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A.A Filosofia del diritto 2 Prof. Adriano Ballarini

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Presentazione sul tema: "A.A Filosofia del diritto 2 Prof. Adriano Ballarini"— Transcript della presentazione:

1 A.A Filosofia del diritto 2 Prof. Adriano Ballarini Filosofia del diritto A-L A.A. 2010/2011 Primo Semestre Titolo del Corso Trasvalutazione dei valori e Ontologia giuridica. L’ordine giuridico moderno di fronte alla Politica del governo planetario di Nietzsche. NOTE INTRODUTTIVE N.B. Le schede sono a fini didattici. Esse costituiscono il materiale di riferimento delle lezioni svolte nel corso come introduzione al saggio Trasvalutazione dei valori e Ontologia giuridica, in pubblicazione presso Giappichelli Ed., nel volume AA.VV. Percorsi di filosofia del diritto negli ultimo due secoli. Le schede vanno inevitabilmente integrate, quanto al contenuto dei termini e per la spiegazione delle affermazioni e della successione dei passaggi, con l’intero corso di lezioni

2 Considerato come realtà storico- geografica,
A.A Filosofia del diritto 2 Prof. Adriano Ballarini Delimitazione dei confini di una ricerca sul diritto sul piano della realtà storica, geografica, istituzionale. Delimitazione-A Considerato come realtà storico- geografica, il diritto è l’istituzionalizzazione di una specifica condizione di esistenza. A questa condizione, che determina in modo specifico l’intero modo dell’abitare, nell’area storico-geografica alla quale apparteniamo (europeo-occidentale), è stato storicamente dato il nome di a. condizione dell’uomo Subjectum, b. condizione dell’uomo Soggetto.

3 dal GIUSNATURALISMO al POSITIVISMO GIURIDICO.
A.A Filosofia del diritto 2 Prof. Adriano Ballarini Delimitazione-B Subjectum e Soggetto: visti come specifiche condizioni di esistenza ed oggetto di garanzia giuridica, sono per noi i termini della trasformazione storica dello spazio giuridico reale che conosciamo come passaggio dal GIUSNATURALISMO al POSITIVISMO GIURIDICO.

4 - della giustificazione dell’Autorità,
Delimitazione-C Questo passaggio, storicamente iniziato con l’Umanesimo giuridico (XV Sec.), vede attuarsi una radicale trasformazione - della giustificazione dell’Autorità, - del sistema delle fonti di diritto, - della struttura del sociale, della situazione individuale e relazionale dell’uomo. Attraverso questo passaggio, si imposta ed inizia a svilupparsi nell’area europea continentale una forma originaria di organizzazione giuridica del potere. A. Istituzionalmente, nasce lo Stato moderno. B. Esistenzialmente, compare l’uomo Soggetto. C.Giuridicamente, alla garanzia della differenza (imposta di diritto dal naturale ordine delle cose) si sostituisce la garanzia dell’uguaglianza (imposta come condizione dal fatto che al diritto si riconosce ormai esclusivamente una legittimazione materiale). Alle questioni classiche della verità e della giustizia, si sostituisce, come prioritaria, la questione del rapporto tra individuo e potere. A.A Filosofia del diritto 2 Prof. Adriano Ballarini

5 A.A Filosofia del diritto 2 Prof. Adriano Ballarini Glossario Subjectum-Soggetto. Nell’area storico, geografica, istituzionale alla quale apparteniamo, questi termini definiscono la condizione di esistenza dell’uomo garantita, rispettivamente, dall’ordine giuridico classico e dall’ordine giuridico moderno. In generale, essi indicano la situazione giuridica nella quale l’uomo ha valore e dunque diritti solo in quanto parte-di (ceto, corporazione, ordine delle cose) e quella nella quale ogni uomo vale ed ha diritti per il semplice fatto che è e così come materialmente si ritrova (famiglia, etnia, luogo…).

6 Sul piano di una prima, provvisoria ed iniziale definizione,
A.A Filosofia del diritto 2 Prof. Adriano Ballarini Glossario Sul piano di una prima, provvisoria ed iniziale definizione, è Subjectum l’uomo dell’ordine giuridico classico, perché, ciò che questo ordine garantisce è un destino della necessità (sociale, individuale, storico) al quale uomo e cose sono assoggettati; è soggetto l’uomo dell’ordine giuridico moderno, perché, ciò che questo ordine garantisce è che nulla di ciò che attiene alla situazione materiale (sociale, individuale, storica, naturale) sarà mai giuridicamente garantito come destino della necessità.

7 Destino della necessità.
A.A Filosofia del diritto 2 Prof. Adriano Ballarini Glossario Destino della necessità. Storicamente, oggetto della garanzia dell’ordine giuridico classico. Teoricamente, situazione riconoscibile in ogni modo o forma di esistenza ontologica. In generale, condizione di esistenza all’interno della quale lo status dell’uomo è comunque e senza alternativa quello di Subjectum..

8 A.A Filosofia del diritto 2 Prof. Adriano Ballarini Glossario Assoggettamento dell’uomo ad un destino della necessità. Condizione nella quale l’uomo si ritrova ogni qual volta ad un dato (storico, individuale, sociale, naturale) viene giuridicamente conferito il potere di imprimersi nell’esistere in modo immodificabile ed invalicabile (nascita, sesso, famiglia, ceto, etnia, religione), così da identificare e qualificare uno status specifico (nobile, plebeo, legittimo, illegittimo), status determinante l’ intera esistenza come carattere indelebile della stessa; ma anche ogni qual volta il giuridico ha in generale il modo d’essere di garanzia di dati, fatti o valori trattati come assoluti.

9 A.A Filosofia del diritto 2 Prof. Adriano Ballarini Principi metodologici-1 Troviamo e riconosciamo l’uomo nella condizione di Subjectum in tutti i casi nei quali, l’ordine giuridico garantisce a qualcosa il carattere dell’immutabilità, sia questo un dato storico, sociale, istituzionale, etnico, religioso, scientifico, temporale. Destino della necessità e Subjectum, sono realtà storicamente impostesi nell’area europea occidentale. Non configurano tuttavia una condizione di esistenza che può ritenersi tramontata. Essi vanno piuttosto compresi come modi d’essere sempre possibili, come maniere di esistere.

10 Ogni qual volta dunque trattiamo di diritto noi
A.A Filosofia del diritto 2 Prof. Adriano Ballarini Principi metodologici-2 Posti di fatto tra queste coordinate, esse costituiscono per noi i confini primari e non cancellabili per ogni nostra ricerca che abbia come oggetto il diritto che è. Ogni qual volta dunque trattiamo di diritto noi facciamo comunque innnanzitutto riferimento ai due ordini giuridici che, nell’area geografica alla quale apparteniamo, si sono storicamente imposti; attraverso questi ordini facciamo riferimento a due specifiche condizioni di esistenza storicamente determinatesi e che quegli stessi ordini garantiscono giuridicamente; trattando di specifiche condizioni di esistenza, trattiamo, non di semplici dati storici e neanche di verità, ma di maniere di esistere e delle loro condizioni di realtà.

11 semplicemente perché per noi un diritto è diritto positivo quando
Principi metodologici-3 A.A Filosofia del diritto 2 Prof. Adriano Ballarini Se, allora, trattiamo di diritto, e lo facciamo attenendoci ai fatti, valgono per noi almeno tre coordinate principali. A. Innanzitutto, trattando di diritto noi trattiamo dell’ordine giuridico moderno, e questo semplicemente perché per noi un diritto è diritto positivo quando a. poggia su una legittimazione materiale dell’autorità e b. ha come perno la garanzia dell’uguaglianza nella diversità. B. Trattando dell’ordine giuridico moderno, inevitabilmente trattiamo del passaggio dal Subjectum al Soggetto, e questo perché è da questo passaggio che esso stesso nasce.

12 C. Su questa base, quando trattiamo di ordine giuridico moderno,
Principi metodologici-4 A.A Filosofia del diritto 2 Prof. Adriano Ballarini C. Su questa base, quando trattiamo di ordine giuridico moderno, il che significa, per noi, del diritto reale che è, noi trattiamo innanzitutto di un fatto storicamente accertabile: dell’oltrepassamento giuridico, sociale, esistenziale dell’uomo Subjectum; trattiamo, contemporaneamente, dei modi, delle forme e delle condizioni attraverso cui si è attuato questo oltrepassamento; trattando di Subjectum e di Soggetto come due specifiche condizioni di esistenza noi trattiamo dei modi, delle forme, delle condizioni che rendono giuridicamente reale l’una al posto dell’altra; se tutto questo ci interessa è perché così storicamente siamo entrati nella condizione di Soggetto e nell’ordine giuridico al quale di fatto apparteniamo.

13 di quel diritto storico
Prime tesi guida per una ricerca sul diritto trattato sul piano della realtà storica, geografica istituzionale. A.A Filosofia del diritto 2 Prof. Adriano Ballarini Nel campo storico, geografico, istituzionale al quale apparteniamo, passare dalla condizione di Subjectum a quella di Soggetto significa oltrepassare quella che storicamente si è imposta come condizione ontologica. Trattando di ontologia e del suo oltrepassamento, trattiamo in modo specifico di positività del diritto, di quel diritto storico il cui obbiettivo è garantire per l’uomo le condizioni di realtà attraverso le quali assume la condizione di Soggetto, e lascia quella di Subjectum. C. Per il diritto storico, che noi facciamo coincidere con i modi e le forme dell’ordine giuridico che si instaura nell’Europa continentale a partire dal XV sec., l’oltrepassamento della ontologia vale come principio metodologico fondamentale attraverso il quale si configurano, si riconoscono e si attuano le condizioni di realtà necessarie perché l’uomo sia un Soggetto, e non un Subjectum.

14 Prime linee guida per una ricerca sull’ordine giuridico moderno trattato come realtà storica, geografica, istituzionale. A.A Filosofia del diritto 2 Prof. Adriano Ballarini Sul piano delle condizioni di esistenza, destino della necessità, uomo Subjectum, ontologia, indicano la stessa maniera di esistere: hanno lo stesso modo d’essere, gli stessi caratteri, si affermano alle stesse condizioni. L’ontologia è la condizione di esistenza che assoggetta l’uomo ad un destino della necessità. I modi e le forme di assoggettamento dell’uomo a destini della necessità sono modi e forme di una esistenza ontologica. Giuridicamente, garantire, o non garantire questi modi e queste forme significa garantire un uomo per diritto assoggettato al destino della necessità, o, al contrario, un uomo che niente ha il diritto di assoggettare ai modi ed alle forme di un simile destino. L’oltrepassamento della ontologia giuridica, cioè di qualunque ordine giuridico che garantisca condizioni di esistenza determinate da destini della necessità, è il principio di realtà del passaggio, dalla maniera di esistere nel modo del Subjectum, alla maniera di esistere nel modo del Soggetto.

15 Inizio di definizione di che cosa deve intendersi per ontologia e prime linee per comprendere i caratteri di quella che va considerata ontologia giuridica. A.A Filosofia del diritto 2 Prof. Adriano Ballarini Ontologia: pre-comprensione del senso dell’essere che determina una specifica condizione di esistenza. Pre-comprensione del senso dell’essere: giudizio su quale sia l’essere nel quale è possibile sentirsi realmente esistenti. Pre-comprensione ontologica: la fattualità è estraniante, l’essere, nel quale è possibile sentirsi realmente esistenti, è l’essere che assicura da questa estraniazione.

16 Punto di partenza della ontologia e conseguenze del giudizio sulla fattualità posto dalla ontologia a base di ogni comprensione dell’essere. Elementi base di quella che può essere definita dinamica ontologica. A.A Filosofia del diritto 2 Prof. Adriano Ballarini L’ontologia muove da un dato che considera di esperienza primaria: la fattualità, essa rileva, configura, per l’uomo, una situazione estraniante. La situazione definita fattuale, afferma cioè, quella dell’essere così come immediatamente si dà, dell’essere di per sé mutevole, occasionale, precario, accidentale, seriale, questa situazione, al di là di ogni considerazione, è tale che, in essa, mai l’uomo potrà sentirsi a casa propria. Da qui, per l’ontologia, la necessità, imposta dagli stessi fatti, di un giudizio sul divenire, di una sentenza sull’essere così come immediatamente si dà e nel quale l’uomo di fatto si ritrova: se il divenire di per sé non è abitabile, è la conclusione, ciò è perché esso non è quello che l’uomo deve trattare come proprio essere, se non è abitabile, ciò è perché l’uomo deve muovere costantemente verso altro dal divenire stesso, vedendo solo questo altro come il suo reale proprio essere, cioè come l’essere nel quale può sentirsi a casa propria, non estraniato, realmente esistente.

17 A.A Filosofia del diritto 2 Prof. Adriano Ballarini La descrizione dei fatti dalla quale muove l’ontologia poggia su una specifica pre-comprensione del senso dell’essere, pre-comprensione, non teorica o conoscitiva, bensì vissuta nella differenza tra condizione di estraniazione e condizione di non estraniazione. Alla base del senso che l’ontologia attribuisce all’essere (naturale, storico, individuale, sociale) c’è la pre-comprensione che, ciò che vale effettivamente per l’uomo come essere, è non essere estraniato dal divenire. Su questo piano, essere, per l’uomo, è sempre innanzitutto una condizione di esistenza: quella, nella quale, l’uomo può esistere perché non è estraniato dal divenire.

18 Prima comprensione della ontologia come condizione di esistenza.
A.A Filosofia del diritto 2 Prof. Adriano Ballarini La conclusione che il divenire, con la sua insanabile precarietà, è una situazione nella quale in nessun caso l’uomo può sentirsi esistente, questo giudizio sulla fattualità è il punto decisivo per comprendere che cos’è quello che storicamente si è affermato come ontologia. Assumendo questa conclusione come un dato incontestabile di esperienza primaria, l’ontologia poggia tutta intera su un fatto, che, a questo punto, accettata l’ estraniazione, deve ugualmente trattare come un dato di pari esperienza primaria. Il dato è che, proprio perché si danno nella realtà il divenire e la situazione estraniante da esso determinata, proprio per questo e di fronte a questo, essere, per l’uomo, non è mai, qualcosa di oggettivo su cui poter sicuramente contare, una realtà da trattare come scontata. Piuttosto, essere, per l’uomo, è sempre un poter-essere, una possibilità, decisa dal sentirsi realmente esistente o dal sentirsi del tutto estraniato.

19 A.A Filosofia del diritto 2 Prof. Adriano Ballarini Questo fatto, così come decide dell’essere dell’uomo, decide della ontologia. Di fronte al dato che essere, per l’uomo, è una possibilità, che il divenire, con il suo potere estraniante, può sempre bloccare, l’ontologia si mostra, e storicamente si impone, come la specifica condizione che garantisce esistenza all’uomo assicurandolo dal potere estraniante del divenire. In questi termini essa va compresa.

20 A.A Filosofia del diritto 2 Prof. Adriano Ballarini Successione dei passaggi attraverso i quali l’ontologia si impone come la specifica condizione che garantisce esistenza all’uomo assicurandolo dal potere estraniante del divenire. Al solo fine di far sì che l’uomo possa sentirsi realmente esistente, cioè non estraniato dal divenire, l’ontologia definisce la realtà. Mette così in moto la specifica dinamica di una esistenza posta al riparo dalla estraniazione della fattualità. Inizia a definirsi il modo d’essere di una esistenza ontologica. Attraverso questo modo, compare quello che ontologicamente, cioè per un reale non estraniato dal divenire, è il senso dell’essere.

21 A.A Filosofia del diritto 2 Prof. Adriano Ballarini Statuto di una esistenza posta al riparo dalla estraniazione della fattualità: essere e divenire, essere e apparire. Il giudizio di estraneità del divenire imprime nel reale una struttura antinomica, indicandola come la reale costituzione dell’accadere. Questo significa che il reale va considerato scisso secondo le coppie essere-divenire ed essere-apparire, indicative del fatto originario ed insuperabile che, quella che l’uomo nomina attraverso il termine essere, questa non è la situazione nella quale fattualmente si ritrova gettato; come i fatti e l’esperienza attestano, questa situazione è proprio quella che, sul piano dell’essere, l’uomo sperimenta come la più estranea. L’antinomia ripete il dato incontrovertibile che non è la fattualità quella che l’uomo può riconoscere come suo essere, perchè in nessun caso egli potrà sentirsi in essa un essere realmente esistente. Nonostante l’esperienza immediata, che sembra indicare l’essere nel solo modo del divenire, essere e divenire vanno considerate due potenze inconciliabilmente opposte. Del pari, ciò che immediatamente l’uomo crede di sperimentare, questo va considerato una falsa apparenza di quello che realmente l’essere è.

22 A.A Filosofia del diritto 2 Prof. Adriano Ballarini B. Essere di una esistenza posta al riparo dalla estraniazione della fattualità: essere come dover essere. Per l’ontologia, la struttura antinomica del reale è la conseguenza del fatto che, primariamente, essere, per l’uomo, è essere in una condizione che gli permette di sentirsi esistente e che, nella fattualità, l’uomo sperimenta solo estraniazione. Ontologicamente, se l’uomo vuole adoperare la parola essere, questo deve, e può, farlo solo in riferimento ad una condizione che si dice di esistenza perché non è quella fattuale.

23 A.A Filosofia del diritto 2 Prof. Adriano Ballarini C. Senso di una realtà posta al riparo dalla estraniazione della fattualità: essere come essere autentico, essere autentico come essere non fattuale. La struttura antinomica del reale indica quale è questa condizione e ne definisce i confini. Infatti, a. il giudizio di estraneità del divenire scinde l’accadere attraverso le coppie vero-falso, autentico-inautentico, astratto- reale, effimero-sostanziale; b. così, il giudizio di estraneità del divenire sostituisce all’essere dei gradi d’essere; c. a questo punto, essere ha senso se segue la direzione che va, dai gradi non autentici ai gradi autentici. Nel seguire questa direzione, l’uomo passa dalla condizione di estraniazione alla condizione di non estraniazione. Ontologicamente, che essere abbia un senso e sentirsi non estraniato sono per l’uomo la stessa cosa. Ugualmente, sono la stessa cosa senso dell’essere ed essere posto al riparo dalla estraniazione della fattualità.

24 Essere come dover essere in una realtà che, se vuole avere senso, deve muovere costantemente verso l’essere autentico e che, se vuole mantenersi saldamente in questa direzione, deve continuamente oltrepassare i modi e le forme dell’essere fattuale A.A Filosofia del diritto 2 Prof. Adriano Ballarini A. Posto l’essere dell’uomo sul piano del sentirsi o non sentirsi realmente esistente, il che significa sentirsi estraniato o non sentirsi estraniato, questo stesso essere acquista un carattere specifico. L’uomo potrà sentirsi realmente esistente, dunque un ESSERE, solo se assicurato dalla estraniazione del divenire. Nella condizione di esistenza ontologica, per l’uomo, ESSERE E’ SEMPRE UN DOVER ESSERE: UN DOVER NECESSARIAMENTE SEMPRE ASSICURARSI UNA CASA NELLA QUALE SENTIRSI RIPARATO DAL DIVENIRE.

25 A.A Filosofia del diritto 2 Prof. Adriano Ballarini B. La casa, nella quale l’uomo può sentirsi certamente non più estraniato, è senz’altro quella dove il divenire non ha potere, una casa nella quale non dominano incertezza, precarietà, occasionalità. Vissuto il divenire come estraniante perché irrevocabilmente incerto, giudicato di conseguenza questo divenire come uno spazio nel quale l’uomo non può sentirsi realmente un essere, dato che lì non c’è un solo posto dove la assoluta precarietà gli permetta di esistere, essendo tutto costantemente ed irrimediabilmente estraneo (come esistere, se non c’è mai un posto dove fermarsi?), DATO TUTTO QUESTO, PER ESSERE L’UOMO DEVE TROVARE UN ALTRO SPAZIO DA ABITARE, uno spazio che non sia il divenire, uno spazio nel quale nessun posto sia per lui estraneo o estraniante. QUESTO E’ IL SUO PRIMARIO DOVER ESSERE, QUELLO DALLA ATTUAZIONE DEL QUALE DIPENDE IL SUO STESSO ESSERE COME ESISTENTE.

26 A.A Filosofia del diritto 2 Prof. Adriano Ballarini C. ALL’INTERNO DI UNA ESISTENZA NELLA QUALE ESSERE EQUIVALE AD ESISTERE AL RIPARO DALLA OCCASIONALITA’ DEL DIVENIRE, E’ DUNQUE PRIMARIO DOVERE DELL’UOMO OLTREPASSARE L’ESSERE FATTUALE CON TUTTA LA SUA INVIVIBILE PRECARIETA’. Dalla attuazione di questo dovere ne va per l’uomo del suo stesso essere. Infatti, se estraniazione vuol dire non poter esistere là dove il divenire impone una costante incertezza, l’uomo potrà sentirsi esistente, solo quando si sentirà al sicuro dal potere del divenire e dalla condizione di estraniazione che esso determina imponendola come una condanna senza appello. Non ci sono alternative. ESSERE ED ESSERE SOTTRATTO ALLA PRECARIETA’ DEL DIVENIRE SONO PER L’UOMO LA STESSA COSA.

27 A.A Filosofia del diritto 2 Prof. Adriano Ballarini MA COME PUO’ L’UOMO ATTUARE REALMENTE QUESTO DOVER-ESSERE, VISTO CHE DEL DIVENIRE NON E’ POSSIBILE IN NESSUN MODO LIBERARSI, PER QUANTO ESTRANEO ED ESTRANIANTE ESSO SI DIMOSTRI?

28 A.A Filosofia del diritto 2 Prof. Adriano Ballarini Nella realtà, il dover essere, imposto dalla situazione nella quale essere equivale ad esistere al riparo dalla occasionalità estraniante del divenire, PUO’ ATTUARSI SOLO PERCORRENDO UNA STRADA. POICHE’ NON E’ POSSIBILE LIBERARSI DEL DIVENIRE, L’UOMO, PUR RESTANDO UN ESSERE CHE DIVIENE, POTRA’ REALMENTE SENTIRE CHE LA SUA CONDIZIONE NON E’ PIU’ DI ESTRANIAZIONE SOLO SE IL DIVENIRE STESSO NON SARA’ PIU’ ESTRANEO ED ESTRANIANTE, E QUESTO ACCADRA’ QUANDO NEI MODI E NELLE FORME DEL DIVENIRE, IN OGNI MODO ED IN OGNI FORMA DEL DIVENIRE, VERRA’ IMPRESSO IL CARATTERE DELLA CERTEZZA.

29 A.A Filosofia del diritto 2 Prof. Adriano Ballarini IMPRIMERE CERTEZZA, STABILITA’, PREVEDIBILITA’ NEL DIVENIRE, COSI’ CHE ESSO DIVENGA, DA LUOGO DI ESTRANIAZIONE, LA CASA CHE L’UOMO SENTE COME LA PROPRIA: QUESTO E’ ESATTAMENTE CIO’ CHE REALIZZA L’ONTOLOGIA.

30 A. Ontologia: Teoria della verità e Dottrina delle essenze.
Successione dei passaggi attraverso i quali, l’ontologia, impostasi storicamente come teoria della verità, dovendo essere una condizione che assicura esistenza all’uomo garantendolo dalla precarietà del divenire, per ciò stesso si dimostra una teoria del dominio A.A Filosofia del diritto 2 Prof. Adriano Ballarini A. Ontologia: Teoria della verità e Dottrina delle essenze. Teoria della verità: spiegazione dell’accadere a partire dal fatto che il divenire è estraniante perché la vera casa dell’uomo ha esattamente i caratteri del non divenire, del permanente. Comprensione del senso dell’essere come passaggio dalla imprevedibilità alla previsione, dalla incertezza alla certezza, dalla precarietà alla salda permanenza. Dottrina delle essenze: conoscenza della struttura della casa dell’uomo e delle condizioni di permanenza in essa. Statuizione del fondamento dell’abitare: sentirsi realmente esistente solo se in una condizione nella quale tutto rinvia ad un già-stato ed ha, per questo, sempre il modo e la forma della prevedibilità.

31 A.A Filosofia del diritto 2 Prof. Adriano Ballarini B. Storicamente, così, l’ontologia si presenta come la scienza di quello che l’uomo deve considerare il vero essere, muovendo dalla pre-comprensione che essere e precarietà si escludono. Si considera allora scienza del vero essere perché, sulla base di tale pre-comprensione, è capace di spiegare il perché il divenire è estraniante e di indicare la condizione nella quale l’uomo si sentirà sicuramente al riparo da quella estraniazione. E’ dunque scienza del vero essere solo rispetto a quella pre-comprensione e, conseguentemente, nel senso di scienza delle condizioni necessarie perché l’uomo possa oltrepassare la precarietà, sentendosi, così, non estraniato, realmente esistente, a tutti gli effetti un essere.

32 A.A Filosofia del diritto 2 Prof. Adriano Ballarini C. Se si accoglie la pre-comprensione ontologica, ciò che immediatamente è in gioco con l’ontologia, non sono idee astratte (speculazioni), ma la stessa condizione di possibilità dell’abitare, reso impossibile, si ritiene, dai caratteri del divenire.

33 A.A Filosofia del diritto 2 Prof. Adriano Ballarini D. Se la pre-comprensione ontologica vale come dato di esperienza primaria, l’ontologia nasce con un programma imposto dai fatti: realizzare una condizione di esistenza nella quale l’uomo, sebbene il divenire lo faccia costantemente ritrovare in una estraniazione di per sé invivibile, può tuttavia sentirsi realmente esistente. In questo senso, essa è architettura esistenziale: progetta e costruisce per l’uomo la condizione di esistenza nella quale non è più estraniato dal divenire.

34 A.A Filosofia del diritto 2 Prof. Adriano Ballarini Progetto di una condizione che garantisca all’uomo esistenza nonostante la estraniante precarietà del divenire. Elemento base. La pre-comprensione che, nella precarietà del divenire, per l’uomo non c’è esistenza, pone, alla base di quello che vuole essere un progetto per esistere, il dato che questo progetto ha bisogno di gettare le proprie fondamenta necessariamente su qualcosa che non abbia in nessun caso il carattere estraniante del divenire.

35 A.A Filosofia del diritto 2 Prof. Adriano Ballarini Fondamenta della costruzione. Per costruire una condizione nella quale l’uomo si senta realmente esistente, tutto, uomo, mondo, divenire stesso, deve poggiare su un originario, su un inizio dato una volta per tutte, su qualcosa di immodificabile, di definitivamente chiuso nel passato e con ciò di definitivamente sottratto al potere estraniante del divenire. Questo permanente va considerato come il principio di realtà di una condizione di esistenza non estraniata. Un principio necessario, al di là di qualunque dato dell’esperienza. Un principio imposto dalla stessa situazione di estraniazione.

36 A.A Filosofia del diritto 2 Prof. Adriano Ballarini Regola primaria per la costruzione di una esistenza ontologica è così non derogare dalla necessità di ricondurre ogni aspetto dell’accadere alla dimensione del permanente.

37 A.A Filosofia del diritto 2 Prof. Adriano Ballarini Obbiettivo da raggiungere se si vuole realizzare una condizione che garantisca all’uomo esistenza nonostante la estraniante precarietà del divenire L’ontologia: progetto e realtà di una condizione di esistenza non estraniata dalla precarietà del divenire. Ciò, per tutto ciò che accade, significa: progetto e realtà di una condizione nella quale il divenire stesso, da luogo di estraniazione, diviene la casa che l’uomo sente come la propria.

38 Di fatto, questo principio, recita:
A.A Filosofia del diritto 2 Prof. Adriano Ballarini Fattibilità di una condizione che garantisca all’uomo esistenza nonostante la estraniante precarietà del divenire CIO’ CHE PERMETTE ALLA ONTOLOGIA DI REALIZZARE IL RISULTATO DI RENDERE ABITABILE IL DIVENIRE E’ IL PRINCIPIO DEL FONDAMENTO COME PRINCIPIO DI REALTA’. Di fatto, questo principio, recita: è estraniante ciò che non ha un appoggio stabile, permanente, sicuro; mancando di un fondo, manca d’essere; è abitabile ciò che, appoggiandosi saldamente su un sicuro fondamento, garantisce che là è possibile avere un essere. .

39 A.A Filosofia del diritto 2 Prof. Adriano Ballarini Questo stesso principio stabilisce che, di fronte alla estraniante precarietà del divenire, posta questa estraniazione come primario dato di esperienza, considerato il divenire come un luogo dove, per l’uomo, non è possibile sentirsi realmente esistente, c’è un solo modo attraverso il quale l’uomo stesso possa sentirsi effettivamente un essere: essere nel modo del fondamento.

40 Tutto dipende da due semplici passaggi.
A.A Filosofia del diritto 2 Prof. Adriano Ballarini L’ontologia, attraverso il principio del fondamento, fissa uno specifico modo d’essere come condizione di realtà per una esistenza non estraniata dal divenire. Tutto dipende da due semplici passaggi. Il carattere che, nel divenire, permette di nominare qualcosa come principio del fondamento è che esso vale come l’inizio, dunque come qualcosa che è ormai dato una volta per tutte, che è sicuramente stabile perché fissato nel passato, che è immodificabile, perché ormai non più nel tempo è di per sé irripetibile. Ciò che, rispetto alla assenza di stabilità del divenire, lo qualifica come fondamento è l’essere una base, un fondo della cui affidabilità e consistenza non si può dubitare. Nel divenire, vale come fondamento perché, ciò che è tolto definitivamente dal mutamento, è anche quanto di più sicuro e di più rassicurante su cui poggiare volendo una condizione di esistenza non estraniata dalla precarietà del divenire stesso.

41 A.A Filosofia del diritto 2 Prof. Adriano Ballarini 2. Posto l’oltrepassamento dell’estraniazione determinata dal divenire come condizione base di esistenza, tutti i modi e le forme che ripetono il modo del fondamento determinano una condizione di esistenza non estraniata. COSI’, TUTTO CIO’ CHE ABBIA IL CARATTERE DELL’ORIGINARIO, PERCHE’ DATO UNA VOLTA PER TUTTE, O SEMPLICEMENTE PERCHE’ STABILE E PERMANENTE NEL TEMPO, QUESTO RIPETE IL MODO DEL FONDAMENTO E GARANTISCE UNA CONDIZIONE CHE PONE AL RIPARO DALLA ESTRANIAZIONE DEL DIVENIRE.

42 TRASFORMAZIONE DELLA ONTOLOGIA IN CONDIZIONE DI ESISTENZA.
A.A Filosofia del diritto 2 Prof. Adriano Ballarini RIPETERE IL MODO DEL FONDAMENTO: QUESTO E’ CIO CHE HA PERMESSO ALLA ONTOLOGIA DI ATTUARSI COME LA SPECIFICA CONDIZIONE DI ESISTENZA CHE PONE AL RIPARO DALLA ESTRANIAZIONE DEL DIVENIRE. TRASFORMAZIONE DELLA ONTOLOGIA IN CONDIZIONE DI ESISTENZA. PRINCIPIO DEL FONDAMENTO: IL DIVENIRE, SE RICONDOTTO AD UN INIZIO PERDE IL SUO CARATTERE DI ESTRANEITA’ ED IL SUO POTERE ESTRANIANTE. CONSEGUENZA: UGUALMENTE, TUTTO CIO’ CHE DIVIENE NON E’ PIU’ ESTRANEO ED ESTRANIANTE SE RICONDOTTO A QUALCOSA CHE VALGA COME SUO INIZIO. APPLICAZIONE: NEL DIVENIRE, BASTA RICONDURRE LE COSE AD UN GIA’-STATO E SI HA UNA RIPETIZIONE DEL MODO DEL FONDAMENTO.

43 A.A Filosofia del diritto 2 Prof. Adriano Ballarini Ricondurre le cose ad un già-stato: questo è il dover-essere attuando il quale l’ontologia storicamente ha impresso nel divenire il carattere della non occasionalità, facendone un essere non estraneo per l’uomo. Riconducendo le cose ad un già-stato, l’ontologia ha reso il divenire qualcosa di sempre-in-qualche-modo-già-visto e di sempre-comunque-già-conosciuto. Tutto infatti trova nel già-stato la sua spiegazione ed il suo senso. Niente, di fronte al già-stato, può più dirsi occasionale. Potrà comunque valere, o essere riconosciuto, come sua conseguenza, rappresentazione, copia, immagine, maturazione. Potrà anche essere qualcosa che radicalmente dal già-stato si discosta, che totalmente lo contesta. Avrà comunque un senso. Non apparterrà in ogni caso al campo estraniante dell’occasionale, dell’incerto, dell’imprevedibile.

44 A.A Filosofia del diritto 2 Prof. Adriano Ballarini Ricondurre l’intero accadere ad un già-stato: questo l’ontologia ha storicamente realizzato sul piano della verità, della conoscenza, della legittimazione dell’autorità, della struttura del sociale, dell’ordine giuridico, del senso dell’esistere individuale. Su tutti i piani ha fatto dell’essere il dovere di ripetere il modo del fondamento, così da ricondurre sempre le cose ad un già-stato e da fare di questo già-stato la condizione di esistenza delle cose stesse. Ontologicamente, l’inizio o ciò che ha i caratteri dell’inizio, questo è ciò che vale, sia esso un inizio meta-fisico, o anche fisicamente naturalistico, storico, teorico.

45 A.A Filosofia del diritto 2 Prof. Adriano Ballarini La condizione di esistenza ontologica assicura dalla estraniazione del divenire facendo dell’inizio, quale che esso sia e su qualunque piano si renda necessario porlo, ciò che, nell’accadere, deve valere prima di ogni altra cosa ed oltre ogni cosa. Se ripete il modo del fondamento, una condizione di esistenza è comunque ontologica, indipendentemente dal piano della realtà sul quale viene costruita. Accanto alla storica ontologia metafisica, si può così avere uno ontologia esistenziale, sociale, conoscitiva, giuridica, politica, istituzionale. E’ il modo d’essere che rende una condizione ontologica. Se questo modo è quello del fondamento, là è riconoscibile una condizione, che dà esistenza all’uomo assicurandolo dal divenire valutato una situazione di estraniazione, è riconoscibile dunque una condizione di esistenza ontologica.

46 A.A Filosofia del diritto 2 Prof. Adriano Ballarini Su questa base, la condizione ontologica ha tre caratteri essenziali che la contraddistinguono. A. Si impone innanzitutto come condizione che può avere il nome di condizione naturale, perché, come la natura, imprime nell’accadere un ordine fisso, gerarchico, causale. Il valore dell’inizio non è modificabile. Ciò che è posto come inizio vale comunque più di tutto il resto. E’ un preciso inizio che da senso ad un determinato accadere. Garantire il rango dell’inizio significa garantire un ordine delle cose all’interno del quale si è al sicuro dall’estraniazione del divenire perché in esso nulla è occasionale. L’ordine dell’inizio è un ordine che, poggiando su un dato immodificabile, è dato una volta per tutte, così come è dell’ordine che chiamiamo ordine della natura.

47 A.A Filosofia del diritto 2 Prof. Adriano Ballarini B. E’ una condizione improntata al dominio. Assicurando dalla estraniazione del divenire con il renderlo un ordine comunque dato una volta per tutte, l’ontologia rende questo stesso ordine rassicurante in quanto sempre comunque prevedibile. La condizione ontologica sarà allora tanto più rassicurante quanto più garante della prevedibilità dell’ordine delle cose, quanto più dominerà l’accadere rendendolo prevedibile. I modi e le forme di dominio delle cose improntati alla previsione e pianificazione delle cose stesse si impongono ontologicamente come modi e forme di esistenze assicurate rispetto alla estraniazione del divenire. C. E’ una condizione nella quale lo status che assicura dalla estraniazione è lo status di assoggettamento ai modi ed alle forme che rendono l’esistenza sicura in quanto prevedibile, e prevedibile in quanto sempre comunque determinata da un già-stato.

48 A.A Filosofia del diritto 2 Prof. Adriano Ballarini La condizione ontologica assicura dalla estraniazione del divenire trasformando il divenire delle cose e dell’uomo in un destino della necessità.

49 In questa condizione, l’uomo, sentendosi realmente esistente solo se assicurato dalla estraniazione del divenire, può così sentirsi realmente esistente solo se abita un mondo dove tutto è già-sempre-visto, già-comunque-saputo: un mondo che rassicura da qualunque estraniazione perché sempre certo quanto alla sua prevedibilità; questo mondo, che certamente lo rassicura dalla estraniazione del divenire, l’uomo lo può avere solo rendendo prevedibile l’intero accadere; renderà prevedibile l’intero accadere solo riconducendolo costantemente ad un già-stato. A.A Filosofia del diritto 2 Prof. Adriano Ballarini

50 A.A Filosofia del diritto 2 Prof. Adriano Ballarini La condizione specifica dell’uomo, che l’ontologia rende sicura dalla estraniazione del divenire, è quella di assoggettato ai modi ed alle forme di dominio del gia-stato che, per garantirsi, deve assoggettare l’intero accadere a questi stessi modi ed a queste stesse forme.

51 Percorso effettuato e chiarimenti raggiunti.
A.A Filosofia del diritto 2 Prof. Adriano Ballarini Oltrepassamento della ontologia e passaggio dal Subjectum al soggetto: condizioni di realtà. Percorso effettuato e chiarimenti raggiunti. A. L’ontologia, identificando la precarietà del divenire con la situazione nella quale l’uomo non può esistere, si afferma, di conseguenza, come la specifica condizione di esistenza capace di porre l’uomo al riparo dalla estraniazione del divenire, garantendogli così la reale possibilità di sentirsi esistente.

52 A.A Filosofia del diritto 2 Prof. Adriano Ballarini B. Per assicurare dalla insicurezza estraniante del divenire, l’ontologia ha come modo d’essere il dominio dell’accadere e l’assoggettamento dell’uomo. C. Dominio dell’accadere. Tutto dell’accadere è comunque ricondotto ad un già-stato come suo principio di realtà. Questa operazione rende l’accadere stesso qualcosa che, in qualche modo, ha il carattere del già-visto e del gia-conosciuto. Attraverso il gia-stato come fondamento, l’accadere acquista il carattere fondamentale della prevedibilità. Esso diviene non estraneo e non estraniante perché in ogni caso controllabile e dominabile.

53 A.A Filosofia del diritto 2 Prof. Adriano Ballarini D. Assoggettamento dell’uomo. Posto nella condizione di sentirsi realmente esistente solo se assicurato rispetto alla situazione estraniante propria al divenire, l’uomo deve categoricamente permanere in situazioni che abbiano il modo del fondamento. Questo significa per lui che sarà in un mondo nel quale si sentirà esistente solo se questo mondo avrà i modi e le forme del già-stato, del già-visto, del già-conosciuto. Per l’uomo ontologico, la prevedibilità, il controllo, il dominio dell’accadere storico sono invalicabili condizioni di esistenza. La condizione che assicura l’uomo dalla precarietà estraniante del divenire è comunque quella che assoggetta l’uomo alle condizioni di prevedibilità, dominio e controllo del divenire stesso. Esistenzialmente, l’uomo ontologico è un essere quando è al sicuro dal divenire. Sarà certamente al sicuro dal divenire quando l’accadere storico sarà la ripetizione costante di qualcosa che è già stato e su cui il divenire non ha più potere.

54 A.A Filosofia del diritto 2 Prof. Adriano Ballarini E. La condizione di esistenza ontologica è comunque una condizione di esistenza ideologica. Considera infatti estraniante il divenire sulla base della pre-comprensione che la fattualità, con il suo spaesamento, non è vivibile. In conseguenza, e solo sulla base di questa pre-comprensione l’ontologia può affermarsi come una specifica condizione di esistenza. Ogni esistere muova dalla pre-comprensione che la fattualità di per sé è invivibile è, con ciò, una esistenza che potrà sentirsi tale solo se al riparo dalla fattualità, e avrà questo riparo negli stessi modi e nelle stesse forme della condizione di esistenza ontologica. Del pari, va riconosciuta come ontologica ogni condizione di esistenza muova comunque da una pre-comprensione dell’accadere. Sempre, quale che sia questa pre-comprensione, essa metterà in moto una dinamica che scinde l’accadere stesso tra ciò che di fatto è e ciò che si ritiene valga come essere per l’uomo: la stessa dinamica che muove l’ontologia.

55 A.A Filosofia del diritto 2 Prof. Adriano Ballarini F. La pre-comprensione che essere equivale ad essere al sicuro dalla precarietà del divenire condanna ad esistere nella ripetizione di ciò che è comunque già-stato, conferendo così all’accadere storico i caratteri del già-conosciuto e del prevedibile, caratteri attraverso i quali quello stesso accadere non è mai estraneo, in quanto sempre controllabile e dominabile.

56 A.A Filosofia del diritto 2 Prof. Adriano Ballarini G. Dovendo assicurarsi dalla estraniante insicurezza del divenire, l’uomo ontologico vede un senso nell’accadere e ritiene di esistere secondo un senso solo quando sperimenta il passaggio dalla precarietà alla durata, dalla incertezza alla certezza, dalla imprevedibilità alla previsione. Il senso d’essere dell’uomo ontologico coincide con l’esperienza di dominio dell’accadere. Egli si sente realmente esistente quando, rispetto all’accadere, è nella situazione di reale dominio dell’accadere stesso. Le forme ed i modi di dominio dell’accadere sono le forme ed i modi d’essere dell’uomo ontologico.

57 A.A Filosofia del diritto 2 Prof. Adriano Ballarini H. L’uomo ontologico è un Subjectum perché, avendo esistenza solo in situazioni nelle quali un già-stato rende l’accadere prevedibile, controllabile e dominabile, dunque non estraniante, sempre, per lui, l’esistenza è un destino della necessità al quale, se vuole esistere, non può sottrarsi. Tutto, infatti, dell’esistere, per essere assicurato dalla precarietà del divenire, deve comunque essere in qualche modo già stabilito. Il carattere della condizione di esistenza che assicura dalla precarietà del divenire è la necessità.

58 A.A Filosofia del diritto 2 Prof. Adriano Ballarini Avendo come fine esclusivo quello di determinare una condizione di esistenza assicurata dalla estraniante e spaesante insicurezza del divenire, il già-stato può anche non avere i caratteri o i contenuti dell’ontologia storica. Vale come già-stato un avvenimento storico, un fatto naturale, ma anche una idea, così come una semplice ipotesi. L’importante è che esso venga riconosciuto, o considerato, come un inizio a partire dal quale l’accadere non è più occasionale, perché ad esso dovrà comunque essere ricondotto ed a partire da esso dovrà essere spiegato.

59 Risultato-A: che cos’è ontologia?
A.A Filosofia del diritto 2 Prof. Adriano Ballarini L’ontologia, impostasi storicamente come teoria della verità, si dimostra una teoria del dominio. L’ontologia, in quanto teoria del dominio, ha come carattere specifico l’assoggettamento di uomo e cose ad un destino della necessità. L’ontologia, in quanto teoria del dominio, non si esaurisce nei modi e nelle forme della ontologia così come storicamente si sono imposte. L’ontologia, in quanto teoria del dominio, è una maniera di esistere riconoscibile ovunque, nell’accadere, si dia il modo del fondamento. Se è il modo del fondamento che rende riconoscibile una condizione come condizione ontologica, tutto ciò che accade può avere questo modo. Se il modo del fondamento è l’unico modo per essere, là dove vale come esperienza primaria la pre-comprensione che esistenza e precarietà del divenire si escludono, ovunque si muove da tale pre-comprensione, lì è messa in moto una dinamica ontologica.

60 Risultato-B: che significa oltrepassamento della ontologia?
A.A Filosofia del diritto 2 Prof. Adriano Ballarini A. Non si compie un solo passo in direzione dell’oltrepassamento della ontologia finchè si resta all’interno della pre-comprensione che esitenza e precarietà del divenire si escludono. Tenendo ferma questa pre-comprensione, resta fermo, anche, infatti, che, per l’uomo, essere ha senso solo se si sente assicurato rispetto alla estraniante precarietà nella quale lo pone la sua situazione fattuale. Vale, a questo punto, per lui, e vale come principio di esistenza il fatto che essere, sentirsi realmente esistente, essere assicurato rispetto alla precarietà del divenire sono la stessa cosa. La pre-comprensione, che esistenza e precarietà del divenire si escludono, mette sempre in moto la dinamica del fondamento, con i suoi modi e le sue forme.

61 B. Oltrepassare l’ontologia significa dunque,
A.A Filosofia del diritto 2 Prof. Adriano Ballarini B. Oltrepassare l’ontologia significa dunque, innanzitutto, oltrepassare la pre-comprensione che essere vale, ha senso, è esistibile solo se messo al sicuro rispetto alla imprevedibilità, occasionalità ed incertezza propri alla fattualità del divenire; conseguentemente, oltrepassare il modo del fondamento come maniera di esistere che garantisce esistenza assoggettando uomo, cose ed accadimenti ai modi ed alle forme della certa prevedibilità.

62 A.A Filosofia del diritto 2 Prof. Adriano Ballarini C. Appartiene dunque senz’altro ad un piano, che abbia come obbiettivo quello di oltrepassare l’ontologia, a. in particolare, superare l’equazione: esistenza realmente ed autenticamente vivibile=esistenza dominabile, controllabile, prevedibile (è segno specifico che ci si trova in presenza di questa equazione una esistenza che riconosce valore primario ed indiscutibile al già-stato, già-visto, già-conosciuto; un segno equivalente è dato dal dominio di modi e forme pianificanti l’esistere; di fatto, ovunque, ed in qualunque modo, l’obbiettivo sia quello di assicurare l’esistenza, là quella equazione funziona da principio del senso dell’essere); b. in generale, superare ogni condizione di esistenza che sia la garanzia, non dell’essere quale fattualmente si dà, ma di un essere che si considera quello, l’unico, nel quale l’uomo può realmente sentirsi esistente (quale che sia questo essere, al quale si riconosce il rango di essere autentico, è qui in atto una pre-comprensione, di quale sia il senso dell’esistere, che, per affermare quell’essere di fronte alla fattualità, e nonostante la fattualità, dovrà imporre questa stessa pre-comprensione come un destino della necessità).

63 A.A Filosofia del diritto 2 Prof. Adriano Ballarini Risultato-C: superare l’ontologia per attuare il passaggio, da una condizione di esistenza nella quale l’uomo è Subjectum, alla condizione nella quale è Soggetto; punto di svolta del passaggio: la questione della fattualità Questione della fattualità-1: Situazione di estraniazione, certezza come valore, dover essere. La conclusione, che la fattualità costituisce per l’uomo una situazione di estraniazione, è questa che fa dell’uomo un Subjectum. Per dominare il divenire ed essere assicurato rispetto alla precarietà, come assoggetta gli accadimenti, l’uomo assoggetta se stesso. Assoggettante, per lui, le cose, il divenire è l’essere che viene posto come quello nel quale esclusivamente si può esistere. La garanzia di questo essere, contro e di fronte all’essere fattuale, sarà per l’uomo il valore primario da realizzare. Egli stesso, rispetto alla necessità che questa garanzia venga assicurata, sarà sempre ad un gradino inferiore. Ripetere i modi e le forme di questo essere, nel quale si da esistenza, far sì che ciò accada sicuramente in ogni situazione, questo per l’uomo è il dovere. Adempiendo questo dovere l’uomo sicuramente esiste: esiste perché il divenire non lo estrania.

64 A.A Filosofia del diritto 2 Prof. Adriano Ballarini Questione della fattualità-2: l’oggetto del dovere- essere come aver da essere secondo il senso della garanzia che la fattualità non ha alcun valore Sul piano del dovere di non scostarsi mai dall’adempimento del compito di garantire, come unico essere nel quale si esiste, quell’essere che tiene al sicuro dal divenire, su questo piano, essere, per l’uomo, è un aver-da-essere che diviene realtà assolvendo il dovere di esistere secondo il senso di un essere non fattuale. Giudicata la fattualità una situazione invivibile perché estraniante, non c’è un essere dell’uomo che di per sé valga qualcosa. L’unico che ha valore è l’essere che l’uomo avrà se e quando avrà adempiuto il dovere di esistere nello spazio nel quale il divenire non ha potere.

65 A.A Filosofia del diritto 2 Prof. Adriano Ballarini Questione della fattualità-3: estraniazione, senso dell’essere, impero dei valori La conclusione, che la fattualità è per l’uomo una situazione estraniante, fonda l’impero di tutto ciò che è in grado di garantire all’uomo una condizione nella quale può sentirsi realmente esistente in quanto sicuro che non sarà costantemente messo in discussione dalla precaria occasionalità del divenire. Secondo questa successione, potrà imporsi sull’esistere con dominio assoluto tutto ciò che renderà l’esistenza una condizione del tutto prevedibile e certamente controllabile. E tutto, solo che riceva il rango di valore assoluto al quale va ricondotto il senso degli accadimenti, tutto è in grado di assolvere questo ruolo: etnia, religione, scienza, storia, natura, tradizione, società, istituzioni. L’impero della certezza è l’impero dei valori, di volta in volta fissati come assoluti al solo fine di avere, nel divenire, un punto fermo che valga come senso dell’essere.

66 Questione della fattualità-4: Nietzsche
A.A Filosofia del diritto 2 Prof. Adriano Ballarini Questione della fattualità-4: Nietzsche La politica del governo planetario di Nietzsche è un esempio paradigmatico di prassi dell’impero dei valori. B. Attraverso Nietzsche si comprende: a. il rapporto tra ontologia e fattualità; b. l’ontologia come teoria del dominio; c. l’ontologia come maniera di esistere. C. Con Nietzsche, il modo d’essere ontologico copre un campo che va, dal modo d’essere quotidiano fino alla ideologia totalitaria

67 A.A Filosofia del diritto 2 Prof. Adriano Ballarini L’identificazione del senso dell’esistere con la ripetizione di modelli pre-definiti, anonime rappresentazioni di valori posti come assoluti, è il carattere in presenza del quale, si è autorizzati a vedere nel quotidiano un modo d’essere che va qualificato come ontologico. Ripetendo il modello si attua il dovere di esistere in spazi nei quali il divenire non ha potere. Che ci sia un modello pre-definito da ripetere e che questa ripetizione dia senso all’esistere, ciò garantisce il controllo sull’esistenza. E’ all’opera, attraverso il modello, un assoggettamento dell’uomo e degli eventi ad una pre-comprensione di quale è lo spazio reale per esistere. L’assoggettamento è totale (destino della necessità) perché, trattando del modello, l’uomo tratta del suo stesso essere come esistente: sottrarsi al modello significa infatti entrare nello spazio della estraniante precaria occasionalità.

68 A.A Filosofia del diritto 2 Prof. Adriano Ballarini Ciò che il modello attua a livello dell’esistenza singola, l’ideologia totalitaria rende una necessità collettiva. Anche qui, ciò che si attua è una maniera di esistere che si dimostra ontologica. Il punto di partenza è sempre l’essere che si ritiene valga come spazio reale di esistenza. E’ di fatto già all’opera una pre-comprensione (idea) del senso di ciò che deve considerarsi essere. Questo essere assume il rango di valore primario, perché è rispetto ad esso che si decide dell’esistere. E’ un valore d’essere, il valore trattando il quale ne va per l’uomo del proprio essere un esistente. Posto questo valore, ciò che l’ideologia fa è istituzionalizzare il dovere di identificare l’esistenza con la rappresentazione di quel valore, così che essa sia certamente garantita quanto al suo aver senso. Attuandosi in questa direzione, l’ideologia è totalitaria in quanto, attraverso il proprio valore d’essere, fissa un modello di esistenza come l’unico modello ripetendo ed attuando il quale l’esistere ha senso.


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