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L’analisi di bilancio Classe V ITT a.s. 2009/2010.

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Presentazione sul tema: "L’analisi di bilancio Classe V ITT a.s. 2009/2010."— Transcript della presentazione:

1 L’analisi di bilancio Classe V ITT a.s. 2009/2010

2 Il bilancio Il bilancio è un documento informativo in quanto contiene informazioni sulla situazione patrimoniale (struttura del patrimonio distinto in attività e passività), economica (costi , ricavi e profitto) e finanziaria (fonti e impieghi) dell’azienda. Lo scopo dell’analisi di bilancio è proprio quello di derivare informazioni patrimoniali, economiche e finanziarie dal bilancio.

3 L’analisi di bilancio L’analisi di bilancio viene effettuata attraverso l’analisi per indici e per flussi Gli indici sono ottenuti rapportando le diverse voci inserite in bilancio. L’analisi per flussi analizza i movimenti finanziari (fonti e impieghi)

4 Stakeholders A chi servono queste informazioni?
Servono a tutti i soggetti che possiedono/sono portatori d’interesse in azienda: Stakeholders (dall’inglese to hold a stake) Gli stakeholders sono cioè i soggetti che hanno un interesse (diritto) in azienda e/o da cui dipende la sopravvivenza dell’azienda

5 Stakeholders Sono Stakeholders: Gli amministratori I soci
I fornitori/clienti I creditori I dipendenti Lo Stato e in generale, le istituzioni pubbliche La comunità in cui l’azienda opera

6 Lo scopo dell’analisi di bilancio
Patrimoniale Consiste nel analizzare la struttura del patrimonio e nel verificare la SOLIDITà dell’azienda Finanziaria Consiste nel valutare la Capacità dell’impresa di adempiere ai propri Impegni di spesa nel Breve periodo Economica Valuta la capacità dell’azienda di Produrre reddito 6

7 L’analisi finanziaria
Ha come obbiettivo quello di verificare la capacità dell’azienda di adempiere ai propri impegni di spesa nel breve periodo. Si tratta cioè di verificare l’esistenza dell’equilibrio finanziario. Si concentra sulla liquidità dell’azienda.

8 Lo Stato patrimoniale riclassificato
L’analisi finanziaria richiede di interpretare il patrimonio dell’azienda e più precisamente, i concetti di Attività e Passività. Dal punto di vista finanziario, le Passività non sono più considerate come elementi negativi del patrimonio ma come Fonti finanziarie. Esse infatti rappresentano i “modi” che l’azienda ha per reperire capitali finanziari (soldi) necessari per finanziare l’acquisto delle attività (ad esempio, un’azienda che deve acquistare un capannone può finanziare l’acquisto con le proprie risorse o indebitandosi).

9 Lo Stato patrimoniale riclassificato
Diverse sono le possibili classificazioni delle fonti: 1) Fonti proprie o autofinanziamento (=patrimonio netto) Fonti di terzi (debiti a breve e medio lungo termine) 2) Fonti consolidate: sono le fonti di cui posso disporre nel medio e lungo periodo (patrimonio netto e debiti a m/l termine) Fonti circolanti: sono le fonti di cui posso disporre solo nel breve periodo (debiti a breve).

10 Lo Stato patrimoniale riclassificato
Dal punto di vista finanziario le Attività non sono più considerate come elementi positivi del patrimonio ma come Impieghi o Investimenti in quanto rappresentano i possibili “modi” per utilizzare (investire, impiegare) le mie fonti (ad esempio, posso decidere di utilizzare il patrimonio netto per acquistare un nuovo capannone o per acquistare titoli o tenerlo in forma liquida sotto forma di Cassa o banca c/c).

11 Lo Stato patrimoniale riclassificato
Gli Impieghi si classificano in: Impieghi consolidati rappresentati dalle immobilizzazioni che hanno una durata superiore all’anno (richiedono tempo per essere trasformati in moneta) Impieghi circolanti rappresentati dall’attivo circolante che ha una durata inferiore all’anno (sono moneta o possono essere trasformati in moneta in tempi brevi).

12 Il Rendiconto finanziario
Per comprendere perché sia importante l’analisi finanziaria è utili costruire il Prospetto (o Rendiconto) Finanziario, costruito rielaborando lo Stato Patrimoniale secondo i criteri finanziari. Il rendiconto finanziario richiede di sostituire il termine attività con impieghi o investimenti e il termine passività con fonti. Impieghi e fonti devono essere classificati in due macroclassi: Consolidate: medio/lungo termine Circolanti: breve termine

13 Il rendiconto finanziario
Impieghi Fonti Consolidate: Immobilizzazioni Consolidate Patrimonio Netto Debiti a m/l termine (debiti per TFR+Debiti a m/l termine) Circolanti Attivo circolante (attivo circolante+ratei e risconti attivi +creditiv/soci) Debiti a breve (debiti a breve + ratei e risconti passivi + fondi rischi e oneri) Totale impieghi Totali fonti

14 Lo Stato patrimoniale riclassificato
Si noti come la definizione di Patrimonio netto come fonte finanziaria, permette di comprendere perché questa voce è posta nelle passività dello Stato Patrimoniale pur non essendo un elemento negativo del patrimonio. Ma le passività in realtà non sono altro che fonti finanziarie e quindi, nelle fonti, deve essere inserito anche il Patrimonio netto.

15 L’analisi finanziaria
L’equilibrio finanziario richiede che l’azienda abbia sufficiente liquidità per far fronte ai debiti a breve, cioè richiede che: Attivo circolante deve essere maggiore dei debiti a breve. Il patrimonio circolante netto =Attivo circolante-debiti a breve, deve essere quindi sempre positivo. Nel caso contrario l’azienda rischia l’insolvenza (cattiva gestione finanziaria)

16 L’analisi finanziaria
L’equilibrio finanziario richiede che non vi sia eccesso di liquidità. L’eccesso di liquidità si verifica quando l’azienda tiene troppa liquidità (es. troppi soldi in cassa e in banca). Sicuramente l’azienda è finanziariamente solida (non rischia l’insolvenza) ma non sta facendo fruttare il proprio denaro (è come quando i vostri bis-nonni tenevano i soldi sotto il materasso). Una parte di questa liquidità può infatti essere utilizzata per acquistare immobilizzazioni (es. nuovi impianti) che in futuro genereranno maggiori ricavi e quindi profitto. Di conseguenza il patrimonio netto circolante deve essere positivo ma non troppo elevato

17 L’analisi finanziaria
Analisi finanziaria per flussi Patrimonio netto circolante=attivo circolante-debiti a breve C’è equilibrio finanziario se il patrimonio circolante netto è positivo Analisi finanziaria per indici Indice di liquidità generale=Attivo circolante/debiti a breve C’è equilibrio finanziario se il rapporto è positivo

18 L’analisi finanziaria
Il valore che deve assumere l’indice di liquidità perché vi sia equilibrio finanziario dipende dalle aziende. In una a.d.v. così come in un tour operator non vi sono molte rimanenze. In questo caso l’indice deve essere compreso tra 1 e 1,5. In un albergo, dove le rimanenze possono essere consistenti, dovrà essere tra 1 e 2. Se l’indice è superiore ad 1,5 o 2 vi è eccesso di liquidità

19 L’analisi finanziaria
Per tenere conto delle rimanenze spesso è preferibile calcolare: Margine di tesoreria=(Attivo circolante-rimanenze)-debiti a breve Indice di liquidità secondaria=(attivo circolante-rimanenze)/debiti a breve Questo indice deve essere sempre compreso tra 1 e 1,5. Nelle a.d.v. dove non vi sono rimanenze, i due indici coincidono.

20 L’analisi finanziaria
La capacità dell’azienda di essere solvibile nel breve periodo, dipende anche dai tempi in cui le materie prime, i semilavorati e i prodotti finiti rimangono nel magazzino, dai tempi di riscossione dei crediti commerciali e di pagamento dei debiti ai fornitori. Es.

21 E’ importante che la somma del tempo medio del magazzino e di incasso dei crediti sia inferiore a quello di pagamento dei debiti. In questo caso l’azienda può utilizzare i ricavi della vendita per pagare i fornitori. Nel caso contrario, essa si trova invece a dover pagare i fornitori prima di avere incassato dai clienti, con un conseguente rischio di illiquidità. Tempo medio giacenza scorte + Tempo medio incasso crediti - Tempo medio pagamento debiti DURATA DEL CICLO DEL CIRCOLANTE =

22 L’analisi finanziaria
N. B: L’equilibrio patrimoniale richiede che le attività siano maggiori delle passività; nel caso contrario l’azienda non è in grado di far fronte con le proprie attività ai debiti (passività). Si tratta in questo caso di un rischio di insolvenza grave perché difficilmente le aziende con squilibrio patrimoniale riescono a sopravvivere (rischio di fallimento). Anche una cattiva gestione finanziaria che determina squilibrio finanziario può determinare il rischio di insolvenza. Si tratta però di una situazione meno grave rispetto allo squilibrio patrimoniale perché l’azienda ha comunque attività maggiori delle passività.

23 L’analisi patrimoniale
Consiste nel analizzare la struttura del patrimonio e nel verificare la SOLIDITA’ dell’azienda, intesa come capacità di far fronte ai propri impegni di spesa nel medio/lunfo termine. L’azienda è solida se esiste equilibrio patrimoniale.

24 L’analisi patrimoniale
L’analisi patrimoniale esamina la struttura del patrimonio. In questo caso sono utili gli indici espressi in termini percentuali. La composizione degli impieghi (attività): Indice di rigidità degli investimenti: (immobilizzazioni/totale attività)*100 Indica la percentuale di immobilizzazioni sul totale delle attività. Ad es 70% significa che le immobilizzazioni rappresentano il 70% di tutte le attività. Per contro, l’attivo circolante sarà il 30% delle attività. Nelle a.d.v., dove prevale l’attivo circolante, deve essere basso (tra 10 e 30%). Al contrario, negli alberghi, dove prevalgono le immobilizzazioni, è elevato (tra 60 e 80%).

25 L’analisi patrimoniale
Indice di elasticità degli investimenti=(attivo circolante/totale attività)*100 Rappresenta la percentuale di attività circolanti sul totale delle attività. Si ottiene anche sottraendo da 100 il valore dell’indice di rigidità degli investimenti.

26 L’analisi patrimoniale
2 la composizione delle fonti Incidenza del patrimonio netto=patrimonio netto/totale degli impieghi * 100(autonomia) Indica la percentuale delle attività acquistate con il proprio patrimonio. Quando questa percentuale è inferiore al 30%, c’è un pericoloso ricorso al debito. Incidenza dei debiti a breve=debiti a breve/totale impieghi*100 Incidenza dei debiti a m/lungo termine=debiti a m/lungo termine/totale impieghi*100

27 L’analisi patrimoniale
Importante nell’analizzare la struttura delle fonti è il grado di capitalizzazione che indica il rapporto tra le fonti proprie (patrimonio netto) e i debiti: Grado di capitalizzazione=Patrimonio netto/debiti SE =1 significa che PN=debiti cioè l’incidenza del patrimonio netto risulta del 50% Più alto è il grado di capitalizzazione, minore è il ricorso al debito e quindi più solida è l’azienda. Se =0,5 o minore allora c’è un pericoloso ricorso al debito.

28 L’analisi patrimoniale
E’ importante che l’azienda presenti un corretto grado di capitalizzazione: possedere un corretto rapporto tra patrimonio netto e debiti. Il fatto che l’azienda abbia molti/debiti di per sé non è né positivo né negativo. Per dare un giudizio si deve infatti verificare se all’azienda conviene indebitarsi. La verifica richiede il calcolo di altri due indici (ROI e il costo del debito) descritti nell’analisi economica. Se all’azienda conviene indebitarsi allora il fatto che il valore dell’indebitamento è elevato è positivo.

29 L’analisi economica Ha lo scopo di verificare l’esistenza dell’equilibrio economico e la redditività dell’azienda ovvero la capacità dell’azienda di produrre profitto. L’equilibrio economico richiede ricavi superiori ai costi e cioè un utile d’esercizio. E’ però opportuno non fermarsi all’utile totale ma, come è possibile osservare nel conto economico a scalare, analizzare anche i profitti “parziali”. Ad esempio il reddito operativo che rappresenta il profitto della gestione tipica.

30 L’analisi economica Una volta verificata l’esistenza di equilibrio economico, i profitti parziali e individuati i costi e ricavi che maggiormente influenzano il profitto finale, si effettua un’analisi sulla redditività dell’azienda, affrontata da diversi punti di vista. Ciò richiede l’utilizzo di indici economici:

31 L’analisi economica ROE (return on equities)=(utile d’esercizio/capitale proprio)x100 N.B spesso viene utilizzato anche il patrimonio netto al posto del capitale proprio N.B. nel caso di società si sommano le riserve con il capitale sociale Si tratta di una percentuale che indica quanto ha reso il capitale che l’imprenditore o i soci hanno investito nell’azienda. Facciamo un esempio: l’imprenditore possiede euro. Ha due possibilità: la prima, investire il capitale in azienda (apporta capitale che diviene capitale proprio) o, la seconda, acquistare titoli. Il rendimento dei titoli è 5%. Se il profitto è di 1000 il ROE è del 10%. Ciò significa che il capitale investito in azienda ha fruttato un guadagno del 10%, superiore a quello del mercato. L’imprenditore ha fatto la scelta giusta.

32 L’analisi economica Il giudizio sul valore del ROE dipende quindi dal rendimento degli altri investimenti alternativi. Inoltre il ROE va confrontato con quello delle altre imprese concorrenti e negli anni. Ad esempio se il ROE nel 2005 è stato del 12% e quello del 2006 del 8% (si tratta in entrambi i casi di valori elevati) si osserva un peggioramento. In questo caso chi effettua l’analisi di bilancio deve cercare di comprendere le cause che hanno provocato una riduzione della redditività del capitale proprio.

33 L’analisi economica ROI(return on investiment)=( reddito operativo /totale attività)x100 Il ROI è un altro indice importante di redditività. ROI infatti indica quanto rendono le mie attività ovvero la capacita delle attività di produrre profitto. Si noti come al numeratore non c’è il profitto totale ma il reddito operativo perché ciò che importante è che le mie attività siano in grado di generare un utile dalla gestione tipica. Anche il ROI deve essere confrontato con il valore delle altre aziende concorrenti e nel tempo.

34 L’analisi economica IL ROI è importante anche per verificare la convenienza ad indebitarsi. Convenienza ad indebitarsi: Regola: un’azienda ha convenienza ad indebitarsi quando l’attività che acquista con il prestito genera un rendimento (un profitto) superiore al costo del debito. Il rendimento dell’attività è il ROI. Il costo del debito è il tasso d’interesse. Se: ROI>tasso d’interesse Allora è bene che l’azienda finanzi le proprie attività indebitandosi. In questo caso, se l’indice di indebitamento è elevato, il giudizio è positivo. Nel caso in cui non fosse possibile conoscere il tasso d’interesse, è possibile calcolare il : tasso medio di interesse sui debiti=(interssi passivi/totale debiti)x100


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