di qualunque settore di intervento, può ottenere gratuitamente i servizi che i Centri mettono a disposizione delle organizzazioni. I Centri di Servizi sono presenti in tutta Italia. 5


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