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PLATONE : L’IMMORTALITA’ dell’ ANIMA

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Presentazione sul tema: "PLATONE : L’IMMORTALITA’ dell’ ANIMA"— Transcript della presentazione:

1 PLATONE : L’IMMORTALITA’ dell’ ANIMA
FILOSOFIA ANTICA Lezioni di Giuliana Prosperi per UNITER - Arese Lezione 06 PLATONE : L’IMMORTALITA’ dell’ ANIMA

2 UNI TER Arese FILOSOFIA ANTICA
L’ IMMORTALITA’ DELL’ANIMA Platone ne parla nel Fedone e nel Fedro FEDONE = al dualismo ontologico tra mondo intelligibile (mondo delle idee) e mondo sensibile (mondo terrestre), Platone fa corrispondere il dualismo antropologico tra anima (psiche) = immortale, legata alle idee, al mondo soprasensibile, alle essenze e corpo (soma) = mortale, legato al mondo terrestre e corruttibile. Nel Fedone [70,72,104, 106] [fotoc.], Socrate poco prima di morire, intrattiene i suoi discepoli sul tema dell’immortalità dell’anima. Platone, richiamandosi all’orfismo ed alla teoria della metempsicosi [Pitagorici : l’anima è il soffio vitale; Anassagora : Nous ordinatore] confuta le concezioni naturalistiche che negano l’immortalità dell’anima dopo la morte [qualità del corpo/armonia tra le parti, non una vera e propria sostanza] e procede alla dimostrazione dell’immortalità dell’anima [libera di accettare o opporsi ai desideri/eudaimonia : l’uomo sapiente è buono e è felice] con tre prove : 1) prova dei contrari = tutte le cose sono soggette ad un divenire e ad una generazione, per cui da un contrario si genera l’altro e dunque come dalla vita si genera la morte così dalla morte si genera la vita → per cui l’anima è immortale → teoria della metemspicosi. Ad ulteriore conferma c’é l’argomento della reminescenza (già trattata nel Menone) per cui l’anima in vita ricorda un sapere che possiede da sempre

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2) prova della somiglianza = proprio perché è vissuta nell’iperuranio l’anima si porta dietro il ricordo delle idee e della verità. Se l’anima è vissuta nell’iperuranio ed ha colto le idee essa deve essere affine, simile alle idee ( altrimenti non le avrebbe potute cogliere) e poiché le idee sono eterne ed immutabile, anche l’anima è eterna ed immutabile. Dunque l’anima, è somigliante alle idee, eterne ed incorporee, al mondo dell’essere ; è diversa dal mondo composito del corpo che è corruttibile come il mondo sensibile. Anima e corpo hanno un diverso destino con la morte. 3) prova della vitalità = l’anima in quanto soffio vitale, in quanto dà vita al corpo, partecipa dell’idea della vita e dal momento che l’dea della vita è l’opposto dell’idea della morte, l’anima, partecipando all’idea della vita, è immortale. Anima identitaria e semplice. 4) FEDRO (245 c -246 d, XXIV-XXV [fotoc.], . = la materia, di per sé non è né viva né mobile, ma riceve moto e vita da altro : dall’anima che è il principio immateriale del moto

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Dunque : 1. l’anima è il principio della vita e del movimento per se stessa (ingenerata ed eterna) e per il corpo : il corpo senza l’anima è inanimato L’anima è immortale, mentre il corpo è mortale. 3. L’anima è la realtà intermedia tra il mondo sensibile e il mondo intellegibile (Timeo: partecipa alla dimensione delle idee- eterna- e alla dimensione dei corpi- temporale; anima cosmica : rappresentata da due circonferenze che si intrecciano intorno alla sfera del cosmo Mondo sensibile (interno) mobile/diverso/divisibile/temporale Mondo intellegibile (esterno): ideale/immutabile/identico/indivisibile/eterno

5 UNI TER Arese FILOSOFIA ANTICA
4. l’anima è il soggetto di conoscenza in quanto : –conosce dopo la morte liberata dai vincoli corporei -conosce nel corpo a cui è legata con i sensi, ma da cui si stacca con il pensiero, con la conoscenza razionale, risalendo dalla realtà molteplice e sensibile fino alla conoscenza (noèsis) delle idee. 5) il corpo con i sensi sono fonte di errore e di illusione (dòxa) 6) il corpo (soma) è la tomba (sema) il carcere dell’anima, ove essa è racchiusa per espiare una colpa 7) il corpo è male (kakòn) sia sul piano conoscitivo che morale, per cui l’anima deve innalzarsi, tramite la conoscenza, verso le idee (Fedone 82b-83a fotoc.], 8) lo scopo dell’anima è di liberarsi dal corpo e tornare alla fonte divina. Ciò avviene per purificazione, che non si compie con una sola incarnazione, ma con un ciclo di reincarnazioni (metempsicosi).

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Mentre nel Fedone l’anima appare come una realtà semplice, che ha funzione conoscitiva, nella Repubblica, nel Fedro e nel Timeo, l’anima appare anche come un elemento intermedio, di mediazione tra i due mondi : il mondo sensibile e il mondo intelligibile (non si limita a conoscere mentre è solo il corpo ad avere bisogni); inoltre appare tripartita. Nella Repubblica (IV 439d-441c fotoc.], si parla : 1.di una parte di anima razionale (loghistikòn) = che presiede all’uso della ragione [coglie i nessi tra le idee] 2.di anima concupiscibile (epithymetikòn) = che presiede alle funzioni ed ai desideri corporei [bisogni di base come alimentarsi, riposarsi, riprodursi] ed è in lotta con la parte razionale 3.di una parte animosa/irascibile ( thymicon ) = intermedia tra le due, fornisce il coraggio o la forza d’animo [stimolando le passioni positive] e che può allearsi con l’una o l’altra parte.

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FEDRO Tale tripartizione, insieme all’immortalità dell’anima sono raffermate nel Fedro (246 a c -248 e )[fotoc.], con il mito della biga alata. L’anima dell’uomo viene paragonata ad una biga alata, composta da due cavalli, uno bianco ed uno nero, a da un auriga a cui i cavalli devono obbedire. [Particolare del Vaso Francois, metà VI sec. a.c. Museo Archeologico Nazionale di Firenze ]

8 UNI TER Arese FILOSOFIA ANTICA
FEDRO L’auriga cerca di indirizzare i cavalli nell’iperuranio , cioè nella sede dell’essere e delle idee. Il cavallo bianco rappresenta i sentimenti dell’uomo, cioè la parte irascibile dell’anima  la virtù che la riguarda è il coraggio; il cavallo nero rappresenta gli istinti dell’uomo, cioè la parte concupiscibile, cioè quella guidata dai desideri  la virtù che la riguarda è la temperanza, cioè sapersi moderare ed avere misura. L’auriga rappresenta l’intelligenza, la ragione, la sapienza, capace di guidare i cavalli verso l’essere, le idee, la verità, il bello, il bene. Sta all’auriga il procedere equilibrato della biga alata, che rappresenta la giustizia da realizzare nella polis. Si ha così la rappresentazione delle 4 virtù cardinali : saggezza, giustizia, temperanza, fortezza. REPUBBLICA (X 616d-619b Fotoc.) si parla del destino delle anime dopo la morte e della libertà dell’uomo a scegliere il tipo di vita successiva : Mito di Er


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