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Politiche Locali (nazionali e internazionali) per la sicurezza urbana Lezione 09 Corso di Formazione in Sicurezza Urbana Milano, aprile 2008.

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Presentazione sul tema: "Politiche Locali (nazionali e internazionali) per la sicurezza urbana Lezione 09 Corso di Formazione in Sicurezza Urbana Milano, aprile 2008."— Transcript della presentazione:

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2 Politiche Locali (nazionali e internazionali) per la sicurezza urbana Lezione 09 Corso di Formazione in Sicurezza Urbana Milano, aprile 2008

3 CREAZIONE E RAFFORZAMENTO – Forme di Polizia di prossimità Obiettivo : avvicinare la polizia ai cittadini attraverso 1- maggiore presenza sul territorio 2- maggiore attenzione ai fabbisogni dei cittadini 3- maggiore attenzione alle necessità delle vittime 4- forme di collaborazione con i soggetti locali Il vigile di quartiere un agente o un gruppo di agenti presenti in modo stabile sul territori in grado di conoscere i bisogni della popolazione per: aumentare la fiducia migliorare la qualità della vita limitazioni: - emergere di conflitti di competenza tra soggetti presenti sul territorio - dispersione di risorse - intensificazione di conflitti tra popolazione locale e FF.OO. percepite come estranee

4 Creazione di sistemi integrati di sicurezza coordinamento e integrazione di iniziative di competenza delle amministrazioni locali della Regione e delle Autorità provinciali di P.S. creazione di uffici e strutture specializzate presso le amministrazioni regionali produzione di conoscenze e crime mapping coinvolgimento di soggetti della società civile e del settore privato

5 Le azioni per la sicurezza al livello regionale e locale Contributi finanziari ai Comuni, alle Province, alle Comunità Montane e alle associazioni intercomunali Contributi finanziari per iniziative realizzate da Enti Pubblici di concerto con operatori privati Realizzazione di sistemi informatici Sviluppo di infrastrutture di comunicazione Formazione congiunta tra operatori di diverso profilo professionale Riqualificazione degli spazi pubblici Incremento degli strumenti e/o attrezzature dei Comuni per la sicurezza Attività di prevenzione dellinsicurezza Attività di animazione dello spazio pubblico Attività di diagnosi locale delle condizioni di sicurezza Attività di divulgazione e sensibilizzazione rivolta ai cittadini Creazione di fondi anti-usura, funzionali a facilitare laccesso al credito legale e a sostenere lassistenza alle vittime Monitoraggio delle fenomenologie criminali e crime mapping Mappa dei rischi sul territorio Monitoraggio e valutazione delle azioni e degli interventi per la sicurezza Formazione rivolta alle Polizie Locali Creazione dei vigili di quartiere Assistenza alle vittime

6 Corpo di Polizia Municipale di Cremona Comparti territoriali Esperienza di prossimità Modalità organizzative Strumenti operativi

7 Esperienza di prossimità Nel mese di Aprile 2000 il Comando di Polizia Municipale ha iniziato una sua esperienza di prossimità inaugurando una formula organizzativa sperimentale alla quale ha voluto dare il nome di agenti di comparto agenti di comparto

8 Questa esperienza è maturata nella zona periferica Est situata ad Est della città. Il primo nucleo era formato da un Ufficiale e da otto Agenti.

9 Nel mese di Aprile 2001, un anno dopo, il Comandante ha esteso questa esperienza a tutta la città affiancando al Comparto Est il Comparto Ovest il Comparto Centro La scelta circa la perimetrazione territoriale dei tre Comparti predilige un criterio squisitamente urbanistico-geografico, due comparti occupano gli anelli semiperiferici della città ed insieme racchiudono il Comparto Centro.

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11 zone Nel perimetro di ogni Comparto, seguendo la suddivisione urbanistica cittadina, sono state individuate poi diverse zone che, come abbiamo verificato, evidenziano perfettamente altrettante realtà sociali. Questa delimitazione specifica, come vedremo in seguito, avrà un preciso significato analitico e organizzativo.

12 ZONA PO ZONA BORGO LORETO ZONA GARIBALDI ZONA CAMBONINO ZONA ARGINI ZONA MILANO CAVA ZONA MARIS ZAIST ZONA GIUSEPPINA ZONA BOSCHETTO MIGLIARO ZONA MANTOVA ZONA ROMA ZONA SALE CADORE ZONA ROMANA ZONA CASTELLI ZONA LIBERTA BRESCIA ZONA CANOTTIERI ZONA XX SETTEMBRE ZONA EMANUELE

13 PERCORSO CONCETTUALE adeguamento e crescita della cultura professionale del personale coinvolto predisposizione rete di contatti e modalità di condivisione con le agenzie del territorio

14 Intervento sul personale Assunti: 1.lagente sul territorio deve svolgere tutte le funzioni di competenza della P.M. 2.lagente avrà una competenza specifica per quanto riguarda i contatti e lapprofondimento di singole zone 3.gli interventi e i controlli sulle zone coinvolgono tutti gli agenti del comparto, indipendentemente dalla competenza sopra considerata

15 COMPETENZE AGENTI Diviene necessario un percorso di formazione professionale che permetta ad ogni operatore di svolgere le mansioni assegnate mantenendo un livello qualitativo del servizio elevato

16 SCHEMA COMPLESSIVO ORGANIZZAZIONE DEL CORPO strutture di supporto

17 Individuazione delle zone nel comparto

18 Approfondimento della conoscenza zona Ad ogni Agente, oltre alla competenza amministrativa delle singole zone, viene attribuito anche il compito di provvedere allanalisi delle caratteristiche e dei bisogni del territorio Allagente vengono forniti tutti i dati relativi le zone oggetto della sua attenzione; sui dati il referente di zona è chiamato ad elaborare analisi ed esprimere valutazioni in ordine alle necessità che ne emergono.

19 Dati della zona relativi alla popolazione

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21 Dati della zona relativi alla incidentalità stradale

22 Dati della zona relativi agli interventi attuati nel 2000

23 I dati, elaborati con un criterio di soglia (con riferimento alle probabilità del reiterarsi del fenomeno), vengono inseriti, a cura dellagente responsabile di zona, nel DOCUMENTO DI ZONA DOCUMENTO DI ZONA

24 Questo strumento di conoscenza del territorio è finalizzato: a maturare una nuova consapevolezza delle problematiche e delle necessità della zona negli agenti estensori a generare condivisione nellattività degli operatori (lagente X e Y oggi effettuano il controllo della zona A secondo le indicazioni dellagente Z, domani gli agenti Z e Y …) calibrare scientificamente le operazioni di intervento preventive e repressive

25 elementi oggettivi Lanalisi sino ad ora condotta considera esclusivamente elementi oggettivi. elementi soggettivi Allo scopo di considerare anche gli elementi soggettivi (sensazioni, vissuti, opinioni) vengono somministrati, dagli stessi agenti referenti di zona, dei questionari ai residenti. Questa indagine conoscitiva rileva sia come, intervista-intervento (momento di relazione) che come raccolta dati relativi alla percezione dei residenti

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27 Il documento della zona si caratterizza anche e soprattutto come strumento di condivisione nei confronti della cittadinanza la quale, possibilmente attraverso referenti qualificati, partecipa alla riflessione ed alla formazione del documento.

28 La filosofia della partecipazione e della condivisione delle scelte trova momento applicativo nelle riunioni periodiche nelle quali: lagente estensore incontra i comitati e/o i referenti di zona e raccoglie da questi il sentire del quartiere si confronta sullanalisi, sui risultati e sulle azioni intraprese concorda le azioni da intraprendersi,

29 I referenti di zona e i comitati possono allora svolgere una funzione di sensibilizzazione nei confronti dei residenti della zona circa le problematiche emerse (es. il reiterarsi di incidenti stradali in un luogo specifico del quartiere) affinché il residente possa dare il suo contributo alla soluzione (es. moderando la velocità passando da quel luogo specifico) Inoltre insieme ai residenti, con specifico riferimento alla sicurezza ed alla qualità della vita nel quartiere, sarà possibile … … …

30 Nelle riunioni periodiche di confronto e di verifica risulterà particolarmente preziosa la presenza degli organi di informazione cittadina i quali possono amplificare notevolmente il messaggio e raggiungere così tutti i coinvolti nella gestione della sicurezza urbana.

31 Valutazione dei risultati Il momento più significativo per valutare gli interventi degli agenti lo si individua negli incontri con la cittadinanza; non esiste luogo più adatto per verificare il raggiungimento o meno dellobiettivo che è stato concordato.

32 SIG SIG Comunque appare necessario che ogni agente, nel corso del turno di servizio, annoti sul SIG gli interventi attuati in relazione alle proposte operative contenute nel documento di zona.SIG raccolte raccolte Queste annotazioni vengono raccolte dal responsabile del comparto e formeranno oggetto di verifica e confronto sulla congruità degli interventi predisposti ed attuati.raccolte

33 ORGANIZZAZIONE DEI SERVIZI Ogni Comparto predispone una turnazione mensile dei servizi che, una volta isolati i servizi comuni, è plasmata sulle necessità funzionali di ogni singolo comparto. Ad ogni Comparto sono assegnate scuole, servizi speciali (Mercati, ecc.) dei quali tenere evidentemente conto. Come si evidenzia, giornalmente una coppia di Agenti provvede ad effettuare il controllo in una zona specifica del proprio Comparto (zona A, B, C, D), e questo indipendentemente da qualsiasi criterio di assegnazione specifica.

34 Schema servizi mese di ….

35 CONCLUSIONI Questa modalità concettuale ed operativa sta muovendo i suoi primi timidi passi, abbiamo però già registrato riscontri positivi: dagli operatori di Polizia Municipale, che si sentono promossi professionalmente e responsabilizzati personalmente, dalla cittadinanza, che viene coinvolta in scelte e responsabilità tradizionalmente attribuite alla istituzione e perciò spesso incomprese dagli amministratori che hanno verificato la puntualità e la serietà del percorso intrapreso nella direzione della efficienza, efficacia, trasparenza ed economicità.

36 LINDEBORG Malmo

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39 Per ogni ulteriore domanda o suggerimento relativamente alla lezione: fabrizio_cristalli@regione.lombardia.it cristian.poletti@unimib.it


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