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traiettorie di operatività

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Presentazione sul tema: "traiettorie di operatività"— Transcript della presentazione:

1 traiettorie di operatività
BES e DSA: traiettorie di operatività “La prima cosa richiesta ad un insegnante è che abbia la giusta disposizione per il suo compito”. Maria Montessori  Ph.D. Alessandro Ciasullo

2 La Legge 517/77: “ (…) la scuola attua forme di integrazione a favore degli alunni portatori di handicap con la prestazione di insegnanti specializzati (…). Devono inoltre essere assicurati la necessaria integrazione specialistica, il servizio socio-psicopedagogico e forme particolari di sostegno(…). Ph.D. Alessandro Ciasullo

3 - La Direttiva Ministeriale 27/12/2012
La Legge 517/77: inclusione Integrazione - La Legge 170/10: DSA La Legge 104/92 - La Direttiva Ministeriale 27/12/2012 BES Ph.D. Alessandro Ciasullo

4 Integrazione dei portatori di handicap attraverso:
La Legge 104/92: Integrazione dei portatori di handicap attraverso: Certificazione medica Ph.D. Alessandro Ciasullo

5 Diagnosi funzionale "Per diagnosi funzionale si intende la descrizione analitica della compromissione funzionale dello stato psico-fisico dell'alunno in situazione di handicap" (D.P.R ). Cosa contiene La D.F. è strutturata per AREE: a) cognitiva e dell’apprendimento; b) comunicazione; c) relazionale; d) sensoriale; e) motorio-prassica; f) autonomia personale; g) aree di vita principale (autonomia sociale). Ph.D. Alessandro Ciasullo

6 Profilo dinamico funzionale
"indica le caratteristiche fisiche, psichiche, sociali ed affettive dell'alunno e pone in rilievo sia le difficoltà di apprendimento conseguenti alla situazione di handicap, con relative possibilità di recupero, sia le capacità possedute che devono essere sostenute, sollecitate progressivamente, rafforzate e sviluppate nel rispetto delle scelte culturali della persona handicappata" (D.L. 297/94). Descrive "in modo analitico i possibili livelli di risposta dell'alunno in situazione di handicap riferiti alle relazioni in atto e a quelle programmabili" ( D.P.R ). Ph.D. Alessandro Ciasullo

7 dell'art.12 della Legge 104/92. (D.P.R. 24/2/1994.-art.5)
PEI (Piano Educativo Individualizzato) interventi integrati ed equilibrati per l'alunno con disabilità, per un determinato periodo di tempo, ai fini della realizzazione del diritto all'educazione e all'istruzione, di cui ai primi quattro commi dell'art.12 della Legge 104/92. (D.P.R. 24/2/1994.-art.5) “redatto congiuntamente dagli operatori dell'U.L.S.S., compresi gli operatori addetti all’assistenza, dagli insegnanti curricolari e di sostegno e, qualora presente, dall' operatore psicopedagogico, con la collaborazione della famiglia” DOCENTE DI SOSTEGNO Ph.D. Alessandro Ciasullo

8 - La Legge 170/10: DSA e BES Norme in materia di disturbi
specifici di apprendimento in ambito scolastico. Decreto Ministeriale n.5669 del Articolo 5 - Interventi didattici individualizzati e personalizzati La scuola garantisce ed esplicita, nei confronti di alunni e studenti con DSA, interventi didattici individualizzati e personalizzati, anche attraverso Ia redazione di un Piano didattico personalizzato, con l’indicazione degli strumenti compensativi e delle misure dispensative adottate. Ph.D. Alessandro Ciasullo

9 DISTURBI SPECIFICI DELL’APPRENDIMENTO
ANALISI DELLE CAUSE; SONO SETTORIALI; ASSENZA DI DEFICIT COGNITIVI GENERALI; RICHIEDONO DIAGNOSI; INNATO; RESISTENTE ALL’INTERVENTO; RESISTENTE ALL’AUTOMATIZZAZIONE. DISTURBI SPECIFICI: • DISLESSIA • DISGRAFIA • DISORTOGRAFIA • DISCALCULIA Ph.D. Alessandro Ciasullo

10 DISTURBI A-SPECIFICI DELL’APPRENDIMENTO
• DISABILITA’ NEUROLOGICA; • RITARDO MENTALE; • DISABILITA’ SENSORIALE; • CONDIZIONI AMBIENTALI SFAVOREVOLI; PROBLEMI PSICOLOGICI Ph.D. Alessandro Ciasullo

11 DIFFICOLTA’ DI APPRENDIMENTO
SI RIFERISCE: • AD UNA PRESTAZIONE; • LO RISCONTRA CHI VERIFICA UNA PRESTAZIONE; • NON HA BASI INNATE; • E’ MODIFICABILE; Può AVERE UN’AUTOMATIZZAZIONE. Ph.D. Alessandro Ciasullo

12 PDP (piano didattico personalizzato)
Linee guida del Decreto Strumenti compensativi e misure dispensative da alcune prestazioni non essenziali che, a causa del disturbo, risultano particolarmente difficoltose e che non migliorano l’apprendimento. PDP (piano didattico personalizzato)

13 STRUMENTI COMPENSATIVI STRUMENTI DISPENSATIVI
computer: + controllo sintattico + controllo ortografico + sintesi vocale tabella dei mesi, tabella dell’alfabeto e dei vari caratteri tabella delle misure, tabella delle formule geometriche tavola pitagorica tavole di sviluppo mnemonico calcolatrice audio registratore o lettore MP3 (con cuffia) cassette registrate vocabolario multimediale enciclopedia informatica multimediale su CD ROM libro parlato (centri) testi ridotti con audio Scanner e internet STRUMENTI DISPENSATIVI lettura a voce alta scrittura veloce sotto dettatura uso del vocabolario uso mnemonico delle tabelline dispensa, ove necessario, dallo studio delle lingue in forma scritta programmazione di tempi più lunghi per prove scritte e studio domestico organizzazione interrogazioni programmate valutazione delle prove scritte ed orali che tengano conto del contenuto e non della forma.

14 La direttiva comprende: Direttiva ministeriale del 27 dicembre 2012
La Direttiva sui BES del 27/12/2012 è stata successivamente integrata da circolari, note interpretative a cura del MIUR. I principi alla base dell’inclusione in Italia; il concetto di Bisogni Educativi Speciali, sottolineandone l’ampiezza, approfondendo il tema degli alunni con disturbi specifici; con disturbo dell’attenzione e dell’iperattività; con funzionamento cognitivo limite; l’organizzazione territoriale per l’inclusione scolastica declinata attraverso la rete nazionale dei Centri territoriali di supporto e con l’attività dell’èquipe di docenti specializzati – curricolari e di sostegno; la formazione, evidenziando l’impegno del MIUR e delle Università nella fattiva attivazione di master e corsi di formazione professionale rivolti al personale della scuola; La direttiva comprende:

15 BES Dalla normativa. “In ogni classe ci sono alunni che presentano una richiesta di speciale attenzione per una varietà di ragioni: svantaggio sociale e culturale, disturbi specifici di apprendimento e/o disturbi evolutivi specifici, difficoltà derivanti dalla non conoscenza della cultura e della lingua italiana perché appartenenti a culture diverse. Nel variegato panorama delle nostre scuole la complessità delle classi diviene sempre più evidente. Quest’area dello svantaggio scolastico viene indicata come area dei Bisogni educativi speciali. Vi sono comprese tre grandi sotto-categorie: quella della disabilità, quella dei disturbi evolutivi specifici e quella dello svantaggio socio-economico, linguistico, culturale.

16 Alunni con Dsa e disturbi evolutivi specifici;
Circolare ministeriale prot. 561 n. 8, 6 marzo Direttiva ministeriale 27 dicembre: “Strumenti d’intervento per alunni con bisogni educativi speciali e organizzazione territoriale per l’inclusione scolastica” Indicazioni operative. La C.M. fornisce indicazioni operative per la realizzazione della direttiva MIUR con riferimento a: Alunni con Dsa e disturbi evolutivi specifici; Area dello svantaggio socio-economico, linguistico e culturale. Ph.D. Alessandro Ciasullo

17 Per “disturbi evolutivi specifici”
intendiamo: i disturbi specifici dell’apprendimento, i deficit del linguaggio; delle abilità non verbali; della coordinazione Motoria; quelli dell’attenzione e dell’iperattività (adhd). Ph.D. Alessandro Ciasullo

18 Nota ministeriale prot
Nota ministeriale prot. 1551, 27 giugno 2013: Piano annuale per l’inclusività: direttiva 27 dicembre 2012 e C.M. n. 8/2013. La nota affida agli Uffici scolastici regionali la definizione dei tempi e modi per la restituzione dei Pai (Piano annuale per l’ inclusività) da parte delle istituzioni scolastiche. Ph.D. Alessandro Ciasullo

19 Nota ministeriale prot. N. 2563, 22 novembre 2013
Nota ministeriale prot. N. 2563, 22 novembre Strumento di intervento per alunni con Bisogni educativi speciali. A.S. 2013/2014. Chiarimenti. La nota approfondisce in particolare gli aspetti legati al piano didattico personalizzato, agli alunni con cittadinanza non italiana, al Pai (Piano annuale per l’inclusività), al gruppo di lavoro per l’inclusività (GLI) e all’organizzazione territoriale per l’inclusione. GLIP E GLIR Ph.D. Alessandro Ciasullo

20 Area dello svantaggio socioeconomico, linguistico e culturale.
Si vuole inoltre richiamare ulteriormente l’attenzione su quell’area dei BES che interessa lo svantaggio socioeconomico, linguistico, culturale. “Ogni alunno, con continuità o per determinati periodi, può manifestare Bisogni Educativi Speciali: o per motivi fisici, biologici, fisiologici o anche per motivi psicologici, sociali, rispetto ai quali è necessario che le scuole offrano adeguata e personalizzata risposta”. Tali tipologie di BES dovranno essere individuate sulla base di elementi oggettivi (come ad es. una segnalazione degli operatori dei servizi sociali), ovvero di ben fondate considerazioni psicopedagogiche e didattiche. Ph.D. Alessandro Ciasullo

21 “Adozione di strategie per i BES.
Le scuole – con determinazioni assunte dai Consigli di classe, risultanti dall’esame della documentazione clinica presentata dalle famiglie e sulla base di considerazioni di carattere psicopedagogico e didattico – possono avvalersi per tutti gli alunni con bisogni educativi speciali degli strumenti compensativi e delle misure dispensative previste dalle disposizioni attuative della legge 170/2010 (d.m. 5669/2011). Ph.D. Alessandro Ciasullo

22 “Fermo restando l’obbligo di presentazione delle certificazioni per l’esercizio dei diritti conseguenti alle situazioni di disabilità e di DSA, è compito doveroso dei Consigli di classe o dei teams dei docenti nelle scuole primarie indicare in quali altri casi sia opportuna e necessaria l’adozione di una personalizzazione della didattica ed eventualmente di misure compensative o dispensative, nella prospettiva di una presa in carico globale ed inclusiva di tutti gli alunni”. RESPONSABILITA’ Ph.D. Alessandro Ciasullo

23 APPROCCIO EDUCATIVO organizzato e
E’ necessario che l’attivazione di un percorso individualizzato e personalizzato per un alunno con Bisogni educativi speciali sia deliberata in consiglio di classe dando luogo al Pdp (Progetto didattico personalizzato) , firmato dal dirigente scolastico, dai docenti e dalla famiglia. (…) Ove non sia presente certificazione clinica o diagnosi, il consiglio di classe o il team dei docenti motiveranno opportunamente, verbalizzandole, le decisioni assunte sulla base di considerazioni pedagogiche e didattiche; ciò al fine di evitare contenzioso”. APPROCCIO EDUCATIVO organizzato e RESPONSABILE

24 Il Piano annuale per l’inclusività
Fermo restando quanto previsto dall’art. 15 comma 2 della L. 104/92, i compiti del Gruppo di lavoro e di studio d’Istituto (GLHI) si estendono alle problematiche relative a tutti i BES. A tale scopo i suoi componenti sono integrati da tutte le risorse specifiche e di coordinamento presenti nella scuola: funzioni strumentali; insegnanti per il sostegno; assistenti alla comunicazione; docenti “disciplinari” con esperienza e/o formazione specifica o con compiti di coordinamento delle classi; genitori; esperti istituzionali o esterni in regime di convenzionamento con la scuola. Ph.D. Alessandro Ciasullo

25 Il Piano annuale per l’inclusività
Fermo restando quanto previsto dall’art. 15 comma 2 della L. 104/92, i compiti del Gruppo di lavoro e di studio d’Istituto (GLHI) si estendono alle problematiche relative a tutti i BES. A tale scopo i suoi componenti sono integrati da tutte le risorse specifiche e di coordinamento presenti nella scuola: funzioni strumentali; insegnanti per il sostegno; assistenti alla comunicazione; docenti “disciplinari” con esperienza e/o formazione specifica o con compiti di coordinamento delle classi; genitori; esperti istituzionali o esterni in regime di convenzionamento con la scuola.

26 GLI (Gruppo di lavoro per l’inclusività)
- rilevazione dei BES presenti nella scuola; - raccolta e documentazione degli interventi didattico-educativi posti in essere anche in funzione di azioni di apprendimento organizzativo in rete tra scuole e/o in rapporto con azioni strategiche dell’Amministrazione; - focus/confronto sui casi, consulenza e supporto ai colleghi sulle strategie e metodologie di gestione delle classi; - rilevazione, monitoraggio e valutazione del livello di inclusività della scuola; - raccolta e coordinamento delle proposte formulate dai singoli GLH Operativi sulla base delle effettive esigenze, ai sensi dell’art. 1, c. 605, lettera b, della legge 296/2006, tradotte in sede di definizione del PEI come stabilito dall'art. 10 comma 5 della Legge 30 luglio 2010 n. 122 ; - elaborazione di una proposta di Piano Annuale per l’Inclusività riferito a tutti gli alunni con BES, da redigere al termine di ogni anno scolastico (entro il mese di Giugno). Ph.D. Alessandro Ciasullo

27 “(…) Scopo del Piano annuale per l’inclusività (Pai) è fornire un elemento di riflessione nella predisposizione del Pof , di cui il Pai è parte integrante. Il Pai, infatti, non va inteso come un ulteriore adempimento burocratico, bensì come uno strumento che possa contribuire ad accrescere la consapevolezza dell’intera comunità educante sulla centralità e la trasversalità dei processi inclusivi in relazione alla qualità dei risultati educativi, per creare un contesto educante dove realizzare concretamente la scuola per tutti e per ciascuno. Ph.D. Alessandro Ciasullo

28 Grazie per l’attenzione!
Ph.D. Alessandro Ciasullo


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