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Necton (dal dio Nettuno)

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Presentazione sul tema: "Necton (dal dio Nettuno)"— Transcript della presentazione:

1 Necton (dal dio Nettuno)
l’insieme delle specie marine in grado di compiere movimenti indipendenti dai movimenti delle masse d’acqua e in particolare ampi spostamenti orizzontali. La forma del corpo è idrodinamica. Alcuni di essi hanno sviluppato un adattamento cromatico all’ambiente: dorso del corpo scuro e ventre chiaro. E’ questa una forma di mimetismo per sfuggire ai predatori: se visti da sopra appaiono scuri come il fondo del mare, argentati come la superficie dell’acqua se osservati da sotto.

2 Il necton è costituito da quegli animali forti nuotatori capaci di muoversi liberamente con i propri mezzi nell'ambiente acquatico. Il necton abbraccia al suo interno i seguenti gruppi di animali marini: pesci, cefalopodi, tartarughe e cetacei, che vivono in mare aperto. Gli organismi nectonici occupano i livelli superiori della piramide alimentare, svolgendo così il ruolo di consumatori Gli animali del necton trascorrono il loro intero ciclo vitale nel mare, avendo esigenze biologiche diverse in base alla salinità, alle condizioni trofiche ed all’ossigeno. Gli animali del necton, in particolare pesci e cefalopodi,  rappresentano una risorsa fondamentale della nostra alimentazione. L'attività della pesca viene infatti praticata dall'uomo fin dai tempi più antichi. 

3 epipelagiche 0-200m piattaforma mesopelagiche 200-600m
Le specie che compongono il necton possono essere divise in pelagiche e demersali: pelagiche epipelagiche 0-200m piattaforma mesopelagiche m batipelagiche m abissopelagiche >4000m fossa demersali (“bentoniche”) nectobentoniche con relazioni ecologiche con il fondo bentonectoniche in contatto quasi permanente con il fondo scarpata-piattaforma abissale pelagiche demersali bentoniche

4 platessa (aringhe, sardine) (merluzzo, nasello) eglefino
i giovani naselli conducono una vita pelagica predando soprattutto crostacei. Con la crescita migrano in profondità e cambiano alimentazione, pesci e cefalopodi entrano a far parte della loro dieta; I naselli vengono denominati merluzzi, da non confondere con i merluzzi del mar del Nord venduto di solito essiccato con il nome di baccalà o stoccafisso. platessa

5

6 Missine e lamprede

7 Non hanno squame, ne pinne. Si nutrono di carogne

8 Pesci cartilaginei (Condroitti)
I Condroitti hanno scheletro cartilagineo e si riconoscono per le fessure branchiali scoperte e per la bocca che si apre ventralmente. Diversità: Raiformi, dal corpo appiattito, adattate ad una vita sul fondo (33 sp.) si muovono lentamente Squaliformi, ottimi e veloci nuotatori ben modellati da un punto di vista idrodinamico (35 sp.). Lo squalo balena ed elefante si nutrono di plancton

9 Condroitti Mancano di vescica natatoria e quindi devono lottare contro la gravità e la tendenza alla caduta Pinne pettorali e ventrali rigide verso il basso e inclinate in fuori per dare sostegno Pinna caudale fornisce la spinta propulsiva Pinna dorsale stabilizzatrice del movimento Pelle rivestita di scaglie o dentelli cutanei di dentina, zigrino Vista scarsa Olfatto molto sviluppato Organi di senso cutanei e linea laterale Cloaca

10 Condroitti Alimentazione è varia: filtratori planctofagi, predatori, masticatori, trituratori Molto adattabili: eurialini, euritermi, sopportano elevate pressioni Apparato boccale vario, da numerosi piccoli e grandi denti a placche dentarie Scosse elettriche attraverso placche dorsali (Torpedini), uno dei meccanismi di predazione Intestino a spirale per un passaggio lento che favorisce l’assorbimento dei nutrienti Si accrescono lentamente e vivono a lungo. Riproduzione, si ha sempre un profondo legame con la genitrice, ogni uovo contiene un solo embrione e non vi sono stadi larvali Vivipare: embrioni collegati al corpo materno da rivestimento placentare Ovovivipare: uova fecondate all'interno del corpo e partoriscono la prole già libera dall'uovo. Gli embrioni traggono nutrimento dall’uovo e protezione dalla madre. Ovipare: uova rivestite da guscio, bentoniche. Il Gattuccio

11 organi sensoriali degli squali
Vista: gli occhi di solito sono piuttosto grandi, con il foro della pupilla che può restringersi o allargarsi per lasciare entrare più o meno luce (e in certi squali, come i gattucci, la pupilla è verticale, come nei gatti). Hanno una buona capacità di vedere anche se l'acqua è torbida o se c'è poca luce. Hanno una buona vista anche di notte o in profondità poiché il fondo dei loro occhi è rivestito di "specchi“, tapetum lucidum, che riflettono la scarsa luce delle profondità marine, amplificandola. Hanno 3 palpebre. La terza palpebra, che si chiama membrana nittitante, è bianca e può essere distesa a ricoprire completamente gli occhi, proteggendoli nelle situazioni pericolose.

12 udito: sensibile a vibrazioni di bassa frequenza, come quelle emesse in natura da un pesce ferito o dai movimenti disordinati di animali in difficoltà. Subito sotto la pelle c'è l'orecchio interno, che ha una struttura molto simile a quello dell'uomo, rileva suono, accelerazione e gravità. Olfatto: molto sviluppato (nel cervello degli squali i lobi olfattivi sono molto grandi) e le narici servono solo a captare gli odori, mentre non sono utilizzate per la respirazione. L'acqua che entra nelle narici percorre un cammino obbligato passando su speciali cellule, che analizzano la presenza di sostanze odorose. Gli squali possono riconoscere la presenza di sostanze alimentari anche molto diluite, come 1 grammo di pesce in una tonnellata d'acqua, o una gocciolina di sangue in mille litri . Come fanno a localizzare la fonte dell'odore? Per riuscire a capire da quale direzione proviene l'odore, il cervello degli squali confronta le informazioni fornite dalla narice destra con quelle fornite dalla narice sinistra. Per "elaborare i dati" nel modo migliore gli squali nuotano a zig-zag risalendo la corrente odorosa emanata dalla preda. In alcune specie, come gli squali martello, questo nuoto sinuoso è particolarmente evidente perché le narici, situate alle estremità laterali del capo, sono molto distanti tra loro.

13 senso elettrico-magnetico:
Sul muso degli squali si vedono tanti forellini, distribuiti intorno alla bocca, alle narici, agli occhi e sopra il capo. Questi pori sono le aperture dei canali della linea laterale e delle ampolle del Lorenzini; l'insieme di questi organi dà la sensibilità elettro-magnetica. Poiché tutti gli animali marini producono campi elettrici, gli squali possono individuare le prede anche quando non le vedono. Serve anche per il riconoscimento intra-specifico e probabilmente è utilizzato durante le lunghe migrazioni transoceaniche, poiché lo squalo "sente" e utilizza il campo magnetico terrestre per orientarsi, proprio come se possedesse una bussola. La sensibilità elettrica degli squali è la più acuta sinora conosciuta nel regno animale: il palombo è in grado di riconoscere un cambiamento di direzione dell'intensità di 5 miliardesimi di volt per centimetro!

14 Linea laterale: è un organo di senso caratteristico dei pesci, costituito da un canale orientato longitudinalmente lungo il corpo, e comunicante con l'esterno mediante una serie di pori. Attraverso questi ultimi l’acqua trasmette vibrazioni che, trasformate in impulsi sensoriali dal nervo laterale, raggiungono il cervello dando al pesce la sensazione del movimento relativo dell'acqua rispetto al corpo. Quest'organo è composto da una serie di canalini, disposti lungo i fianchi, contenenti cellule sensoriali che percepiscono ogni minimo movimento dell'acqua intorno al corpo (quindi ha una funzione paragonabile al nostro tatto). L'acqua intorno a uno squalo (o un altro pesce) si muove quando un oggetto o un altro animale si avvicina o si allontana, oppure quando è lo squalo che si avvicina o si allontana rispetto a un oggetto o a un altro animale. (Non dimentichiamo inoltre che è l'acqua stessa che conduce le vibrazioni prodotte dal suono; ossia un "rumore" consiste comunque in uno spostamento d'acqua). Udito e linea laterale sono collegati tra loro? Sì, e molto strettamente: infatti l'organo dell'udito e quello della linea laterale sono innervati dallo stesso nervo e forniscono informazioni coordinate. E' un po' come quando noi utilizziamo insieme il tatto e l'udito, per esempio quando, sporgendoci dal finestrino di un'auto in movimento, riusciamo a sentire la pressione del vento sulla pelle e il suo sibilo nell'orecchio).

15 Pesci ossei: Osteitti (gr. Osteon <<osso>>; icqu <<pesce>>) Hanno avuto una grande radiazione evolutiva e adattativa Fessure branchiali coperte da opercolo e bocca terminale Strutture ossee rigide che danno abilità di movimento Struttura muscolare a segmenti supportati da base ossea Vescica natatoria Cuore ossigenato da branchie Pinne Impari: caudale (propulsione), anale e dorsale (mantengono l’asse) Pari: pettorali e pelviche (piccoli spostamenti e cambi di direzione) Pelle contenenti squame (ctenoidi o cicloidi) e ricca di ghiandole che secernono un muco protettivo e ctenofori che danno la colorazione. Specie abisali posseggono organi luminosi o fotofori.

16 Pesci ossei: Osteitti Organi di senso: Vista e olfatto
Otoliti, concrezioni calcaree dell’orecchio interno, danno il senso della verticalità. Hanno accrescimento legato al metabolismo in presenza di escursioni termiche (età) Linea laterale, percepisce le variazioni di pressione (perturbazioni acqua e profondità) Riproduzione: Sessi separati ma anche ermafroditi, proteroginici e proterandi Fecondazione esterna Uova planctoniche Stadi larvali e giovanili con metamorfosi Maturità sessuale annuale Emissione di un grande quantitativo di uova

17 Tante forme, tanti adattamenti morfologici:

18 Strategie adattative: I pesci
La morfologia dei pesci è evoluta per permettere loro di muoversi nell’acqua facilmente. Il corpo dei pesci deve superare tre tipi di resistenza: superficie forma turbolenza

19 Strategie adattative: I pesci
Resistenza superficiale: attrito tra il corpo e il fluido che lo circonda. Minore la superficie del corpo, minore l’attrito. La sfera ha la minor superficie per un dato volume. La sfera è la forma migliore per ridurre l’attrito. La forma dei pesci però non è sferica…..

20 Strategie adattative: I pesci
Resistenza dovuto alla forma: proporzionale all’area della sezione trasversale di un corpo. più è larga l’area della sezione trasversale, più acqua è necessaria da allontanare La forma migliore per muoversi nell’acqua e quella sottile, come una penna. Ma non tutti i pesci hanno la forma di una penna…..

21 Strategie adattative: I pesci
turbolenza: attrito derivante dai vortici d’acqua che si formano dietro un corpo in movimento in un fluido. è ridotta se il corpo ha una forma di una torpedine. La torpedine sposta l’acqua con il minimo disturbo. Quale è il pesce più adattato per nuotare ad alte velocità per lunghi periodi di tempo?

22 Strategie adattative: I pesci
Il tonno!!!

23 Strategie adattative: rapporto d’aspetto
La velocità di un pesce dipende dalla forma della pinna caudale: Aspect ratio, AR = (Caudal Fin Height)2/Caudal Fin Area Movimenti veloci della pinna Veloce navigatore

24 Classificazione dei pesci in base alla loro locomozione

25 Pesci ossei: Osteitti il Branco
Il branco è un insieme di pesci che unendosi hanno una serie di vantaggi e scopi Difesa dalla predazione/predazione Migrazioni: ogni movimento che abbia caratteristiche di regolarità nel tempo o con fase biologica Oceanodromi: movimenti interni alle acque marine (riproduttive, nictemerali) Potadromi: movimenti interni alle acque dolci Diadromi Anadromi, dal mare alle acque dolci Catadromi,dalle acque dolci al mare Anfidromi, mare-dolci-mare o viceversa, es. salmoni, cefali, spigole, orate

26 fase pelagica dispersiva
Due esempi… TRIGLIA fase pelagica dispersiva giovanili agosto-settembre uova e larve area di riproduzione maggio-giugno

27 CEFALI, SPIGOLE, ORATE adulti mare uova e larve laguna giovanili

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31 (focena o marsuino) (trichechi)

32 Cetacei respirano attraverso degli sfiatatoi situati sulla parte superiore della testa in modo che l'animale possa rimanere quasi completamente sommerso durante la respirazione. Le balene hanno due sfiatatoi, mentre gli odontoceti ne hanno uno solo. Nell'espirazione emettono un getto composto di vapore ed aria e se si è nella posizione corretta è possibile stabilire la razza dell'esemplare osservando la forma assunta da tale getto. I Cetacei hanno un apparato respiratorio unico che gli permette di rimanere sott'acqua per periodi di tempo molto lunghi senza dover riemergere per approvvigionarsi di ossigeno. Alcune specie, quale il capodoglio, possono rimanere sott'acqua fino a due ore con una sola ispirazione d'aria. capodoglio

33 megattere

34 (ali natatorie)

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