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1 SITUAZIONE POLITICA DI CASTRO NEL XV E XVI SECOLO DURANTE IL REGNO DELLE DUE SICILIE
a cura di Luca Epifani Insegnamento di: Storia e Filosofia a. s. 2014/2015 Prof. Andrea F. Scozzi

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3 FERDINANDO II D’ARAGONA CARLO V D’ASBURGO
Ferdinando II fu l’ultimo sovrano della dinastia Aragonese, iniziata con Alfonso V nel 1441, che ereditò il Regno delle due Sicilie. Nel 1516 il regno passerà nelle mani di Carlo V, della casata degli Asburgo provenienti dalla Spagna. Figlio di Filippo il Bello e Giovanna la Pazza, nel 1516, grazie ad un complesso sistema di eredità e parentele, eredita una grande quantità di possedimenti, tra i quali il Regno delle due Sicilie. Qui sale al potere e nomina come suo viceré Don Pedro De Toledo.

4 DON PEDRO DE TOLEDO Nacque a Salamanca il 13 Luglio del 1484 Morì a Firenze il 22 Febbraio del Fu viceré di Napoli a partire dal 1532, e il suo arrivo segnò un radicale cambiamento, infatti i 20 anni della sua amministrazione sono caratterizzati da un riassetto politico-sociale e da importanti mutamenti economici ed urbanistici. Si occupò in primo luogo della ristrutturazione degli edifici pubblici di Napoli, che risultavano fatiscenti, e di numerose fortezze del regno. Si occupò soprattutto della costruzione di torri di avvistamento costiere, in particolare nel nostro Salento ed in Terra d’Otranto.

5 TORRI DI AVVISTAMENTO COSTIERE IN TERRA D’OTRANTO
TORRE MINERVINO (SANTA CESAREA) TORRE MIGGIANO (SANTA CESAREA) TORRE SPECCHIA DI GUARDIA (SANTA CESAREA)

6 "ci spingiamo innanzi sul mare (
"ci spingiamo innanzi sul mare (....) quando da lungi scorgiamo oscuri colli e il basso lido dell'Italia (...) Le invocate brezze rinforzano, e già più vicino si intravede un porto, e appare un tempio di Minerva su una rocca. I compagni ammainano le vele e volgono a riva le prore. Il porto è incurvato ad arco dalla corrente dell'Euro; i suoi moli rocciosi protesi nel mare schiumano di spruzzi salati, e lo nascondono; alti scogli infatti lo cingono con le loro braccia come un doppio muro, e ai nostri occhi il tempio si allontana dalla riva". VIRGILIO, ENEIDE LIBRO III

7 Il poeta Virgilio, nella sua Eneide, colloca il primo approdo di Enea a Castrum Minervae. Il suo porto era dominato da un alto promontorio sul quale si ergeva maestoso il tempio dedicato alla dea Minerva. Durante i ripetuti assedi dei Turchi, il tempio fu distrutto e, solo grazie a recenti scavi archeologici, sono state rinvenute delle tracce di un antico monumento religioso probabilmente dedicato a Minerva.

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9 Castro sorge su un piccolo promontorio situato sulla costa orientale del Paese.

10 L’INVASIONE TURCA Nel 1480 i Saraceni invadono Otranto e successivamente si spingono verso Castro. Il conte Giulio Antonio Acquaviva ha l’ordine di difendere Roca e Castro con soli 2000 uomini ma, mentre si dirige verso Castro, viene assassinato in un’imboscata nei pressi di Giuggianello. Nel XVI secolo, Castro era un raro esempio di città fortificata e nella parte alta vi erano, e tutt’ora sussistono, numerosi monumenti degni di un importante centro cittadino. Il castello, definito nel 1282 da Carlo I D’Angiò “fortezza di rilevanza strategica per la difesa del regno”, viene annoverato, insieme ad altre fortezze salentine, di rilevanza nazionale perché combina insieme difese naturali e architettura militare. Era costruito su un promontorio protetto da un verso dal mare e dall’altro da uno scosceso terrapieno. Numerose furono le incursioni dei Saraceni che costrinsero i pochi superstiti ai massacri, a scappare ed abbandonare la città.

11 Nel 1537 i Turchi si diressero verso Castro con un’imponente flotta costituita da 37 navi, ma furono scoperti e messi in fuga dalle truppe del viceré Don Pedro De Toledo mentre sostavano nella baia dell’Orte, nei pressi di Santa Cesarea. Ci riprovano nel 1552, ma anche questa volta sono messi in fuga dai valorosi condottieri aragonesi Alfonso dell’Acaia e Luigi Paladini. Nel 1571 Castro subisce un altro attacco da parte degli infedeli, che si accingono ad assediare la cittadella marinara con una flotta più numerosa rispetto alle precedenti. Riescono a prendere la città, ma Giovannantonio Doria, con 50 galee reali e 12 altre inviate dal Papa, riesce a respingerli con l’aiuto di un attacco via terra diretto dal Marchese di Santacroce. Nel 1572 il conte di Samio e Vincenzo Macedonio preparano una violenta offensiva presso la base turca di Corfù per respingere il nemico ed hanno successo. Nel 1614 i Turchi tentano nuovamente un’offensiva alle porte di Castro con 12 vascelli, ma Filippo II invia direttamente da Otranto la flotta spagnola che li sconfigge.

12 Il declino della vivace e ricca cittadella di Castro inizia nel 1537 quando, a causa delle violente incursioni dei Saraceni, la sede vescovile viene spostata a Poggiardo. La testimonianza di uno storico del 1670 ci rivela che Castro non era altro che una terra abbandonata e senza vita, all’epoca abbandonata al suo destino.

13 Qui di seguito alcune testimonianze tratte da libri antichi

14 - Autore: ignoto - Titolo: Antologia Romana - Casa editrice: stamperia di Gio. Zempel presso Santa Maria della tinta Luogo di edizione: Roma Anno di edizione: 1794 Pagine: 172,173

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16 Autore: Gioachino Maria OLIVIER-POLI
Titolo: Abbellimenti della città di Napoli, ovvero alcune idee sul miglioramento materiale di cui essa sarebbe suscettiva nell'attuale stato di civiltà de'suoi abitanti Casa editrice: tipografia flautina Luogo di edizione: Napoli Anno di edizione: 1839 Pagine: documenti giustificativi: pagine V,VI,VII,VIII

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20 Autore: Bartolomeo Ravenna
Titolo: Memorie istoriche della città di Gallipoli raccolte da Bartolomeo Ravenna e dedicate ai suoi concittadini Casa editrice: Raffaele Miranda, vicoletto Gradini S. Nicandro n°25 Luogo di edizione: Napoli Anno di edizione: 1836 Pagine: 294,295,296.

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23 IL CASTELLO ARAGONESE La costruzione del castello risale al XII-XIII secolo sui resti di una precedente roccaforte bizantina dagli Angioini. Abbiamo riscontro di un documento del 1282 nel quale Carlo I D’Angiò ne esalta le caratteristiche difensive e la piena efficienza. Subito dopo il 1480, quando i Turchi invasero Otranto e successivamente saccheggiarono Castro, il castello venne semidistrutto. Nel 1500 la famiglia feudataria della città, i Gattinara, si occuparono della ristrutturazione della rocca e della sua manutenzione. In seguito ai lavori di restauro il castello viene dotato di una nuova planimetria. La struttura assume una pianta quadrilatera con quattro bastioni ed un terrapieno. Ulteriori danneggiamenti costrinsero Don Pedro De Toledo a rimaneggiare la struttura. Nel corso del XVII secolo il castello andò in rovina , tanto da essere descritto nel 1780 dal vescovo della città Monsignor Del Duca come un edificio cadente e semidistrutto. Restaurato nuovamente, con alcune modifiche ci è pervenuto sino ai nostri giorni.

24 Il castello ha una pianta rettangolare e quattro torri angolari di varia forma e dimensione. L’ingresso è protetto da un fossato e un ponte levatoio (ormai scomparsi). Vi è un cortile all’ingresso destinato al deposito di prodotti agricoli da commercializzare. Tramite un’ampia scala si accede ai piani superiori.

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27 LA DIOCESI DI CASTRO E LA CATTEDRALE
Castro fu sede vescovile dal 682 per la volontà di San Leone II. Dopo la distruzione della città per mano dei Turchi nel 1572 , il vescovo Luca Antonio Resta trasferì a Poggiardo la residenza vescovile. La cattedrale era l’attuale chiesa dell’Annunziata, edificata nel 1171 sulle rovine di un tempio greco. La sede vescovile sorge alle spalle della cattedrale. La chiesa è a croce latina formata da una sola navata terminante nel presbiterio. Il tetto è in legno a “cassettoni”. Lungo le pareti laterali si susseguono altari secondari. Sottostante alla chiesa vi sono i resti di una cripta bizantina dell’era paleocristiana.

28 LE MURA La cinta muraria è un complesso lungo circa 700 metri, alle mura sono inglobate le torri del castello. Le prime mura della città furono quelle messapiche, alle quali succedettero quelle medievali. Nel corso dei decenni le mura furono utilizzate come fondamenta per le abitazioni perimetrali dell’antico abitato.

29 Mappa centro storico e mura

30 Blasone: d'argento, al castello rosso, mattonato di nero, formato da tre torri, riunite da due cortine di muro, la torre centrale più alta, le torri munite di forti barbacani, merlate alla guelfa di quattro e prive di finestre, le cortine prive di merli e munite di due finestrelle, di nero, una e una, la torre centrale chiusa di nero, esso castello fondato sulla campagna di azzurro, fluttuosa di argento e accompagnato negli angoli del campo da due lettere maiuscole C, di azzurro, una e una. Ornamenti esteriori da comune. ARALDICA CIVICA

31 Sitografia Ferdinando II D’Aragona; Carlo V D’Asburgo; Don Pedro De Toledo; Castro-Storia-approdo di Enea-versi Eneide; Assalto turco Castro; Libro “Antologia Romana”; Libro “Abbellimenti della città di Napoli…” Libro “Memorie istoriche della città di Gallipoli…”; Castello aragonese Castro; Diocesi di Castro; Mura; Araldica civica;

32 Sitografia immagini

33 11 Aprile 2015


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