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a cura di Paola Barigelli-Calcari

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Presentazione sul tema: "a cura di Paola Barigelli-Calcari"— Transcript della presentazione:

1 a cura di Paola Barigelli-Calcari
VI secolo icona acheropita Monte Mario Roma Monastero S. Maria del Rosario clausura domenicane leggenda impallidisce durante i giorni della passione GP II 1986 e Benedetto XVI 24 giugno nel 2010 a cura di Paola Barigelli-Calcari

2 Meter Theon = Madre di Dio
L’iscrizione dell’icona non serve in verità a far riconoscere il personaggio ma a proclamare anche con la scrittura e la Parola, la verità di fede. Non si tratta cioè di una didascalia, ma di una homologia, ossia di una professione di fede attraverso la quale il credente proclama: Io credo che questa donna è la Madre di Dio ! Enkolpion arte bizantina metropolitan museum NY Antonio Bongiorno Ave mistico fiore Paoline 2011

3 1130 Madre di Dio di Vladimir Tret’jakov

4 Church-of-Panagia-Angeloktistos Kiti Cipro

5 Maria vergine, la quale all'annunzio dell'angelo accolse nel cuore e nel corpo il Verbo di Dio e portò la vita al mondo, è riconosciuta e onorata come vera madre di Dio e Redentore. Redenta in modo eminente in vista dei meriti del Figlio suo e a lui unita da uno stretto e indissolubile vincolo, è insignita del sommo ufficio e dignità di madre del Figlio di Dio, ed è perciò figlia prediletta del Padre e tempio dello Spirito Santo; per il quale dono di grazia eccezionale precede di gran lunga tutte le altre creature, celesti e terrestri (LG 53).

6 Non c’è nessun dogma mariologico: c’è un solo dogma cristiano, il cui oggetto è Dio Salvatore (Eb 11,6), cioè il Cristo. Maria si trova implicata nel Cristo, come parte integrante della salvezza in Gesù Cristo. Andrej Rublev XV sec. Salvatore,Tret'jakov Nota 5 Mariologia

7 Renè Laurentin solleva a questo riguardo il problema del linguaggio, in quanto ritiene l’espressione “dogma mariano”impropria: isola la Vergine Maria e rischia di tagliare i legami con Cristo e con la Chiesa; adoperarla significherebbe entrare, almeno formalmente e linguisticamente, nell’empasse di una mariologia chiusa in se stessa. XVI secolo The Andrei Rublev Museum of Early Russian Art, Moscow, Russia Eleusa

8 - per il suo contenuto, una verità rivelata;
Il dogma è: - per il suo contenuto, una verità rivelata; per la sua forma, una proposizione dottrinale; per la sua validità oggettiva, un enunciato infallibile di fede; per la sua pretesa soggettiva di validità, una norma che impegna, sul piano della coscienza, ogni fedele della Chiesa; - per il suo sviluppo, una precisazione che la Chiesa fa nel corso della sua storia e nel suo itinerario di fede “sotto” la Parola di Dio. XIV sec. Madre di Dio del Don, Novgorod, Tret'jakov S. Perrella

9 Per la tradizione cristiana, il grembo verginale di Maria, fecondato dal pneuma divino senza intervento umano (cf. Lc 1,34-35), è divenuto come il legno della croce (cf. Mc 15,39) o le bende della sepoltura (cf. Gv 20, 5-8), motivo e segno per riconoscere in Gesù di Nazaret il figlio di Dio. Seconda metà XII secolo; Verso: Adorazione della croce , Tret’Jakov Umberto Casale La maternità prodigiosa di Maria e l’escatologia nexus mysteriorum in Scritti teologici Effatà Torino p. 242

10 Se la fonte prima per incontrare la fede è certamente la Scrittura, tuttavia, la Paradosis Ecclesiae veicola al credente la vivente realtà del passato e istilla un habitus mentale che lo rende docile all’azione dello Spirito. XIII secolo Madre di Dio di Belozersk San Pietroburgo museo russo

11 L’ermeneutica oggi considera le difficili questioni del linguaggio usato e del momento storico nella formulazione del dogma. I teologi sostengono che, pur nella intangibilità dell'autentico contenuto di fede, esso è sempre suscettibile di diverse modalità di approccio e di una lettura sempre nuova, essendo il nocciolo dogmatico sempre nuovo e vitale, partecipando dell’evento-mistero dell’autocomunicazione dell’Unitrino. XII secolo Grande icona della madre di Dio della Tolga (Tolgskaja I) Tret’jakov Mosca

12 In tale contesto, è perciò valida la proposta di un'ermeneutica globale: fedeltà al passato, risposta al presente, cui deve seguire il momento della comprensione del passato e del presente nella prospettiva del futuro. Non quindi sola Scriptura, sola Traditio, o solum magisterium, ma nemmeno sola existentia o sola experientia. 1600 Perrella p. 3

13 Nella teologia ecumenica contemporanea si avverte l’esigenza di integrare ogni dogma nell’insieme di tutti i dogmi (prestando attenzione al principio della «gerarchia delle verità») e l’insieme dei dogmi nella totalità della dottrina e della vita ecclesiali (paradosis). Nello stesso tempo si ha la convinzione che «ogni dogma ecclesiastico non è mai soltanto conclusione di una discussione, ma sempre anche un nuovo inizio». W. KASPER, Dogma/Sviluppo dei dogmi, in P. EICHER (ED), Enciclopedia Teologica, Queriniana, Brescia 1989, p. 35 XV secolo Madre di Dio della tenerezza scuola di Pskov Tret’Jakov

14 La verità è sempre una e i diversi misteri hanno un nexus tra loro ma in riferimento a un princeps: Gesù Cristo Salvatore assoluto della storia umana. Mariologia 422 Seconda metà XII secolo Recto: Salvatore non fatto da mano d’uomo, Tret’jakov

15 Oggi si assiste ad una positiva riscoperta e rivalutazione del linguaggio simbolico come via feconda per accostarsi alla realtà trascendente. XIII Madre di Dio della tenerezza Cattedrale della dormizione del Cremlino di Mosca Umberto Casale La maternità prodigiosa di Maria e l’escatologia nexus mysteriorum in Scritti teologici Effatà Torino p. 242

16 In mariologia i simboli, i tipi, le figure, le icone teologiche che si riferiscono alla Madre del Signore, infatti, sono così numerose e diversificate, da far pensare a un ginepraio inestricabile, per cui diventa necessario apprendere l'alfabeto del linguaggio simbolico prima di intraprendere la lettura dei “testi mariani” (dogmatici, teologici, liturgici...) scritti con tale sistema linguistico. 1169 vergine segno The Museum of History and Architecture, Novgorod, Russia S. Perrella

17 1405 Andrej Rublev Annunciazione Cattedrale dell’annunciazione del Cremlino di Mosca

18 Il titolo Madre di Dio è strettamente unito al dogma cristologico più importante quello dell’unione ipostatica: nella persona (o nell’ipostasi) del Figlio di Dio sono unite la natura umana e la natura divina. Seconda metà del XII secolo Annunciazione di Ustjug, Tret’jakov

19 Per confutare le opinioni degli gnostici Apelle e Valentino che attribuivano a Cristo un “corpo celeste”, Cirillo di Gesulemme († 387) nelle Catechesi spiegò che l’umanazione di Cristo si attuò non in apparenza, né in immaginazione, ma in tutta verità. “Non passò per la Vergine come per un canale, ma veramente prese carne da lei e veramente fu nutrito da lei col latte, mangiando come noi, realmente e realmente come noi bevendo”. Angelos Akotantos, Virgin Cardiotissa, Byzantine and Christian Museum, Athen,Tempera and leaf on panel, 121 x 96,5 cm, Catechesi IV,9; TMPM I, 358

20 Perciò il simbolo di fede Costantinopolitano (381):
Et incarnatus est de Spiritu Sancto ex Maria virgine, et homo factus est e non dia (per) Fine del XIV secolo Madre di Dio Madre orante, Tret’jakov

21 Mentre gli alessandrini sono più disposti ad accettare Maria come Madre di Dio, gli antiochieni fanno fatica, perché tendono a distaccare il Figlio di Dio da Gesù Cristo, in cui il Figlio abita come in un tempio. Malgrado lo scetticismo dei teologi antiochieni, il titolo Theotókos alla fine del IV secolo è universalmente diffuso in Oriente. 1408 Bottega di Rublev Presentazione al tempio Museo russo San Pietroburgo Hauke,125

22 Quando Nestorio, patriarca di Costantinopoli dal 428, della scuola antiochena che non accettava l’unione ipostatica in Cristo (in cui l’unica persona è portatrice degli attributi divini e umani) propose per Maria il titolo Christotókos provocò la decisa reazione di Cirillo d’Alessandria. Andrej Ruble Salvatore tra le potenze Tret’Jakov

23 Non diciamo, infatti, che la natura dal Verbo si sia incarnata mutandosi, né che fu trasformata in un uomo, composto di anima e di corpo. Diciamo, piuttosto, che il Verbo, unendo a se stesso ipostaticamente una carne animata da un'anima razionale, si fece uomo in modo ineffabile e incomprensibile e si è chiamato figlio dell'uomo; non assunse la natura umana solo secondo la volontà e nemmeno assunse un’altra persona. Scuola di Mosca metà del XIV secolo Salvatore occhio ardente Cattedrale della dormizione del Cremlino Mosca

24 Sono diverse, cioè, le nature che si uniscono, ma uno solo è il Cristo e Figlio che risulta da esse; la differenza delle nature non è cancellata dall’unione, ma piuttosto la divinità e l'umanità formano per noi un solo Signore e Cristo e Figlio…; (Non dobbiamo pensare), infatti, che prima sia stato generato un uomo qualsiasi dalla santa Vergine, e che poi sia disceso in lui il Verbo: ma che, invece, unica realtà fin dal seno della madre, sia nato secondo la carne, accettando la nascita della propria carne. XIII Salvatore museo arti Jaroslavl Dalla seconda lettera di Cirillo a Nestorio che fa da base al Concilio di Efeso del 431

25 Theotókos significa letteralmente colei che ha generato Dio
Theotókos significa letteralmente colei che ha generato Dio. È chiaro che si tratta unicamente della generazione umana di Gesù, non della generazione eterna della Santissima Trinità. Da Maria il Verbo “è nato secondo la carne” (Gv 1,14) XIII inizio Desis (particolare) Tret’jakov Mosca

26 L’icona ha nella pietà e nella dottrina delle Chiese greco-slave un posto che non ha equivalenti in occidente. Nel II Concilio di Nicea (787) viene presentata la teologia delle immagini basata sui Padri cappadoci attraverso i dottori dell’epoca iconoclasta. Mentre l’Oriente cristiano gli ha riservato sempre un posto importante non è stato così nella Chiesa d’occidente. 1403 Teofane il greco scuola Trasfigurazione Tret'jakov

27 A partire dagli anni '30 del secolo XX si è manifestato in tutto il cristianesimo occidentale un interesse nuovo per la teologia e la liturgia bizantine . Da quegli anni infatti si cominciano ad avvertire nel mondo cattolico e protestante gli effetti della presenza a Parigi di un folto gruppo di teologi e pensatori russi ortodossi che, in parte raccolti attorno all'Istituto San Sergio, fanno conoscere alla teologia occidentale la ricchezza e la profondità dell'esperienza spirituale bizantina e della filosofia religiosa russa. 1405 Prochor di Gorodec Catt. Annunc. Cremlino Basilio Petrà , 603

28 Grazie a Pavel Evdokimov con una sua opera assai diffusa e suggestiva, La teologia della bellezza (1970). viene riscoperta l’icona bizantina. Il suo valore quasi sacramentale, il suo significato teologico, la sua qualità mistagogica convergono nel conferirle valore e dignità, anzi una certa quale superiorità sulla concezione occidentale dell'arte sacra. 1475 parte superiore porte regali Novgorod annunciazione

29 e ad una sua notevole eclisse nel linguaggio religioso.
Lo straordinario successo teologico - e spirituale - del termine icona ha portato ad una riduzione di significato del termine immagine, come se esso indicasse la rappresentazione puramente esteriore di una realtà, e ad una sua notevole eclisse nel linguaggio religioso. 1399 Protezione della Madre di Dio, museo storia e architettura Novgorod

30 Ha determinato però al tempo stesso un ampliamento considerevole del significato dell'icona che è andato oltre il riferimento alla sacra icona per esprimere da una parte l'immagine di valore genericamente religioso e dall'altra parte ogni tipo, di realtà nella quale si possa ritrovare una dialettica tra "visibile concretezza"' e "invisibile profondità" XIV museo arte antica russa Mosca

31 Abbiamo così due modalità teologico-spirituali di uso del termine icona, che sono diverse anche se in qualche misura sovrapposte: icona nel senso di icona sacra; icona nel senso di realtà visibile che rinvia ad un significato teologico salvifico generale. 1405 Prochor di Gorodec Catt. Annunc. Cremlino Basilio petrà 604

32 «Perciò del Dio invisibile non fare nessuna immagine, ma da quando tu vedi l'incorporeo divenuto uomo, fa l'immagine della forma umana; quando l'invisibile diventa visibile nella carne, dipingi la rassomiglianza dell'invisibile, quando ciò che non ha né quantità né misura né figura per l'eminenza della sua natura, quando colui che era in forma di Dio prende la forma di uno schiavo e per questa riduzione assume la quantità, la miseria e i caratteri del corpo, … (Giovanni Damasceno Discorsi sulle immaginiPG 94, 1328C-1329A: trad. Galignani). XV museo russo s. Pietroburgo

33 …disegna allora sulla tua tavola e proponi alla contemplazione colui che ha accettato di essere visto, esprimi la sua indicibile condiscendenza, la sua Nascita dalla Vergine, il Battesimo al Giordano, la Trasfigurazione sul Tabor, la Passione che dona l'impassibilità, i miracoli, le manifestazioni della sua natura e della sua operazione divina, compiute attraverso le operazioni della carne, la tomba salutare del Salvatore, l'Ascensione al cielo, illustra tutto ciò in parola e in pittura nei libri e sulle tavole di legno» (Giovanni Damasceno). (Giovanni Damasceno Discorsi sulle immagini PG 94, 1328C-1329A: trad. Galignani).

34 Secondo le parole del Damasceno «l'icona dunque è somiglianza, modello, rappresentazione che mostra attraverso sé colui di cui essa è immagine. L'icona però non è lo stesso prototipo» (PG 94, 1337B). La natura dell'icona è una natura "relativa", rinvia al prototipo, all'originale. Ad essa pertanto non va una latreia, ovvero un culto di adorazione che è proprio solo di Dio, ma una proskynèsis schētiché' o timētiké, una venerazione relativa che onora nell'icona l'originale. XV Madre di Dio di Jaroslavl' Tret'jakov

35 Una volta legittimata la possibilità delle icone di Cristo e della loro venerazione, è possibile legittimare quelle della Vergine e dei santi: «Noi facciamo la proskynesis innanzitutto di fronte a quelli nei quali Dio, il solo Santo, riposa: la santa Madre di Dio e tutti i santi. Per quanto è possibile essi sono simili a Dio, per la loro libera scelta, per l'inabitazione in essi di Dio e delle sue energie. Giustamente li si chiama dèi non per natura, ma per grazia» (PG 94, 1352) XII Madre di Dio di Vladimir di CostantinopoliTret'jakov Petrà 3

36 La prima caratteristica dell'icona si può definire epifanica, giacché manifesta l'invisibile agli occhi della carne. L'icona infatti cerca di rappresentare o, per meglio dire, di rendere visibile attraverso i mezzi tecnici e le materie proprie dell'arte pittorica la verità spirituale, il mondo come appare ai sensi spirituali. C'è infatti, al di là del cosmo visibile, il mondo che solo lo sguardo spirituale può cogliere, il mondo attraversato e trasfigurato dalla gloria di Dio. L'icona consente all'invisibile di farsi accessibile ad ogni uomo, anche se è privo di occhio spirituale. 1502 Dionisyius Museo russo s. Pietroburgo MdD Hodigitria Petrà 3

37 L’ immagine della Theotokos occupa il primo posto dopo quella di Cristo e le fa da pendant; si distingue dalle icone degli altri santi e degli angeli sia per la varietà dei tipi iconografici che per il loro numero e l'intensità della loro venerazione 1224 Madre di Dio Grande Panagia Tret'jakov

38 non facilita la classificazione tipologica
La varietà e il numero non facilita la classificazione tipologica delle sacre icone mariane. Petrà 4 1169 Vergine del segno The Museum of History and Architecture, Novgorod, Russia

39 Tuttavia, si può operare una generale distinzione tra le icone nelle quali la Madre di Dio è rappresentata in rapporto immediato o meno con i misteri della vita di Cristo e con le feste dell'anno liturgico, spesso basate sui vangeli apocrifi, e le icone che esprimono contenuti della fede, interpretazioni spirituali e in ogni caso contemplazioni del ruolo della Vergine Maria in rapporto al Cristo e alla Chiesa. Petrà 4 1514 Vladimir Cattedrale Assunzione Cremlino

40 “aveva un’intimità così profonda col suo Dio,
La Donna Maria “aveva un’intimità così profonda col suo Dio, che il suo Dio, nell’intimità che aveva a sua volta con lei, volle farsi uomo diventando carne della sua carne”. EDWARD H. SCHILLEBEECKX, Maria madre della redenzione, 45. XV secolo Madre di Dio della tenerezza Sergiev Posad monastero della Trinità di S. Sergio

41 La natura umana portava il Verbo,
ma era il Verbo che sosteneva la natura umana (IRENEO DI LIONE [† 202], Contro le eresie, lib. V, 19,1, in SC153, 248). Eleusa Novgorod Tretyakov

42 “E questa maternità di Maria perdura senza soste dal momento del
consenso. . . ” (CONCILIO ECUMENICO VATICANO II, Lumen Gentium n. 62, in EV 1/436); cf. GIOVANNI PAOLO II, Redemptoris mater n. 41, in EV 10/1386.

43 Maria ha espresso il suo consenso alla
richiesta di Dio, ha messo nel mondo l’Unigenito Figlio suo, l’ha accolto, curato ed educato. Con la sua premurosa maternità ha collaborato a sottrarre la vita di ogni vivente alla morte. XVI Intercessione The Karelian Fine Arts Museum, Petrozavodsk, Russia

44 In Maria, l’alfabeto della vita
Maria è la prima del lungo corteo di questa umanità incamminata, caduta ma incamminata, prodiga ma incamminata: in lei c’è l’alfabeto della vita. Nel patrimonio della prima cellula è già contenuto un progetto, l’energia e i codici perché la persona futura abbia tutta la sua bellezza e la sua potenzialità, e quelle caratteristiche che la faranno unica. Così Maria è come il DNA della Chiesa e di ogni discepolo, in lei la Chiesa si forma e si riforma su Maria. 1482 Dionisij Madre di Dio Odigitria Tret’Jakov

45 Se Maria è «icona del mistero», è ugualmente icona di ogni discepolo
Se Maria è «icona del mistero», è ugualmente icona di ogni discepolo. L’immagine del DNA può aiutarci a capire in che modo la presenza di Maria sia operante: non come un modello di riferimento passivo, non come una semplice intercessione misericordiosa, ma come forza di vita germinante.

46 La sua maternità non è conclusa, si occupa ancora e continuamente di noi, nell’oggi di Dio, ci guida dall’interno, sospingendoci al destino che è il suo. In un lavorio continuo, in una dinamica creativa, in una germinazione perenne, in analogia con l’invisibile e fortissimo lavoro che il patrimonio genetico della mia prima cellula continua a svolgere in me, nel mio organismo, nel mio crescere e maturare. La maternità di Maria è il diffondersi del patrimonio originario del credente autentico, da lei, prima cellula della Chiesa, a ogni cellula del corpo. La Chiesa infatti prolunga Maria, non Cristo. Cristo è il capo di questo corpo. XV Ascensione Tret'jakov scuola mosca Ermes Ronchi, Le case di Maria, Paoline Editoriale Libri, Milano 2006

47 “Il discorso di fede sulla Vergine Madre è tutto relazionale
“Il discorso di fede sulla Vergine Madre è tutto relazionale. Non si può parlare di Maria senza parlare del mistero del Verbo incarnato, e perciò della Trinità, dell’uomo e della Chiesa, della storia e soprattutto dell’escatologia” (UMBERTO CASALE, «La maternità verginale di Maria e l’escatologia. Nexus mysteriorum», inMARIA ICONA VIVA DELLA CHIESA FUTURA, 117). deposizione Sergiev Posad cattedrale della Triniyà monastero della Trinità San sergio

48 essere considerato un rapporto impersonale”
“La sua è dunque una maternità impegnata e significa ch’ella si occuperà maternamente dei suoi figli. Il vincolo oggettivo che lega la maternità divina alla nostra vita cristiana ha dunque, ancor prima che noi ne siamo consapevoli, da parte della Vergine, un carattere personalistico e non può essere considerato un rapporto impersonale” EDWARD H. SCHILLEBEECKX, Maria madre della redenzione, 109. 1405 Crocifissione Prochor di Gorodec catt. Annunc. Cremlino

49 “L’esistenza della Vergine–Madre è segno di tutti i misteri cristiani:
del mistero trinitario, per essere figlia eletta del Padre, madre santa del Figlio, sposa amorosa dello Spirito; del mistero dell’incarnazione, per la sua maternità divina; del mistero pasquale–pentecostale per il suo essere stata “socia del Salvatore” sotto la croce e compagna degli apostoli nel cenacolo; del mistero della Chiesa, per essere sua madre e suo modello; del mistero della fine, per essere già assunta nella gloria trinitaria” MICHELE GIULIO MASCIARELLI, «Il futuro, categoria determinante del presente ecclesiale, realizzato in Maria glorificata», 31). XII sec. Vergine orante Ravenna museo arcivescovile

50 La maternità iscritta nel corpo di ogni donna è il fondamento
della capacità femminile di “farsi spazio accogliente” per l’altro. Questa connotazione umana sessuata femminile è un dono speciale di Dio all’umanità. La donna che possiede una specificità biologica di un corpo capace di dare spazio ad un altro è cifra somigliante del mistero trinitario. MARIA TERESA SANTISO PORCILE, La donna spazio di salvezza: missione della donna nella Chiesa: una prospettiva antropologica, EDB, Bologna 1994, 91ss; cf. CETTINA MILITELLO, «L’assunzione»,

51 e che la maternità sviluppi ancora di più questa disposizione”
“Si ritiene comunemente che la donna più dell’uomo sia capace di attenzione verso la persona concreta e che la maternità sviluppi ancora di più questa disposizione” Mulieris dignitatem n 18 in EV 11/ 1290

52 “Assumere un’attitudine materna significa offrirsi come grembo che
accoglie e rigenera” [. . . ] “L’esperienza della maternità, non tanto in termini fisiologici, ma come fattivo orientamento di vita tradotto nell’accoglienza e nella creatività dell’amore, risulta a tal punto determinante soprattutto per la donna, che qualora venga disattesa o contraddetta provoca gravi squilibri dalle dolorose ripercussioni personali e sociali. Mentre è sintomatico notare che la maternità si dilata per così dire all’infinito nelle persone radicate in una verginità e in una sponsalità totalmente dedite alla causa del regno” (ANTONIO GENTILI, Se non diventerete come donne: simboli religiosi del femminile, Ancora, Milano 1987, ).

53 Ogni anima che crede, concepisce e genera il Verbo di Dio…
Se secondo la carne una sola è la madre di Cristo, secondo la fede tutte le anime generano Cristo quando accolgono la sua parola (S. Ambrogio)

54 Chi non crede che Gesù è Dio non può dire a Maria che è la Madre di Dio
Il fatto che Dio sia sceso dalla sua sovranità, incarnandosi nel grembo di Maria, è un invito per noi a scendere dalla nostra superbia, sia nei confronti di Dio, sia nei confronti degli uomini. Il grande peccato dell’orgoglio è sempre in agguato. Ogni giorno è un combattimento per restare a galla, per non essere schiacciato dall’altro, per primeggiare e prevalere sull’altro. Eleusa Novgorod Tret’jakov


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