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Tecniche di valutazione e programmazione urbanistica

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Presentazione sul tema: "Tecniche di valutazione e programmazione urbanistica"— Transcript della presentazione:

1 Tecniche di valutazione e programmazione urbanistica
IL PROGETTO URBANO CINQUE PRINCIPI PER IL PROGETTO URBANO: - Il progetto urbano non è né un grande progetto di architettura né un pano urbanistico operativo inteso in senso tradizionale - Non è neanche un territorio di frontiera fra urbanistica ed architettura, quanto lo strumento per affrontare il passaggio dalla modernità alla post modernità o dalla città moderna alla città contemporanea. - Uno strumento complesso per promuovere uno sviluppo sostenibile delle città di fronte alla sfida della competizione globale

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3 CINQUE PRINCIPI PER IL PROGETTO URBANO (Domenico Cecchini)
- Il progetto urbano non è né un grande progetto di architettura né un piano urbanistico operativo inteso in senso tradizionale - Non è neanche un territorio di frontiera fra urbanistica ed architettura, quanto lo strumento per affrontare il passaggio dalla modernità alla post modernità o dalla città moderna alla città contemporanea. - Il progetto urbano è uno strumento complesso per promuovere uno sviluppo sostenibile delle città di fronte alla sfida della competizione globale

4 Il progetto urbano nasce quando la grande crescita è dietro le spalle e bisogna affrontare i temi nuovi della trasformazione qualitativa, risolvere problemi spesso nati proprio dalla costruzione della città mediante piani attuativi separati, reti incomplete, spazi pubblici scarsi e trascurati. Quindi è destinato a realizzare un programma di interventi, per i quali deve garantire risorse e soggetti attuatori, capaci di completare e integrare reti e servizi, realizzare standard vecchi e nuovi, creare e dar forma a spazi e strutture di uso pubblico. Ciò che chiamiamo progetto urbano non può rinunciare ad applicarsi ad una porzione specifica e determinata della città o dell’agglomerazione; ad essere una risposta a domande locali ed occasioni trasformative reali che si riferiscono a luoghi specifici.

5 CINQUE PRINCIPI PER IL PROGETTO URBANO
1) Il principio di fattibilità tecnica, economica, finanziaria ma anche sociale, organizzativa e procedurale; 2) Il principio di integrazione degli interventi tra loro e con il più ampio contesto urbano; 3) Il principio di sostenibilità, affinchè ogni intervento contribuisca alla rigenerazione ecologica; 4) Il principio di durata in cui il tempo di attuazione costituisce una delle componenti fondamentali; 5) Il principio di condivisione e concertazione, che rende possibile la partecipazione dei residenti e degli operatori.

6 IL PRINCIPIO DI FATTIBILITA’
Il progetto urbano in quanto metodo e strumento per “promuovere lo sviluppo sostenibile” serve a realizzare un programma di interventi, un sistema articolato e integrato di operazioni trasformative: si basa quindi sul principio di fattibilità, da applicarsi ai singoli interventi ed al loro insieme. Gli studi di fattibilità, e le relative valutazioni, riguarderanno dunque anzitutto gli aspetti economico-finanziari del progetto urbano, ma non solo. Essi dovranno rivolgere non minore attenzione alle dimensioni tecniche degli interventi, ricorrendo a scenari progettuali in grado di confrontare soluzioni tipo morfologiche alternative per gli impianti edilizi e per gli spazi aperti. Oltre alle verifiche di fattibilità tecnica ed economico-finanziaria sono necessarie verifiche di fattibilità procedurale, organizzativa e sociale.

7 IL PRINCIPIO DI INTEGRAZIONE FUNZIONALE
L’effettivo innalzamento della qualità urbana richiede interventi che integrino, completino, accrescano le reti infrastrutturali e le attrezzature esistenti: in molti casi un progetto urbano nasce attorno ad azioni di ampliamento, ristrutturazione o integrazione di reti e attrezzature per la mobilità. Richiede interventi che migliorino i tessuti urbani per riusi, inserimenti limitati, puntuali e diffusi di servizi, spazi e luoghi di uso pubblico. Perciò esprime spesso il massimo di efficacia quando si rivolge ad aree dismesse, a spazi di risulta che la logica dei vecchi piani attuativi chiusi in perimetri rigidi, l’accumularsi di mancate soluzioni, di iniziative fermate a metà, di conflitti non risolti hanno depositato nel corpo della città consolidata e delle periferie metropolitane. Il piano attuativo tradizionale presuppone un perimetro univoco; il progetto urbano lo rifiuta e agisce per sistemi integrati di interventi.

8 IL PRINCIPIO DI SOSTENIBILITA’
La dimensione ambientale e gli obiettivi di rigenerazione ecologica della città contemporanea sono ormai parte rilevante dell’azione urbanistica. Da questo punto di vista il progetto urbano è occasione e strumento di concreta sperimentazione e di diffusione di tecniche innovative. Si ispira alla definizione classica di sostenibilità, secondo la quale ogni intervento di trasformazione deve contribuire al miglioramento delle componenti ecologiche fondamentali e alla riduzione dei livelli di inquinamento esistenti. Il progetto urbano valuta preventivamente gli effetti ambientali degli interventi previsti e definisce le azioni volte a garantire un bilancio ecologico positivo. Opera per ridurre gli impatti agendo anzitutto sulla mobilità e privilegiando i modi di trasporto meno inquinanti; sull’aumento dell’efficienza ecologica (risparmio energetico attivo e passivo, trattamento delle acque e dei rifiuti); del miglioramento generale della qualità ambientale (aree verdi, spazi pedonali).

9 IL PRINCIPIO DI DURATA Il tempo è un attore essenziale del progetto urbano: le trasformazioni che esso concepisce, progetta e realizza sono complesse, estese, articolate, e richiedono l’azione di soggetti diversi. Spesso la durata dell’intera realizzazione del progetto non è definibile preventivamente; nel suo corso sono necessarie modifiche, integrazioni, cambiamenti; gli attori possono mutare al mutare delle convenienze e delle domande. Il progetto urbano si gioca sulla durata. Perciò il tempo nel quale esso si forma e si realizza non è un “contenitore” ma un protagonista: pur individuando alcuni elementi strutturanti (trama infrastrutturale primaria, sistema degli spazi aperti, alcune regole formali, spaziali, ambientali) che restano piuttosto stabili nel tempo, è necessaria una metodica flessibilità delle specifiche soluzioni architettoniche, spaziali e funzionali per le quali occorre servirsi di simulazioni progettuali.

10 IL PRINCIPIO DI CONDIVISIONE E CONCERTAZIONE
Nessun progetto urbano è fattibile se non è condiviso dalla collettività locale (partecipazione) e fondato sulla cooperazione tra amministrazione e imprese (concertazione). L’attenzione del progetto alle forme di rappresentazione e di comunicazione è volta a rendere possibile questo tipo di condivisione, sostanzialmente processuale. Il progetto urbano agisce in contesti già insediati, nei quali spesso la frammentazione proprietaria è alta e sono sempre presenti numerosi portatori di interessi singoli o associati (stake holders) le cui voci possono essere dissonanti. Nella città che non si espande più, ma si trasforma “su se stessa” è questo un aspetto decisivo. Quanto alla concertazione tra i diversi soggetti pubblici e tra questi e i soggetti privati essa deve basarsi su regole certe e valide “erga omnes”, e sulla chiarezza e trasparenza delle valutazioni economico-finanziarie.

11 IL PROGETTO URBANO secondo P. INGALLINA
In modo abbastanza concordante con i cinque principi di D. Cecchini, Patrizia Ingallina individua tre fattori tematici nel progetto urbano: L’introduzione del tempo La multidisciplinarietà La partecipazione. Il suo saggio parte dall’esperienza francese del project urbain e fa riferimento alla procedura delle ZAC (Zone d’Amanegement Concerté) e alle SEM (Societé d’Economie Mixte) che dall’inizio degli anni ’70 hanno introdotto logiche di urbanistica operativa fortemente dominate dal mercato. Lo sviluppo successivo sarà poi influenzato dalle teorie italiane dei piani di recupero (Piano Cervellati per il centro storico di Bologna) in cui l’attenzione al recupero della forma urbana è connessa strettamente alla salvaguardia del tessuto sociale ed economico.

12 P. Ingallina analizza il progetto urbano sotto tre aspetti critici:
Nella dimensione del programma politico il progetto urbano tende a sovrapporsi con il piano strategico, ad indicare che il piano urbanistico, condizione preliminare per lo sviluppo economico, deve assumere un approccio concertativo, più democratico del piano imposto dall’alto. Nella dimensione economico-finanziaria del progetto urbano viene enfatizzato l’aspetto di promozione del “marketing urbano” per la sua capacità di creare un’efficace mix di funzioni e garantire vitalità. Nella dicotomia tra progetto architettonico ed urbanistico il progetto urbano costringe ad un ripensamento dell’urbanistica come pura gestione e dell’architettura come pura produzione artistica per una visione più matura da cui emerge la portata globale del progetto urbano


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