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Giovanni Giolitti la svolta liberale

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Presentazione sul tema: "Giovanni Giolitti la svolta liberale"— Transcript della presentazione:

1 Giovanni Giolitti la svolta liberale

2 Giovanni Giolitti Vittorio Emanuele III (1901) nel 1903 chiama al governo Giovanni Giolitti - già Ministro dell’Interno dal 1901 lo Stato deve aprirsi alle classi popolari

3 liberalismo riformista dal discorso del 29 ottobre 1899
dare soddisfazione ai desideri della grande maggioranza del paese, e così togliere o attenuare almeno, per quanto può dipendere dalle leggi e dai metodi di governo, le cause del pubblico malcontento una politica reazionaria dovrebbe contare sulla forza armata; e a voi pare possibile, che l’esercito italiano, il quale esce dalle file del popolo e ne è la più schietta rappresentanza, diventi strumento di oppressione della libertà del Paese? l’Italia deve essere governata con la libertà e con la legalità e può esserlo quante volte abbia un governo che non si metta a servizio di ristrette consorterie, ma che guardando ai soli grandi interessi della patria, si proponga come fine la giustizia per tutti, la rigida applicazione delle leggi, la cura affettuosa delle classi più numerose delle quali è urgente migliorare le condizioni economiche intellettuali e morali se si vuole evitare che cominci un periodo di pericolose agitazioni sociali

4 il metodo della gobba: dalla lettera alla figlia Enrichetta del 1896
Mettiti in capo questo: che gli uomini sono quel che sono, in tutti i tempi e in tutti i luoghi, con i loro vizi, i loro difetti, le loro passioni, le loro debolezze; e il governo deve essere adatto agli uomini come sono... Certo il governo deve mirare a correggere, a migliorare, ma anch'esso è composto di uomini, e l'uomo perfetto non esiste. Un governo è il portato di secoli di storia, e la peggiore di tutte le costituzioni sarebbe quella che venisse studiata in base a principi astratti e non fosse adatta in tutto e per tutto alle condizioni attuali del paese. Il sarto che ha da vestire un gobbo, se non tiene conto della gobba, non riesce».

5 liberalismo riformista
«la politica è l’arte di governare un paese qual è» lo Stato non ha nulla da temere dallo sviluppo delle organizzazioni operaie e nulla da guadagnare da una repressione indiscriminata integrare e legalizzare i movimenti di massa: riconoscimento giuridico delle Camere del Lavoro; aumenti salariali; favorire e accompagnare l’ascesa delle classi popolari; neutralità dello stato nelle lotte per il lavoro

6 Giolitti e i socialisti
integrare le spinte socialiste: tutelare la libertà di parola, di stampa, di riunione, di associazione; riconoscimento dei sindacati; invito a Turati di entrare nel governo (rifiutato) nel 1903 i socialisti in Parlamento sono 33 il nuovo corso giolittiano favorisce lo sviluppo di Camere del Lavoro, organizzazioni di categoria, leghe di braccianti (Federterra) // scioperi //aumento salari spaccatura interna: programma minimo, programma massimo (a carattere rivoluzionario)

7 Filippo Turati (riformista Berenstein, Jaures)
il programma minimo è in vista di quello massimo; instaurare un sistema democratico con suffragio univerale = Parlamento sede per ottenere riforme sociali. Sostenuto anche dalla CGL (Confederazione generale del Lavoro 1906)

8 Antonio Labriola (Sorel)
capo dei sindacalisti rivoluzionari negano importanza alla lotta parlamentare solo lo sciopero generale esprime creatività movimento rivoluzionario rivoluzione = modificare il sistema di produzione e i rapporti di proprietà gestione sociale delle fabbriche

9 1904 primo sciopero generale
non reagisce con metodi repressivi il governo Giolitti in realtà si rafforza scioglie il Parlamento, indice nuove elezioni in cui la rappresentanza della Sinistra indebolita // nel Partito Socialista i riformisti riacquistano spazio //tra i riformisti Bonomi, Bissolati vicini al revisionismo di Berenstien 1912 congresso di Reggio Emilia: espulsi dal PSI i riformisti di destra (Partito socialista riformista italiano); guida agli intransigenti tra cui emerge un giovane: Benito Mussolini, chiamato a diventare direttore dell’“Avanti”

10 Giolitti e il mo vimento cattolico
Giolitti intende - da liberale - lo Stato e la Chiesa come due linee parallele comprende che il movimento cattolico non si sarebbe mai messo dalla parte dei rivoluzionari decide di servirsi delle masse cattoliche come serbatoio elettorale e supporto alla classe liberale

11 don Luigi Sturzo «io stimo che sia giunto il momento che i cattolici, staccandosi dalle forme di una concezione pura clericale [...] si mettano a pari degli altri partiti nella vita nazionale [...] come rappresentanti di una tendenza popolare nazionale nello sviluppo del vivere civile, che vuolsi impregnato, animato di quei principi morali e sociali che derivano dalla società cristiana, come informatrice perenne e dinamica della coscienza privata e pubblica» (discorso di Caltagirone, 1905).

12 il mondo cattolico 1903 Pio X sale al soglio pontificio
già da Vescovo di Venezia aveva incoraggiato l’alleanza amministrativa tra cattolici e liberali scioglie l’Opera dei Congressi per limitare l’influenza di Murri e dei gruppi democratici cristiani si pone il problema di come essere presenti nella società senza più un coordinamento

13 le riforme 1905 lo stato acquista le ferrovie
provvedimenti sul lavoro (obbligo riposo festivo, prevenzione infortuni, proibizione lavoro notturno per donne e fanciulli, estensione diritto di sciopero) 1912 monopolio statale delle assicurazioni sulla vita (per finanziare le pensioni di invalidità risanamento finanziario, lira moneta solida leggi speciali per il Mezzogiorno (per la Basilicata, Napoli, la Calabria) incentiva lo svilppo dell’industria: metallurgia (Ilva, Terni), meccanica (Breda, Tosi), automobilistica (FIAT), navale (Ansaldo), chimica (Montecatini, Pirelli), elettrico (Edison, Sip), elettromeccanici (Marelli) concentrazione nel triangolo industriale //divario // emigrazione - 9 milioni di italiani allargamento del suffragio: 1912 suffragio universale maschile - anche analfabeti dai trent’anni in su, o che avessero prestato servizio militare al voto

14 verso la Libia: il quadro internazionale
1902 trattato con Francia per divisione sfere influenza in Africa: Italia diritti sulla Libia, Francia sul Marocco indispettisce la Triplice - dà spazio alla Francia 1908 Austria-Ungheria + appoggio tedesco: annette Bosnia-Erzegovina

15 verso la Libia sorge in Italia 1910 Associazione nazionalista italiana, Enrico Corradini, suo giornale “L’idea nazionale” spingono per campagna di Libia, insieme al Banco di Roma Francia si appresta a estendere il suo protetorato sul Marocco // Italia nel 1911 invia in Libia uomini contro Impero Turco

16 In Libia scontri difficili: i Turchi scelgono la guerriglia
lo scenario di guerra di amplia: Rodi, Dodecanneso 1912 pace con i Turchi: Losanna, sovranità politica all’Italia, il sultano mantiene l’autorità religiosa costi della guerra pesanti, la Libia “scatolone di sabbia” maggioranza dell’opinione pubblica borghese favorevole, anche grazie al sostegno dei giornali il quadro politico italiano si rivela così mutato rispetta all’inizio del ‘900

17 la crisi del sistema Giolittiano
1913 patto Gentiloni per le prime elezioni a suffragio universale maschile (già nelle elezioni del 1909 era stato sospeso il non- expedit) patto Gentiloni: appoggio ai candidati liberali che si impegnassero a rispettare: tutela insegnamento privato, opposizione al divorzio, riconoscimento associazioni sindacali cattoliche

18 la crisi del sistema giolittiano
maggio 1914 Giolitti rassegna le dimissioni come già fatto altre volte, sperando di tornare a breve e rafforzato: governo Salandra giugno 1914: settimana rossa inizio del conflitto mondiale


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