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Uomo e Società nelle Religioni Asiatiche

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Presentazione sul tema: "Uomo e Società nelle Religioni Asiatiche"— Transcript della presentazione:

1 Uomo e Società nelle Religioni Asiatiche
In Memoriam Prof. Gherardo Gnoli Fabio Scialpi

2 Gherardo Gnoli La Persona Il Dirigente
Lo Studioso: iranista e storico delle religioni. Attività scientifica e metodo d’indagine. Bibliografia. Studi ed etica applicata (l’Iran) Il Divulgatore e l’Organizzatore Il Maestro Modelli di umanità e di lavoro: Giuseppe Tucci, Alessandro Bausani, Raffaele Pettazzoni, Sabatino Moscati, Mario Bussagli.

3 Giuseppe Tucci Maestro di vita e di opere
Tucci con pellegrini indiani Un ponte, simbolo di una vita di ricerche ed esplorazioni

4 La religione dell’uomo Una riflessione (amara) di Giuseppe Tucci
In India e in Cina (ma anche in generale), non è Dio a creare gli uomini, ma l’opposto (Senof ane). Della religione, Tucci sembra salvare solo la fede, soltanto se autentica e pronta al sacrificio. L’impostazione, così diversa da La religione dell’Uomo di Tagore, ha valore paradigmatico, o dipende dalla rappresentazione di Dio che l’uomo immagina? Una verifica con l’ausilio delle religioni iraniche.

5 Le religioni dell’Iran
Una storia religiosa che si svolge attraverso un corso di oltre tremila anni. La fase più antica risale al periodo indo-iranico, che vede due popoli indo-europei, Arii vedici e Iranici, strettamente collegati da concezioni ed elementi culturali comuni o almeno analoghi, da considerare in parallelo in vista della ricostruzione di tratti caratteristici di queste civiltà.

6 Geografia storica dell’Iran e aree finitime (da: M
Geografia storica dell’Iran e aree finitime (da: M. Molé, L’Iran ancien, Bloud et Gay, Paris 1965)

7 India vedica e Iran pre-zoroastriano
Due società articolate in tre classi sociali, secondo l’ideologia tripartita funzionale indo-europea analizzata da Georges Dumézil. Sacerdoti, guerrieri, allevatori. Dominio di ordine sacerdotale e aristocrazia militare. Cosmologia: mondo diviso in sette regioni. Regione centrale abitata dagli esseri umani. Axis mundi: Monte Hara (Skrt. Meru/Sumeru). A sud, Albero di tutti i Semi (Skrt. Jambu). Rituali: libagioni ad acqua (Apas) e fuoco (Atar); bevanda sacra (haoma/Skrt. soma), fonte di ispirazione per i poeti, di saggezza per i sacerdoti e di forza per i guerrieri; sacrifici animali , soprattutto del bue (gav). Pantheon: due gruppi divini , ahura e daiva (Skrt. asura e deva). Divinità parallele: Mithra (Mitra); Anahita (corrispondente a Sarasvati); Vayu (il vento); altre divinità di tipo naturalistico (sole, luna). Concezioni etiche: asha/rta (verità, ordine cosmico, giustizia). ashavan/rtavan (chi possiede asha/rta). Misticismo ario: Esperienze estatiche luminose (maga): Khvarenah (splendore). Nell’India vedica: ojas (forza), varcas (energia), tejas (splendore). Concezioni post mortem : sopravvivenza dell’anima (urvan) ; fravashi (doppio dell’anima, spirito de morti). Giudizio delle azioni compiute.

8 Dimore del fuoco (ateshgah)
Altare scavato nella roccia, Naqs-i Rustam (da: Enciclopedia delle religioni, vol. 6, Vallecchi editore, Firenze 1976) Costruzione per il culto del fuoco, Sapur (da: R.C. Zaehner, Zoroastro e la fantasia religiosa, Il Saggiatore, Milano 1962)

9 Strumenti e oggetti del rito iranico antico (da: M. Molé, op. cit.)
– Vasi di metallo per il fuoco – Vasi per l’acqua lustrale – Colino per filtrare la bevanda rituale (haoma) – Vaso per l’ haoma – Pinze per maneggiare il fuoco – Coltello per cogliere i rami per uso liturgico – Fascio di rami (baresman) e loro sostegno.

10 Zarathustra Ustra in antico iranico significa ‘cammello’.
Incertezza sulla cronologia e l’origine. Probabilmente è da collocare tra l’inizio del I millennio a.C. e il VI sec. a.C., in una vasta area tra Hindu Kush e Seistan (Bactria, Arachosia, Drangiana), corrispondente all’odierna regione tra Afghanistan e Iran orientale. Ambiente desertico, lontano da carovaniere e centri commerciali. Sacerdote (zaotar, Skrt. hotr) di una religione politeistica, caratterizzata da un accentuato ritualismo, il culto rivolto ad entità “degne di adorazione” (yazata ) e stati visionari (maga) prodotti da allucinogeni (haoma, Skrt. soma), in cui si concreta il misticismo indo-iranico. Abbandona la casa a vent’anni; a trent’anni riceve una rivelazione, attraverso una intensa ispirazione e una visione. Prime conversioni dopo dieci anni; abbandona la sua terra, perché perseguitato dai sacerdoti tradizionali. Rifugiatosi presso un re, Vishstaspa, a quarantadue anni lo converte, ricevendone protezione e sostegno alla nuova fede. Muore a settantasette anni, assassinato da un sacerdote (karapan) della religiosità tradizionale.

11 Conversione di Vishtaspa
Pannello di ceramica policroma (Iran, fine del XVI sec., Coll. Paul Angoulvent). (da: Enciclopedia delle religioni, op. cit.)

12 Conversione di Vishtaspa
Pannello di ceramica policroma (Iran, fine del XVI sec., Coll. Paul Angoulvent). (da: Enciclopedia delle religioni, op. cit.)

13 La Riforma di Zarathustra
Zarathustra, lo Zoroastres delle fonti greche (da cui, Zoroastro della tradizione occidentale), è l’artefice di un rinnovamento della religiosità iranica tradizionale che si sostanzia nella fondazione di una nuova religione, lo Zoroastrismo o Mazdeismo. Essa si basa su due pilastri fondamentali: un monoteismo dualistico e la concezione di una trasfigurazione finale: una riabilitazione della storia del mondo e dell’uomo, che vedrà la fine del Tempo finito, la restaurazione del Tempo infinito, il trionfo del Bene sul Male, della Luce sulle Tenebre, della Verità sulla Menzogna.

14 Monoteismo dualistico
Al vertice della concezione di Z. c’è una sola divinità , Ahura Mazda (‘Il Saggio Signore’, o ‘Signore saggezza’) con i suoi due figli gemelli, Spenta Mainyu e Angra Mainyu. Il primo, uno Spirito benefico, sceglie il Bene (buoni pensieri, buone parole, buone azioni); il secondo, uno Spirito malefico, sceglie il Male (cattivi pensieri, cattive parole, cattive azioni). Dualismo non ontologico, ma connesso a una scelta tra i due principi etici tradizionali di asha (Verità) e druj (Menzogna).

15 Ahura Mazda Rappresentazione di Ahura Mazda, ‘Il Saggio Signore’, sotto forma di uccello. Palazzo di Serse, V sec. a.C. (da: J.-A. de Gobineau, Il mondo dei Persiani, Euroclub, Bergamo 1980).

16 La scelta tra il Bene e il Male
Yasna, e 3-4. Alla scelta iniziale dei due Spiriti corrisponde, nella storia del mondo, la libera scelta dell’uomo, cui vengono riconosciute libertà, dignità e responsabilità nella lotta per l’affermazione della verità e della giustizia contro menzogna e ingiustizia. Da questa scelta dipende il destino del singolo individuo, che riceverà il premio o la condanna.

17 Base filosofica della concezione teologica zoroastriana
La riforma zoroastriana presuppone una preoccupazione di natura filosofica, che emerge dalle parole accorate che lo stesso Z. rivolge ad Ahura Mazda (Yasna, 44, 3-7). Sembra evidente che Z. si sia posto il problema del Male in un mondo da lui stesso creato (problema che ha sollecitato, nella tradizione cristiana, la teodicea, cioè la ‘giustificazione di Dio’ per la presenza nefasta del ‘Principe del mondo’, Satana, nella creazione divina). Per Z., quindi, il Male è un fatto negativo che dipende dalla scelta dello Spirito malefico e dall’uomo, che facendo cattivo uso della propria libertà, ne segua la via della menzogna anziché quella della verità.

18 Storia del mondo e Giudizio finale
Oltre alla spiegazione del mondo attraverso il dualismo e la libera scelta dell’uomo, Z. apre una prospettiva positiva nella storia del mondo in cui vive l’uomo. La storia del mondo è un tempo limitato, della durata di dodicimila anni, che s’iscrive nel Tempo Infinito di Ahura Mazda. Tre momenti di questa storia: il tempo iniziale della separazione tra i due Spiriti, uno della Luce e uno delle Tenebre; il tempo della mescolanza dei due principii, della durata di novemila anni, in cui i due Spiriti addivengono a un patto di coesistenza; il tempo della trasfigurazione finale, in cui, per l’intervento di un Salvatore (saoshyant), verrà restaurato lo stato di separazione e di purezza in tutto il creato. Il Male sarà sicuramente sconfitto , i possessori di asha saranno premiati, mentre i seguaci di druj saranno condannati. Un torrente di fuoco separerà gli uni dagli altri. La creazione del mondo serve allo scopo di sconfiggere il Male e ripristinare la Luce iniziale.

19 Alcune concezioni teologiche
Lo Zoroastrismo ha concepito una serie di concetti astratti in relazione ad Ahura Mazda. Questi sono gli ‘Immortali Benefici’ (amesha spenta), rappresentati come entità angeliche, o anche qualità divine del dio sommo, ma, a volte, anche dell’uomo. C’è, quindi, non a caso, una corrispondenza tra dio e uomo (che sarà anche maggiormente sottolineata nel Manicheismo, in quanto l’uomo ha in sé una particella della Luce divina).

20 Gli Amesha Spenta Gli ‘Immortali Benefici’ sono sei, sette con lo stesso Ahura Mazda. Vohu Manah (‘Buon pensiero’), Asha (‘Verità’), Khshathra (‘Potere’), Armaiti (’Devozione’), Haurvatat (‘Integrità’), Ameretat (‘Immortalità’). Essi sono correlati tra loro e, nei testi zoroastriani del IX sec. d.C., costituiscono personificazioni di elementi naturali. Nell’ordine: il bovino, il fuoco, il metallo, la terra, le acque, le piante. Saldo sistema cosmologico, che prevede una organica corrispondenza tra divinità, uomo e mondo fisico.

21 Le Sacre Scritture dell’Avesta, I
Il canone dello Zoroastrismo è costituito dall’Avesta (abestag, ‘Elogio [di Ahura Mazda]’, oppure ‘Ingiunzione [di Zarathustra]’). Esso, secondo i moderni studi, si compone delle sezioni seguenti: Yasna (‘Sacrificio’), di cui fanno parte le Gatha (‘Canti’), cinque composizioni in versi, almeno le prime quattro delle quali attribuite a Z., costituiscono il nucleo più sacro dell’ intero A. Wisprad (‘[Preghiera] a tutti i patroni’). Khorda Avesta (‘Piccolo A.’), un breviario per laici. Siruze (‘Trenta giorni’) enumera le entità degne di culto che presiedono ai trenta giorni del mese. Yasht (‘Inni’), in numero di ventuno, dedicati agli yazata (‘ I Venerabili’) degni di culto, tra cui Mithra, Anahita, le fravashi, lo khvarenah (lo ‘Splendore’).

22 Le Sacre Scritture dell’Avesta, II
Widewdad o Vendidad (‘Legge di abiura dei daiva’), un manuale catechistico in cui Ahura Mazda risponde alle domande di Z. La redazione dell’A. ha una lunga storia. Il testo di cui disponiamo oggi fu scritto in epoca sassanide (III- VII sec. d.C.), forse sotto il regno di Shapur II, nel IV sec. Esso è scritto in un alfabeto ad hoc formato su quello medio-persiano o pahlavico per trasmettere testi tramandati in una lingua antico-iranica, che chiamiamo ‘avestico’. In Occidente l’A. fu scoperto da Abraham Hyacinthe Anquetil-Duperron e fu da lui pubblicato e tradotto nel 1771.

23 L’ Avesta Copertina dello Zand Avesta, Avesta con il suo Commento (Zand, non Zend), pubblicato nel 1771 da Anquetil Duperron. (da: M. Molé, op. cit.).

24 Conclusioni I Lo Z. presenta una storia molto più complessa di quanto, in questa sede, si è potuto esporre, ma siamo in grado di trarre alcune conclusioni. Esso costituisce un sistema filosofico, teologico ed etico che spiega la presenza del Male nel mondo e, contemporaneamente, giustifica l’onniscienza divina. Valorizza la dignità e il ruolo dell’uomo nella storia del mondo. Dall’Iran , e in particolare dallo Z., derivano fondamentali contributi alla storia delle idee e delle credenze religiose concepite dallo spirito umano.

25 Conclusioni II Tra queste: l’idea di un Salvatore del mondo; la trasfigurazione e la riabilitazione del mondo alla fine del tempo umano; la resurrezione dei morti; il Giudizio finale, con il premio e il castigo, in base a pensieri, parole e opere di ogni individuo; la cooperazione degli spiriti dei morti (fravashi) alla lotta per l’affermazione del Bene contro il Male; la concezione del demonio come ‘Principe di questo mondo’, (sottolineato nello Zurvanismo); il superamento della concezione nazionalistica del potere politico (Achemenidi, primi re Sassanidi); la connessione tra potere politico, esercitato per conferimento divino, e concezioni religiose. Nella tradizione cristiana, la contrapposizione tra luce e tenebre e tra Cristo e Belial ( II Cor. 2.6) risente di un antico influsso del dualismo iranico.


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